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La variante di Lüneburg
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La variante di Lüneburg, Dreaming Studios

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mastruccio
view post Posted on 1/12/2012, 10:04




La Dreaming Studios è lieta di invitarvi alla visione del suo secondo film


La variante di Lüneburg


Buona visione a tutti!



Edited by mastruccio - 29/5/2014, 14:31
 
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Andrew.
view post Posted on 1/12/2012, 11:00




Parlaci delle scelte di cast e regia.

Quando ho letto il breve romanzo di Paolo Maurensig, volendo debuttare nelle trasposizioni con questa storia, ho subito pensato a Michael Haneke, di cui ho visto “Il nastro bianco”. La scelta è stata quasi obbligata, anche perchè Haneke è un regista che regala emozioni con un cinema schietto, dove il dolore è mostrato per quello che è, senza nascondere gli effetti che esso produce. Il cinema, il suo, che è stato premiato con ben due palme d'oro al Festival di Cannes, uno con “Il nastro bianco”, e l'ultimo quest'anno con “Amour”.
Il cast è europeo. Ho voluto fortemente Max Von Sydow per il ruolo del ricco dottor Frish, sia per il suo carisma che per l'espressività. L'attore che doveva interpretare il suo antagonista l'ho cercato fra quelli che considero mostri sacri del cinema europeo. Nel grandissimo Maximilian Shell ho ritrovato la perfetta fisionomia che mi ero immaginato per il personaggio di Tabori adulto.
Il giovane Hans Mayer ha il volto del nostro Elio Germano, uno dei più versatili e talentuosi attori nostrani, a cui ho voluto regalare la possibilità di mostrare al resto del mondo la sua grande bravura.
Bruno Ganz ha un ruolo minore, ma essendo un grande attore, ha accettato con entusiasmo la parte.
Gli altri ruoli, alcuni altrettanto importanti, li ho affidati ad attori quasi tutti tedeschi, scelti per la fisicità e per la somiglianza che dovevano avere con alcuni dei protagonisti. Da mettere il rilievo che, in un piccolo “cameo”, ritroviamo la bravissima Emanuelle Riva, protagonista di “Amour”.


Ci sono altri aneddoti e curiosità riguardo alla lavorazione?


Essendo il mio secondo film, e la mia prima trasposizione letteraria, è stata tutta una sorpresa. Mi aspettavo che fosse più facile che fare un film originale, come è stato “Amnésia”, ed invece devo dire che trasporre un'opera letteraria è altrettanto difficile. Oltretutto, il libro di Maurensig ha uno stile per nulla cinematografico, ragion per cui ho dovuto faticare non poco, stravolgendo la struttura originaria, creando personaggi che nel romanzo non esistono, tagliando intere parti del racconto di Maurensig che avrebbero appesantito il film, ma dei quali ho comunque conservato tracce in alcuni punti del film, ed anche scrivendo di testa mia scene e situazioni nuove per raccordare eventi e situazioni della storia che non sarebbero potute rimanere come nel libro. Insomma, è praticamente un film che riprende fedelmente lo spirito e la drammaticità inventate dall'autore, ma che ha una sua propria originalità e autonomia. Come dovrebbero essere tutte le trasposizioni cinematografiche.
Nello scrivere la sceneggiatura, ho voluto imprimere un taglio registico che somigliasse allo stile di Haneke; ma confesso che in talune parti mi sono ispirato al regista a cui vorrei essere paragonato (l'ho scritto in una discussione del forum): il mio conterraneo Giuseppe Tornatore, il quale si ispira, a sua volta, all'immenso e insuperato Sergio Leone. Chiaro che, anche per me, Leone è fonte di ispirazione e inarrivabile modello di tecnica cinematografica: per questo ho voluto finire il film con una chiara ed evidente citazione che omaggiasse il grande regista.


Se il film non fosse tuo, che voto gli daresti da 1 a 10?


Sono sincero, un bell'otto.


Un pregio del tuo film?

E' un film che sviluppa temi già ampiamente trattati, ma che usa un'idea assolutamente originale e che non ho riscontrato in altre pellicole. Per la drammaticità spero riesca anche a commuovere.


Un difetto del tuo film?


Non è un film lungo; come promesso ho evitato di arrivare alle 300 e oltre pagine di “Amnésia”. Però ha diversi dialoghi abbastanza laboriosi, di durata spero non annoiante. Non ho voluto tagliare con l'accetta, perchè penso avrebbe nociuto al ritmo che volevo dare al film. Inoltre, essendo assolutamente ignorante in tema di scacchi, spero di non aver scritto corbellerie su tecniche e specificità inerenti questo gioco. Me ne scuso, già da ora, con gli scacchisti.


C'è un critico a cui speri il film piaccia particolarmente? E a chi pensi non piacerà (se vuoi dicci anche il perchè)?

Spero che piaccia a Francis, ad Andrew e a World, i più bravi di Ck, ma anche a Clint e Oren, credo più amanti di film abbastanza diversi da questo. Perciò, penso, che proprio a loro potrebbe non piacere del tutto.


Obiettivo al box office? Settimane di durata, incasso complessivo, posizione da raggiungere...

Parto con 181 sale, e spero di poterne conquistare altre. E' costato abbastanza poco, ma era mia intenzione fare uscire la mia opera seconda con un film di basso costo e ambizione (grande paura per ogni autore cinematografico, soprattutto dopo un esordio col botto). Alla fine, visto il risultato, credo che potrei ambire ad un buon guadagno. Ma siccome poco dopo di me esce il kolossal di Sacha, che – mannaggia a lui – si spara subito 300 sale, credo che la vetta la vedrò da lontano. Sigh!


Si dice sempre che si è legati a ogni film per un motivo o per un altro... in questo caso?


