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The Vampire Club
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The Vampire Club

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Clint1994
view post Posted on 20/11/2012, 20:19 by: Clint1994




THE VAMPIRE CLUB by Clint94

I sequel, si sa, nella maggior parte dei casi sono inferiori all'originale. E anche Francis, con questo secondo capitolo della sua saga vampiresca inaugurata da “Vampires”, cade sotto questa ferrea legge. “The Vampire Club”, lo dico subito, è un film buono ma non del tutto riuscito, come penso si sia reso conto lo stesso Francis. Le idee per realizzare un sequel all'altezza c'erano e, anzi, forse qui c'è anche più carne al fuoco che nell'originale; però non tutti i fili della storia sono sviluppati in modo convincente e anche i vecchi personaggi che avevamo conosciuto nel primo film qui appaiono un po' sottotono. È passato un anno da “Vampires” e ritroviamo la protagonista, Jill, che si è ormai abituata alla sua nuova condizione di vampira e vive in serenità insieme ai suoi “genitori” Henri ed Elizabeth. I tre sono degli emarginati all'interno della comunità dei vampiri, perché sono degli indipendenti e non fanno parte del branco dominante, capeggiato da Susy, con la quale hanno comunque stretto accordi pacifici. Cominciano però a sorgere problemi da tre fronti diversi: da un lato, Elizabeth è sempre più gelosa del rapporto tra Henri e Jill, e rischia di rompere la sua decennale relazione con Henri; dall'altro, una tenace giornalista è determinata a scoprire la verità su un caso in cui sembrano coinvolti dei vampiri e potrebbe portare alla luce l'esistenza della creature della notte; infine, la minaccia più pericolosa di tutte è rappresentata da Morgan, un vampiro proveniente dal passato del branco di Susy che si è risvegliato con l'aiuto di un personaggio misterioso e che vuole vendicarsi per poi mettere in pratica le sue folli teorie di dominio sugli esseri umani. C'era insomma parecchio materiale da sviluppare e queste varie vicende che si incrociano sono sicuramente interessanti da seguire, ma non sempre convincono. Innanzitutto ho trovato un po' contraddittorio il personaggio di Elizabeth, che all'inizio del film tratta Jill come se fosse sua figlia, le vuole bene, e sembra insomma che si sia creato un certo equilibrio all'interno del trio composto da loro due e da Henri; poi però le basta vedere un bacio tra lei ed Henri per provare subito una terribile gelosia che determina l'allontanamento di Jill. Questa gelosia mi è sembrata un po' troppo improvvisa e in contraddizione col sentimento d'affetto che Elizabeth sembrava provare per Jill (anche se è vero che il più amorevole nei confronti della neo-vampira è sempre stato Henri). La seconda sotto-trama è interessante perché potrebbe portare ad un primo incontro tra i vampiri e la razza umana (cosa che accadrà nel terzo capitolo, immagino), però il personaggio di Cecilia è abbastanza anonimo e non riesce a coinvolgere molto: di lei sappiamo solo che è decisa a scoprire la verità perché ha perso il fidanzato, ma poco altro, e alla fine risulta una figura abbastanza piatta. La terza vicenda infine è quella centrale ed è anche la più riuscita. È vero però che da Morgan ci si poteva aspettare qualcosa di più: mi aspettavo un vampiro dandy e affascinante, invece è un cattivo piuttosto classico, che detesta l'umanità e teorizza la superiorità dei vampiri sulla razza umana. La primissima scena, in cui assistiamo al suo risveglio nella chiesa è davvero bella e inquietante, ma poi il personaggio si limita a fare ciò che ci si aspetta da un normale cattivo. Non è che sia mal riuscito; semplicemente è una figura poco originale, che comunque svolge bene il suo dovere. Come gli altri però mi aspetto grandi cose da Lucy Ferguson, la ragazza che compare nell'ultima scena e che nell'ombra ha mosso tutte le pedine di questo secondo capitolo; sarà interessante poi scoprire che cos'è successo in passato tra lei ed Henri, e perché vuole la morte di quest'ultimo. La cosa più sorprendente della storia in “The Vampire Club” infatti è proprio la morte di uno dei protagonisti, cosa che non mi sarei mai aspettato: mentre leggevo, ero curioso di vedere come Henri si sarebbe salvato, e invece muore sul serio. Un colpo di scena inaspettato (tra lui ed Elizabeth, avrei puntato sulla morte di quest'ultima), anche se l'ultima scena lascia intuire che il personaggio probabilmente ritornerà anche nel terzo capitolo, magari come burattino nelle mani di Lucy Ferguson.
Va dato atto a Francis comunque di aver condensato il gran materiale del film in una sceneggiatura tutto sommato scorrevole e non troppo lunga; c'è da dire però che rispetto agli ultimi script di Francis (“Vampires” o “Looking for Hope”), questo mi è sembrato molto meno preciso e dettagliato, scritto più in fretta, forse anche con meno passione. Insomma, è una sceneggiatura piacevole, ma che questa volta non riesce, come Francis ci aveva abituato, a farci immaginare davvero tutte le scene, a farci entrare completamente dentro la storia. E certi aspetti su cui si poteva puntare per creare grande pathos (per esempio il rapporto tra Susy e Morgan, che poteva essere molto interessante e invece non viene sviluppato a dovere) non vengono sfruttati. Per quanto riguarda i personaggi, Jill, Henri ed Elizabeth sono sempre loro, anche se un po' sottotono rispetto a “Vampires” perché hanno meno spazio; Susy, di cui ci aspettavamo un approfondimento come ci aveva promesso Francis, alla fine resta anche qui un po' troppo sullo sfondo; e delle new entries, a parte i già citati Cecilia e Morgan, i più divertenti sono probabilmente la coppia Dean-Missy e Boris, mentre Bernie è un personaggio abbastanza stereotipato (ed è chiarissimo fin da subito che è lui il fidanzato morto di Cecilia). Si fa sentire però l'assenza di un vero protagonista, in favore della coralità dei personaggi.
Anche le musiche sono abbastanza deludenti: sono poche e rispetto a “Vampires” sono molto meno efficaci. Probabilmente questo è spiegabile con il fatto che qui ci sono molte meno scene cantate, e le musiche erano più difficili da inserire.
Alla regia Matthew Vaughn prende il posto di John Landis, perché effettivamente Landis non era più adatto, visto che in questo sequel le atmosfere sono molto più serie e cupe rispetto all'originale, che era più un mix di horror e commedia. Questa perdita dell'elemento ironico da un lato rende la pellicola un po' meno originale di “Vampires”, ma dall'altro è funzionale alla volontà di Francis di realizzare una vera e propria saga. E bisogna dare atto a Francis che in questo è riuscito nel suo intento: “Vampires” è ormai una vera saga, con personaggi a cui il pubblico si è affezionato e di cui aspettiamo con ansia il gran finale, che, ne sono sicuro, sarà nuovamente ai livelli del primo film, se non meglio.

VOTO: 7-
 
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15 replies since 12/11/2012, 00:36   1661 views
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