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Il Canto di Kali
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Il Canto di Kali, World Entertainment

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World ^_^
view post Posted on 10/11/2012, 14:07




Ecco a voi Il Canto di Kali.

http://worldent.altervista.org/CantoKali.htm

Buona visione! evil1

INTERVISTA PER L'HALLOWEEN CONTEST


-Halloween contest 2012: siamo arrivati alla quarta edizione di questo fortunato evento. Cosa ti ha spinto a partecipare quest'anno?


La voglia di tornare a parteciparvi tre anni dopo la fortunata partecipazione alla primissima edizione che vide proprio la vittoria del mio Weird Tales 3-Ai Confini della realtà. Mi mancava dunque da tempo un buon soggetto col quale partecipare al Contest. Con Il Canto di Kali, i cui i diritti sono stati acquistati dall'Arcadia, ho trovato finalmente il soggetto giusto per questo "ritorno"...



-Il tuo film in quale dei sottogeneri dell'horror potrebbe inserirsi?

E' un horror abbastanza atipico... potrebbe pertanto inserirsi nel sottogenere degli horror con rimandi esoterici-religiosi visto che parliamo di una divinità indiana...


-Quali emozioni conti di suscitare negli altri? Paura, ribrezzo, tentativi di suicidio o che altro?

Nulla di tutto questo. Sicuramente inquietudine, un forte senso di mistero... ma quello che mi preme è coinvolgere lo spettatore in questa ambientazione esotica e nell'atmosfera malsana che si respira.

-Quali sono i film che attendi di più tra gli altri contendenti? Quali quelli che ti attirano di meno? Te la senti già di fare qualche pronostico?

Nutro interesse verso tutti i film, ma quelli che mi incuriosiscono più di tutti sono l'horror fantascientifico di Andrew, la doppia concorrenza "vampiresca" (di Francis e della coppia Night/Agnese) e il film di Arcadia. Non c'è un film che mi attira di meno, anche se Spectrum è quello sul quale si hanno meno notizie. Sui pronostici, credo che sicuramente Andrew dirà la sua (almeno nella categoria attoriale con quel duo!) e che i due film vampireschi terranno fede alle aspettative.

-Pensi di vincere qualche premio nel contest? Oppure, quale ti piacerebbe vincere?

Io penso che Il Canto di Kali sia un film in grado di piacere, perchè coinvolge e fa riflettere. Mi farebbe sicuramente piacere vincere ma non è l'unico favorito, quindi quel che viene viene sarò ugualmente contento: mi basta soltanto che il film piaccia e inquieti veramente lo spettatore.




Intervista per l'uscita nelle sale:

- Parlaci delle scelte di cast e regia.

Come già si sa ampiamente ho acquistato i diritti dell'opera mesi fa da Arcadia che li deteneva in vista di una sua trasposizione. Nel cambio di "gestione" il cast è stato quasi interamente modificato anche se qualche nome è rimasto, su tutti Amitabh Bachchan.
Per il resto è un cast del quale sono contento, che ha comportato da parte mia anche una bella ricerca di attori indiani. Gli unici non indiani sono il protagonista (Michael Fassbender) e il personaggio del suo vecchio amico Abe, per il quale ho scelto Albert Finney, riuscendo nell'impresa di lavorare con lui finalmente. Sulla regia ci ho pensato un po' ma non mi sono nemmeno scervellato più di tanto. Tutti i giovani registi horror non mi convincevano, chi per un motivo e chi per un altro, così ho pensato di far tornare al genere un vegliardo come William Friedkin, che tra l'altro aveva già trattato di horror esoterico/religiosi col suo film culto L'esorcista.
Oltre tutto il film assume i connotati di un film avventuroso con forti tinte giallo-thriller quindi la scelta di Friedkin, anche valutata a posteriori, mi è sembrata più che azzeccata. E poi, a parer mio, è un film che si addice di più a un regista attempato e disincantato che a un "giovane", ma questa è una cosa che mi sapranno dire gli spettatori se sono d'accordo oppure no.


- Ci sono altri aneddoti e curiosità riguardo alla lavorazione?

Non ci sono aneddoti particolari, a parte i già citati diritti acquistati da Arc.
A parte questo, il film arriverà in India accompagnato gà da molte critiche e proteste annunciate da parte della comunità indù.

- Se il film non fosse tuo, che voto gli daresti da 1 a 10?

Forse intorno al 7,5. Lo trovo un voto giusto.

- Un pregio del tuo film?

Il pregio è che si tratta di un film molto cupo, che attraverso l'indagine del protagonista, potrà piacere molto anche agli amanti del noir, oltre a coloro che amano gli horror e le ambientazioni esotiche.

- Un difetto del tuo film?

Il film ha forti elementi horror, ma non è un horror puro. Travalica un po' il genere, e questo potrebbe spiacere a chi predilige storie horror tout court.

- C'è un critico a cui speri il film piaccia particolarmente? E a chi pensi non piacerà (se vuoi dicci anche il perchè)?

Spero che piaccia a critici come Andrew e Clint, solitamente tra i più esigenti. D'altra parte credo che interesserà molto a Hermetico. Infine sono curioso di conoscere il parere di Arcadia, che avendo letto il libro e avendo avuto il proposito di trasporlo potrà darmi un parere molto schietto "nel merito". A chi non piacerà? Non saprei, forse Agnese: penso che si discosti dal tipo di horror da lei solitamente amato.