Sarò sempre legato a questo film, per le emozioni, anche dure e dolorose, che mi ha regalato scrivendolo, e che spero regalerà al pubblico, vedendolo.


Si dice anche che l'ultimo film scritto è sempre il migliore, in un certo senso, perché non si ripeteranno errori anche veniali commessi in precedenza. Concordi per questo script?


Si, senza dubbio. Ogni volta si impara qualcosa di nuovo, ed essendo solo al mio secondo film, devo ancora imparare moltissimo.


Un tuo film cinematikino a cui somiglia questo?


Ovviamente nessuno, e chiaramente questo è diametralmente opposto al primo.


Un altro film Cinematikino a cui lo legheresti con un filo rosso (per genere, tematica o quello che vuoi tu).


Sinceramente, non so se prima di oggi sia mai uscito su Ck un film con tematiche e ambientazioni simili al mio. Qui chiedo lumi ai veterani. In ogni caso, credo che per un certo stile di racconto e ritmo, potrei lontanamente paragonarlo al “Mondo dei ragazzi normali” di Ermetico, ma forse dico una sciocchezza.


E un film reale (o più d'uno) invece che ti ha ispirato nella realizzazione o che accomuneresti al tuo?


Certamente “Schindler's List”.


Il tema e/o il messaggio del film?


Quando si narra di olocausto, genocidio, follia umana, il tema è sempre lo stesso: per non dimenticare quanta crudeltà abbia potuto compiere l'uomo nella storia.


Come convinceresti un neofita a vedere questa pellicola?


E' un film impegnato, e forse questo potrebbe allontanarlo dal cinema; ma a maggior ragione lo invito a vederlo, perchè non credo sia “pesante”.


Uno spettatore medio italiano cosa penserebbe del film?


Penso che direbbe che è un bel film.


La strada è ancora lunga, ma se dovessi decidere adesso le autonominations principali per il tuo film ai Ck Awards?

Regia, protagonista maschile, non protagonista maschile, sceneggiatura non originale.


A scatola (quasi) chiusa: il prossimo pigliatutto ai Ck Awards?


Penso che il film di Francis abbia le carte per aggiudicarsi tutto l'aggiudicabile. Qualche bastoncino fra le ruote potrebbe metterglielo il mio e quello di Sacha, ma personalmente non mi ritengo ancora pronto per arrivare in vetta al podio. Questo se non esce entro fine anno l'attesissimo “Quanah”, perchè sennò non dolori!!!


C'è un film che non hai ancora realizzato e che ti dispiace enormemente non aver portato a termine?


Ancora non sono a questo punto, ma “Super Max” sta spingendo abbastanza. Credo che comincerò a scrivere molto presto.
 
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Andrew.
view post Posted on 1/12/2012, 11:19




Ho un problemino con le musiche, cioè se clicco nei link della sceneggiatura non si apre una nuova pagina ma sulla stessa, rendendo impossibile leggere e ascoltare la musica contemporaneamente. Se riuscissi a risolverlo in questi giorni sarebbe meglio per godersi il film al 100%.
una soluzione semplice è questa: quando inserisci un link, sulle proprietà devi spuntare la casella "apri in un altra pagina".
 
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mastruccio
view post Posted on 1/12/2012, 12:45




CITAZIONE (Andrew. @ 1/12/2012, 11:19) 
Ho un problemino con le musiche, cioè se clicco nei link della sceneggiatura non si apre una nuova pagina ma sulla stessa, rendendo impossibile leggere e ascoltare la musica contemporaneamente. Se riuscissi a risolverlo in questi giorni sarebbe meglio per godersi il film al 100%.
una soluzione semplice è questa: quando inserisci un link, sulle proprietà devi spuntare la casella "apri in un altra pagina".

Consiglio a tutti di salvare lo script in pdf sul proprio pc, e leggerlo quindi come file pdf a sè. In questo modo le musiche si apriranno nel browser e potete continuare a leggere il film tranquillamente.
Questo piccolo problema l'ho avuto anche io quando ho lettoil tuo "White hole", ed infatto ho fatto come ho descritto.
 
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Andrew.
view post Posted on 1/12/2012, 15:34




Non ci avevo pensato, perfetto :)
p.s. non mi ero accorto che anche il mio avesse sto problema, meglio, d'ora in poi ci farò attenzione.
 
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SaschaGranato
view post Posted on 1/12/2012, 18:07




RECENSIONE DELLA GRANATO PRODUCTION

Nessun indugio nel definire questo film un piccolo capolavoro. Mastruccio, al suo secondo lungometraggio in carriera, si cimenta in una trasposizione complessa, dando vita ad uno dei lavori più maturi e profondi che abbia mai avuto il piacere di “leggere” a cinematik. Un giudizio, il mio, viziato dalla scarsa esperienza in materia, probabilmente, e dai pochi film realmente letti e recensiti, a confronto dei recensori più esperti, che vantano dunque, un metro di giudizio più oculato del mio. Detto questo, credo che molti saranno d’accordo con me su una cosa; con La Variante di Lüneburg, Mastruccio, si guadagna un posto di diritto per i prossimi Awards, con grandi probabilità di vittoria. Nessuna sorpresa a dire il vero, perché dopo il grande successo ottenuto con Amnesia (premiato per la Miglior Sceneggiatura Originale) era necessario fare un ulteriore passo avanti. Un salto di qualità, capace di consolidare il potenziale artistico della Dreaming Studio. Mastruccio vince questa scommessa, migliorando quanto già di buono si era visto con Amnesia, proponendo al pubblico un opera completamente differente.

