Cinematik.it - Il gioco del Cinema


Il Desiderio (Festival di Roma 2012)
Poll choicesVotesStatistics
75 [71.43%]
82 [28.57%]
100 [0.00%]
90 [0.00%]
60 [0.00%]
50 [0.00%]
40 [0.00%]
30 [0.00%]
20 [0.00%]
10 [0.00%]
Guests cannot vote (Voters: 7)

Il Desiderio (Festival di Roma 2012), Arcadia Production

« Older   Newer »
  Share  
World ^_^
view post Posted on 26/9/2012, 08:33




Il desiderio di David Cronenberg (Arcadia Production)

Anticipato ad oggi il film che chiude la rassegna festivaliera.
Buona Visione!

http://misterarcadia.altervista.org/desiderioscript.htm

Intervista

Anche tu puoi vantare tante presenze al Festival di Roma. Ci si emoziona ancora dopo tante partecipazioni? E qual è l'edizione che ricordi con più piacere?

R: Be', rispetto a tanti veterani io partecipo relativamente da poco, perché in fondo dal 2005 al 2010 non ho mai partecipato, per tutta una serie di ragioni. L'emozione c'è sempre, ogni volta che faccio uscire un film. E anche stavolta non posso fare a meno di provarla. L'edizione che ricordo con più piacere è ovviamente la prima cui ho partecipato, nel 2010 con il piccolo Primo colpo, che però mi ha tolto qualche soddisfazione.

Anche al Festival capitolino ti sei sempre distinto per la scelta di progetti molto personali e, a volte, "di nicchia". Stavolta già solo il nome di David Cronenberg sembra proiettarti tra i favoriti per la vittoria del Colosseo d'Oro. Cosa ne pensi?

R: Penso che che sia tutto molto esagerato. Non credo che il film piacerà alla maggioranza del pubblico cinematikiano, un po' sulla falsariga degli ultimi miei film (Don Giovanni e Gang Bang meno, Campo di fuoco un po' di più, ma di questo parleremo più in là), anche perché la mia intenzione era di fare una sorta di M. Butterfly e A Dangerous Method, forse ci sono riuscito (immagino), anche se sono presenti molte "spruzzate" da Il pasto nudo e Crash, che sono due dei film più discussi del regista, ma sono anche quelli in cui meglio si manifesta la sua poetica: il vero Cronenberg è quello di questi film, di Videodrome, Dead Ringers, gli ultimi due, non quello de La zona morta, La mosca e i primi due con Mortensen, anche se sono tutti bellissimi e interessantissimi, molto più di tanti film esaltati, ma che non resisteranno alla prova del tempo. Peraltro mi sono divertito a scrivere, nei titoli di testa, quelli che sono gli abituali collaboratori del regista (McAteer ha lavorato a lungo con la Spier come aiuto-scenografo, se non ricordo male, ed è stato lo scenografo del penultimo film): la colonna sonora viene praticamente dai film precedenti, da Brood in poi, il primo film della collaborazione Shore-Cronenberg.

Rimaniamo su Cronenberg: autore che va a rimpinguare la già gustosa lista di grandi autori in concorso (Von Trier, Polanski, Mendes...), oltre ad essere molto apprezzato dalla maggior parte dei cinematikiani. Come mai hai scelto proprio lui e, soprattutto: com'è stato lavorare con un autore così particolare?

R: Anzitutto, perché è uno dei miei registi preferiti, anzi, con Tarantino, è il mio regista “contemporaneo” preferito: l'amore ha avuto modo di nascere e divenire tale l'anno scorso, quando mi sono preparato per A Dangerous Method (che mi ha del tutto soddisfatto: non mi stancherò mai di ripetere quanto è meraviglioso). Non solo ne apprezzo le qualità intellettuali (la frase di Canova nella recensione di A Dangerous Method è assolutamente vera: “Con Cronenberg si pensa, si prova la fatica e il piacere del pensiero”) e registiche (non è mai banale nelle sue regie, parlando di “semplici” movimenti di macchina da presa, e questo a molti dà fastidio, ma per me è un valore aggiunto: si veda l'ultimo, Cosmopolis, diretto in una maniera assolutamente originale, nel dialogo finale tra Benno ed Eric procede per piani sequenza incollati l'uno all'altro e tuttavia riesce a fare campo e controcampo, sarei curioso di sapere quanti giovani “geni” cinematografici sarebbero capaci di farlo), ma anche personali: è una persona umilissima, che con gli attori (che con lui sfoderano sempre prestazioni perfette) e non solo instaura un rapporto umanamente bellissimo (tanto per citare alcuni degli ultimi, Fassbender, Mortensen, la stessa Keira, hanno legato con lui). E poi, particolare di non poco conto: quando parla dei suoi film, li “spiega” in maniera chiara, si vede insomma che lui dirige i suoi film pensando a ogni dettaglio e a ogni sfumatura, un po' come facevano (mutatis mutandis) Stanley Kubrick e Alfred Hitchcock: anzi, fossi come Truffaut, mi piacerebbe fare un libro-intervista proprio con David e sviscerare i suoi film.

