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Looking for Hope (festival di Roma 2012)
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Looking for Hope (festival di Roma 2012), Gruppo Fraludada

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Andrew.
view post Posted on 20/9/2012, 12:14




Looking for Hope
Gruppo Fraludada


Film da scaricare:
http://cinematikcontest.altervista.org/fes...NG_FOR_HOPE.doc



INTERVISTA

Anche se non è certo la prima volta che vi partecipi, dicci: che emozione si prova a concorrere al Festival di Roma?

Fortissima. Vedere di fronte a te la grande sala, il maxischermo, i posti d'onore... pelle d'oca ogni volta. E con un progetto così, poi...

Se non sbaglio ti presenti qui per la seconda volta col tuo regista preferito Tim Burton... e stavolta sembra che tu sia tra i "favoriti". Pensi di riuscire a vincerlo stavolta il prestigioso Colosseo d'Oro?

Sì! Questa volta credo proprio di avere ottime possibilità, si potrebbe dire che per una volta ho fatto proprio un film da Festival. Ormai, qua a CK sto iniziando ad adottare la tecnica di Scorsese: “un film per me, un film per
voi”, qualcosa che so vi attirerà e progetti più personali. Anche se questo film rientra in entrambe le categorie.

Torniamo a Tim Burton... perchè hai scelto proprio Tim e, soprattutto, che film dobbiamo aspettarci da lui questa volta?

Perché Alice in Wonderland è stata la molla originaria di tutto quanto. Ho visto il film e, quando ancora tentavo di difenderlo, ho letto i vostri commenti. E mi è venuta l'idea allora di raccontare la storia di questo regista di successo che però sente di aver perso qualcosa, coinvolto in una storia che comincia normalmente ma poi diventa sempre più assurda. E solamente Tim poteva dirigerla, e solamente Johnny poteva interpretarla. E poi, perché questo è un film profondamente personale, ci ho messo dentro due anni di riflessione sul cinema, sulla vita, sulla fantasia... poteva dirigerlo solo lui. Riguardo a cosa aspettarvi, vi dirò che è del tutto assente il gotico, e che invece
abbonda la fantasia.

Si tratta di un'altra tua opera originale, ma quali sono state le tue fonti di ispirazione?


Ok, tenterò di fare un breve elenco: 8 ½ innegabilmente, per il protagonista; Parnassus di Gilliam per la riflessione sulla fantasia; Arizona Dream di Kusturica per gli slittamenti realtà/immaginazione; The Blues Brothers per il
tentativo di dare una patina di realismo a una vicenda fantasiosa; i cartoni disneyani per l'ottimismo di fondo; i Monty Python per certi tratti grotteschi; The Truman Show per l'idea di McClusky... Senza contare le suggestioni
letterarie, dalla magica triade Pinocchio – Peter – Alice, a Frank che richiama la Morte medievale. E la pianto qui perché l'elenco sarebbe lungo.

Parlaci ora delle tue scelte di cast, a partire dall'immancabile Johnny Depp, senza dimenticare gli altri componenti di una squadra d'attori veramente gustosa...


E' un cast terminato all'ultimo momento, con aggiunte e modifiche varie. Ma fin dall'inizio era compresa Winona, di cui sono platonicamente innamorato da quando ho visto Beetlejuice, e che con le sue vicende e la sua carriera era
perfetta per rappresentare Hope. Fin dall'inizio era compresa Saoirse, vista e apprezzata in Amabili resti di Jackson, con quei grandi occhi azzurri spalancati per la sorpresa sul mondo, per quanto avessi valutato l'idea di fare del suo personaggio quello di una donna più matura, dandolo a Kate Winslet (e infatti il personaggio si chiama Kate). Mike si è aggiunto nella seconda stesura, e ha assunto sempre più spazio, nell'interpretare l'altro protagonista del film, quello che nella vita ha fatto le scelte opposte a Johnny non ricavandone però maggior soddisfazione. Al era anche lui compreso dall'inizio, solo lui poteva interpretare il padre di Winona, come avrebbe già dovuto fare nel Padrino – Parte III, con quell'aria perennemente sorniona come un gatto, sembra un bambino nel corpo di un uomo anziano, ed è perfetto per un ex direttore di una sala cinematografica. Ho scelto Danny nel ruolo del cattivo perché non ho mai voluto fare di McClusky il signore del male, qualcuno da temere, ma un semplice imbonitore, neanche troppo furbo... un ometto, insomma.
Quanto agli altri, devo segnalare Alan Van Sprang che è il mio omaggio solito alla serie tv The Tudors, nel ruolo ambiguo e importante di Frank Marshall, e Carrie Fisher, ex principessa Leia.