Il filo rosso della narrazione è costituito dal tema degli scacchi. La sceneggiatura sviluppa un susseguirsi di eventi che danno vita ad una serie di mosse e contromosse, che tracciano i tasselli di una trama sempre più complessa e terrificante, che trova le radici del suo dolore negli anni più bui della seconda guerra mondiale; l’olocausto.
Il film ci immerge nelle atmosfere cupe del campo di concentramento di Bergen-Belsen, andando a delineare i profili complessi dei tre protagonisti che sviluppano il racconto.
Da un punto di vista tecnico, credo sia doveroso lodare il grande lavoro svolto in fase di scrittura del film. La sceneggiatura adotta uno stile scorrevole, nonostante i numerosi dettagli tecnici che comprendono note su inquadrature ed effetti visivi di varia natura. Buone le descrizioni che aiutano il lettore ad immergersi nelle ambientazioni del film, senza inficiare sul ritmo dell’opera, che al contrario, viene sporadicamente smorzato a causa di dialoghi spesso prolissi.

Nota: il lungo monologo che narra il passato di Hans Mayer, meritava qualche sforbiciata.

Col trascorrere dei minuti, però, la situazione cambia. Il ritmo diviene più incalzante, merito anche di dialoghi più animati e frizzanti. Un opera, quindi, in costante mutamento, proprio come una partita a scatti, che vede attimi di pura e lenta riflessione, contrapporsi a momenti più concitati e adrenalinici. Un gioco sottile, e ben calibrato.
Un’altra nota di merito va attribuita al cast, che vede emergere su tutti il nome di Max Von Sydow, vera icona del film. Un talento il suo, capace di risaltare gli aspetti più sottili e subdoli del suo personaggio. Un personaggio straordinario e ricco di sfaccettature. Una nomination non glie la leva nessuno.

Ottima la colonna sonora e il video che introduce i titoli di testa, ormai divenuto un marchio di fabbrica della Draming Studio.

Concludo questa breve recensione complimentandomi con Mastruccio. Il suo, è un Cinema di qualità, un Cinema pensato in grande. L’omaggio a Sergio Leone resta qualcosa di meraviglioso.

Voto 90/100
 
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Little Tin Goddess
view post Posted on 1/12/2012, 20:40




un'altra piccola perla di Mastruccio. Potrei finire la recensione così
Il film parla di un ragazzo che narra una storia a un giocatore di scacchi, ma è una storia particolare, che il vecchio ha già vissuto e che il giovane glie la racconta per far riaffiorare vecchi ricordi, ricordi dolorosi e farlo riflettere e dargli una scelta. E lui sceglie la via più facile.
Le atmosfere del film sono ottime, senti la tristezza e l'angoscia dei personaggi nelle scene nel campo di concentramento e in un certo senso sviluppi anche un certo odio verso le ss. Solo una cosa, penso che Germano sia un po' sprecato per il ruolo, forse era meglio un attore un po' meno famoso per una parte si importante, ma un po' piccola.
Comunque, il film fa vedere una storia personale dell'olocausto, e di come a volte le vittime vengono trasformate dai propri carnefici. Mas è molto bravo a far vedere il cambiamento nelle persone, molto toccante il contrasto fra gli sguardi spenti dei vecchi prigionieri e quelli spaventati dei nuovi. La nuostra nuova recluta ci sa fare ed è professionale, si vede bene.
Sito e locandina molto belli, e la colonna sonora fatta di classici è ottima.
Voto 8
 
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view post Posted on 4/12/2012, 19:57
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La variante di Luneburg è il secondo atteso film di Mastruccio, uno delle “nuove leve” che ha esordito solo pochi mesi fa, eppure e a giudicare dal risultato finale, sembra piuttosto il lavoro di un veterano del gioco uno che scrive sceneggiature da anni. Il film è equilibrato, curato fin nei minimi dettagli, elegante e quasi impeccabile.
Il film si divide fondamentalmente in due parti ben distinte. La prima ha un andamento molto pacato, una messa in scena elegante e raffinata. Ci viene introdotto il personaggio di Frisch e soprattutto il complesso mondo degli scacchi. C’è spazio anche per il giovane Mayer e il suo lungo flashback che ci racconta di come sia nata la sua passione per gli scacchi e soprattutto grazie a chi. Tabori, il secondo grande protagonista del film, si svela solo a metà pellicola grazie al racconto di Mayer, suo allievo.
Si apre quindi una seconda parte molto diversa dalla prima, più cupa, violenta, spietata e indubbiamente molto più affascinante. Ci troviamo catapultati improvvisamente all’interno di un campo di concentramento e lo sterminio degli ebrei, una delle pagine più vergognose della storia umana, ci viene mostrato in tutta la sua brutalità, quasi senza preavviso. La violenza non manca e , giustamente, Mastruccio non si tira indietro nel mostrare le bestialità di cui è stato capace l’uomo, anche perché ogni tanto è bene rinfrescare la memoria soprattutto a gente smemorata come gli italiani.
Ed è proprio nell’ultima parte del film che gli scacchi tornano prepotentemente e drammaticamente protagonisti. Capiamo il senso di tutte quelle partire con il colonnello e soprattutto di tutte quelle sadiche esecuzioni a cui Tabori era costretto ad assistere. Si arriva quindi a un finale che indubbiamente non riserva particolari sorprese, ma conserva comunque un grande impatto emotivo.
Il film mi ha colpito molto anche sotto l’aspetto visivo; è evidente la cura che Mastruccio ha messo nella costruzione delle scene, non rendendole mai banali, sia nella prima parte più pacata (attraverso i vari flashback che si snodano uno dopo l’atro), che nella seconda. Emblematiche due scene, bellissime e potenti: quella dell’esecuzione di Tabori e dei suoi compagni (improvvisamente interrotta dalle immagini delle pedine degli scacchi) e quella finale in cui assistiamo all’ultimo atto della partita, con la drammatica resa di Frisch (che soccombe alla paura di dover finalmente pagare per le sue colpe) e l’inquietante sorriso di Tabori, il vincitore.
Bella anche la riflessione sul concetto di eroe e antieroe, legato al gioco degli scacchi. E’ un po’ la chiave per interpretare al meglio tutto il film che fondamentalmente racconta non tanto una passione, ma una vera e propria ossessione per questo gioco. Un ossessione che condiziona la vita come nel caso di Mayer e Tabori (quest’ultimo interpreta gli eventi che lo circondando come mosse di scacchi, anche quando ha davanti un plotone d’esecuzione). Frisch non ho ben capito se fa parte della prima o della seconda categoria. Forse anche lui è un eroe.
Il film sfiorerebbe la perfezione se non fosse per alcuni aspetti. Innanzitutto la prima parte, sicuramente importante per descriversi il personaggio di Frisch e il tema degli scacchi, ma un po’ debole e lenta. Il flashback sull’infanzia di Mayer è un po’ troppo lungo perché fondamentalmente serve quasi esclusivamente per introdurre il personaggio di Tabori, quindi io avrei tagliato un po’, snellendo tutta la prima parte e concentrandomi esclusivamente sui due protagonisti, Tabori e Frisch.
Mi domando poi se non avrebbe giovato non mostrare la morte di Frisch fin dall’inizio. Partire direttamente con la scena sul treno. Così come è impostato, a metà film, quando Mayer rivela le sue vere intenzioni, sappiamo già tutto perché è estremamente facile immaginare come siano andate le cose e questo toglie un po’ di sana suspance, soprattutto al finale che poteva essere ancora più potente di quanto non lo sia già.
Un altro piccolo dettaglio che esula dal film: io avrei evitato, nella descrizione di lancio, di anticipare che i protagonisti sono un ufficiale nazista e un ebreo. Lo avrei tenuto nascosto così da rendere la svolta a metà film, ancora più spiazzante.