Tu stesso hai definito questo tuo nuovo lavoro "liberamente tratto" da Mishima. Quanto c'è dell'autore giapponese e quanto, invece, c'è di Arcadia?

R: Molto poco di Mishima, tanto di me: a me del racconto (brevissimo: fossi stato fedele al 100% sarebbe uscito qualcosina di 10 pagine con pochissimi dialoghi) piaceva soprattutto il particolare dell'ossessione del protagonista e qualche dettaglio (dialoghi o scene), che è rimasto (l'inizio, per esempio, riprende parola per parola quello dell'opera). Quindi, sono partito dal racconto e ho creato una storia tutta mia, o quasi. Infatti, alcuni personaggi li ho inventati di sana pianta, altri li ho modificati. Anche perché credo che questo racconto, per quanto molto interessante, non sia tra le opere migliori di Mishima, scrittore che comunque proverò a conoscere. Comunque Mishima è omaggiato in qualche punto: in uno dei dialoghi tra Law e Murphy (in cui si omaggia anche DiCaprio) e il nome del bordello è lo stesso che è stato dato a una sua raccolta di racconti dalla Einaudi

Parlaci un po' delle tue scelte di cast, a cominciare ovviamente dai protagonisti Jude Law e Melanie Laurent...

R: Jude Law è un attore che apprezzo tantissimo, e la volta che ha lavorato con David in eXistenZ ha sfoderato una validissima interpretazione (peraltro, grande film: quell'anno uscì anche il pompatissimoMatrix, ma indovinate quale è rimasto e quale è stato dimenticato) e ci tenevo a riprenderlo dopo Le tre stimmate di Palmer Eldritch, in cui c'era Keira: ben cinque anni prima di Anna Karenina li ho usati in un film (peraltro, si dice un gran bene di entrambi, le prime recensioni USA e UK anche se non parlano bene del film hanno belle parole per il cast, lei e Jude e non solo, almeno la maggior parte). Mélanie... si sa, soprattutto chi è su Facebook lo sa, che l'adoro: la trovo molto fascinosa e sensuale (per quanto abbia un volto androgino, ma si sa che i miei gusti femminili differiscono da quelli della maggioranza: trovo più sexy una ragazza magra e piatta che una curvy o meno con la quarta di reggiseno, scusate la deriva) e ho cercato di rendere queste due caratteristiche nel film: poi l'ho avuta già in Mercoledì delle ceneri e mi faceva piacere riprenderla, ora da protagonista o quasi (anche se esce poco, in fin dei conti, ma credo sia lei la protagonista). Rebecca Hall è un'altra attrice che adoro (io su 10 attrici ne amo 9, non so, ho sempre avuto un debole per le attrici, ho occhi solo per loro o quasi quando vedo un film) ed è brava oltre che molto bella (anche se in maniera del tutto “originale”) e quindi ci tenevo ad averla (penso inoltre che sia il suo esordio su Ck). Cillian Murphy e Tom Hiddleston sono due grandi talenti: si sono scambiati anche i ruoli, perché Hiddleston doveva interpretare il ruolo di Murphy, ma poi poteva ricordare sotto certi aspetti Loki e quindi ho cambiato. Canet mi piace, mi sta simpatico e sicuramente lo riprenderò, la Swinton e la Sanda sono due attrici bravissime.

Il pregio e il difetto principale del tuo film?

R: Il pregio: credo sia coraggioso, ma è un'affermazione che va presa con le molle. Il difetto, sono più i difetti credo: noioso, sconclusionato, freddo, finale incomprensibile, dialoghi forzati, personaggi odiosi e poco approfonditi, superficiale, cose simili, ecco. Ma mi va bene: io sono un produttore “divisivo”, faccio film che piacciono a me, quindi ci sta.

Quando uscirà il tuo film nelle sale?

R: Il film viene presentato al Festival il 27 settembre: penso lo farò uscire il 29, o al massimo la settimana dopo.

Pronostico secco: chi vince il festival?

R: Il paradiso del diavolo.