- Obiettivo al box office? Settimane di durata, incasso complessivo, posizione da raggiungere...

Spero che il film riesca a durare un mesetto e a doppiare le spese sostenute per realizzarlo. Sul primo posto al box office non so se lo raggiungerò perchè parte con un numero medio di sale (250) ma ciò non toglie che potrebbe magari farcela a contrastare Andrew in vetta alla classifica.

- Si dice sempre che si è legati a ogni film per un motivo o per un altro... in questo caso?

Anche in questo caso credo di essere riuscito a trasporre fedelmente il libro pur realizzando un'opera abbastanza personale. Io mi ci sono rispecchiato molto, soprattutto nelle considerazioni finali. <_<

- Si dice anche che l'ultimo film scritto è sempre il migliore, in un certo senso, perché non si ripeteranno errori anche veniali commessi in precedenza. Concordi per questo script?

Mah, si e no. Credo che ormai, dopo 25 film lo stile sia quello e ci sia poco da migliorare/variare. Di sicuro non si smette mai di imparare e per quanto possibile cercherò di mettermi sempre in discussione.

- Un tuo film cinematikino a cui somiglia questo?

Per strano che possa sembrare potrebbe somigliare a Cavallo nero carbone per il senso di cattiveria "immanente" che lo pervade e per il finale lucido e amarissimo, ma non disperato.

- Un altro film Cinematikino a cui lo legheresti con un filo rosso (per genere, tematica o quello che vuoi tu).

Non saprei, ci penserò su.

- E un film reale (o più d'uno) invece che ti ha ispirato nella realizzazione o che accomuneresti al tuo?

Vabbè le scene truculente su alcuni riti potrebbero ricordare Indiana Jones e il tempio maledetto ma a parte questo ci troviamo alle prese con un altro tipo di film proprio. Sul versante "giallo" mi è venuto da pensare a Frantic di Polanski, nell'ambito horror... qualche ecco, alla lontana, dei documentari horror anni '70 Mondo Cane... Finale che potrebbe ricordare le battute finali di Freeman in Seven. E mi fermo davvero qui sennò rischio di svelare troppo.

- Il tema e/o il messaggio del film?

E' fin troppo chiaro nella visione del film, quindi lascio che sia lo spettatore a trarre le sue conseguenze.

- Come convinceresti un neofita a vedere questa pellicola?

Glielo consiglierei solo se lo sapessi "amante" di atmofere esotiche e storie con divinità (e, di conseguenza, adepti) malvagie.

- Uno spettatore medio italiano cosa penserebbe del film?

Potrebbe piacere, sì. Ma non sarebbe un film scassabotteghini.

- La strada è ancora lunga, ma se dovessi decidere adesso le autonominations principali per il tuo film ai Ck Awards?

Direi regia, attore protagonista e sceneggiatura.

- A scatola (quasi) chiusa: il prossimo pigliatutto ai Ck Awards?

Il Festival di Roma ha "laureato" Looking for Hope come gran favorito per la vittoria agli Awards. E' lui il film da battere, chissà se le nuove uscite riusciranno a impensierirlo e a capovolgere questo pronostico per il momento abbastanza scontato.

- C'è un film che non hai ancora realizzato e che ti dispiace enormemente non aver portato a termine?

No, perchè pian piano li sto realizzando tutti. Un film a cui tengo molto e che ho spesso rimandato è Quanah, ma pare che stavolta ci siamo. Poi ci sono altri progetti a cui tengo, ma anche questi credo pian piano di riuscirli a realizzare. ;)



Edited by World ^_^ - 10/11/2012, 14:57
 
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view post Posted on 14/11/2012, 12:57
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Critico

