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Scomparsa (Festival di Roma 2012)
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Scomparsa (Festival di Roma 2012), Hermes Productions

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Clint1994
view post Posted on 24/9/2012, 16:06 by: Clint1994




SCOMPARSA by Clint94

Attendevo molto questo film di Hermetico, sia per le qualità del produttore sia per il soggetto di base, che sembrava alquanto promettente. “Scomparsa” è una classica storia di sequestro di persona da parte di uno psicopatico, ma si distingue dagli altri film di questo genere perché più che sul rapimento in sé si concentra sulle conseguenze che esso ha a livello psicologico su Annie, la ragazza rapita, e sui retroscena che stanno alla base del rapimento. Gli spunti per un'ottima storia quindi ci sono tutti, e vengono ben sfruttati. La scena dei titoli di testa, un flashback in bianco e nero con una musica malinconica in sottofondo, che mostra quelli che poi scopriremo essere dei frammenti di ricordi del personaggio del sequestratore, è scritta benissimo (oserei dire che è la scena più riuscita di tutto il film) e fa entrare subito lo spettatore nelle atmosfere cupe della storia. Dopo questa sorta di prologo facciamo la conoscenza della protagonista, Annie O'Sullivan, una giovane agente immobiliare con un fidanzato che ama, una donna come molte altre insomma. Ma Annie viene rapita da David, un uomo in apparenza gentile e cortese, che si rivelerà essere un pericoloso psicopatico. La struttura narrativa del film a questo punto si complica, perché ripercorriamo le varie fasi della prigionia di Annie attraverso delle sedute psichiatriche fatte dalla donna una volta libera, e allo stesso tempo assistiamo, in alternanza alla prigionia, a scene della sua vita attuale. Sappiamo già dunque che Annie si libererà del suo sequestratore, ma la tensione resta comunque, perché non sappiamo come questo accadrà, e soprattutto non sappiamo la sorte di David. La struttura narrativa è complessa, ma si riesce comunque a seguire tutta la storia senza problemi. Tutta la parte del sequestro è fatta bene, ma è un po' ripetitiva (soprattutto nelle scene di violenza sessuale che subisce la protagonista, che sono veramente tante, e qualcuna si poteva anche tagliare) e non mi è piaciuta tutta la parte relativa alla bambina. L'ho trovata poco credibile e abbastanza inutile ai fini della storia. Portare avanti una gravidanza è difficile per una persona normale, figuriamoci per una donna rapita e costretta a vivere come vive Annie; e il modo in cui viene descritto il parto mi è sembrato molto poco verosimile. Annie partorisce lì in casa con troppa facilità, e si rimette in sesto subito. Non so, non me ne intendo di gravidanze :P , ma penso che sia tutto molto più complesso e difficile; il modo in cui la gravidanza e il parto vengono descritti nel film mi sono sembrati troppo semplicistici. Anche perché, come dicevo, la nascita e la morte precoce della bambina non sono così fondamentali nella storia: rappresentano un'ulteriore trauma per Annie, ma di traumi ne aveva già subiti abbastanza per essere sconvolta a livello psicologico come la vediamo nel presente. Ciò che ho trovato più interessante in tutta la parte riguardante la bambina è il rapporto che David ha con lei. Sembra che David tenga molto ad avere un figlio, ma quando nasce la bambina appare smarrito, quasi spaventato e un po' invidioso della piccola. Quando nasce sua figlia, si preoccupa solo del fatto che Annie partorendo ha sporcato tutta la stanza e quando la sente gridare, durante il parto, invece di aiutarla va nel panico come un bambino. Una volta nata la bambina, non sta mai con lei, la spaventa spesso e quando muore rimane indifferente; ma subito dopo dice a Annie di volere un altro figlio. Questo desiderio di avere un figlio, ma poi la paura e la gelosia che la nascita della bambina provoca in David, mi sono sembrati molto interessanti e realistici anche in riferimento agli uomini in generale; da questo punto di vista, David è psicologicamente descritto molto bene. Devo dire che all'inizio mi aveva un po' deluso come personaggio, perché quando si parla di sequestratori psicopatici ci si immagina dei personaggi folli, ma con una loro grandezza malvagia, non so se mi spiego. David invece è un uomo debole, ossessionato dal ricordo della madre adottiva, una prostituta che gli voleva bene ma che veniva continuamente maltrattata dal marito. Man mano che leggevo, comunque, mi sono ricreduto e ho rivalutato in positivo il personaggio di David: l'intento di Hermetico era quello di descrivere un pazzo in maniera realistica, mostrandone tutti i limiti, le debolezze e la fragilità, e non un affascinante genio del male. David mostra spesso segni di estrema fragilità, e infatti tra lui e Annie nasce un legame particolare: non sono più solo vittima e carnefice, fra di loro c'è un rapporto di dipendenza reciproca; Annie sente la mancanza di David quando questi va via, a volte prova tenerezza per lui, e “si odia perché non sempre lo odia”. Il rapporto tra i due è insomma molto complesso (anche se certe sfumature di questo rapporto più che dalle scene in sé arrivano allo spettatore grazie alla voce fuori campo di Annie che illustra i suoi sentimenti, ed è una trovata un po' “facile”). Comunque, alla fine prevale (giustamente) l'odio, e più o meno a metà film David viene ammazzato