 
Top
mastruccio
view post Posted on 26/9/2012, 12:10




CITAZIONE (World ^_^ @ 26/9/2012, 09:33) 
Il desiderio di David Cronenberg (Arcadia Production)
Rebecca Hall è un'altra attrice che adoro (io su 10 attrici ne amo 9, non so, ho sempre avuto un debole per le attrici, ho occhi solo per loro o quasi quando vedo un film) ed è brava oltre che molto bella (anche se in maniera del tutto “originale”) e quindi ci tenevo ad averla (penso inoltre che sia il suo esordio su Ck).

Errore. L'ho fatta debuttare io in "Amnésia". Era la giornalista che alla fine smaschera il senatore. :) Condivido la tua opinione, è brava e bellissima.
 
Top
Arcadia1983
view post Posted on 26/9/2012, 12:18




CITAZIONE (mastruccio @ 26/9/2012, 13:10) 
Errore. L'ho fatta debuttare io in "Amnésia". Era la giornalista che alla fine smaschera il senatore. :)

ah, già, vero :ehm:. scusa, Mas. e il bello è che mi sa che ebbi pure belle parole per lei.


CITAZIONE
Condivido la tua opinione, è brava e bellissima.

sì. ma c'è da dire che la qualità media degli attori inglesi è molto alta: o sono bravissimi o sono molto professionali. sarà perché loro, prima o poi, affrontano il palcoscenico, e niente tempra un attore come il teatro :)
 
Top
mastruccio
view post Posted on 26/9/2012, 12:26




Per la prima, hai scritto che potrebbe interpretare un bidone dell'immondizia e sarebbe brava e desiderabile lo stesso. :D
Per la seconda, mai parole furono più vere! Condivido al 100%.
 
Top
Little Tin Goddess
view post Posted on 26/9/2012, 22:33




da un libro giapponese abbiamo la trasposizione occidentale di una "strana brutta storia" come direbbe Lucarelli. Ma non brutta nel senso che è brutto il film, ma perchè fa vedere i lati oscuri delle persone e come questi le riducono allo stremo.
Si parte con un professore molto schematico, che si mette con una donna molto schematica, con l'amico ex soldato che soffre di incubi finché non arriva il professore molto meno schematico e più libertino, che lo conduce a quella che lui pensa sia "libertà" ma fino a dove si può spingere un uomo per la "libertà"? Anche a gesti estremi? Non so se al bordello quando si parlava di omicidi stessero scherzando o dicevano sul serio, e inquel caso avrei aggiunto qualche servizio del telegiornale.
I dialoghi sono un po' difficili da capire, alla "cosmopolis", ma poi diventano più fluidi, e devo dire che alcune scene fra Paul e Kenneth sono un po' ambigue: quando parlvano nell'ufficio di Paul la tensione erotica era talmente tanta che mi aspettavo una scena di sesso omosessuale coi fiocchi, poi non è successo e vabbè.
Un deus ex machina non è solo l'amico Paul, ma anche Emma, la prostituta che finisce per innamorarsi di Kenneth e immaginarsi finalmente la sua libertà. Penso che il film può essere una riflessione su questa, su cos'è? Fare quello che si vuol fare (quindi anche atti spregievoli) o la parola "libertà" ha un senso che va oltre questo significato?
Un ottimo film di Arcadio, promosso.
Il mio voto è 7
 
Top
mastruccio
view post Posted on 27/9/2012, 14:27




RECENSIONE DI MASTRUCCIO PER LA DREAMING STUDIOS
L'ultimo film presentato al Festival di Roma è, certamente, quello più controverso.
In fase di sviluppo, Arcadia, forse non immaginando ancora pienamente come avrebbe sviluppato il progetto de "Il Desiderio", molto liberamente tratto dal racconto "Una stanza chiusa a chiave" di Yukio Mishima, ci aveva anticipato solo poche parole, e ci annunciava il film come incentrato sull'attrazione morbosa di un uomo verso una prostituta di un bordello. Troppo poco per accendere un'alta curiosità, ed infatti il motivo di maggior interesse era che a dirigere il film fosse stato chiamato un regista difficilissimo come David Cronemberg.
Confessiamolo, abbiamo un po' tutti pensato che solo un insensato o un incosciente come Arcadia, l'unico produttore fuori dalle righe ancora attivo a CK, poteva pensare di fare un film con Cronemberg.
Il bello, però, è che l'impresa è riuscita più che bene.
Oddio, alla fine del film, la prima impressione che ho avuto è che, più che "cronemberghiano", questo film potrebbe essere molto più simile ad un film di Bergman o di Antonioni, appartenente cioè a quel "cinema dell'incomunicabilità" di cui i due geni si sono fatti portatori nel mondo.
Piccola parentesi, curioso che il Festival di quest'anno si sia aperto e si chiuda con due film che potrebbero assimilarsi sotto questo aspetto.
Una più attenta riflessione, però, mi porta a riconsiderare questo film. Ed in effetti, pensandoci bene, ne "Il Desiderio" Gennaro ha modo di mettere sul fuoco molti aspetti del cinema di Cronemberg.