Non conosco benissimo Haneke ma penso che il film sia assolutamente nelle sue corde, per le tematiche trattate, per lo stile e anche per una certa reticenza alle emozioni facili e a buon mercato.
Ben costruito anche il cast con delle ottime prove di Max Von Sydow, Schell e soprattutto il giovane Daniel Bruhl che secondo me è il migliore fra tutti. Un po’ sprecato Elio Germano.

Bella anche la colonna sonora, mai invadente ma efficace nel sottolineare i momenti più importanti.

Molto curato il sito, sia graficamente che a livello di contenuti. Bella la locandina che riassume perfettamente lo stile del film con la sua eleganza.

La variante di Luneburg non è un film semplicissimo da giudicare, soprattutto perché tocca un tema delicatissimo che spesso e volentieri mi fa perdere l’obiettività (sono fermamente convinto che film su questo tema non sono mai abbastanza). Al di là di ciò però il film è indubbiamente di grande qualità, curato sotto ogni aspetto, molto caratterizzato anche a livello stilistico, potente in certi frangenti. Solo la prima parte stenta un po’ a decollare e si sofferma su personaggi che rimangono molto marginali (Mayer). Peccato poi che la “componente thriller” sia un po’ debole e quindi venga così a mancare un po’ di quella suspance che avrebbe reso il film un autentico capolavoro.
Insomma, Mastruccio già alla seconda prova, dimostra di essere pienamente in grado di competere con i grandi di Ck e i prossimi awards lo dimostreranno. 78/100
 
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Andrew.
view post Posted on 6/12/2012, 17:35




Recensione della Chimera.


Al suo secondo film Mastruccio sceglie di dedicarsi a una trasposizione, avendo tra le mani un soggetto molto forte che tratta uno dei temi più delicati e toccanti di sempre, cioè lo sterminio nei campi di concentramento che tante volte è stato trasposto al cinema e che ogni volta non può fare a meno di smuovere qualcosa nella pancia dello spettatore. Questa volta la chiave è leggermente diversa, poichè la violenza nazista fa parte dei ricordi dei protagonisti che vivono nel presente lontano da quelle nefandezze.
Ho avuto qualche diffoltà a capire quanto il film mi fosse piaciuto, e ho capito che il problema non stava tanto nel film, quanto nelle aspettative che io riponevo in esso. Infatti dalle campagne pubblicitarie e dal titolo, mi era parso di capire che il film sarebbe stato un thriller, niente più e niente meno, con in sottofondo il nazismo, la violenza, la vendetta e altri temi simili. Mi aspettavo un vero e proprio gioco degli scacchi tra due menti geniali, invece di thriller c'è poco e niente, e la componente predominante è il dramma, vissuto attraverso i ricordi del protagonista.
Infatti Mayer rintraccia il vecchio Frischer non per una resa dei conti o per un ultimo duello a scacchi (non so perchè ma la scena finale me l'ero immaginata così), bensì per comunicargli semplicemente che l'avevano trovato e che l'avrebbero denunciato. Questa cosa da un lato mi è piaciuta per il realismo, dall'altra mi ha un po' deluso perchè appunto mi aspettavo qualche lotta a suon di astuzia dato che entrambi i contendenti erano estremamente furbi e intelligenti. Sia chiaro però che di questo mio pregiudizio non terrò conto nel giudizio finale.
La parte del film che più mi ha colpito è stata quella nel passato. I flashback sono raccontati in maniera dettagliata e coinvolgente, la storia del giovane Mayer ha un che di nostalgico e poetico (sembrava respirare l'aria delle taverne con gli schacchi) e la vita del giovane Tabori nel campo di concentramento è altrettanto toccante. Certo, era impossibile non suscitare emozioni con certi temi, ma sono comunque stati raccontati bene, comprese le parti più violente.
Dei personaggi, mi rimarranno in mente i buoni, perchè molto profondi nei loro scopi e nei loro modi di fare. Tabori è una figura gigantesca, sia da giovane quando prende le sue decisioni nel campo di concentramento, sia da vecchio quando si aggira tra i tavoli da gioco trasudando saggezza. Anche Mayer è un personaggio assai interessante, perchè se per Tabori gli scacchi sono stati una salvezza, per lui sono stati una condanna, avendo segnato la sua vita irrimediabilmente.
Invece i meno incisivi alla fine sono i "cattivi". Frisch viene inizialmente presentato come un ottimo personaggio (complice anche la scelta del bravissimo Max Von Sydow), saggio, astuto, permaloso e arrogante, uno di quelli da cui ti aspetti chissa cosa. Nel finale invece si rivela molto meno grande di quanto sembrava all'inizio, abbandonandosi a un gesto vigliacco per essere stato scoperto (infatti non l'ho vista affatto come un'espiazione dei peccati, dato che non sembrava affatto un tipo sofferente prima dell'incontro). Questo ridimensionamento del personaggio va ad alimentare quel pizzico di delusione di cui parlavo, anche se ho l'impressione che non sia stata una mancanza dello sceneggiatore (o dello scrittore del libro), quanto una sua scelta ben precisa fatta allo scopo di non esaltare la mente geniale (ma malata e contorta) di un nazista, ma anzi distruggerlo, come uomo e come personaggio. Scelta condivisibile da un punto di vista etico, ma poco incisiva da un punto di vista cinematografico dove ci si aspetta grandi cose un po' da tutti i personaggi.
La sceneggiatura è comunque ottima in tutte le sue parti. Piccolissimi errori grammaticali non rovinano la lettura, anche grazie a un dosaggio perfetto dei tempi, infatti il film non risulta nè troppo breve, nè troppo lungo, perfetto per quello che c'era da raccontare.

