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The Evil Inside
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The Evil Inside, Hermes production

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Clint1994
view post Posted on 22/11/2012, 17:32 by: Clint1994




THE EVIL INSIDE by Clint94

Il film di Hermes era uno di quelli che attendevo meno, tra tutti quelli del contest, perché la trama con cui era stato presentato mi sembrava la solita storia sulla casa spaventosa, perché non era stato molto pubblicizzato e perché lo stesso Hermes sembrava molto insicuro riguardo questo progetto. La sua insicurezza è giustificata dal fatto che, contrariamente a quello che pensavo, “The Evil Inside” è un film così strano e personale che in effetti era difficile prevedere la reazione del pubblico. Per quanto mi riguarda, la mia è una reazione assolutamente positiva: “The Evil Inside”, lo dico subito, è a mio avviso il miglior film del contest e probabilmente il miglior film di Hermes. La sinossi di presentazione sembrava banale, ma in realtà la storia è estremamente complessa e stratificata. La vicenda di Mike, aspirante scrittore di racconti horror che cerca ispirazione in un villaggio di montagna dove si trova una casa nella quale è avvenuta una strage, è infatti alternata ad un'altra storia, molto più realistica, che ha per protagonista lo stesso Mike, il quale, senza lavoro e senza un soldo, vive insieme alla sua compagna Angie in una squallida casa dove, insieme alla ragazza, cade in una spirale sempre più perversa di dipendenza dalla droga da cui non riesce più a uscire. All'inizio pensavo che le scene riguardanti questa seconda storia fossero dei flashback su ciò che era successo a Mike prima di andare nel villaggio, ma poi man mano che si prosegue con la lettura si scopre che le due vicende combaciano in diversi punti e, mentre la seconda si mantiene sempre su un piano realistico, la prima sfocia in oscure allucinazioni. Nel finale, una serie di incredibili colpi di scena chiarisce ogni cosa e non si può al termine della lettura non ammirare il complesso meccanismo creato da Hermes: tutta la prima vicenda è avvenuta solo nella testa di Mike, in punto di morte dopo essere stato massacrato da Juliet, la sorella di Angie, che lo stesso Mike aveva brutalmente assassinato dopo aver scoperto che il suo vero talento consisteva nell'uccidere. Ma il film non si limita a raccontare una semplice storia con colpo di scena finale; cerca di scavare molto più in profondità, per entrare letteralmente nella testa di Mike e capire, attraverso una fitta serie di rimandi simbolici, quali sono le origini del tarlo dentro la sua testa che è esploso fino a provocarne la follia omicida. Scopriamo così che il vero fulcro di tutta la vicenda è la morte di sua madre, che Mike adorava; morte causata dalla sifilide, che la donna aveva contratto in seguito a una relazione con un prete locale. Tutti gli incubi che tormentano Mike nella “parte del sogno”, se così si può chiamare, rimandano appunto a questa vicenda del passato e più in particolare alla figura di Padre Justin, l'uomo che ha causato la morte di sua madre. La stessa terribile casa che attrae perversamente Mike non è altro che il ventre materno, che Padre Justin vuole “infettare” (cosa che infatti è successa nella realtà). Il nocciolo di tutta la storia quindi non è altro la mancata accettazione da parte di Mike della morte di sua madre, avvenuta in modo così terribile. E il finale, con il Mike del sogno che si addormenta nel ventre materno della madre mentre il Mike reale muore, in uno splendido contrasto tra vita (e quindi serenità, ma solo immaginaria) e morte (reale) è una trovata meravigliosamente geniale.
La sceneggiatura è scritta benissimo, con un ritmo praticamente perfetto, lento ma graduale nella prima parte e altissimo nella seconda, in cui la violenza esplode in un climax serratissimo fino al finale. Ed è tutto ancora più apprezzabile se si pensa che la storia è un'idea originale di Hermes. Non mancano ovviamente i difetti, ma di fronte al risultato complessivo, non hanno molta importanza: è vero che certe scene splatter sono eccessive e rischiano di pregiudicare la credibilità della storia (per esempio il modo in cui Mike infierisce sul cadavere di Angie, o la vendetta di Juliet), che la storia è forse un po' macchinosa, che forse non proprio tutti i conti tornano, che in fondo i personaggi ad esclusione di Mike sono abbastanza stereotipati; però di fronte a un'idea così bella, alla messa in atto di un meccanismo così complesso e così ricco di rimandi, non si può che restare meravigliati.
Il cast è formato da nomi di basso profilo, in cui svetta il protagonista Joel Kinneman, nel ruolo di Mike: la sua è un'interpretazione formidabile, perché il personaggio di Mike è estremamente complesso e subisce nel corso del film tantissimi cambiamenti. Non conoscevo Kinneman, anche se ho scoperto che sarà il protagonista del remake di Robocop, quindi immagino che presto avrà una certa fama; in questo film comunque fa un grandissimo lavoro e offre l'interpretazione più intensa di questo Halloween Contest. Tra gli altri, il migliore è Clancy Brown (che io avevo preso in considerazione per il ruolo di Jet Black in “Cowboy Bebop”) nel ruolo del diabolico Padre Justin.
Non ho visto nessun film di Rob Zombie, anche se stando a quello che ho letto forse non era il nome più adatto; qui comunque fa un gran lavoro, soprattutto nelle scene più visionarie (splendide quelle in cui la casa prende vita, diventando di carne).
In definitiva, “The Evil Inside” è un bellissimo film, un agghiacciante viaggio dentro la mente di un uomo, costruito in modo molto personale e sicuramente riuscito, con diverse scene memorabili e un finale meraviglioso. Se tutte le sceneggiature originali di Hermes saranno così, evviva le sceneggiature originali.

VOTO: 8-
 
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