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Finalmente ho potuto leggere Il canto di Kali, uno dei film più attesi del contest e dell’intera stagione. Le attese erano davvero alte anche perché in fondo non si era ben capito che genere di horror fosse e anche a lettura finita posso dire che questa è sicuramente una delle sue caratteristiche principali: quella di essere un film che travalica ogni etichetta di genere risultando effettivamente “incatalogabile”.
La storia è quella di Bobby, uno scrittore americano, che si trasferisce momentaneamente a Calcutta per recuperare e pubblicare su suolo americano l’ultima (macabra e violenta) opera di Das, un poeta indiano ricomparso misteriosamente dopo essere stato creduto morto. Bobby si immergerà nei vicoli più bui e putridi di Calcutta nella speranza di risolvere il mistero che avvolge l’ultima opera di Das, drammaticamente intrecciata con la religione locale e i riti di una setta particolarmente sanguinaria.
Il canto di Kali è un film fatto di suggestioni, di ombre sinistre, visioni macabre, atmosfere cupe e opprimenti, in cui l’intreccio principale e la risoluzione del mistero passano quasi in secondo piano. Nella prima parte il film ha un ritmo piuttosto pacato e si ha quasi la sensazione che la vicenda proceda troppo lentamente. Si viene immersi in quella terra di nessuno che è Calcutta, nelle sue credenze religiose e nelle più cupe leggende popolari, senza però mai risparmiarci immagini macabre e disgustose. Già perché quelle non mancano davvero, persone orrendamente sfigurate, cadaveri in decomposizione, frammenti deprimenti e a tratti disgustosi di un’umanità che di “umano” sembra non avere più niente. Senza contare poi alcune sequenze più marcatamente horror, come ad esempio l’incontro di Bobby con la dea Kali (tensione a mille, a me ha messo davvero i brividi). Il film riesce quindi perfettamente a creare un senso costante di angoscia e paura perché si ha la sensazione di muoversi in un mondo malato e marcio fino al midollo, rappresentato da Calcutta stessa (spietata e cruenta), dall’inquietante setta e dal suo culto (macabro e tetro). Nonostante si assista a qualche avvenimento decisamente sovrannaturale, il film risulta piuttosto “realistico” perché non eccede mai (né nell’horror troppo spinto, né nelle scene d’azione) e questo rende la storia raccontata ancora più disturbante.
La parte più giallo/thriller, quella in cui veniamo a conoscenza (almeno in parte) del mistero che avvolge l’opera di Das è invece secondo me meno riuscita. I colpi di scena, per quanto ben orchestrati, sono abbastanza prevedibili. Senza stare a fare i nomi, si capisce fin da subito che alcuni personaggi hanno molto da nascondere. L’ultima parte in cui predomina la componente thriller, pur essendo più concitata, è anche meno affascinante proprio perché l’intreccio era già abbastanza prevedibile fin dall’inizio.
C’è poi da aggiungere che si arriva a un finale volutamente poco chiaro in cui molti interrogativi rimangono irrisolti (il principale è perché Das voleva tanto ardentemente che Bobby portasse in America la sua opera? Il mondo sembra già abbastanza corrotto e violento di suo… e poi sembra, dal finale, che l’opera sia comunque arrivata in occidente). Se ciò è da una parte indubbiamente affascinante (non possiamo trovare sempre la spiegazione a tutto), dall’altra lascia un pizzico di delusione.
Credo che comunque la chiave di volta per comprendere tutto il film sia nel lungo dialogo tra Das e Bobby, in cui capiamo che il culto di Kali, il suo canto di morte e violenza, non è altro che una metafora per descriverci lo stato di degrado del mondo intero in cui, sia singoli individui che intere popolazioni, conoscono solo il linguaggio della violenza e della sopraffazione al fine di conseguire il potere. Sotto questo aspetto, il culto di Kali ha sicuramente molti adepti (anche inconsapevoli) in tutto il mondo.

Friedkin si dimostra il grande regista che è, dirigendo una pellicola molto cupa e pessimista che attraverso il linguaggio dell’horror non è altro che una riflessione sugli uomini e sull’umanità ormai sempre più corrotta.
Molto bravo Fassbender, che offe un’interpretazione estremamente equilibrata e realistica, fornendoci in maniera credibile le reazioni di un uomo comune alle prese con qualcosa di più grande di lui che rischia di corrompere anche la sua anima.

Molto belle le musiche, sempre di grande atmosfera e la maggior parte delle quali in piena sintonia con le tradizioni del luogo.

Di grande impatto la locandina. L’immagine scelta è davvero inquietante.

Il canto di Kali è un film affascinante, profondamente inquietante e davvero pauroso in certi momenti. Suggerisce riflessioni non scontate sull’umanità e ci regala un ritratto vibrante e potente di Calcutta, una metropoli che incute davvero terrore. Il film mostra il fianco solo nella sua componente thriller, che risulta più debole e un po’ troppo prevedibile. World dimostra ancora di essere estremamente abile nel creare film evocativi ed emozionanti, sia quando ha a che fare con mondi esplicitamente fantastici che quando, come in questo caso, si dà ad atmosfere più cupe e disturbanti. 77/100
 
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Destiny Productions Films
view post Posted on 14/11/2012, 13:48




RECENSIONE DELLA DESTINY PRODUCTION FILMS

Aspettavo da tanto questo film. Il Canto di Kali, il nuovo film della World Entarteinment è una pellicola molto misteriosa, cupa e sinistra.

Soggetto e Sceneggiatura: Il soggetto è molto affascinante. Uno scrittore si trasferisce a Calcutta per pubblicare l'ultimo libro di Das, famoso Poeta indiano che da anni è creduto morto. Il film parte davvero bene, infatti la prima scena dove Abe racconta la sua esperienza a Calcutta mi ha fatto venire i brividi. L'atmosfera che si crea durante quella scena è senz'altro notevole. La sceneggiatura è scritta bene, anche se l'ho trovata un pochino lunga, non ti fa staccare gli occhi dallo schermo. Un'ottima prova di scrittura.

Regia e Cast: William Fredklin è un ottimo regista, sicuramente lo ricorderemo per aver, diretto film come l'esorcista, quindi è bravo a creare delle atmosfere davvero cupe. Le inquadrature sono davvero molto dettagliate e questo è un'altro pregio. Ho apprezzato molto la prova di Fassbender, perfetto per questo ruolo da scrittore, ma anche gli altri attori (che devo essere sincero non conoscevo) hanno svolto la loro parte in modo egregio.

Musiche: Davvero belle! Riescono a trasportarti all'interno del film. Forse le migliori che ho ascoltato fino a adesso. Potrebbe vincere il contest di Halloween? Vedremo :)

Sito e Locandina: Un sito semplice, ma efficace e la locandina è veramente di grande impatto. Inquietante al punto giusto.