Protagonista della storia è Kenneth, un professore universitario di antropologia dal carattere mite e solitario, come direbbero due personaggi femminili del film, che lo "inquadrano" perfettamente, "gentile, educato, colto, e sempre puntuale coi pagamenti".
Una persona che non cerca alcun emozione al di fuori della sia noiosa ed abitudinaria vita. Ed in realtà non muove un dito per sollecitare gli avvenimenti che gli ruotano attorno.
Gli si avvicina Victoria, una bellissima donna, sola come lui, che diventa la sua compagna (immaginiamo l'abbia deciso lei), in un rapporto senza amore e senza sesso (lei è disinteressata alla congiunzione carnale, non che lui ne sia particolarmente attratto, ben inteso).
Questo grigiore sembra colorarsi quando entra in scena il personaggio di Paul, anche lui professore universitario. Allaccia con Kenneth una specie di amicizia, e lo coinvolge, suo malgrado, nella frequentazione di un lussuoso bordello. Qui fa la conoscenza di una prostituta, la bellissima Emma, la quale, col tempo, si innamora di lui.
In verità si innamora perchè Kenneth torna in quel luogo solo per stare con lei e con nessun'altra, ma lui non ricambia il sentimento. Sembra più mosso da una sorta di curiosità, ma in realtà è solo trascinato dagli eventi, torna da lei perchè anche quella è diventata quasi un'abitudine, ma è disgustato dallo stile di vita libertino di Paul.
Ma è, comunque, l'occasione per cominciare a far emergere il desiderio represso di libertà dalle consuetudini e dal suo modo di essere sempre "gentile, educato, colto, e sempre puntuale coi pagamenti".
Cosicchè, quando Paul lo lascia per trasferirsi altrove, quando l'amico Ian, compagno di bevute serali al bar, reduce di guerra e vittima di terribili incubi, si suicida, e quando anche Victoria decide di andarsene perchè lo vede lontano e assente, finalmente ha il coraggio di compiere un gesto di sua unica iniziativa: dire addio ad Emma, anche con una certa brutalità, e tornare a vivere da solo.
Non sapremo mai come sarà la sua vita d'ora in avanti, ma intuiamo che sarà molto diversa da prima.

Di Cronemberg abbiamo l'assenza di emozioni di Kenneth, maschera quasi inespressiva e insensibile, l'impassibilità della recitazione che ricorda, per certi versi il personaggio di Eric del suo ultimo "Cosmopolis", anche lui solo, dentro la sua Limousine, per nulla interessato a ciò che avviene fuori da quel microcosmo. Anche lui è quasi trascinato dalle situazioni, e i personaggi che incontra gli passano davanti ed interagiscono con lui senza che muova un dito.
Abbiamo anche il vuoto delle relazioni, dove non traspare neanche un minimo di passione e reale interesse verso l'altro, ma che in realtà è solo il riempimento temporaneo di uno spazio.
Qualche altro elemento mi è meno chiaro, come per esempio la ragazza, nell'ufficio di Kenneth, che trafigge ripetutamente un pupazzo di lana con la punta di una matita. E' messa lì solo per un dare un tocco di colore? Non credo.
Curiosa, ma anche simpatica, la citazione di Leonardo Di Caprio, anzi del suo personaggio del film "Shutter Island".
Un altro elemento del cinema di Cronemberg,, presente in "Il Desiderio", è la colonna sonora. Tutti i brani che Arcadia ha scelto fanno parte delle colonne sonore di precedenti film del regista, create tutte dal musicista Howard Shore.

La sceneggiatura, scritta in maniera impeccabile (a parte qualche piccolo errore di battitura sfuggito alla rilettura), è riccamente descrittiva, e suggerisce in modo perfetto le atmosfere e il ritmo che Gennaro ha voluto dare al suo film. Il ritmo, altro elemento tipico del regista canadese.

Parlando del cast, Jude Law è pressochè perfetto, nella parte di Kenneth. Così come anche Rebecca Hall, nell a parte di Victoria, e Mélanie Laurent in quella di Emma. Cillian Murphy interpreta un convincente Paul, mentre rivediamo con enorme piacere la grande Dominique Sanda.