Haneke fa un buon lavoro, il suo stile l'ho notato tantissimo nella scena iniziale del film, molto raccolta e intensa, ma anche nella restante parte fa il suo lavoro con movimenti di macchina spesso descritti in maniera dettagliata. Il genere poi è nelle sue corde.
Del cast devo dire che non spicca nessuno in particolare. Max Von Sydow sembrava avere il ruolo principale, ma alla fine il suo personaggio non resta molto impresso, forse anche per via del suo fare scorbutico e della sua scelta finale di farla finita. Ne viene fuori l'immagine di un uomo vuoto dentro, un vigliacco che non può far altro che fuggire e nascondersi, per sempre. Ad ogni modo, queste sensazioni, l'attore le ha trasmesse molto bene.
Mi è piaciuto molto Maximilian Schell, che ha l'unico difetto di comparire troppo poco nello schermo. Quando c'è, però, le attenzioni sono tutte su di lui. Bravo anche Elio Germano, anche se mi chiedo il perchè fosse necessario prendere un attore italiano. Pensavo che il personaggio stesso fosse italiano, ma mi è sembrato di no, quindi la perplessità rimane.
Infine i complimenti vanno a Daniel Brühl che è stato quello che ha subito in prima persona i maltrattamenti dei nazisti, lo abbiamo visto in fin di vita, pestato, maltrattato, e ha quindi fatto un'ottima prova recitativa.
La colonna sonora è molto buona, a eccezione di un brano che mentre ascoltavo mi è parso del tutto stonato rispetto alla scena (non ricordo il titolo in questo momento, ma credo fosse il secondo o terzo che sentivo).
La locandina è fatta bene, meglio ancora il sito che ci dà addirittura la possibilità di scaricare il romanzo breve (io lo leggerò appena ho un attimo di tempo perchè sono molto curioso di sapere cosa è stato cambiato e aggiunto).
Ah, da segnalare anche la presenza di ottimi titoli iniziali in formato video, cosa rara da vedere.


Voto: 78
(8 al sondaggio)


Questo è un film molto ben costruito, perchè alterna diversi flashback arrivando a raccontare le vite di più persone che in un modo o nell'altro si intrecciano, facendoci scoprire alla fine il punto di congiunzione di queste. Ha sullo sfondo una storia molto drammatica, fatta di piccoli eroi che hanno cercato di resistere alla violenza nazista, ma anche di la storia di un orfano che trova negli scacchi la sua ragione di vita. Queste due storie sono quelle più entusiasmanti, mentre le parti ambientate nel presente sono quelle che forse non mi hanno convinto al cento per cento, non perchè siano fatte male, ma per scelte di trama che si allontano da quello che avrei voluto vedere e che rendono il finale un po' sottotono e meno coinvolgente di quanto ci si aspettasse. Non so lo sceneggiatore cosa volesse trasmettere, ma la morte di un personaggio talmente "inutile" (come persona) a me non ha trasmesso molta emozione e di conseguenza il finale stesso risulta meno forte rispetto a tutto quello che avevamo visto prima.
Comunque è una piccolezza che non lo rende al momento il mio film preferito del semestre, ma di sicuro il film arriva al mio podio personale e di sicuro sarà tra i protagonisti dei prossimi awards, in grado di poter impensierire anche Francis. Infatti quello di Francesco è un divertisment perfetto, questo invece è un film dal forte impatto morale e l'esperienza ci insegna che film del genere agli awards partono con una marcia in più. La lotta sarà bella tosta e siamo felici di ciò.