Il pregio e il difetto principale del tuo film?


Sempre lo stesso: è un film personale. E soprattutto, è un sogno. Quindi, estremamente libero, senza differenze sostanziali fra sequenze reali e squarci fantastici. Ero molto preoccupato, lo sono ancora, per questo aspetto del film, è la prima volta che lo faccio... Speriamo vada bene.

Quando uscirà il tuo film nelle sale?

Non lo so. Probabilmente dopo Halloween, però, per non intralciare The Vampire Club.

Pronostico secco: chi vince il festival?

Spiacente, questa è una domanda cui non rispondo mai.
 
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Andrew.
view post Posted on 20/9/2012, 14:12




Recensione della Chimera.


Era da tempo che aspettavamo questo progetto, annunciato diverse volte, con anticipazioni gustose. Eppure ammettiamolo, molti di noi erano scettici perchè non è che impazzissimo all'idea di rivedere l'accoppiata Burton-Depp dopo gli ultimi film discutibili.
Francis però ci ha fregati tutti, perchè è proprio di questo che parla il film, di Tim Burton. Il film non è altro che un enorme gesto d'amore del produttore nei confronti di questo regista, che mostra quanto profonda sia l'ammirazione che ha per lui e che, lo ammetto, mi ha un po' aperto gli occhi su quella che è la situazione reale del regista, spesso insultato o deriso, magari ingiustamente. E leggendolo, pensavo che il vero Tim Burton dovrebbe leggere questa sceneggiatura dalla quale potrebbe cogliere non solo dei complimenti, ma anche degli importanti consigli. Credo l'apprezzerebbe molto.
Ma bando alle ciance e parliamo del film, che sprizza "Disney" da tutti i pori, a partire dai nomi dei personaggi. Tom e Jerry sono due uomini in preda a problemi esistenziali, ma opposti. Il primo si è svenduto rinunciando alle sue idee, il secondo non vuole invece concedersi al pubblico per paura di svendersi e forse di crescere. Non a caso sono scelti i soprannomi datigli dalla simpaticissima Kate: Pinocchio e Peter Pan. Questo bizzarro trio si mette in marcia per andare a cercare Hope, una loro amica in comune che sembra li richiami nel suo paese natale. Dopo alcune vicessitudini, si scoprirà che la ragazza è in realtà in coma e li hachiamati per portare avanti il suo progetto, cioè ostacolare un colosso dell'intrattenimento televisivo che vuole realizzare un grande reality in una città, trasformandola in un set televisivo. La realtà rischia di mescolarsi alla finzione e allora i nostri eroi sono chiamati a fermare tutto questo, per far sì che la gente possa restare coi piedi per terra, senza però rinunciare alle proprie idee.
Attorno a loro ruotano altri personaggi secondari, ma di tutto rispetto, ognuno con le proprie stranezze, tutti caratterizzati molto bene.
Il finale è prevedibile, si sapeva che non poteva che esserci un lieto fine con il risveglio di Hope, eppure quella scena è riuscita a commuovermi ed è una cosa che mi capita raramente a cinematik. Sarà stato il modo in cui è stata girata (te la immaginavi come se avessi uno schermo davanti), sarà stata la simpatia che ogni personaggio è riuscito a trasmettermi e il fatto che mi ci sia affezzionato in fretta.
Il merito va come al solito alla sceneggiatura di Francis che pur essendo distante dal mio stile preferito, lunga e piena di dettagli, è innegabile come riesca a farti vedere le immagini come se ti trovassi al cinema.
Difficile trovare difetti in questo film. Potrei dire che la parte del viaggio non rimane particolarmente impressa o che una sforbiciata qua e là avrebbe reso la lettura meno lunga senza rovinare il risultato finale, oppure che il personaggio Frank Marshall non mi ha convinto perchè non si capisce alla fine se sia buono o cattivo o quale sia il suo reale scopo. Ma sono piccoli difetti che non rovinano affatto la visione.


