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White Hole
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White Hole, Chimera Films

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Clint1994
view post Posted on 18/11/2012, 22:29 by: Clint1994




WHITE HOLE by Clint94

Dopo la parentesi di “La torre di Babele”, che era più che altro un film di fantascienza avventurosa, Andrew ritorna alla fantascienza filosofica dei suoi primi tempi, per riprendere il discorso iniziato con “Il pianeta degli dei” e proseguito soprattutto con “L'ultima domanda” e “3000”. Questa volta però la sceneggiatura è completamente originale, e quindi ero particolarmente curioso. “White Hole” non raggiunge i livelli di “Il pianeta degli dei” o “3000”, ma è un film molto interessante, che, come è già stato detto, trae ispirazione anche da pellicole abbastanza recenti (“Inception” e soprattutto “Another Earth”, con cui ha in comune un'idea iniziale abbastanza simile), rielaborandone certi spunti in modo comunque molto personale. La sceneggiatura è costruita attorno a due personaggi, un uomo e una donna, che per motivi diversi (lui ha il cancro ed è destinato a morire, lei ha perso la famiglia ed è stanca di vivere) decidono di andare a scoprire la natura del buco bianco comparso nello spazio, che incute timore sulla Terra proprio perché non se ne conosce l'origine e la funzione. È una missione quasi suicida, ma i due non hanno niente da perdere, anzi. Il buco bianco rappresenta per loro l'ultimo viaggio, l'ultima ricerca, l'ultima speranza e, forse, un nuovo inizio. Dopo un bellissimo inizio, in cui ci avviciniamo a questi due personaggi e comprendiamo il loro dolore e le ragioni che li spingono a compiere questo viaggio (splendida la scena in cui, alternati, Mary e Jason spiegano i motivi della loro decisione, sulle note della canzone dei The Chemical Brothers), si arriva al viaggio vero e proprio, che si alterna a scene inizialmente piuttosto enigmatiche in cui assistiamo a un diverso incontro tra i due personaggi, che svolgono lavori diversi e hanno vite diverse. La prima parte mi era piaciuta molto perché, pur essendo molto semplice, scritta senza fronzoli, con poche descrizioni e pochi dialoghi, dava proprio un senso di intimità, di dolore e di vicinanza coi due protagonisti, ripresi nella loro disperata quotidianità. La parte centrale invece, in cui a quest'atmosfera malinconica ma comunque tranquilla succede un'atmosfera molto più cupa, con qualche leggera virata verso l'horror (il bambino che disegna col sangue della ferita alla propria testa è davvero inquietante), mi ha convinto un po' meno. Una volta entrati nel buco bianco, infatti, i due protagonisti cominciano a essere vittime di strane allucinazioni, che però sembrano davvero reali (e che rendono il film un po' più confusionario e difficile da seguire): Mary in particolare prima sente la voce per radio del figlio morto e poi incontra davvero lui e il marito. Le allucinazioni determinano una rottura del rapporto tra Jason e Mary: il primo comincia pian piano quasi a impazzire, la seconda entra in uno stato confusionale dovuto all'improvvisa ricomparsa dei familiari, e i due entrano proprio in conflitto. Jason riesce a eliminare il marito di Mary, ma il suo comportamento nei confronti della stessa Mary è piuttosto ambiguo (ride come un pazzo, si comporta in modo violento e anch'io ho subito pensato a “Shining” nella scena in cui Jason con l'estintore cerca di sfondare la porta dietro cui si è rifugiata Mary). La verità è che una misteriosa entità sta “giocando” coi due protagonisti, per metterli alla prova, osservarne i comportamenti e imparare. Queste figure di entità sovrannaturali, che qui appare nelle vesti di un bambino, sembrano essere molto care a Andrew e rappresentano uno degli elementi che accomunano maggiormente i suoi film di fantascienza. La saga de “Il pianeta degli dei” ha per protagonisti entità superiori, gli dei per l'appunto, che controllano la vita degli esseri umani; ma anche in “L'ultima domanda” se non sbaglio c'era un dio che appariva sotto forma di un ragazzo, e in “3000” il personaggio di David Bowman aveva una funzione molto simile. L'entità di “White Hole” però è un'entità giovane, che vuole conoscere, capire e imparare dai due umani che si ritrova tra le mani, e in questo sta la sua originalità. Ed è comunque un'entità nel complesso benevola, che nonostante prima abbia giocato con i sentimenti dei due protagonisti, poi è disposta ad accontentarli, cosicché Mary e Jason possono realizzare il loro sogno: ricominciare da zero. Ed è qui che ci si ricollega con le scene in cui i due personaggi hanno avuto un incontro diverso. Anch'io avevo capito che quelle scene costituivano la nuova vita di Mary e Jason, ma la scena finale mi aveva confuso, perché non capivo se andava collocata prima delle scene in rosso, quando i due personaggi stanno per cominciare la loro nuova vita, o dopo la crisi di Mary che si è resa conto dell'illusorietà di quella realtà. Poi leggendo il topic delle recensioni ho capito che va collocata alla fine: i due protagonisti hanno vissuto inizialmente illudendosi che quella fosse la realtà, ma poi si rendono disperatamente conto della verità e sono costretti ad accettare quella nuova vita per quello che è. È il prezzo da pagare per la realizzazione del loro sogno di un nuovo inizio, e questo rende il finale meno positivo di quanto sembra.
Un film con al centro due soli attori necessitava di due interpreti particolarmente bravi, e così è stato: Edward Norton e Kate Winslet sono perfettamente calati nei loro personaggi e riescono a trasmetterne molto bene i diversi stati d'animo, dalla disperazione iniziale, alla speranza, fino alla quasi follia e alla nuova consapevolezza.
Ottima anche la scelta di Darren Aronofsky alla regia: le atmosfere del film, in bilico tra il fantascientifico, il drammatico e l'horror sono perfettamente nelle corde del regista di “Black Swan”, che quindi esordisce su Cinematik in modo brillante.
Le musiche mi sono piaciute, ma senza entusiasmarmi. Si sente che sono abbastanza ricercate, ma non hanno tutte la stessa efficacia. La scena migliore per quanto riguarda l'abbinamento immagini-musica è quella che ho già citato, con la canzone dei Chemical Brothers in sottofondo.
Il sito è abbastanza ricco, con degli sfondi molto belli, e contiene tutte le sezioni più importanti. Anche la locandina è piuttosto suggestiva (mi ha ricordato un po' quella di “Scomparsa”).
In conclusione, “White Hole” è un bel film, che si basa su un'idea forse non originalissima, ma sviluppata in modo molto personale e con un'evoluzione della storia anche abbastanza sorprendente (penso al finale). Se l'inizio e la fine sono probabilmente le parti migliori, quella meno riuscita è la parte centrale, quella più horror (ma neanche tanto, anzi, pensavo che l'elemento horror fosse sviluppato di più), perché gli improvvisi cambi di personalità dei personaggi (specialmente di Jason, che a un certo punto sembra davvero pazzo, mentre prima sembrava una persona equilibrata) sono piuttosto spiazzanti e tutte le allucinazioni rendono il film un po' troppo confusionario. Andrew comunque resta assolutamente coerente con le sue idee e i temi che gli sono più cari, e “White Hole” rappresenta un'ulteriore, prezioso tassello all'interno della sua fimografia.

VOTO: 7,5

Edited by Clint1994 - 19/11/2012, 21:08
 
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