 
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mastruccio
view post Posted on 6/12/2012, 22:58




Ringrazio Sacha, Agnese, Hermetico e Andrew per le belle recensioni.
A Sacha, che ha speso per il film parole addirittura entusiasmanti, dico chemi riempie di gioia sapere che ha soddisfatto le tue aspettative.
Ad Hermetico e, soprattutto ad Andrew, dico invece che mi dispiace che siate rimasti un po' delusi, perchè vi immaginavate che fosse un thriller, ed invece il film non lo è affatto. Anche se, per la verità, non ho mai presentato il film come un thriller, sia nella dichiarazione di genere "drammatico" allo sviluppo, sia nell'intervista che allo stesso Andrew ho spedito quasi una settimana prima dell'uscita del film. Probabilmente il malinteso nasce dalle parole della sinossi, che ho fedelmente copiato da internet, sulla pagina di non ricordo quale sito che presentava e recensiva il romanzo. Quindi, colpa mia. <_<
Venendo alle prime risposte alle recensioni....
CITAZIONE
Nota: il lungo monologo che narra il passato di Hans Mayer, meritava qualche sforbiciata (Sacha)

In effetti ho anche io pensato che la prima parte del film è lenta e un po' prolissa, ma ciò e voluto, sia per adattare la sceneggiatura allo stile di Haneke, e sia anche per preparare il terreno all'entrata in scena del personaggio di Tabori. Inoltre, avevo bisogno che lo spettatore avesse già chiaro in mente tutto il discorso sul perchè e sul come Mayer entri in stretto contatto con lui, e perchè proprio lui; perchè è proprio di Mayer che Tabori si serve per trovare e stanare Frish/Fischer, e ciò risponde anche alla nota fattami sull'apparente ruolo minore di Mayer, che invece è fondamentale. Rispondo così anche al dubbio di Hermetico sul fatto che avrei potuto sacrificare un po' di più la parte di Mayer.

CITAZIONE
L’omaggio a Sergio Leone resta qualcosa di meraviglioso. (Sacha)

Mi fa molto piacere che l'hai apprezzato, ancor di più conoscendo il tuo amore incondizionato per Leone e per quel suo film che cito.

CITAZIONE
Peccato poi che la “componente thriller” sia un po’ debole (...) Mi domando poi se non avrebbe giovato non mostrare la morte di Frisch fin dall’inizio (...) questo toglie un po’ di sana suspance (...) io avrei evitato, nella descrizione di lancio, di anticipare che i protagonisti sono un ufficiale nazista e un ebreo (...) Un po’ sprecato Elio Germano.(Hermetico)

Ripeto, il film non è mai stato nelle intenzioni un thriller, mai l'ho dichiarato, ed anzi, mentre ero in fase di scrittura delle scene del campo di concentramento, più volte ho pubblicamente rappresentato la mia grande difficoltà, anche emotiva, nel trattare questo tema così forte. Vero è che, se non avessi anticipato che i protagonisti sono un ebreo e un ufficiale SS, probabilmente l'effetto sospresa sarebbe stata maggiore. Ma io non volevo che il pubblico si aspettasse, come tensione narrativa, qualcosa di simile ad "Amnésia". E quindi mi è parso corretto svelare subito sia che Frisch muore, come nel romanzo, e sia che siamo davanti ad una storia solo drammatica. Magari, col senno di poi, avrò sbagliato. Meglio! Sbagliando si impara! ;)
Da ciò che ho scritto a Sacha, hai capito che Elio Germano non è affatto sprecato.

CITAZIONE
Questo ridimensionamento del personaggio va ad alimentare quel pizzico di delusione di cui parlavo, anche se ho l'impressione che non sia stata una mancanza dello sceneggiatore (o dello scrittore del libro), quanto una sua scelta ben precisa fatta allo scopo di non esaltare la mente geniale (ma malata e contorta) di un nazista, ma anzi distruggerlo, come uomo e come personaggio. Scelta condivisibile da un punto di vista etico, ma poco incisiva da un punto di vista cinematografico dove ci si aspetta grandi cose un po' da tutti i personaggi. (Andrew)

Hai proprio azzeccato i motivi che hanno portato l'autore del romanzo e me a scrivere la parte di Frisch in quel modo. Frisch è un uomo perennemente terrorizzato, sul chi va là, e in effetti questo aspetto c'è nel romanzo, quando viene presentato il carattere, nella parte che si svolge nel suo ufficio a Monaco. Io ho tagliato un'intera scena, riguardo a questo, perchè volevo nascondere questo lato caratteriale, mostrando solo il suo aspetto astuto, spigoloso, intelligente e cinico. L'ho appena accennata nella scena che ho inventato ch vede l'incrociarsi degli sguardi alla stazione. Li vediamo Frisch per un attimo attonito e quasi sconvolto. Ho voluto lasciare al finale l'esplicazione del vero carattere del personaggio: come dici giustamente tu, un uomo ignobile, perfido, incapace di assumersi le proprie pesanti responsabilità, un vigliacco, insomma. Dici che è una scelta poco incisiva dal punto di vista cinematografico? Scusa, è una dichiarazione che non condivido affatto.

CITAZIONE
Bravo anche Elio Germano, anche se mi chiedo il perchè fosse necessario prendere un attore italiano. (Andrew)

E' stata una scelta dettata dalla grandissima stima che ho per lui. E' un grande attore. Il fatto che sia italiano non deve per forza costringerlo ad interpretare personaggi solo italiani, non ti pare?

