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La variante di Lüneburg
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La variante di Lüneburg, Dreaming Studios

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Andrew.
view post Posted on 6/12/2012, 17:35 by: Andrew.




Recensione della Chimera.


Al suo secondo film Mastruccio sceglie di dedicarsi a una trasposizione, avendo tra le mani un soggetto molto forte che tratta uno dei temi più delicati e toccanti di sempre, cioè lo sterminio nei campi di concentramento che tante volte è stato trasposto al cinema e che ogni volta non può fare a meno di smuovere qualcosa nella pancia dello spettatore. Questa volta la chiave è leggermente diversa, poichè la violenza nazista fa parte dei ricordi dei protagonisti che vivono nel presente lontano da quelle nefandezze.
Ho avuto qualche diffoltà a capire quanto il film mi fosse piaciuto, e ho capito che il problema non stava tanto nel film, quanto nelle aspettative che io riponevo in esso. Infatti dalle campagne pubblicitarie e dal titolo, mi era parso di capire che il film sarebbe stato un thriller, niente più e niente meno, con in sottofondo il nazismo, la violenza, la vendetta e altri temi simili. Mi aspettavo un vero e proprio gioco degli scacchi tra due menti geniali, invece di thriller c'è poco e niente, e la componente predominante è il dramma, vissuto attraverso i ricordi del protagonista.
Infatti Mayer rintraccia il vecchio Frischer non per una resa dei conti o per un ultimo duello a scacchi (non so perchè ma la scena finale me l'ero immaginata così), bensì per comunicargli semplicemente che l'avevano trovato e che l'avrebbero denunciato. Questa cosa da un lato mi è piaciuta per il realismo, dall'altra mi ha un po' deluso perchè appunto mi aspettavo qualche lotta a suon di astuzia dato che entrambi i contendenti erano estremamente furbi e intelligenti. Sia chiaro però che di questo mio pregiudizio non terrò conto nel giudizio finale.
La parte del film che più mi ha colpito è stata quella nel passato. I flashback sono raccontati in maniera dettagliata e coinvolgente, la storia del giovane Mayer ha un che di nostalgico e poetico (sembrava respirare l'aria delle taverne con gli schacchi) e la vita del giovane Tabori nel campo di concentramento è altrettanto toccante. Certo, era impossibile non suscitare emozioni con certi temi, ma sono comunque stati raccontati bene, comprese le parti più violente.
Dei personaggi, mi rimarranno in mente i buoni, perchè molto profondi nei loro scopi e nei loro modi di fare. Tabori è una figura gigantesca, sia da giovane quando prende le sue decisioni nel campo di concentramento, sia da vecchio quando si aggira tra i tavoli da gioco trasudando saggezza. Anche Mayer è un personaggio assai interessante, perchè se per Tabori gli scacchi sono stati una salvezza, per lui sono stati una condanna, avendo segnato la sua vita irrimediabilmente.
Invece i meno incisivi alla fine sono i "cattivi". Frisch viene inizialmente presentato come un ottimo personaggio (complice anche la scelta del bravissimo Max Von Sydow), saggio, astuto, permaloso e arrogante, uno di quelli da cui ti aspetti chissa cosa. Nel finale invece si rivela molto meno grande di quanto sembrava all'inizio, abbandonandosi a un gesto vigliacco per essere stato scoperto (infatti non l'ho vista affatto come un'espiazione dei peccati, dato che non sembrava affatto un tipo sofferente prima dell'incontro). Questo ridimensionamento del personaggio va ad alimentare quel pizzico di delusione di cui parlavo, anche se ho l'impressione che non sia stata una mancanza dello sceneggiatore (o dello scrittore del libro), quanto una sua scelta ben precisa fatta allo scopo di non esaltare la mente geniale (ma malata e contorta) di un nazista, ma anzi distruggerlo, come uomo e come personaggio. Scelta condivisibile da un punto di vista etico, ma poco incisiva da un punto di vista cinematografico dove ci si aspetta grandi cose un po' da tutti i personaggi.
La sceneggiatura è comunque ottima in tutte le sue parti. Piccolissimi errori grammaticali non rovinano la lettura, anche grazie a un dosaggio perfetto dei tempi, infatti il film non risulta nè troppo breve, nè troppo lungo, perfetto per quello che c'era da raccontare.