Tim Burton. Non poteva esserci regista diverso. O forse sì, dato che in questo modo può sembrare una cosa un po' troppo autoreferenziale, ma io l'ho apprezzato perchè è come se il regista facesse una presa di coscienza riconoscendo i suoi errori e ritrovando la voglia di ricominciare con nuove idee. Insomma, nella realtà mi sarebbe piaciuto vederlo dirigere un film simile. Poi il film è intriso di elementi fantasiosi (Topolino che esce dallo schermo è stato stupendo) che ne giustificano ulteriormente la scelta.
Depp, altra scelta obbligatoria. Chi meglio del suo pupillo poteva interpretare se stesso?
Inutile fare poi l'elenco di tutto il cast, dato che li apprezzati tutti. Menziono in particolare Michael Keaton, un attore che non ti aspetteresti in un film simile e che invece colpisce.


Voto: 80


Credo che meriti questo voto perchè ha troppi lati positivi: personaggi a cui è facile affezionarsi, stile che mescola la realtà alla fantasia, trama avventurosa molto "commedia hollywoodiana", ma intrisa di riflessioni non da poco sul mondo del cinema e in particolare su Tim Burton, citazioni intelligenti e per finire l'emozione, quella che è riuscita a trasmettermi nel finale, tanto prevedibile quanto anelato e goduto in pieno.
Credo che il voto alto (da tempo non raggiungevo l'8, anche con tanti bei film visti) sia dovuto proprio a quest'ultima sensazione, che è quella che prediligo e giudico maggiormente a Cinematik.
Perchè un film può anche essere confezionato benissimo, oggettivamente impeccabile, ma non trasmetterti nulla a livello emotivo. Questo invece oltre a essere stato molto studiato, riesce a coinvolgerti e questo basta per far levitare il voto, anche se non sarà un capolavoro del cinema e se si tratta di una semplice "storiella" fantasiosa.
E se si pensa che tutto quanto è farina del sacco di Francis, non si può che non apprezzarlo ancora di più.








 
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Clint1994
view post Posted on 20/9/2012, 20:18




