Cinematik.it - Il gioco del Cinema


La variante di Lüneburg
Poll choicesVotesStatistics
86 [66.67%]
92 [22.22%]
71 [11.11%]
100 [0.00%]
60 [0.00%]
50 [0.00%]
40 [0.00%]
30 [0.00%]
20 [0.00%]
10 [0.00%]
00 [0.00%]
Guests cannot vote (Voters: 9)

La variante di Lüneburg, Dreaming Studios

« Older   Newer »
  Share  
SaschaGranato
view post Posted on 1/12/2012, 18:07 by: SaschaGranato




RECENSIONE DELLA GRANATO PRODUCTION

Nessun indugio nel definire questo film un piccolo capolavoro. Mastruccio, al suo secondo lungometraggio in carriera, si cimenta in una trasposizione complessa, dando vita ad uno dei lavori più maturi e profondi che abbia mai avuto il piacere di “leggere” a cinematik. Un giudizio, il mio, viziato dalla scarsa esperienza in materia, probabilmente, e dai pochi film realmente letti e recensiti, a confronto dei recensori più esperti, che vantano dunque, un metro di giudizio più oculato del mio. Detto questo, credo che molti saranno d’accordo con me su una cosa; con La Variante di Lüneburg, Mastruccio, si guadagna un posto di diritto per i prossimi Awards, con grandi probabilità di vittoria. Nessuna sorpresa a dire il vero, perché dopo il grande successo ottenuto con Amnesia (premiato per la Miglior Sceneggiatura Originale) era necessario fare un ulteriore passo avanti. Un salto di qualità, capace di consolidare il potenziale artistico della Dreaming Studio. Mastruccio vince questa scommessa, migliorando quanto già di buono si era visto con Amnesia, proponendo al pubblico un opera completamente differente.

Il filo rosso della narrazione è costituito dal tema degli scacchi. La sceneggiatura sviluppa un susseguirsi di eventi che danno vita ad una serie di mosse e contromosse, che tracciano i tasselli di una trama sempre più complessa e terrificante, che trova le radici del suo dolore negli anni più bui della seconda guerra mondiale; l’olocausto.
Il film ci immerge nelle atmosfere cupe del campo di concentramento di Bergen-Belsen, andando a delineare i profili complessi dei tre protagonisti che sviluppano il racconto.
Da un punto di vista tecnico, credo sia doveroso lodare il grande lavoro svolto in fase di scrittura del film. La sceneggiatura adotta uno stile scorrevole, nonostante i numerosi dettagli tecnici che comprendono note su inquadrature ed effetti visivi di varia natura. Buone le descrizioni che aiutano il lettore ad immergersi nelle ambientazioni del film, senza inficiare sul ritmo dell’opera, che al contrario, viene sporadicamente smorzato a causa di dialoghi spesso prolissi.

Nota: il lungo monologo che narra il passato di Hans Mayer, meritava qualche sforbiciata.

Col trascorrere dei minuti, però, la situazione cambia. Il ritmo diviene più incalzante, merito anche di dialoghi più animati e frizzanti. Un opera, quindi, in costante mutamento, proprio come una partita a scatti, che vede attimi di pura e lenta riflessione, contrapporsi a momenti più concitati e adrenalinici. Un gioco sottile, e ben calibrato.
Un’altra nota di merito va attribuita al cast, che vede emergere su tutti il nome di Max Von Sydow, vera icona del film. Un talento il suo, capace di risaltare gli aspetti più sottili e subdoli del suo personaggio. Un personaggio straordinario e ricco di sfaccettature. Una nomination non glie la leva nessuno.

Ottima la colonna sonora e il video che introduce i titoli di testa, ormai divenuto un marchio di fabbrica della Draming Studio.

Concludo questa breve recensione complimentandomi con Mastruccio. Il suo, è un Cinema di qualità, un Cinema pensato in grande. L’omaggio a Sergio Leone resta qualcosa di meraviglioso.

Voto 90/100
 
Top
41 replies since 1/12/2012, 10:04   3621 views
  Share