Non penso che Francis possa essere impensierito, circa la sua vittoria agli Awards. Condivido che il suo film è perfetto, e che il mio no. Ma ti assicuro che sarei felice se il risultato non fosse così scontato. Sai che noia la cerimonia di premiazione, sennò! ;)




 
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Andrew.
view post Posted on 6/12/2012, 23:56




Intanto chiarisco (ma l'ho già detto) che se avevo aspettative particolari, non ne ho tenuto conto nel giudizio finale. Era giusto una curiosità :)

Comunque riguardo il personaggio di Firsch, volevo aggiungere che il suo gesto finale forse non mi ha convinto perchè non del tutto giustificato. Cioè, cosa sappiamo di lui? E' un nazista cinico e spietato che ama giocare con la vita delle persone innocenti, è molto intelligente e sembra non provare rimorsi. Perchè allora si è tolto la vita? La spiegazione più plausibile sarebbe che si è visto spacciato, eppure c'è qualcosa che non torna, perchè da un personaggio inizialmente descritto in un modo, ci si aspetta qualcosa di diverso rispetto al suicidio. Di lui non abbiamo mai visto segni di vigliaccheria prima del suicidio, quindi quella scena ho detto che non mi ha colpito cinematograficamente parlando perchè appunto mi è parsa stonare rispetto al personaggio fino a quel momento descritto. Forse avrebbe giovato aprire una piccola parentesi sulla seconda vita di Fischer, spiegare cosa è cambiato dentro di lui, cosa lo ha trasformato da killer senza cuore a disperato.
 
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mastruccio
view post Posted on 7/12/2012, 00:32




CITAZIONE (Andrew. @ 6/12/2012, 23:56) 
avrebbe giovato aprire una piccola parentesi sulla seconda vita di Fischer, spiegare cosa è cambiato dentro di lui, cosa lo ha trasformato da killer senza cuore a disperato.

Una considerazione: cosa occorre ancora spiegare di un uomo che nasconde al mondo la sua reale identità, cambiando anche il nome, così come hanno fatto realmente moltissimi criminali nazisti fuggiti all'estero? Mi è sembrato anche superfluo descriverlo, avendo in memoria i reali protagonisti di quella terribile vicenda, ai quali ho associato Frish. E, condividi con me, lasciare allo spettatore almeno un dubbio, secondo me è sempre bene. Continuerà a discutere e a pensare del film.
Comunque nel romanzo, che ti raccomando di leggere (è breve), vedrai che questo aspetto è presente. Ho spiegato le mie scelte, e ti accorgerai anche che certi tagli andavano fatti, così come sia stato difficile farne una trasposizione. Oltre alle tante differenze tra le due versioni, la cartacea e la cinematografica.
 
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view post Posted on 8/12/2012, 14:57

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LARGO AL FACTOTUM!
Le recensioni di Francis Delane


Si dice qua a CK che il vero battesimo del fuoco sia il terzo film, e per molti di noi è stato così. Ma nel caso del nostro Mastruccio, già questo secondo basta a dimostrare le doti enormi di questa nuova leva.

Non sto a riassumere la trama che avete già descritto, passo invece a dire che lo stile di scrittura già sfiora la perfezione (tranne qualche errore di battitura qua e là, come "pesone" al posto di "persone", ma nulla di orrendo). Dettagliato, curatissimo, molto "tecnico", cosa che non capita spesso a CK, e con una capacità di creare atmosfere e di ritmare i dialoghi già invidiabile. Vi giuro, il meccanismo era così perfetto E con l'aggiunta dei video per i titoli di testa e di coda che sono una bellissima trovata.

Cast semplicemente perfetto, dai vecchi leoni von Sydow e Schell, al nostro Germano che ottiene un ruolo importante; regia bellissima, anche per il nome coinvolto, locandina e sito bellissimi.

Dopodiché, riflettendo a mente fredda, anch'io ho pensato che le due parti del film (la storia di Mayer e quella di Tabori e Frisch) non si intersechino molto bene fra loro, che anzi alla fine la coesione fra le due sia abbastanza inesistente (Mayer ha troppo spazio nella prima parte per essere solo lo strumento di Tabori, così che alla fine il suo ruolo risulta essere un po' sacrificato). Così come ammetto che il suicidio di Frisch forse è troppo sorprendente, vista la freddezza e il cinismo mostrati in precedenza. Però queste sono riflessioni che sorgono a mente fredda, una volta finita la lettura, e non inficiano troppo il voto complessivo.ù

VOTO: 80/100. Questo film dirà qualcosa ai prossimi Award.
 
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Clint1994
view post Posted on 9/12/2012, 14:12