In conclusione, un film certamente di non immediata comprensione, e che necessita di tempo per essere correttamente interiorizzato. Come Arcadia ci ha abituato. Complimenti.
Dopo tanti anni di attività e una quantità pressocchè industriale di pellicole prodotte e premi vinti, a Gennaro, presidente della Arcadia Production, non importa granchè di proporre quel tipo di film che coincidano con le mode del momento e che incontrino il gusto del grande pubblico. Oggi può permettersi il lusso di non preoccuparsi di incassi e numero di settimane di permanenza in classifica, e , giustamente, si concede il piacere di fare solo film che piacciano, soprattutto, a se stesso.
VOTO: 75/100 - 8 al sondaggio
 
Top
view post Posted on 27/9/2012, 16:37
Avatar

Critico

Group:
Moderator
Posts:
2,860

Status:


Ormai è appurato che ad Arcadia (diventato ormai un produttore di film di nicchia) interessano ben poco gli incassi ed è per questo che non ha paura di proporre storie spesso di non facile comprensione e molto poco mainstream. Il desiderio non fa certo eccezione e anzi, secondo me, è il film più oscuro, ermetico e “celebrale” che Arcadia abbia mai prodotto.
Il protagonista è Kenneth, un professore decisamente “a modo”, molto educato e gentile che incontra Victoria, una dipendente del ministero delle finanze, con la quale intrattiene una relazione “amorosa” decisamente atipica. Infatti tra i due non c’è intimità, né gesti affettuosi o tenerezze. Solo una pura affinità intellettuale e, stando a ciò che lo stesso Kenneth dichiara, né lui né Victoria sentono il bisogno di avere anche un rapporto fisico. Poi però il professore conosce Paul, un famoso docente di filosofia, che insinua in lui numerosi dubbi circa la libertà, il piacere sfrenato e la natura intrinseca dell’uomo, una natura feroce e animalesca che deve trovare una sua espressione. All’interno di un bordello di lusso, Kenneth conosce quindi Emma, una giovane prostituta che si innamora di lui e l’animo del professore inizia lentamente a cambiare. Anche lui si lascia andare a quell’inarrestabile desiderio che gli cova dentro e che lui stesso aveva represso fino a quel momento.
Tutta la pellicola ha uno stile molto particolare. Innanzitutto c’è una freddezza generale che caratterizza tutte le scene. Kenneth vive mantenendo sempre un gelido distacco da tutto e tutti; persino quando è in intimità con le due amanti risulta trattenuto e distante.
Ad acuire quest’atmosfera gelida ci sono anche i dialoghi, volutamente molto poco realistici e spesso quasi surreali (emblematica la scena in Paul e Aaron dichiarano, con sorprendente facilità,di provare piacere a massacrare e uccidere donne). Senza dimenticare l’amico di bevute di Kenneth, Ian che apre bocca solo per raccontare nei più minimi dettagli i suoi incubi.
C’è poi anche la magnetica e affascinante sensazione che sia tutto un sogno. Un’atmosfera onirica che pervade tutta la pellicola, grazie proprio alla struttura del film e alle sue scene che spesso si ripetono in modo quasi circolare seguendo uno schema preciso. A tal proposito come un citare la studentessa che punzecchia l’orsacchiotto nell’aula di Kenneth? Oppure lo straniante finale in cui Betsy e Lydia ripetono ininterrottamente le stesse frasi, come fossero dischi rotti. Molto curate e sottilmente inquietanti anche le atmosfere all’interno del bordello in cui i corridoi del piacere sono sempre oscuri e con questi lunghi drappi rossi. Grande attenzione soprattutto ai dettagli, in particolare alla bocca (tutti i personaggi del film fumano come ciminiere!).
Il film propone indubbiamente spunti di riflessione interessanti (il piacere, la libertà sfrenata ad ogni costo, la natura selvaggia dell’uomo) ma ciò che mi ha realmente colpito è l’estetica del film, le sue atmosfere, le sue immagini. Trovo che visivamente sia molto ben fatto e Arcadia ha svolto davvero un gran lavoro.
Se si cercano risposte, questo non è il film più adatto. Sono tanti i temi suggeriti, ma altrettante le cose che rimangono insolute e avvolte nel mistero. Empatizzare con i personaggi è molto difficile, perché come già detto, risultano tutti molto distaccati nel loro modo di essere spesso surreale. Ma anche questo è voluto, è una scelta precisa. Prendere o lasciare.

Credo che la scelta di Cronenberg sia perfetta e infatti il regista fa un lavoro davvero ammirevole rendendo la pellicola estremamente attraente anche sotto l’aspetto visivo.
Molto riuscito anche il cast in cui spiccano il bravo e glaciale Jude Law, e il lascivo Cillian Murphy.

Belle anche le musiche, tutte strumentali e di grande atmosfera (non a caso tratte da altri film di Cronenberg).

