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Il Desiderio (Festival di Roma 2012)
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Il Desiderio (Festival di Roma 2012), Arcadia Production

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Hermetico
view post Posted on 27/9/2012, 16:37 by: Hermetico
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Ormai è appurato che ad Arcadia (diventato ormai un produttore di film di nicchia) interessano ben poco gli incassi ed è per questo che non ha paura di proporre storie spesso di non facile comprensione e molto poco mainstream. Il desiderio non fa certo eccezione e anzi, secondo me, è il film più oscuro, ermetico e “celebrale” che Arcadia abbia mai prodotto.
Il protagonista è Kenneth, un professore decisamente “a modo”, molto educato e gentile che incontra Victoria, una dipendente del ministero delle finanze, con la quale intrattiene una relazione “amorosa” decisamente atipica. Infatti tra i due non c’è intimità, né gesti affettuosi o tenerezze. Solo una pura affinità intellettuale e, stando a ciò che lo stesso Kenneth dichiara, né lui né Victoria sentono il bisogno di avere anche un rapporto fisico. Poi però il professore conosce Paul, un famoso docente di filosofia, che insinua in lui numerosi dubbi circa la libertà, il piacere sfrenato e la natura intrinseca dell’uomo, una natura feroce e animalesca che deve trovare una sua espressione. All’interno di un bordello di lusso, Kenneth conosce quindi Emma, una giovane prostituta che si innamora di lui e l’animo del professore inizia lentamente a cambiare. Anche lui si lascia andare a quell’inarrestabile desiderio che gli cova dentro e che lui stesso aveva represso fino a quel momento.
Tutta la pellicola ha uno stile molto particolare. Innanzitutto c’è una freddezza generale che caratterizza tutte le scene. Kenneth vive mantenendo sempre un gelido distacco da tutto e tutti; persino quando è in intimità con le due amanti risulta trattenuto e distante.
Ad acuire quest’atmosfera gelida ci sono anche i dialoghi, volutamente molto poco realistici e spesso quasi surreali (emblematica la scena in Paul e Aaron dichiarano, con sorprendente facilità,di provare piacere a massacrare e uccidere donne). Senza dimenticare l’amico di bevute di Kenneth, Ian che apre bocca solo per raccontare nei più minimi dettagli i suoi incubi.
C’è poi anche la magnetica e affascinante sensazione che sia tutto un sogno. Un’atmosfera onirica che pervade tutta la pellicola, grazie proprio alla struttura del film e alle sue scene che spesso si ripetono in modo quasi circolare seguendo uno schema preciso. A tal proposito come un citare la studentessa che punzecchia l’orsacchiotto nell’aula di Kenneth? Oppure lo straniante finale in cui Betsy e Lydia ripetono ininterrottamente le stesse frasi, come fossero dischi rotti. Molto curate e sottilmente inquietanti anche le atmosfere all’interno del bordello in cui i corridoi del piacere sono sempre oscuri e con questi lunghi drappi rossi. Grande attenzione soprattutto ai dettagli, in particolare alla bocca (tutti i personaggi del film fumano come ciminiere!).
Il film propone indubbiamente spunti di riflessione interessanti (il piacere, la libertà sfrenata ad ogni costo, la natura selvaggia dell’uomo) ma ciò che mi ha realmente colpito è l’estetica del film, le sue atmosfere, le sue immagini. Trovo che visivamente sia molto ben fatto e Arcadia ha svolto davvero un gran lavoro.
Se si cercano risposte, questo non è il film più adatto. Sono tanti i temi suggeriti, ma altrettante le cose che rimangono insolute e avvolte nel mistero. Empatizzare con i personaggi è molto difficile, perché come già detto, risultano tutti molto distaccati nel loro modo di essere spesso surreale. Ma anche questo è voluto, è una scelta precisa. Prendere o lasciare.

Credo che la scelta di Cronenberg sia perfetta e infatti il regista fa un lavoro davvero ammirevole rendendo la pellicola estremamente attraente anche sotto l’aspetto visivo.
Molto riuscito anche il cast in cui spiccano il bravo e glaciale Jude Law, e il lascivo Cillian Murphy.

Belle anche le musiche, tutte strumentali e di grande atmosfera (non a caso tratte da altri film di Cronenberg).

Il desiderio non è un film facile e ammetto che molte cose mi sono sfuggite, sicuramente alcuni aspetti non li ho colti. In alcuni momenti ho provato quasi fastidio, soprattutto quando Paul esprime, con una certa saccenza, le sue teorie e parla delle donne come fossero animali utili solo a farsi montare. C’è però un’atmosfera quasi onirica, glaciale eppure al tempo stesso morbosa, che rende il film magnetico e affascinante. Ripeto, spesso difficile da afferrare, ma indubbiamente attraente. Complimenti quindi ad Arcadia per aver portato a CK un film così particolare in barba alle “leggi del mercato”. E spero anche riuscirà a chiarire le numerose scene (apparentemente) “inspiegabili”. 73/100
 
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22 replies since 26/9/2012, 08:33   2482 views
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