LOOKING FOR HOPE by Clint94

Che Francis fosse il miglior sceneggiatore originale di Cinematik si sapeva, ma “Looking for Hope” ne è un'ulteriore conferma. Di più: è un film meraviglioso, che mi ha conquistato dall'inizio alla fine. Nel corso della sua carriera produttiva, Francis ha scritto degli ottimi film, ma non aveva ancora scritto una pellicola che io considerassi il suo capolavoro definitivo. Ho apprezzato molto film come “Ombre di vita”, “Cavalieri” e “Vampires”, che sono le sue opere migliori, ma non consideravo nessuno di questi un capolavoro. “Vampires” è stato il film della consacrazione per Francis, ma su di me ha avuto lo stesso effetto che ebbe a suo tempo “Vlad” di Andrew: un film ottimo, ma non da Award. Infatti nell'anno di “Vlad” io preferivo “Odd Thomas” e in quello di “Vampires” preferivo “Ricordi di un vicolo cieco”. Be', tutto questo preambolo per dire che invece “Looking for Hope” è, secondo me, il capolavoro di Francis, come “Eternity” fu quello di Andrew (secondo i miei gusti, ovviamente). Francis ha impiegato diversi mesi per scrivere questa sceneggiatura, ma ne è valsa la pena perché il risultato è eccellente: le aspettative erano alte, ma il film forse le ha addirittura superate. “Looking for Hope” è innanzitutto l'opera di un grande appassionato di cinema. Più in dettaglio, è l'opera di un grande appassionato del cinema di Tim Burton. Il film, diretto da Burton, è, come ha più volte detto Francis, una riflessione sull'arte, sulla fantasia e sull'ispirazione, e prende spunto proprio dalla carriera del regista di Burbank. Il protagonista è Tom Burnett, alter-ego di Burton, che dopo aver ottenuto un grande successo di pubblico con un film commerciale e senz'anima, si ritrova in completa crisi creativa: accusato dal figlio di essersi venduto, è perseguitato dalla paura di aver perso la sua fantasia, non ha idee, è pressato dal suo agente e di fatto passa le giornate a non fare nulla. La svolta arriva con l'incontro con Jerry, un suo vecchio amico musicista che rappresenta l'altro ago della bilancia: pur di non vendersi al mercato e mantenere integra la propria creatività, Jerry si ritrova a esibirsi in locali di quart'ordine e vive in uno squallido appartamento. Tuttavia, al contrario di Tom, è un uomo sereno (o almeno, crede di esserlo). Dopo quest'incontro, Tom ricomincerà a pensare al passato e in particolare a Hope, la sua compagna d'infanzia che aveva incoraggiato e ispirato la sua vena artistica. La misteriosa apparizione del fantasma di Hope e il suo invito a raggiungerla darà il via a un incredibile viaggio nel quale Tom e Jerry (è un caso che si chiamino come il gatto e il topo? Non credo) incontreranno personaggi eccentrici, vivranno avventure incredibili e soprattutto capiranno se stessi e i propri errori. La sceneggiatura è calibrata alla perfezione: abbiamo una parte introduttiva di presentazione del protagonista, poi una svolta con l'incontro con Jerry, la parte centrale incentrata sull'avventura in sé e infine la conclusione. A questa precisione a livello di struttura narrativa corrisponde un'altrettanta precisione per quanto riguarda la descrizione delle singole scene. Ogni scena è scritta benissimo: pochissimi errori di battitura, un'estrema cura per i dettagli visivi, un'ottima descrizione di ambienti e movimenti di macchina, un perfetto abbinamento con le musiche. Sin dalla prima scena, un lungo piano sequenza all'interno dell'abitazione di Tom, si intuisce la cura maniacale dell'autore. Il risultato è un'esperienza visiva straordinaria, perché sembra davvero di vedere le scene invece che leggerle. La storia è un mix di trovate geniali, personaggi eccentrici e visioni incredibili. La trama in sé è anche abbastanza semplice e lineare: una volta giunti nella cittadina abitata da Hope, Tom e Jerry, dopo aver scoperto che la loro amica d'infanzia è finita in coma, decidono di proseguire ciò che Hope aveva iniziato e insieme ai loro amici si impegnano per fermare il progetto di Horace McClusky, un ricchissimo scenografo che vuole fare dell'intera città l'oggetto di una serie televisiva (un gigantesco “Truman Show”, dice a un certo punto Tom). Ma mai come in questo caso ciò che conta non è tanto la storia quanto i personaggi. Questo è un film interamente incentrato sui personaggi, che sono la vera anima e il vero punto di forza della pellicola. Sono personaggi eccentrici e originalissimi, tutti caratterizzati benissimo: il meno interessante, lo dico chiaramente, è proprio Tom, che rappresenta il punto di vista razionale all'interno di un mondo dove ciò che conta è la fantasia e non la razionalità. Tom è il classico personaggio che, grazie agli incontri che fa e alle avventure che vive, nel corso del film cambia e ritrova se stesso. Ma le figure veramente originali e interessanti del film sono quelle che gli stanno intorno, quelle che innescano in lui questo cambiamento. Prima di tutto Jerry, che rappresenta l'altra faccia della medaglia rispetto a Tom. All'inizio sembra che Jerry sia un vero animo libero, un uomo felice e soddisfatto nonostante la povertà della sua vita perché “puro”, e non “corrotto” dalle regole del mercato come Tom. Ma nel corso del viaggio anche lui comincia a porsi le sue domande e si rende conto che di fatto la sua vita è stata un fallimento, perché a costo di mantenere la sua libertà creativa si è ritrovato solo, soprattutto senza che gli altri possano ammirare la sua arte. L'incontro con Eddie, un ragazzo ubriacone