Cinematik.it - Il gioco del Cinema


Il Desiderio (Festival di Roma 2012)
Poll choicesVotesStatistics
75 [71.43%]
82 [28.57%]
100 [0.00%]
90 [0.00%]
60 [0.00%]
50 [0.00%]
40 [0.00%]
30 [0.00%]
20 [0.00%]
10 [0.00%]
Guests cannot vote (Voters: 7)

Il Desiderio (Festival di Roma 2012), Arcadia Production

« Older   Newer »
  Share  
Francis Delane
view post Posted on 30/9/2012, 22:57 by: Francis Delane

Attore/Attrice

Group:
Member
Posts:
3,748
Location:
bologna...

Status:


LARGO AL FACTOTUM!
Le recensioni di Francis Delane


Dunque, dopo Gang Bang avevo auspicato una lunga serie di film in cui io e Gennaro, dopo tante incomprensioni in sede recensoria (mai personale), cominciassimo finalmente a comprenderci. E la cosa effettivamente ha cominciato, quindi mi dispiace tornare a dire che be', questo film, dopo una prima metà ottima, non riesce a chiudere bene.

Il tema era qualcosa che mi tocca da vicino, visto che anch'io sto pensando a un film sul sesso da portare al Love&Smiles (ma in chiave di commedia). E quindi la storia di un professore che perde il controllo di sé per colpa di una prostituta (storia non nuovissima, vedi L'angelo azzurro di von Sternberg) non poteva non interessarmi. Se diretta da Cronenberg e scritta da Gennaro, che sappiamo essere maestro di psicologie contorte, anche meglio.

E per la prima ora, finché Kenneth/Jude Law (bravissimo) non si decide a cedere ai suoi desideri, il film fila a meraviglia, con un'atmosfera oppressiva da paura, immagini di una solitudine esistenziale cupa e grigia. E per quanto mi stia antipatico il "Mefistofele" Cillian Murphy, che tenta il "Faust" Jude Law, ammetto che l'idea della liberazione sessuale e dei dubbi del professorino cattura l'attenzione e funziona anche bene, conducendoci con una discesa lenta ed efficace fino alla Casa delle Bambole e all'ingresso in scena delle bellissima Emma di Mèlanie Laurent.

E lì iniziano i guai, perché gli eventi successivi sembrano essere radunati lì senza però essere stati ordinati. I dialoghi con le fantasie brutali, la partenza di Paul, il crescere del sentimento: accade tutto troppo in fretta, non ci viene dato il tempo di sentire le situazioni, di tentare non dico di capire (scelta coraggiosa ma riuscita quella di non far mai parlare Paul di sé, facendoci vedere solo le sue azioni), ma almeno di viverle. Si arriva a un finale ambiguo e senza risposte, anche sgradevole e aperto (qualità anche questa apprezzabile, per chi già prevedeva una facile tragedia), quasi di getto.

Se nei film di Cronenberg, dice Canova, "si sente la fatica del pensare", be', qui allora viene quasi a dire che Gennaro sia crollato sotto il peso di questa fatica a un certo punto, e si sia trascinato fino alla fine con le poche idee rimaste. Purtroppo, perché l'atmosfera delle singole scene invece regge maledettamente bene, accidenti a lui!

VOTO: 70/100. Un capolavoro mancato, come Mercoledì delle Ceneri (ma più riuscito).
 
Web  Top
22 replies since 26/9/2012, 08:33   2482 views
  Share