Il desiderio non è un film facile e ammetto che molte cose mi sono sfuggite, sicuramente alcuni aspetti non li ho colti. In alcuni momenti ho provato quasi fastidio, soprattutto quando Paul esprime, con una certa saccenza, le sue teorie e parla delle donne come fossero animali utili solo a farsi montare. C’è però un’atmosfera quasi onirica, glaciale eppure al tempo stesso morbosa, che rende il film magnetico e affascinante. Ripeto, spesso difficile da afferrare, ma indubbiamente attraente. Complimenti quindi ad Arcadia per aver portato a CK un film così particolare in barba alle “leggi del mercato”. E spero anche riuscirà a chiarire le numerose scene (apparentemente) “inspiegabili”. 73/100
 
Top
Andrew.
view post Posted on 28/9/2012, 11:35




Recensione della Chimera.

Arcadia fa dirigere a Cronenberg un film che si basa su un tema molto caro al regista, il sesso e la libertà intesa come appagamento dei propri istinti. Tema già affrontato in molte sue opere e che mi ha ricordato in particolare A dangerous Method, coi discorsi tra Jung e Gross, due personaggi molto simili ai protagonisti di questo film, cioè un uomo che lotta per frenare i suoi istinti e un altro che li lascia sfogare liberamente.
Kenneth è inizialmente restivo, sembra non dare molto peso al sesso, ma sotto l'influenza dell'amico capirà a poco a poco che la sua è una maschera che nasconde il "Desiderio".
Oltre a questa trama ce n'è una più defilata, incentrata sugli incuibi di un uomo. Affascinanti, ma di difficile comprensione a una prima lettura il senso di tali incubi e il loro rapporto con quello che accade ai personaggi.
Il film ha degli ottimi personaggi, delle atmosfere stupende che a tratti ricordano Cronemberg, altre Kubrick (atmosfere rese tali anche da una colonna sonora ispirata) ed è tutto intriso di un senso di angoscia e tensione, come se tutto dovesse esplodere da un momento all'altro (sensazioni simili le ho provate in Eyes Wide Shut).
Il problema è che non esplodono mai, come accade nei film di Cronenberg.
Arcadia nell'intervista parla di film coraggioso, invece secondo me è mancato proprio il coraggio di osare e spingersi oltre. Se ci si pensa bene, nel film c'è un uomo che prima è titubante riguardo il sesso e poi decide di farlo con una prostituta, lasciandosi con la fidanzata. Insomma, non ho visto in questa trama elementi particolarmente disturbanti o estremi, non accade nulla di insolito o gravoso per i personaggi, tanto che non si nota mai sofferenza e il tutto è molto freddo e sbrigativo (tanto che mi sono chiesto alla fine perchè il racconto di Mishima fosse considerato così delicato o controverso).
I personaggi hanno delle pulsioni macabre che però non portono a compimento, ho colto anche della tensione omosessuale che non viene però approfondita, gli incubi di Ian non hanno il giusto inquadramento nel contesto del film e sembrano messi lì solo per bellezza, come dei quadri. Infine lo sfondo in cui si muovono, con un accenno a dei disordini sociali, è solo appena accennato.
Non so sei il tutto sia stato voluto, ma con delle basi simili molto promettenti mi sarei aspettato di vedere almeno un filo di emozioni, invece tutto fila liscio come se niente fosse e se non fosse stato per le buone atmosfere create, il film non avrebbe lasciato poi granchè.
Poco da ridire sulla sceneggiatura che ho trovato scritta molto bene, con descrizioni minuziose (a volte anche troppo, dato che in ogni scena c'è un attenzione quasi morbosa nei confronti delle sigarette e dei sigari che vengono accesi), e dialoghi azzeccati e spesso carichi di significato (bellissima la frase sulla conoscenza che va condivisa). E' breve, e questo è un pregio perchè permette di leggere tutto quanto senza stancarci, ma non si può dire che un allungamento non avrebbe giovato.

David Cronenberg, come ho detto, è un regista perfetto per il soggetto trattato, dato che si parla di mutazioni (in questo caso interiori) e pulsazioni sessuali, ma allo stesso tempo lo trovo un po' sprecato per un'opera che pur essendo nelle sue corde, non riesce a sprigionare tutto il suo potenziale, risultando come costretto in una sceneggiatura che non osa più di tanto. E' sempre ingiusto fare paragoni coi film reali, ma pensando a un film simile per tematiche come M. Butterfly, là ricordo una componente emotiva e drammatica che era alle stelle, in confronto a quest'opera.
Il cast è scelto ottimamente, perchè ho già detto di come abbia apprezzato i personaggi e le loro caratterizzazioni e le scelte degli attori calzano a pennello. La sceneggiatura costringe anche loro in ruoli che non permettono di regalarci grossi scossoni emotivi, ma quello che fanno e dicono è comunque memorabile. Spiccano su tutti Jude Law e Cillian Murphy. Melanie Laurent è affascinante come poche, ma il suo personaggio è stato poco approfondito e risulta poco credibile nel suo innamoramento che avviene nel giro di qualche scena. Anche lei sembrava inizialmente piena di potenzialità drammatiche (una donna usata come schiava e che ama esserlo) ma tali elementi rimangono sospesi senza essere approfonditi e in lei non notiamo un barlume di sofferenza.