che rappresenta in pratica la versione giovanile di Jerry, innescherà in lui questo processo di consapevolezza. E c'è una frase che a un certo punto dice a Eddie, quando lo va a trovare in ospedale: “Non serve a niente avere il mondo nella testa se lo tieni solo per te”. Ecco, questa frase mi ha colpito tantissimo, quando l'ho letta sono rimasto per un attimo a fissare lo schermo e poi ci ho ripensato a lungo anche al termine della lettura. Non so, forse mi ci sono identificato anch'io, ma l'ho trovata bellissima: è il simbolo della presa di coscienza di Jerry, del fatto che, come è sbagliato ritrovarsi ingabbiato nelle regole del mercato come accade a Tom, allo stesso modo è sbagliato isolarsi pur di mantenere la propria libertà artistica, perché isolandosi nessuno potrà apprezzare quello che hai da dire; è insomma un invito a condividere il mondo che ognuno di noi ha nella testa, le nostre fantasie e i nostri pensieri, e questo messaggio io l'ho trovato meraviglioso. Tornando ai personaggi, oltre a Jerry, come si può non affezionarsi a Kate? Forse è proprio lei il personaggio più originale e riuscito del film, questa ragazza ingenua probabilmente fuggita da un manicomio, con una fantasia irrefrenabile, che chiama tutte le persone che incontra col nome di un personaggio letterario e sa inquadrare una situazione meglio di chiunque altro (splendida la frase che dice a un certo punto in riferimento a Tom e Jerry, “Pinocchio non sa più volare, mentre Peter Pan non sa stare coi piedi per terra”); e Vince, col suo teatrino e i suoi giocattoli; e Frank Marshall, il nerovestito venditore di orologi, probabilmente il personaggio più ambiguo del film, una sorta di eminenza oscura e inquietante che però indirizza sempre i protagonisti nella via giusta (e le sue riflessioni sullo scorrere del tempo e sulle paure degli uomini al riguardo sono sempre molto intelligenti); e McClusky, coi suoi abiti bianchi in contrapposizione con quelli neri di Frank, i suoi inganni e la sua mediocrità; ma anche personaggi secondari come McDougal, Helena e perfino la bibliotecaria interpretata da Carrie Fisher lasciano il segno per quel poco che appaiono. E poi c'è lei, Hope, che è il perfetto esempio dei personaggi femminili che io adoro nei film: quelle ragazze eccentriche, fantasiose, eternamente bambine, che segnano profondamente tutti coloro che le incontrano e che per i protagonisti incarnano un'ideale, una guida e un punto di riferimento. È emblematico il fatto che per tutto il film Hope appare solo come fantasma o nei flashback, e proprio quando la Hope reale si risveglia dal coma la pellicola si conclude; questo sta a indicare proprio che lei per gli altri personaggi non è un essere umano, ma un simbolo di purezza, di innocenza e soprattutto di libertà, di fantasia. Inutile lodare la bellezza e la bravura di Winona Ryder, che con questo ruolo ritorna ai fasti di un tempo e sebbene compaia solo in poche ma fondamentali scene dà vita a un personaggio indimenticabile.
Ma oltre ai personaggi, ho trovato meravigliose alcune trovate: il teatrino che prende vita di Vince, gli orologi che riavvolgono il tempo di Frank, le visioni di Jerry dopo il suo incontro con Helena, la conversazione tra Tom e Topolino uscito dalla tv... E oltre a ciò Francis riesce a creare anche la giusta tensione nelle scene più movimentate (il furto nella casa di McDougal) e misteriose (la parte nella biblioteca). Il cast complessivo è eccezionale e Johnny Depp non spicca affatto, anzi, spesso si fa rubare la scena dagli altri: Michael Keaton, Saoirse Ronan, Al Pacino, Alan Van Sprang, Dan Aykroyd e Winona Ryder sono tutti assolutamente perfetti.
Per quanto riguarda Tim Burton, questo è forse il suo miglior film su Cinematik e si candida prepotentemente come uno dei favoriti per la miglior regia. Il film è scritto apposta per lui, nessun altro poteva dirigerlo, e le atmosfere ricordano molto quelle fiabesche di “Big Fish” (che secondo me è il suo capolavoro, nella realtà). Inoltre, come ho già detto, la cura per i movimenti di macchina e il lavoro registico è incredibile (penso al piano sequenza iniziale, ma anche la scena nella biblioteca o il primo incontro tra Tom e McClusky nei vari set sono registicamente impeccabili).
Le musiche sono splendide, è una delle migliori soundtrack recenti. È bella perché è ricca, è varia e si sposa alla perfezione con le scene. Spazia dalla musica classica, a Elvis Presley, fino alle canzoni Disney. L'unica che ho trovato un po' fuori luogo è quella de Il lago dei cigni, forse anche perché fa inevitabilmente pensare a “Il cigno nero”.
Cos'altro dire? Non c'è praticamente niente che non mi sia piaciuto, quindi non ho particolari critiche da fare. Forse la scena nella barca è una delle più deboli, l'ho trovata un po' troppo lunga e ripetitiva. Ah, e poi nello script si dice che Kate ha 20 anni, ma Saoirse Ronan è del '94, come me, quindi di anni ne ha 18! :P
In conclusione, “Looking for Hope” è un film che mi ha letteralmente conquistato e ha toccato in me certe corde come pochi altri film di Cinematik erano riusciti a fare. In un paio di scene (il discorso di Jerry a Eddie nell'ospedale di cui ho già parlato e il risveglio di Hope nel finale sulle note di “When you believe”) mi sono davvero commosso, cosa che non mi succede quasi mai. È un film che mi ha emozionato, mi ha fatto affezionare tantissimo ai personaggi e mi ha fatto pensare. Da un film, reale o virtuale che sia, non si può pretendere di più.