LA VARIANTE DI LUNEBURG by Clint94

Aspettavamo tutti con ansia di vedere la nuova prova di Mastruccio, dopo l'eccellente esordio con “Amnésia”, e la nostra nuova leva si conferma un produttore di grande qualità. “La variante di Luneburg”, tratto dall'omonimo romanzo di Paolo Maurensig, è un film completamente diverso da “Amnésia”: va oltre il semplice intrattenimento, per andare a toccare temi storici di grande importanza come quello dei campi di concentramento nazisti. Un film sicuramente non facile quindi, che Mastruccio riesce comunque a scrivere con grande abilità. La struttura narrativa è interessante ed è costruita in modo tale che tutta la storia venga raccontata attraverso vari flashback e racconti di personaggi ad altri personaggi. Forse un limite dell'opera sta proprio in questa struttura, perché la prima metà, al centro della quale c'è la storia di Mayer e del suo rapporto col vecchio Tabori, e la seconda metà, che si concentra invece sull'esperienza del giovane Tabori nel campo di concentramento, sono separate in modo troppo netto. Come è già stato detto, anche secondo me era meglio concentrarsi sulla seconda parte, che è ovviamente è quella più riuscita e interessante, e quindi tagliare un po' di più della prima parte, dato che dell'infanzia di Mayer in fin dei conti ci interessa poco, perché il nocciolo della trama è un altro; personalmente avrei accorciato anche la primissima scena, in cui la governante e il maggiordomo cercano Frisch. Comunque, è indubbio che il meccanismo complessivo funzioni benissimo e la storia riesce a coinvolgere lo spettatore, circondando di un'aura di mistero i personaggi nella prima parte e chiarendo le cose nella seconda. Frisch nella prima parte è ben descritto, come un uomo di successo, arrogante, supponente, molto sicuro di sé; ma è chiaro che nasconde qualcosa e quando entra in scena Mayer risulta evidente che il ragazzo conosce i segreti del vecchio. Solo nella seconda parte però le carte vengono messe in tavola e viene raccontata la storia di quello che alla fine è il vero protagonista del film, Tabori, il grande scacchista ebreo che si è trovato a confrontarsi con il tedesco Frisch prima in competizioni normali e poi nel campo di concentramento. Non mi è chiara una cosa, però: quando Mayer racconta la propria storia e fa il nome di Tabori, Frisch dice più volte di non averlo mai sentito nominare, eppure praticamente tutta la sua giovinezza è stata segnata dalla rivalità con Tabori, prima fuori e poi dentro il campo di concentramento. Quindi quando insiste nel dire che non lo conosce, Frisch mente o davvero si è dimenticato di lui? Nel secondo caso, mi sembrerebbe un po' strano. La parte nel campo di concentramento è ovviamente quella più intensa e coinvolgente dal punto di vista emotivo. Non ci vengono risparmiate scene forti, com'è giusto che sia, e anzi quando si scopre qual è la posta in gioco delle partite di scacchi fissata da Frisch c'è veramente da rabbrividire per la crudeltà di quell'uomo. Così come sono da brividi le scene in cui Tabori, per mantenersi lucido e riuscire ad affrontare una realtà così orribile come quella che sta vivendo, ripete a se stesso che si tratta soltanto di una partita a scacchi. Mastruccio comunque si conferma uno sceneggiatore di talento, capace di coinvolgere lo spettatore anche con uno stile molto tecnico e preciso. Il lavoro di trasposizione dunque è senza dubbio riuscito. Mi è piaciuto moltissimo il montaggio alternato finale, dove assistiamo alle sorti finali dei due sfidanti, con la vittoria di Tabori che si lascia andare ad un largo sorriso liberatorio (un po' azzardata la citazione a C'era una volta in America, eh! :P ). Dove forse Mastruccio si è mostrato un po' troppo legato alla fonte originaria sono i dialoghi, o meglio le parti raccontate dalla voce di Mayer, che in più punti mi hanno dato l'impressione di essere troppo letterarie e un po' artificiose; molto meglio invece le conversazioni normali tra i personaggi. Per quanto riguarda lo script in sé, non ho notato molti errori, anche se è più volte scritto in maniera sbagliata il nome dell'attore Maximilian Schell (nello script c'è scritto Maxilian Shell), cosa che da un pignolo come Mastruccio non mi sarei aspettato.
Le scelte di cast sono buone, ma non mi hanno convinto al cento per cento più che altro per ragioni d'età, nel senso che Max Von Sydow e Maximilian Schell sono due ultra-ottantenni, mentre nel film vengono fatti passare per sessantenni. In particolare la scena in cui Von Sydow flirta con la segretaria e parla della propria attività sessuale mi ha fatto sorridere, pensando all'età effettiva dell'attore. Io avrei cercato attori un po' più giovani, oppure avrei tagliato scene come quella, che necessitavano appunto di attori più giovani a mio avviso. Comunque sono dettagli di secondaria importanza e nel complesso il cast è ottimo, e sia Von Sydow sia Schell forniscono delle ottime interpretazioni. Il migliore però penso sia Daniel Bruhl nella parte del giovane Tabori: è lui il protagonista di tutte le scene più intense e memorabili. Bravi anche Elio Germano, che a me non è parso affatto sprecato (in fondo in tutta la prima parte è praticamente lui il protagonista), e Bruno Ganz nel ruolo di Baum, l'amico di Frisch.
Non ho visto nessun film di Haneke, anche se ovviamente lo conosco di fama, ma mi sembra una scelta appropriata e alla regia svolge un ottimo lavoro.
Le musiche sono molto belle, selezionate in maniera accurata. Forse sono un po' troppo poche, però quelle presenti sono molto d'effetto. In particolare mi è piaciuto l'abbinamento musicale nella scena in cui vediamo per la prima volta il treno che deporta gli ebrei nel campo, ma anche il brano abbinato alla scena finale del suicidio di Frisch.
Nel complesso, “La variante di Luneburg” è senza dubbio uno dei film più interessanti del semestre e conferma le qualità di Mastruccio. Il mondo degli scacchi raccontato nella pellicola è davvero ricco di fascino e confesso che alla fine della visione mi è venuta voglia di tirare fuori la scacchiera per fare una partita :P . La storia poi è veramente intensa, e il coinvolgimento è assicurato. Qualche imperfezione qua e là (la netta separazione tra prima e seconda metà, la voce narrante troppo letteraria, qualche passaggio un po' incerto e qualche scelta di cast non condivisibile al cento per cento) non inficia eccessivamente sul risultato finale, che è assolutamente positivo. Dubito che possa impensierire “Looking for Hope”, ma senza dubbio dirà la sua in molte categorie degli Awards.

VOTO: 8-
 
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SaschaGranato
view post Posted on 9/12/2012, 14:42




CITAZIONE
(un po' azzardata la citazione a C'era una volta in America, eh! ).

Oddio Clint...se reputi quella citazione azzardata non oso immaginare come reputerai il mio omaggio dedicato a C'era una volta in America. E' incredibile come io e Mastruccio (involontariamente) arriviamo a toccare più o meno gli stessi punti...è strana come cosa.
 
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41 replies since 1/12/2012, 10:04   3620 views
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