Che dire, Il canto di Kali è senz'altro un ottima pellicola, anche se come ha già detto Hermetico il finale rimane poco chiaro, quindi spero che World ci fornisca prima o poi la sua spiegazione, ma comunque è veramente da apprezzare perché le scene sono davvero scritte bene e riescono nell'intento di inquietarti. Voto 75/100
 
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Andrew.
view post Posted on 15/11/2012, 20:37




Recensione della Chimera.

Il film più atteso del semestre (che non è nemmeno quello di punta di World) sbarca finalmente al cinema trasponendo una storia che sa di thriller, di esoterismo e magia e di dramma, con venature horror.
E' palese che la forza portante di tutta l'opera sia l'atmosfera malsana, il miasma che si respira a Calcutta e probabilmente non si poteva fare di meglio per descrivere questo quadro di degrado fatto di mendicanti, storpi e sette religiose. Mi sono domandato quanto sia realistico tutto ciò, se davvero Calcutta sia tanto malsana, ma penso che non siamo comunque tanto distanti dalla realtà delle cose. E Calcutta vuol essere una metafora del mondo intero che va in rovina con le sue guerre e le sue ingiustizie, Kali rappresenta infatti la morte che dilaga e che sembra essere destinata a governare il mondo.
Il film ha una struttura atipica, diversa dai soliti thrillerozzi: nella prima parte c'è una descrizione degli ambienti, si conoscono i personaggi e ci si fa subito un'idea dei binari che il film percorrerà, della setta e del tragico destino riservato alla coppia (per tutto il tempo non ho aspettato altro che vedere Kamakhya che uccideva o rapiva la bambina o la madre). Si assiste inoltre a delle scene davvero disturbanti e perfette nel loro voler trasmettere il senso di angoscia e di claustrofobia. La scena alla stazione con i mendicanti che assalgono Bobby è tremenda, così come da paura è quella nella stanza buia, dove l'uomo ha le allucinazioni (?) riguardanti la dea Kali. Quei fiammiferi che si spegnevano lasciandolo al buio erano agghiaccianti.
Dal rapimento in poi, il film diventa piuttosto strano, perchè ci si aspetterebbe che accada qualcosa tipo uno scontro finale con la setta o con la dea, mentre invece i due sposi rimangono in albergo aspettando notizie dalla polizia. Un comportamento molto realistico e verosimile, che tuttativa rallenta il ritmo del film che proprio in quel momento avrebbe invece dovuto accelerare e che lascia un po' con un palmo di naso, senza una vera e propria conclusione (se non il tragico ritrovamento del corpicino).
Il finale arriva in nostro soccorso, la discussione tra Abe e Bobby sembra infatti essere stata messa apposta per spiegarci che in fondo non c'è niente da capire, che non importa conoscere a tutti i costi la verità, dato che qualsiasi cosa sia la dea Kali, essa è già presente nel mondo in diverse forme e continuerà a esserlo e a provare a conquistare il potere per portare l'uomo al degrado completo.
Un finale amaro, che viene però risollevato da un ulteriore finale (piuttosto inaspettato) con un Bobby invecchiato che decide di continuare a lottare, raccontando favole che possano in qualche modo ostacolare il lavoro della violenza. Un finale consolatorio, carico di speranza, che ho trovato un po' in contrasto con il film, dato che per tutto il tempo abbiamo respirato un'aria molto pessimista e tragica.
Sceneggiatura lunga, difficile da leggere in una volta sola, ma comunque perfetta nelle descrizioni e nei dialoghi, come al solito. Le atmosfere sono ricreate alla perfezione e i personaggi sono tutti affascinanti.
Penso al poeta Das che in quei dialoghi era magnifico o alla doppia faccia di Krishna. Certo, alcuni di loro non hanno una vera conclusione, non capiamo fino in fondo nè Krishna, nè i membri della società letteraria, nè vediamo all'opera la conturbante Kamakhya e quindi nonostante le ottime prove rimane quel senso di incompiuto.

Friedkin è passato alla storia per aver diretto l'esorcista, ma di suo ricordo anche film diversi come Vivere e morire a Los Angeles (anche quello dall'aria molto malsana) e il thriller The Hunted, per questo penso che si tratti di una scelta adatta al film in questione.
Nel cast spicca un Fassbender in grande forma. Migliore nella prima parte, che nella seconda, forse perchè non lo vediamo mai "esplodere", ma bravissimo nel trasmetterci l'angoscia delle situazioni in cui si viene a trovare.
Come ho detto prima mi è piaciuto molto Amitabh Bachcan, un'interpretazione davvero affascinante. Peccato per la sparizione di Erick Avari, Neha Sharma e Ankur Vikal che promettevano bene. Infine, una menzione per il bravo Albert Finney, che pur non avendo un ruolo da protagonista riesce a dire la sua.

La colonna sonora è scelta molto bene, le musiche etniche riescono a farci immergere ancora meglio in quel posto e quelle più tese rendono le scene più angoscianti.
Sito assente e locandina molto bella: anche se l'ho fatta io lo dico perchè l'immagine di fondo è stata scelta da Gaetano e io mi sono limitato a mettere i titoli.