Haneke fa un buon lavoro, il suo stile l'ho notato tantissimo nella scena iniziale del film, molto raccolta e intensa, ma anche nella restante parte fa il suo lavoro con movimenti di macchina spesso descritti in maniera dettagliata. Il genere poi è nelle sue corde.
Del cast devo dire che non spicca nessuno in particolare. Max Von Sydow sembrava avere il ruolo principale, ma alla fine il suo personaggio non resta molto impresso, forse anche per via del suo fare scorbutico e della sua scelta finale di farla finita. Ne viene fuori l'immagine di un uomo vuoto dentro, un vigliacco che non può far altro che fuggire e nascondersi, per sempre. Ad ogni modo, queste sensazioni, l'attore le ha trasmesse molto bene.
Mi è piaciuto molto Maximilian Schell, che ha l'unico difetto di comparire troppo poco nello schermo. Quando c'è, però, le attenzioni sono tutte su di lui. Bravo anche Elio Germano, anche se mi chiedo il perchè fosse necessario prendere un attore italiano. Pensavo che il personaggio stesso fosse italiano, ma mi è sembrato di no, quindi la perplessità rimane.
Infine i complimenti vanno a Daniel Brühl che è stato quello che ha subito in prima persona i maltrattamenti dei nazisti, lo abbiamo visto in fin di vita, pestato, maltrattato, e ha quindi fatto un'ottima prova recitativa.
La colonna sonora è molto buona, a eccezione di un brano che mentre ascoltavo mi è parso del tutto stonato rispetto alla scena (non ricordo il titolo in questo momento, ma credo fosse il secondo o terzo che sentivo).
La locandina è fatta bene, meglio ancora il sito che ci dà addirittura la possibilità di scaricare il romanzo breve (io lo leggerò appena ho un attimo di tempo perchè sono molto curioso di sapere cosa è stato cambiato e aggiunto).
Ah, da segnalare anche la presenza di ottimi titoli iniziali in formato video, cosa rara da vedere.


Voto: 78
(8 al sondaggio)


Questo è un film molto ben costruito, perchè alterna diversi flashback arrivando a raccontare le vite di più persone che in un modo o nell'altro si intrecciano, facendoci scoprire alla fine il punto di congiunzione di queste. Ha sullo sfondo una storia molto drammatica, fatta di piccoli eroi che hanno cercato di resistere alla violenza nazista, ma anche di la storia di un orfano che trova negli scacchi la sua ragione di vita. Queste due storie sono quelle più entusiasmanti, mentre le parti ambientate nel presente sono quelle che forse non mi hanno convinto al cento per cento, non perchè siano fatte male, ma per scelte di trama che si allontano da quello che avrei voluto vedere e che rendono il finale un po' sottotono e meno coinvolgente di quanto ci si aspettasse. Non so lo sceneggiatore cosa volesse trasmettere, ma la morte di un personaggio talmente "inutile" (come persona) a me non ha trasmesso molta emozione e di conseguenza il finale stesso risulta meno forte rispetto a tutto quello che avevamo visto prima.
Comunque è una piccolezza che non lo rende al momento il mio film preferito del semestre, ma di sicuro il film arriva al mio podio personale e di sicuro sarà tra i protagonisti dei prossimi awards, in grado di poter impensierire anche Francis. Infatti quello di Francesco è un divertisment perfetto, questo invece è un film dal forte impatto morale e l'esperienza ci insegna che film del genere agli awards partono con una marcia in più. La lotta sarà bella tosta e siamo felici di ciò.


 
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41 replies since 1/12/2012, 10:04   3621 views
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