con un'ascia da Annie. Mi aspettavo di assistere solo nel finale alla morte di David, e mi ha spiazzato il fatto che questa avvenisse così presto, perché mi chiedevo cos'altro poteva succedere. Invece di cose ne succedono ancora, e non poche. Per tutta la seconda parte ci si concentra sulle conseguenze che il rapimento ha avuto su Annie, e la vediamo quindi completamente diversa rispetto a prima: è una donna trascurata, spaventata, aggressiva, che fa il vuoto attorno a sé quasi involontariamente, arrivando al punto di non fidarsi più di nessuno, neanche delle persone che le sono più care. Tutto questo è molto interessante perché in genere le storie di rapimenti si fermano quando la persona rapita viene liberata; invece Hermetico ci mostra che un'esperienza così traumatica continua a segnare la vita di chi ne è vittima anche dopo la liberazione. Annie è ormai schiava dei ritmi e delle regole imposte da David e continua a rispettarle anche dopo la liberazione. Inoltre si mostra ostile anche con chi la vuole aiutare e in questo modo allontana da sé anche le persone che le vogliono bene (Luke, Christine). L'unica persona con cui sembra disposta ad aprirsi è Gary, il poliziotto che indaga sul suo rapimento. Tuttavia alla fine questo suo comportamento si rivela essere pienamente giustificato, perché dietro a tutto ci sono davvero le persone a lei più care, ossia sua madre e il patrigno. Penso che Jessica Lange avrà delle ottime chance agli Awards come attrice non protagonista, perché nella seconda parte il suo personaggio acquista un'aura drammatica veramente notevole e lei è straordinaria. Lorraine è forse nel complesso il personaggio più riuscito del film ed è davvero memorabile nella scena finale in cui incontra Annie nella stanza degli interrogatori. Il rapporto madre-figlia è un altro dei temi principali del film. Un rapporto profondo, che nasconde però un grande odio represso da parte di Lorraine, che inconsciamente (ma forse neanche tanto) attribuisce ad Annie la colpa per la morte del marito e della figlia maggiore (agghiacciante lo scambio di battute finale, quando Lorraine si giustifica per ciò che ha fatto involontariamente ad Annie dicendo che è come ciò che Annie ha fatto a suo padre e sua sorella). Tra l'altro mi chiedevo come mai il sequestratore, Simon Rosseau, si fa chiamare da Annie “David”, proprio come il padre della ragazza: che sia stata proprio Lorraine a dirgli di farsi chiamare così, per una sorta di perversa vendetta per la morte del marito? Ad ogni modo la figura di Lorraine, nel suo frivolo orgoglio, è forse anche più agghiacciante di David, al quale si può sempre dare l'attenuante della pazzia. Ma far rapire la propria figlia solo perché ottenga un maggior successo in campo lavorativo e di conseguenza per non dover più subire gli sfottò della sorella-rivale significa essere altrettanto malati.
Perfetta dunque Jessica Lange, ma che dire degli altri membri del cast? Josh Brolin è una scommessa vinta, perché si rivela assolutamente credibile nella parte del folle rapitore (nomination come non protagonista anche per lui?). Quella che mi lascia più combattuto sul giudizio da dare è proprio Natalie Portman, che, a mio avviso, non era l'attrice più adatta per interpretare un personaggio del genere. Annie è una donna qualunque, che si ritrova catapultata in una situazione tremenda dalla quale resta profondamente segnata. La Portman era perfetta per la Annie dell'inizio, ma in tutta la parte del rapimento e soprattutto dopo, quando la vediamo trascurata, aggressiva e ostile verso tutto e tutti, facevo fatica a immaginare Annie col suo volto. Forse ci voleva un'attrice con un viso meno dolce e grazioso, un'attrice dalla bellezza più “normale”. O forse sono solo io che sono troppo esigente quando si parla di Natalie, dato che è la mia attrice preferita :P . Comunque, anche se io non la trovo fisicamente molto adatta alla parte e avrei preferito qualcun altra, è innegabile che la sua interpretazione sia ottima, perché è in scena sempre, dall'inizio alla fine, e ha modo di esprimere un'intensità notevole. Per il resto, gli attori per i personaggi secondari sono ben scelti, in particolare mi ha fatto piacere rivedere quel grande caratterista che è J. K. Simmons.
Ben Affleck alla regia è una scelta per nulla scontata, che apprezzo. Affleck, dopo aver subito tante critiche come attore, è rinato come regista e per ora ha sfornato due film davvero interessanti (il terzo uscirà tra uno o due mesi). “Scomparsa” si rifà alle atmosfere di “Gone baby gone” e Affleck fa un ottimo lavoro.
Abbastanza buone, ma non memorabili, anche le musiche. Mi sono piaciuti molto i due brani di Adam Hurst. Come soundtrack, però, Hermetico ha fatto di meglio con “Nemesis”.
La locandina è semplice, ma bella. Quel bagliore nell'occhio di Natalie Portman è molto affascinante.
In definitiva, “Scomparsa” è un ottimo thriller, molto complesso e interessante, con un trio di personaggi (Annie, David e Lorraine) davvero riusciti e difficili da dimenticare. Non tutto funziona proprio perfettamente, soprattutto nella prima parte, un po' troppo ripetitiva e con alcune scene poco realistiche (in un film che punta invece moltissimo sul realismo), ma il risultato complessivo è sicuramente ammirevole. A mio avviso, è il miglior film di Hermetico dopo “Miserere”, che resta una spanna più in alto.

VOTO: 7,5
 
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