Voto: 76 (8 al sondaggio)


Sono stato un po' in difficoltà nel dare il voto. Il film ha dei pregi invidiabili, ovvero un'ambientazione originale e riuscitissima e una sceneggiatura che arriva alla perfezione, oltre a una tematica per nulla banale (ma che anzi lancia diverse riflessioni). Però sono arrivato alla fine con la sensazione che sia mancato qualcosa e che a un certo punto il film abbia cambiato ritmo diventando un po' sottotono, troncando quasi di netto le varie trame che sembravano tutte stare per congiungersi. Poi il doppio finale, prima pessimista e poi ottimista, lascia un po' disorientati. E' per questo che non mi sento di dargli un otto pieno.
Ma bisogna dire che tutto ciò non è per forza un difetto, perchè si deve anche riconoscere il coraggio di aver scritto un film horror diverso rispetto ai soliti a cui Hollywood ci ha abituato (evitando il facile intrattenimento alla indaga-corri-lotta) e di averlo fatto sempre e comunque in grande stile.
Credo che in termini di emozioni, sia il film del contest che per ora me ne ha trasmesse di più e chissà che nei prossimi giorni non torni a rivalutarlo, dopo averci pensato un po' su.


 
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Little Tin Goddess
view post Posted on 18/11/2012, 09:51




un film che si è fatto attendere, ma alla fine è arrivato.
Diciamo subito che mi è piaciuto molto, mentre leggevo avevo quel senso di angoscia che ci stava bene in un film del genere, oltre a quella che mi aspettavo, una riflessione sul fanatismo non solo indù, ma in generale. Tempo fa stavo pensando di fare un thriller ambientato nel mondo degli animalisti e potrei collegarlo con questo, visto che si parla delle negatività dell'essere fanatici in ogni sfaccettatura, anche se questo film è mascherato da horror/investigativo. E poi World, con le sue musiche e le sue descrizioni sa immedesimare molto nella scena, a votle mi sembrava sentire odore di spezie :P
Un' altra cosa è che ci si domanda sempre se quello che vediamo riguardo la Dea Kalì (che in realtù non è dea solo della morte ma anche della rinascita e della ricostruzione, quindi è più positiva di quello che si pensa) è vero o un allucinazione di Bobby e questo da un alone di mistero a un film in un certo senso realistico, con un happy ending molto nascosto e molto triste, ma presente.
Di Friedkin ho visto solo l'esorcista quindi non saprei fare un confronto con altri film, ma l'atmosfera malata ci sta. Ottimi gli attori, tutti indiani a parte Michael Fassbender e Albert Finnety (un po' sprecato qui).
Voto 7,5
 
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view post Posted on 18/11/2012, 13:31

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LARGO AL FACTOTUM!
Le recensioni di Francis Delane


Vi dico subito che, quest'anno, questo è il film di Halloween migliore. Ma, soprattutto, questo film non è solo un horror (definizione che credo ormai sia sempre più riduttiva).

"Non capirai", dice Albert Finney a un distrutto Michael Fassbender e a noi, dopo che per tutto il film abbiamo assistito a una sequenza di eventi assolutamente gratuiti, uniti dall'esile filo conduttore della ricerca del poema di questo poeta indiano forse morto, forse no. Ma il vero orrore non sono i Kapalika che sembrano usciti da un romanzo di Salgari, né Das che può essere vivo o morto a seconda che accettiamo per vera la storia della resurrezione: sono i poveri che affollano le strade di Calcutta, i mutilati che ci passano di fronte agli occhi in un'inesausta galleria degli orrori, il caldo e il sudore malato attorno al povero Fassbender. L'orrore, insomma, di una situazione di tale povertà, miseria, disperazione, e violenza, che basterebbe da sola a suscitare il più profondo sgomento.

Non capiremo nulla neanche noi di quello che succede, ma non è lo scopo del film farci capire. In fondo, cosa c'è da capire? Questo orrore non è la resurrezione di un cadavere, è la disperazione di fronte al Male del mondo, che è l'inesausto Canto di Kali: la disperazione di fronte all'orrore inarrestabile del male e del "mìasma", il contagio, come l'avrebbero chiamato i greci. Un male impossibile da comprendere, ma contro cui bisogna lottare.

E allora, ben venga la trama fatta di episodi fra loro staccati, resi con una potenza visiva straordinaria da un Friedkin in stato di grazia; ben venga l'interpretazione sofferta di Fassbender, bravissimo; ben vengano le musiche tipicamente indiane, inquietanti al punto giusto, e la locandina magnifica.

VOTO: 80/100.
 
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Arcadia1983
view post Posted on 19/11/2012, 08:55




ecco anche le quattro parole sul film di World:

Attendevo, ovviamente, il film perché conosco il romanzo, bellissimo, e avevo pensato di trasporlo io stesso. E devo dire che World non mi ha deluso. Anzi, credo proprio che ci troviamo di fronte al vincitore del Contest di quest'anno: a parte che nonostante la lunghezza si legge velocemente (io ci ho messo un paio d'ore ma perché come sempre ho preso delle pause), ma l'atmosfera del libro (una componente essenziale, Calcutta è la vera coprotagonista del film) è resa benissimo da Gaetano, che scrive una sceneggiatura eccellente e piena di fascino, tanto è vero che quando il film finisce si prova dispiacere e però anche "piacere" per aver assistito a un così bel film. Dicevo, l'atmosfera, malata, fascinosa, malsana, violenta (ma una violenza più interiore che esteriore, nonostante i rituali dei Kapalika, visti per fortuna in maniera non folkloristica), è resa benissimo, così come il finale (un po' più breve che nel libro: manca, scusate lo spoiler, il ritorno di Bobby a Calcutta, anche se solo nell'aeroporto, ma anche così va benissimo) è davvero perfetto e resta impresso nel lettore. Cast ottimo: eccellente Fassbender, come sempre (e oggettivamente, non mi si accusi di fanseria), ottimi la Panjabi (lo dico sempre che dovrebbe avere spazio...) e Finney. A proposito del cast: devo dire che sono riuscito benissimo a vedere gli attori, il cast che avevo scelto insomma non ha influito o pregiudicato la visione di questi attori. Gaetano però ha lasciato un paio di attori che avevo scelto io: Bachcan, per esempio, e credo anche Neha Sharma. Ah, e complimenti per aver risolto il racconto di Muktanandaji con una trovata semplicissima e perfetta di scegliere un altro attore per Sanjay/Krishna :). Bravo Gaetano.

Voto: 8

ps: comunque, torno a ripeterlo: io a Calcutta non andrò mai :)
 
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World ^_^
view post Posted on 19/11/2012, 12:16




Al più presto risponderò per bene a tutti (chiedo scusa ma anche io sto facendo gli "straordinari" per rimettermi in pari in questi giorni) ma di sicuro uno dei pareri che più mi ha fatto piacere è stato quello di Arcadia, perchè Gennaro aveva letto il film e ne aveva già "subito" il fascino, oltre che il significato. Grazie ancora per le belle parole... ma sul pronostico di vittoria continuo a vedere favorito il buon Andrew. ^_^
 
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Clint1994
view post Posted on 19/11/2012, 21:30




IL CANTO DI KALI by Clint94

“Il canto di Kali” era il favorito del festival ed era considerato in pratica uno dei pochi film che avesse qualche chance di strappare l'Award a “Looking for Hope” di Francis. Il film di World alla fine si rivela buono, ma forse non del tutto all'altezza delle (alte) aspettative.
World si dimostra come al solito abilissimo nel creare atmosfere, nel raccontare un mondo più che una storia. Il mondo in questione è la città di Calcutta, vera protagonista del film, una sorta di covo del Male che simboleggia probabilmente il mondo intero, oppresso ormai dalla povertà e dalla violenza (qui rappresentata dai seguaci del culto di Kali). In questo mondo caotico e maligno finisce il povero giornalista interpretato da Michael Fassbender, che giunge nella città tranquillo e fiducioso per poi andarsene disperato e totalmente cambiato: quando l'uomo entra in contatto con il Male non può rimanere lo stesso. È un film, insomma, che va letto più come una grande metafora che come semplice storia. E se questo da un lato è un grande merito perché porta lo spettatore a profonde riflessioni, dall'altro non può che suscitare un senso di frustrazione, fastidio e un pizzico di insoddisfazione per il modo in cui la trama resta completamente sospesa. Nel corso del film assistiamo a vari avvenimenti incredibili, alcuni anche slegati tra loro, ma nulla di fatto ci viene spiegato. E se è vero che questa scelta va intesa come una metafora dell'impossibilità di spiegare in termini razionali il Male insito nell'uomo e nel mondo, d'altro canto non ho potuto fare a meno di pensare che fosse anche una scappatoia un po' facile per inserire varie situazioni inquietanti e misteriose senza sentirsi in dovere di giustificarle. Le domande che restano senza una risposta alla fine della lettura sono veramente tante: Das è davvero “risorto” grazie alla dea Kali? Se è vero che non si è suicidato ma è stato ammazzato dal momento che si sono uditi due spari invece di uno, chi l'ha ucciso e per quale motivo? Se era morto, chi è il Das che ricompare nella fotografia alla fine? È risorto per la seconda volta? E poi... Chi è davvero Krishna e qual è il suo scopo? E in che modo i rapitori della figlia di Bobby sono collegati ai Kapalika? E chi è davvero la ragazza che si spacciava per nipote di Das? Come è arrivata in Occidente l'opera di Das se Bobby l'aveva distrutta? Per quanto sia comprensibile l'essenza metaforica del tutto, è inevitabile che lo spettatore si senta un po' ingannato quando si rende conto che tutte queste domande non trovano risposta. Ad ogni modo, le singole scene sono costruite benissimo, con descrizioni estremamente efficaci; l'atmosfera generale di caos riesce a inquietare assai il lettore; alcune scene e dialoghi sono davvero memorabili (l'incontro tra Bobby e Das su tutti: è indubbiamente quella la scena chiave del film); non mancano i momenti paurosi e visivamente spaventosi (il ritrovamento del cadavere di Muktandaji); il finale, in cui Bobby ormai anziano ritrova la forza di lottare raccontando favole è molto bello; non mi hanno convinto molto invece le scene oniriche sulle visioni di Kali da parte di Bobby (le visioni/allucinazioni vanno proprio di moda in questo contest). I personaggi sono abbastanza classici (Bobby è il tipico occidentale sicuro di sé che si ritrova catapultato in un mondo che lo inquieta e che non riesce a comprendere), ma le interpretazioni degli attori sono buone: su tutti spicca ovviamente Michael Fassbender. Il personaggio più memorabile del film penso comunque che sia Das, l'enigmatico poeta indiano attorno al quale ruota tutta la vicenda. Anche il grande Albert Finney, nonostante abbia un personaggio abbastanza secondario, riempie lo schermo quando è in scena e fa egregiamente la sua parte.
William Friedkin alla regia è un'ottima scelta e svolge un gran lavoro.
Le musiche sono molto belle e ricercate, sicuramente tra le migliori ascoltate finora: si alternano brani dal sapore esotico a struggenti pezzi strumentali (molto belli quelli tratti da “One Our Photo”).
Nel complesso “Il canto di Kali” è un film molto complesso, dalla forte valenza metaforica, costruito molto bene, con alcune scene memorabili, ma che purtroppo lascia troppe cose in sospeso, lasciando lo spettatore non del tutto soddisfatto.