VOTO: 8,5
 
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World ^_^
view post Posted on 20/9/2012, 21:19




CITAZIONE (Clint1994 @ 20/9/2012, 21:18) 
Che Francis fosse il miglior sceneggiatore originale di Cinematik si sapeva, ma “Looking for Hope” ne è un'ulteriore conferma.

Looking for Hope è un film che non ho ancora letto, ma nei confronti del quale ho davvero ottimi presentimenti... sulla bravura di Francis scrittore originale non discuto affatto e anzi concordo, solo che mi ha lasciato un po' sorpreso questo pubblico "endorsement" di Clint che lo etichetta come il "migliore"... pensavo che per te se la giocasse alla pari con Andrew...
 
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Clint1994
view post Posted on 20/9/2012, 22:09




CITAZIONE (World ^_^ @ 20/9/2012, 22:19) 
CITAZIONE (Clint1994 @ 20/9/2012, 21:18) 
Che Francis fosse il miglior sceneggiatore originale di Cinematik si sapeva, ma “Looking for Hope” ne è un'ulteriore conferma.

Looking for Hope è un film che non ho ancora letto, ma nei confronti del quale ho davvero ottimi presentimenti... sulla bravura di Francis scrittore originale non discuto affatto e anzi concordo, solo che mi ha lasciato un po' sorpreso questo pubblico "endorsement" di Clint che lo etichetta come il "migliore"... pensavo che per te se la giocasse alla pari con Andrew...

Mah, tra i giocatori attuali, se si parla di storie originali, secondo me Francis è il migliore (ma lo pensavo anche prima di Looking for Hope: saghe originali come quella di Le mura di Tebe - Ombre di vita o i due film di Cavalieri o Vampires non sono da tutti). E poi in generale Andrew fa meno sceneggiature originali rispetto a Francis (di recenti mi ricordo solo La torre di Babele, The Hospital e Gli umani sono tra noi)
 
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Andrew.
view post Posted on 20/9/2012, 22:26




Io, Francis e Clint siamo partiti insieme in questo gioco. Se prima ero io a fare sceneggiature migliori, ora questi due mi hanno raggiunto e spesso e volentieri superato. Questo film di Francis ne è una prova ;)
 
