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Stria (Festival di Roma 2012)
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Stria (Festival di Roma 2012), Clint94 Production

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Francis Delane
view post Posted on 30/9/2012, 21:42 by: Francis Delane

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LARGO AL FACTOTUM!
Le recensioni di Francis Delane


Al termine delle proiezioni, l'unico pensiero razionale che mi viene in mente è che più passano gli anni, più Clint diventa poetico. Mi alzo in piedi e applaudo anch'io per questa opera veramente originale di Clint, originale per lui ma anche nel panorama dello pseudo-cinema italiano.

La storia l'hanno riassunta abbastanza bene i precedenti recensori, quindi mi asterrò dal farlo anch'io, e dirò subito che sono d'accordo con Andrew, la parte più riuscita è sicuramente quella del trio di bambini (fra l'altro, ma sono l'unico cui la struttura del film ha ricordato IT?), dove è ricostruita benissimo l'ansia e l'eccitazione del diventare grandi, il brivido dell'avventura, ma anche le tremende dinamiche semianimalesche che si instaurano a quell'età (vi avviso: non amo i bambini).

E apprezzo moltissimo l'ambiguità del finale: Chiara decide di superare il senso di colpa, ma non è guarita affatto, le illusioni dell'inconscio sono rimaste. Fabio, invece, non guarisce e si suicida. Se la forza di Chiara consiste nell'aggrapparsi a un'illusione... insomma... ci sono tutti gli elementi per dubitare del lieto fine della vicenda.

Dal punto di vista visivo, poi, il film è impeccabile, e la scena nella caverna dove si scopre la verità fa accapponare la pelle. Cast ben scelto, con due protagonisti in gamba (la Mezzogiorno e Rossi Stuart) e un contorno di ottimi caratteristi, oltre che tre attori giovani perfetti. Musica ovviamente bellissima, visto chi è l'autore.

Il punto debole del film è la storia degli adulti, che hanno nettamente meno spazio rispetto ai protagonisti, e i cui percorsi sono meno appassionanti. Ammetto, anzi, di aver fatto fatica a comprendere il perché del suicidio di Fabio: o meglio, non faccio fatica a capire che non sopporta il senso di colpa, ma questa sua fragilità viene fuori quasi all'improvviso, dopo tutto un film in cui non era mai stata suggerita. Si accenna ai suoi problemi di droga, ma chi cade nel vortice della droga e riesce a uscirne ha una certa forza di volontà, credo io, e almeno prova a mediare col rimorso; se invece era rimasto fragile, di questa sua fragilità dovevano essere date, credo, altre prove. Però qui resta da capire in che misura sia un difetto di Clint, e in che misura lo sia della fonte originale.

In conclusione, il film di Clint è un ottimo film horror italiano, solido, ben costruito, con un cast perfetto, una grande regia e una bellissima ambientazione. Con un po' più di cura nella sceneggiatura, sarebbe stato un capolavoro del genere.

VOTO: 75/100 (7 al sondaggio)

 
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