VOTO: 7+
 
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SaschaGranato
view post Posted on 2/12/2012, 14:27




RECENSIONE DELLA GRANATO PRODUCTION

Atmosfere così malsane e inquietanti le ho viste solo in un film; L'Esorcità. Ci sono molte somiglianze fra Il Canto di Kaly ed il capolavoro diretto da William Friedkin, soprattutto se confrontati nella prima parte dell'opera, durante gli scavi archeologici in Iraq. Le stesse medesime sensazioni che pongono subito lo spettatore in uno stato di costante inquetudine, che si tramuta successivamente in ansia pura. Questo è quanto ho vissuto durante la lettura dell'ultima fatica prodotta da Word.
Il film narra le vicende di Bobby, un giornalista sposato e padre di una piccola bambina, che decide di condurre un viaggio a Calcutta, per conto di un importante rivista locale, alla ricerca di un poeta dato per morto. A Calcutta scoprirà un mondo oscuro, fatto di suggestioni, luoghi lugubri e caustrofoci, che lo condurrano in un viaggio infernale, scoprendo rivelazioni tanto sorprendenti quanto surreali. Il film trova il suo punto di forza in questo equilibrio; la capacità di raccontare con estremo realismo, anche gli aspetti più controversi dello spiritismo. E' un filo sottilissimo, dove bastava devvero poco per combinare un pastrugno clamoroso, ma World si conferma un valido sceneggiatore, riuescendo a tenere in piedi tutta la storia senza alcun problema, merito anche del romanzo a cui si è ispirato probabilmente.
In merito alla sceneggiatura, bisogna ammettere che lo stile di World resta sempre sui livelli alti a cui ci ha abituati, anche se lo script soffre molto di una prima parte decisamente lenta e poco cinematografica. Ho apprezzato poco i salti temporali che vedono Bobby prima in ufficio a parlare con un amico, poi con sua moglie in casa, poi sull'aereo diretto a Calcutta, per poi tornare di nuovo nell'ufficio visto all'inizio del film - tutto risolto nel giro di tre pagine circa. Non ha molto senso per un film, e non offre migliorie al ritmo dell'opera, anzi credo vada ad inficiare sulla struttura cinematografica del film, che per ovvie ragioni, deve differire dalla struttura narrativa di un romanzo.
Altro aspetto che continuo poco ad apprezzare è il metodo di scrittura, ma ormai cerco di non farci più caso, anche perchè la qualità del film va oltre a tutto questo.
Ho provato una forte empatia con i personaggi principali, e questo è l'aspetto più positivo. Mi piace il modo in cui evolvono nel corso dell'opera. Gli eventi cambiano i loro comportamenti, i loro pensieri, portandoli su più livelli, aggiungendo sempre un tassello alla loro personalità.
Ultima critica doverosa, credo vada al finale. Ovvero gli ultimi minuti in cui Bobby invecchia vedendo crescere la sua famiglia. E' una sequenza che avrei tranquillamente eliminato perchè va ad interrompere quel crescendo di angoscia che sfocia alla fine con il dramma che vede protagonisti i due coniugi (all'aereoporto). Sarebbe stato bello veder intensificato quell'evento, mantenendo alta la tensione e la drammaticità. Ma resta la mia personale opinione.

Il voto resta positivo quindi, per un film che ha saputo emozionarmi, nonostate ci siano davvero molte scene che hanno appesantito la lettura; Quasi tutta la prima metà e credo non sia poco.

Voto 70/100

 
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Andrew.
view post Posted on 2/12/2012, 15:03




CITAZIONE
Ultima critica doverosa, credo vada al finale. Ovvero gli ultimi minuti in cui Bobby invecchia vedendo crescere la sua famiglia. E' una sequenza che avrei tranquillamente eliminato perchè va ad interrompere quel crescendo di angoscia che sfocia alla fine con il dramma che vede protagonisti i due coniugi (all'aereoporto). Sarebbe stato bello veder intensificato quell'evento, mantenendo alta la tensione e la drammaticità. Ma resta la mia personale opinione.

Su questo concordo. Più ci penso, più mi sembra un finale più alla Spielberg che Friedkin. Molto "Worldesco", ma un po' stonato con l'angoscia crescente che permea tutto il film. Sono curioso di sapere cosa ci dirà Gaetano in proposito.
 
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Arcadia1983
view post Posted on 3/12/2012, 08:09




a me il finale è piaciuto... anche perché non mi pare poi così "lieto"...
 