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view post Posted on 21/9/2012, 11:16
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Looking for hope era forse il film più atteso del festival, a causa della sua lunga gestazione e soprattutto perché si intuiva che fosse un progetto importante e di peso. Il film ha mantenuto le aspettative, anzi forse le ha addirittura superate nonostante io non sia certo il principale estimatore di Tim Burton e del suo modo di fare cinema.
Il film parla di Tom Burnett, un regista sulla cresta dell’onda che però ha perso del tutto l’ispirazione nonostante le numerose pressioni del suo agente. Il suo ultimo film è stato un successo al botteghino ma molti lo hanno criticato perché ben lontano dalle atmosfere magiche e sognanti dei film di inizio carriera. Insomma, Tom è un regista che è sceso a patti con le major con il risultato che i suoi film sono sempre meno ispirati (praticamente il ritratto di Tim Burton). La sua vita subisce uno scossone appena incontra Jerry un vecchio amico, un musicista sognatore che si farebbe uccidere piuttosto che scendere a compromessi con le case discografiche, e Kate una ragazza eccentrica che crede di vivere nel mondo delle fiabe tanto da riconoscere in ogni persona un personaggio Disney. Proprio con lei, Tom ha una sorta di apparizione. Ritrova una sua vecchia amica, Hope che lo invita a raggiungerla nella sua vecchia casa. Tom scopre che la povera Hope è in coma e lentamente inizia a credere che ci sia un solo modo per salvare la ragazza: sconfiggere lo stregone McClusky e impedire il suo folle piano, quello di realizzare un enorme reality show.
Già dalle primissime scene sorprende la facilità con cui si entra in sintonia con i protagonisti. Prova evidente dell’accurato lavoro che Francis ha fatto sui personaggi sia principali che secondari. Tom è il disilluso protagonista, molto ben delineato, ma a conquistare sono i comprimari: Jerry l’eterno sognatore, la tenera Kate, il mago Vince ed Eddie. Ci strappano qualche sorriso e nonostante la loro eccentricità ci ricordano qualcosa di noi, qualcosa che troppo spesso teniamo nascosta e non condividiamo.
L’intero film è avvolto da un’aura sognante e magica che annulla il confine tra realtà e fantasia, facendocelo del tutto dimenticare, rendendolo superfluo. Hope è il sogno, l’ispirazione, l’irrazionale, ciò che muove e guida gli artisti ma non solo, anche gli uomini comuni che spesso fanno il drammatico errore di addomesticare la magia, ingabbiarla e incatenarla a regole ferree e inutili.
Bellissimo quindi il messaggio del film, che ho apprezzato ancora di più perché arriva ad una conclusione saggia ed equilibrata a metà strada tra l’originale disillusione di Tom e il sogno sfrenato di Jerry. Mai perdere la speranza, l’ispirazione, ma attenzione a non rinchiudersi nel proprio sogno altrimenti la magia diventa una droga che ci rende dipendenti e ci isola ancora di più dagli altri.
A ciò va poi aggiunto il consueto talento immaginifico di Francis, capace con incredibile facilità di creare mondi e visioni quasi reali, come se si stesse davvero guardando un film. I momenti più alti sono quelli in cui vediamo Tom faccia a faccia con Topolino e Jerry in un drammatico incontro con Eddie, il tutto sulle note di (guarda caso) Io vivo per lei. Senza dimenticare poi l’intermezzo quasi psichedelico in cui Jerry si confronta con Helena in una sorta spettacolo circense.
Il film si conclude ovviamente con un sano lieto fine, sulle note della superba When you believe che regala più di qualche brivido da pelle d’oca.

Beh direi che non poteva esserci nessun altro se non Tim Burton a produrre una pellicola del genere. Il suo stile c’è tutto e la speranza è che il film sia anche di buon augurio per la carriera del regista, ormai imbrigliata nelle troppe costrizioni impartire dalle major.
Ben costruito anche il cast in cui troviamo un quasi dimesso Johnny Depp (una volta tanto non nella solita parte pazzoide ed eccentrica), un convincente e autentico Michael Keaton ed una irresistibile Saoirse Ronan. Spazio anche per Al pacino in un ruolo secondario ma importante e la Ryder ormai trasformata quasi in un’entità da venerare.

Bellissime anche le musiche, quasi tutte di stampo classico. Come già detto i momenti migliori sono quelli di Io vivo per lei e When you believe.

Looking for hope è uno di quei film che ti riconciliano con il mondo. Toccante senza rischiare di essere mieloso, rassicurante senza essere ovvio o banale. Lo stile di Francis c’è tutto, nelle descrizioni, nella cura maniacale di ogni dettaglio e nell’atmosfera magica che si respira per tutta la durata della pellicola. Anche i personaggi si fanno amare fin da subito e quindi Looking for hope diventa indubbiamente il miglior film di Francis. E lo dice uno che solitamente mal digerisce le atmosfere sognanti “alla Burton”. 82/100
 
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Clint1994
view post Posted on 21/9/2012, 14:22




CITAZIONE (Andrew. @ 20/9/2012, 23:26) 
Io, Francis e Clint siamo partiti insieme in questo gioco. Se prima ero io a fare sceneggiature migliori, ora questi due mi hanno raggiunto e spesso e volentieri superato. Questo film di Francis ne è una prova ;)

Se si parla di sceneggiature originali, io sono sicuramente molto più indietro di voi, anche perché è da un pezzo che non ne scrivo (l'ultima è stata "Sinfonia di morte", pensa te). All'inizio ho scritto diversi film originali, ma negli ultimi anni mi sono dedicato solo a progetti non originali.