Voto: 67


Non è la prima volta che commento un film d'Arcadia in questo modo. Buon soggetto con grosse potenzialità, ma non sfruttato a dovere, risultanto un po' troppo breve e non permettendoci di gustare in pieno le emozioni che avrebbe potuto darci. Qua la delusione è doppia, perchè se in film come Don Giovanni o Gang Bang forse non c'era poi molto altro da approfondire, le premesse e gli obiettivi questa volta erano molto alti. Temi piccanti e controversi, personaggi ambigui, atmosfere languide e inquitanti, immagini impressionanti e oniriche e il tutto diretto da un regista che nella realtà sforna un capolavoro dopo l'altro. Gli ingredienti c'erano tutti, ma il modo in cui sono stati cucinati mi è parso sbrigativo ed è venuta fuori una pietanza apprezabile, ma lontana da quello che poteva in realtà dare e da quello che secondo me Arcadia avrebbe voluto dare. Non so se il problema sia il poco tempo a disposizione (ultimamente Gennaro mi sembra arrivare sempre all'ultimo minuto quando si tratta di scrivere un film con una scadenza), in ogni caso noto nei suoi ultimi lavori una riduzione dell'impegno messo rispetto ad altri film del passato che erano più lunghi e dettagliati.
Sperando che mi perdoni per le parole dure che ho usato (ma con un veterano come lui posso permettermele) e per l'ultimo commento che è una pura considerazione personale, gli auguro comunque di continuare a fare tanti film, perchè comunque i suoi lavori non sono mai banali e si differenziano da quelli che di solito guardiamo.

Edited by Andrew. - 28/9/2012, 14:41
 
Top
Arcadia1983
view post Posted on 28/9/2012, 12:28




grazie finora a chi ha letto e recensito il film. nei prossimi giorni rispondo alle recensioni.
 
Top
Clint1994
view post Posted on 28/9/2012, 13:38




Cronenberg si scrive con la N, non con la M!! :P

(presto arriva anche la mia recensione)
 
Top
Arcadia1983
view post Posted on 28/9/2012, 13:56




CITAZIONE (Clint1994 @ 28/9/2012, 14:38) 
Cronenberg si scrive con la N, non con la M!! :P

ecco, appunto, prima cosa da togliere nelle risposte alle recensioni, che ci saranno e lo anticipo che saranno molto "battagliere", più che per gli altri film.

già che ci sono, il sito: http://misterarcadia.altervista.org/desideriohome.htm (ma domani provo a mettere una sezione sul racconto e sull'autore).
 
Top
Andrew.
view post Posted on 28/9/2012, 13:58




Corretto, scusate!
 
Top
view post Posted on 30/9/2012, 22:57

Attore/Attrice

Group:
Member
Posts:
3,748
Location:
bologna...

Status:


LARGO AL FACTOTUM!
Le recensioni di Francis Delane


Dunque, dopo Gang Bang avevo auspicato una lunga serie di film in cui io e Gennaro, dopo tante incomprensioni in sede recensoria (mai personale), cominciassimo finalmente a comprenderci. E la cosa effettivamente ha cominciato, quindi mi dispiace tornare a dire che be', questo film, dopo una prima metà ottima, non riesce a chiudere bene.

Il tema era qualcosa che mi tocca da vicino, visto che anch'io sto pensando a un film sul sesso da portare al Love&Smiles (ma in chiave di commedia). E quindi la storia di un professore che perde il controllo di sé per colpa di una prostituta (storia non nuovissima, vedi L'angelo azzurro di von Sternberg) non poteva non interessarmi. Se diretta da Cronenberg e scritta da Gennaro, che sappiamo essere maestro di psicologie contorte, anche meglio.

E per la prima ora, finché Kenneth/Jude Law (bravissimo) non si decide a cedere ai suoi desideri, il film fila a meraviglia, con un'atmosfera oppressiva da paura, immagini di una solitudine esistenziale cupa e grigia. E per quanto mi stia antipatico il "Mefistofele" Cillian Murphy, che tenta il "Faust" Jude Law, ammetto che l'idea della liberazione sessuale e dei dubbi del professorino cattura l'attenzione e funziona anche bene, conducendoci con una discesa lenta ed efficace fino alla Casa delle Bambole e all'ingresso in scena delle bellissima Emma di Mèlanie Laurent.

