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Il ladro di anime
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Il ladro di anime, Nuno Productions

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Clint1994
view post Posted on 31/12/2012, 01:14 by: Clint1994




IL LADRO DI ANIME by Clint94

Il film di Nuno era molto atteso da tutti, perché si presentava come uno dei pochi che potesse sconvolgere la situazione in vista degli Awards; invece si rivela “solo” un buon film, ma che difficilmente impensierirà i favoriti del semestre. Il problema degli ultimi film di Nuno, secondo me, è che sono tutti molto ben orchestrati, con trame solide e magari anche (come in questo caso) molto sorprendenti, ma mancano sempre di profondità, di personaggi cui affezionarsi veramente, di emozioni. “Il ladro di anime” ne è l'esempio perfetto: una trama molto interessante, un colpo di scena assolutamente imprevedibile, molti misteri, molta azione, ma alla fine manca il colpo d'ala, l'emozione, il personaggio memorabile; e il tutto resta un po' fine a se stesso, e i vari, complessi meccanismi dell'intreccio si dimenticano abbastanza in fretta.
Ciò non toglie che si tratta di uno dei film migliori tra gli ultimi di Nuno. Ci troviamo di fronte a una situazione ricca di suspense: una clinica psichiatrica totalmente isolata, un pericoloso serial killer in giro per i meandri dell'istituto, e i medici e i pazienti che si trovano a dover collaborare per sventare questa minaccia, con tutte le tensioni e i colpi di scena che ne seguono. Tutti i personaggi hanno qualcosa di ambiguo e questo toglie ogni certezza allo spettatore, aumentando la suspense. È evidente infatti che Bruck non può essere l'unico, vero responsabile di tutto (anche se non avrei mai immaginato che in realtà fosse addirittura dalla parte dei buoni e stesse cercando di avvertirli dell'identità del vero Ladro di anime); mai però mi è venuto da pensare che la colpevole fosse Sophie, soprattutto per via del suo stato di paralisi che devia ogni sospetto. Il colpo di scena è quindi senza dubbio riuscito, arriva inaspettato proprio quando sembra che si siano calmate le acque e chiarisce molte cose, anche se bisogna dire che tutta la spiegazione è abbastanza macchinosa. Non mi è piaciuto poi il sistema attraverso cui si spiega tutta la verità, ossia una lunga spiegazione del misterioso professore. Una spiegazione orale per chiarire i lati oscuri della vicenda ci può stare, ma quella mostrata nel film è veramente lunghissima, fin troppo dettagliata e poco cinematografica; ed è inutile dire che è anche il sistema più facile per chiarire le cose. “Shutter Island” aveva, nella parte finale, lo stesso difetto (la spiegazione infinita di Ben Kingsley a DiCaprio). Lo script è ben scritto, è lunghetto ma non in maniera eccessiva, contiene la sua buona dose di mistero e suscita l'interesse dello spettatore per vedere come tutto andrà a finire; solo che in certe parti, e mi riferisco in particolare alle scene action, è davvero difficile riuscire a seguire le azioni e i movimenti di tutti i personaggi, e si crea una certa sgradita confusione. Ho apprezzato invece altre scelte, come la parte sugli indovinelli tra Caspar e Greta.
I personaggi non sono troppo piatti, ma non lasciano neanche il segno. Si distinguono gli uni dagli altri e ognuno ha una propria personalità abbastanza ben definita (anche se un po' stereotipata), però non sono figure memorabili e si dimenticano abbastanza in fretta. Caspar è il classico protagonista buono che cerca di scoprire la propria identità e il proprio passato, ma non presenta altri elementi di particolare interesse e Ewan McGregor si limita a svolgere bene il suo ruolo senza raggiungere livelli particolarmente alti. Gli altri sono bravi caratteristi adatti ai ruoli (Gleeson, Rockwell, Hurt, Liotta, Baruchel), ma nessuno spicca in particolar modo. La figura più interessante è ovviamente quella di Sophie, anche se in fin dei conti la si ricorda più per l'ingegnosità e la diabolicità del suo piano che per la caratterizzazione del personaggio in sé; Lena Headey comunque offre un'ottima performance. Ho trovato sprecata invece Audrey Tautou, che nella realtà è abituata a ruoli di primo piano e a personaggi di ben altro spessore.
La scelta di Martin Scorsese alla regia alla fine si rivela abbastanza sbagliata. È evidente che è stato scelto per “Shutter Island”, ma alla fine “Il ladro di anime” non si eleva di molto sopra la media dei classici thriller a sorpresa e Scorsese sembra sprecato; anche perché si sa che quando si usano certi registi così importanti bisogna andare sul sicuro, perché i rischi sono sempre altissimi. Nuno ha rischiato, ma da questo punto di vista secondo me ha fallito. Doveva scegliere un buon regista di thriller e non un nome ingombrante come quello di Scorsese. La scelta di Martin sarebbe stata giustificata se ci fossero stati un maggior approfondimento dei personaggi, più pathos e più emozioni, ma così non è.
Nel complesso quindi “Il ladro di anime” si rivela leggermente al di sotto delle aspettative. È chiaro che siamo di fronte a un ottimo thriller, con una trama perfettamente orchestrata e un colpo di scena che lascia di stucco, ma in fondo si limita a questo. Si ha la sensazione di trovarsi di fronte a un meccanismo perfetto e ingegnoso, ma vengono sacrificati i personaggi e il pathos. Alla fine è “solo” un ottimo thriller, per l'appunto.

VOTO: 7+

Edited by Clint1994 - 31/12/2012, 14:25
 
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