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Andrew.
view post Posted on 3/12/2012, 14:52




Parlo della parte dove lui diventa vecchio e scopre che si può lottare contro la morte dilagante, dimostrando come sia possibile raccontare favole ai bambini. A me è parsa una ventata di speranza.
 
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Arcadia1983
view post Posted on 3/12/2012, 15:05




sì, ma la frase finale del film è "Ci sono altri canti da cantare", o una cosa del genere...
 
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mastruccio
view post Posted on 6/12/2012, 00:09




RECENSIONE DI MASTRUCCIO PER LA DREAMING STUDIOS
Annunciato prima, e salutato poi come il sicuro principale contendente alla vittoria del Contest di Halloween, "Il canto di Kali", ultima fatica della World Entertainment, è un film di sicuro impatto emotivo e coinvolgente, tanto che si è poi aggiudicato il podio più alto, e numerosi altri riconoscimenti. Ciò anche se, in definitiva, la pellicola non è da annoverare come un film solo horror, perchè lambisce e tocca anche corde diverse, dalle drammatiche alle avventurose, ed anche sociali, quando viene descritta la miseria dei bassifondi indiani.

Tratto dal romanzo di Dan Simmons, attraverso il pretesto di un articolo giornalistico su un poeta indiano misteriosamente scomparso anni prima, veniamo catapultati nella più caotica e misteriosa città indiana, Calcutta, dove il nostro eroe Bobby, partito assieme alla sua deliziosa famigliola, deve recuperare un manoscritto e cercare di scoprire la verità sulla scomparsa del poeta. Naturale che non sarà così semplice e che Bobby dovrà superare una miriade di avventure, reali ed oniriche, e, soprattutto, subire un dolore straziante ed insopportabile, che gli cambierà la vita per sempre.

La storia è indubbiamente ottima, e bene ha fatto Gaetano ad immergerci nelle atmosfere lugubri e violente dei bassifondi di Calcutta, mediante una sapiente ed ormai ben collaudata scrittura. Nulla è lasciato al caso, e si può ben notare la cura maniacale per le descrizioni di ambiente, grazie anche all'uso di musiche ottimamente scelte, e per la giusta dose di particolari tecnici di inquadratura, che hanno aiutato lo spettatore a "vedere" al meglio il film. Memorabili rimangono le scene della stazione, del sogno a sfondo sessuale in cui la stessa dea Kali si unisce a Bobby, e la scena in cui il protagonista è al buio e accende i fiammiferi per vedere dove si trova. Scene giustamente premiate al Contest.

Mi ha un po' deluso, invece, la parte finale, laddove vediamo Bobby, ormai cinquantenne, al termine della sua spiegazione sulla sua scelta di vita professionale e i risvolti familiari. Mi è sembrato un po' troppo didascalico, e forse sarebbe stato meglio, si spiegare in che modo sarebbe cambiata la sua vita da li a venire, ma non far vedere tutto, compreso un figlio ormai diciottenne e un'inspiegabile e pressocchè inutile fotografia del poeta, che lascia più di un dubbio. Ed in effetti, sono tanti i dubbi lasciati aperti lungo la storia.
Non che sia necessario chiarire tutto, sia chiaro, ma qui si ha più l'impressione che i dubbi siano li, abbastanza numerosi, non tanto per espressa volontà dell'autore di lasciare lo spettatore col dubbio, ma più che altro per buchi di sceneggiatura che non completano alla perfezione la struttura del racconto.
Poteva essere un capolavoro, ed invece deve "accontentarsi" di essere un molto buono prodotto come tanti del genere, anche se, ripeto, questo esce un po' dagli schemi del cinema horror. Tanto buono, peraltro, da consentirgli di fare quasi bottino pieno al Contest.
Complessivamente, quindi, possiamo dire che il film riesce a soddisfare il pubblico e a farlo tornare a casa contento.

La regia di William Friedkin è ottima, per le belle descrizioni fatte con la macchina da presa, e per la capacità di trasmetterci le giuste tensioni nelle scene più drammatiche ed adrenaliniche.
L'interpretazione del personaggio di Bobby, reso in maniera superba da un sempre più bravo Michael Fassbender, gli è valso, giustamente, il premio Scream King. Non da meno sono i comprimari, a cominciare dalla deliziosa e brava Archie Panjabi, nella parte della moglie, e del sempre verde Albert Finney, che dopo "Amnésia", si cala nel personaggio dell'amico Abe.
Già detto delle musiche, in tema all'ambientazione del film, tutte perfette ed attinenti alle scene che accompagnano, ragion per cui siamo d'accordo sul premio ricevuto.
La locandina è opera di Andrew, e non possiamo che ammirarne la bellezza. Sicuro entrante nella cinquina agli Awards, e forse probabile vincitore.
Sito assente, e questo è un peccato.

In conclusione, il mio parere su questo film è abbastanza contrastato. Mi è piaciuto, ma le perplessità mi lasciano con un leggero sapore di imperfezione, che abbassano di qualcosa il mio grado di giudizio. Probabile che sia imperfetto anche il romanzo, che non conosco; ma Gaetano avrebbe potuto, e saputo, da grande autore che è, inventarsi qualcosa ed uscire dal cilindro le parti mancanti che avrebbero fatto, de "Il canto di Kali", un autentico "must".

Voto: 76/100
 
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25 replies since 10/11/2012, 14:07   1799 views
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