E lì iniziano i guai, perché gli eventi successivi sembrano essere radunati lì senza però essere stati ordinati. I dialoghi con le fantasie brutali, la partenza di Paul, il crescere del sentimento: accade tutto troppo in fretta, non ci viene dato il tempo di sentire le situazioni, di tentare non dico di capire (scelta coraggiosa ma riuscita quella di non far mai parlare Paul di sé, facendoci vedere solo le sue azioni), ma almeno di viverle. Si arriva a un finale ambiguo e senza risposte, anche sgradevole e aperto (qualità anche questa apprezzabile, per chi già prevedeva una facile tragedia), quasi di getto.

Se nei film di Cronenberg, dice Canova, "si sente la fatica del pensare", be', qui allora viene quasi a dire che Gennaro sia crollato sotto il peso di questa fatica a un certo punto, e si sia trascinato fino alla fine con le poche idee rimaste. Purtroppo, perché l'atmosfera delle singole scene invece regge maledettamente bene, accidenti a lui!

VOTO: 70/100. Un capolavoro mancato, come Mercoledì delle Ceneri (ma più riuscito).
 
Web  Top
Oren productions
view post Posted on 4/10/2012, 23:43




Visto anche l'ultimo film del Festival di Roma.
Arcadia va in scena con una nuova pellicola che ricalca i passi dei suoi precedenti film. Ovvero, vicende che suscitano grande interesse al produttore senza tener conto delle "mode" del momento. Questo è indubbiamente un pregio. Con molto coraggio Arcadia, come dice spesso, scrive film che piacciono soprattutto a lui.

Evito di riassumere la pellicola visto che è gia stato sicuramente fatto nelle altre recensioni. Il Desiderio, è un film alquanto ambiguo e fuori dagli schemi classici. Ha molti punti di forza, ad esempio i personaggi. Jude Law è perfetto per la parte, il suo volto quasi apatico si sposta in questi luoghi ed in queste atmosfere interagendo con ciò che lo circonda senza mai sembrare veramente catturato o interessato a qualcosa. Il suo rapporto con Vicktoria ne è un esempio. L'uomo sembra che la ignori, ed infatti alcune "tenerezze" tra i due, come quando si sfiorano le dita e si sorridono, sembrano quasi delle note stonate che non appartengono al suo personaggio. Murphy invece è l'esatto opposto, il suo contrario che plagia il protagonista facendolo liberare dalla sua corazza. Tutto nella prima parte si sorregge bene ed ha una sua evoluzione. Dopo che il protagonista cede ai suoi impulsi, tutto viene vanificato. L'ansia che era stata costruita con Jude Law che rifiuta il sesso, viene spezzata quando scopriamo che lui ha ceduto e lo vediamo già avere un rapporto con Emma. Insomma, abbiamo assistito a tutta la sua resistenza ma ci siamo persi il momento in cui ha ceduto, si è liberato. Eppure tutta la pellicla fino a quel punto faceva perno solo su quel momento. Non capisco quindi perché sia stato omesso. Questo è il più grande difetto che ho riscontrato. Poi altri punti come l'amore fra il protagonista e Vicktoria, non ha uno sviluppo, ho scoperto che convivevano quando l'ha detto ad Emma. Così come le vicende di Ian ed i suoi sogni, non ho capito a cosa servisse, qual'era la sua parte nel film.

Voto 63

Il desiderio è un film lontanissimo da me, sono molto più "superficiale". Posso però dire che a parer mio, Arcadia, crea un buon film, come sempre scritto benissimo, che nella prima parte cattura con i suoi splendidi personaggi ( Law e Murphy), le sue atmosfere inquietanti e dialoghi molto belli e pungenti. Il finale mi lascia perplesso, ma è l'insieme che non ho compreso del tutto ed ha fine film mi ha fatto pensare: "tutto qui?".
 
Top
Andrew.
view post Posted on 5/10/2012, 11:53




CITAZIONE
Il desiderio è un film lontanissimo da me, sono molto più "superficiale".

Mah, questa considerazione secondo me lascia il tempo che trova e non è nemmeno vera, dato che comunque hai dimostrato con Seven Days che ti interessano anche storie intime e riflessive.
Insomma, se un film è fatto bene piace a prescindere dai nostri gusti personali e viceversa, no?
 
Top
22 replies since 26/9/2012, 08:33   2482 views
  Share