In ogni caso tutto questo discorso (il confronto tra voi due) si basa solo sulle sceneggiature originali. Se parliamo della carriera complessiva di produttore, includendo anche quelli non originali, allora è diverso.

Comunque sì, è molto interessante vedere i diversi percorsi che abbiamo fatto tu, io e Francis: siamo partiti insieme, uno alla volta abbiamo tutti e tre vinto l'Award...e ora siamo qua :)
 
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Arcadia1983
view post Posted on 21/9/2012, 14:31




l'ho iniziato, continuo domani che oggi sono ancora "deboluccio" per il raffreddore che Mercoledì (notte) e ieri mi ha messo proprio ko.
 
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Little Tin Goddess
view post Posted on 21/9/2012, 14:51




L'ho letto stamattina prima di uscire, e la mia opinione è ben che positiva:
la storia parla della crisi di Tom, un regista che non trova più idee, e inizia dopo uno strano incontro un viaggio alla ricerca dell'amica Hope e dell'ispirazione.
Quello che mi ha colpito del film non sono gli effett ispeciali o altro, ma i messaggio, anzi i messaggi:
il fatto che il cinema dovrebbe esistere per far sognare la gente per due ore, non per farla evadere dalla realtà, e che non è questione di soldi, ma anche quello in cui dice che nella vita bisgona arsi da fare per ottenere le cose. Sono messaggi che possono sembrare banali ma sono profondi in un certo senso per molti.
Un altra cosa è che ogni personaggio è una metafora di qualcosa: Jerry è la libertà, che si paga ad un prezzo alto, Hope è appunto la speranza di cambiare qualcosa, Kate la fantasia da ritrovare, Vince la magia del cinema e Horace l'avidità.
E Tom? Tom può essere tutti noi, sceneggiatori, scrittori, ma anche semplici operai che cercano qualcosa che cambi in meglio la loro vita, per ritrovare la speranza. E' un film tenero in una dimensione favolistica, una specie di contatto fra fantasia e realtà.
Ottimi gli attori, forse avrei scelto qualcuno più famoso per Frank.
La colonna sonora ottima.
Voto 8
 
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mastruccio
view post Posted on 21/9/2012, 22:56




RECENSIONE DI MASTRUCCIO PER LA DREAMING STUDIOS
La prima cosa che mi viene in mente di fare, dopo aver visto questo ultimo film di Francis, è quella di alzarmi in piedi e applaudire l’autore di questa sceneggiatura. Il mio applauso è convinto e prolungato, perché le prime emozioni che salgono, subito dopo la visione, sono di commozione, entusiasmo, e, lo confesso, un pizzico di invidia per la fantasia creativa che possiede il presidente del Gruppo Fraludada, che ha immaginato, costruito, confezionato un film magnifico, con l’aiuto delle sue sole meningi. Un appassionato omaggio all’arte del “Cinema”.

La storia narra di un famoso regista di successo, Tom Burnett, in crisi creativa perché non riesce più a trovare l’ispirazione per un suo nuovo film, dopo l’ultimo che si è rivelato un enorme successo di pubblico ma che considera un fallimento personale, perché realizzato piegandosi alle regole commerciali delle Major, mortificando la sua vena artistica originale, e meritandosi così il disprezzo del proprio figlio.

Lapalissiano, anche per assonanza fonetica, che trattasi in realtà dello stesso Tim Burton, regista del film, a cui Francis dedica, incondizionatamente la pellicola, omaggiando il grande regista geniale e fantasioso che è stato in passato e che si augura torni ad essere.

Come mia consuetudine non racconto nulla della trama, perché inutile e già fatto da altri.

“Looking for Hope” è un film che mira alto, e che colpisce il segno. A differenza del precedente lavoro di Francis, quel “Riccardo II” che ho rivalutato nel tempo e che era destinato ad un pubblico intellettuale e direi di nicchia, questo invece è destinato al grande massa: ma, coerente alla caratura ed allo spessore della sua filmografia, non è un film semplice. Non che sia complicato, perché la storia, nella sua strutturale linearità è facilmente fruibile, i dialoghi sono comprensibilissimi e non vi sono particolari sequenze di difficile interpretazione.
Non è semplice perché si presta a diverse chiavi di lettura, l’interpretazione che lo spettatore si fa del film non è univoca. Francis offre al pubblico la possibilità di assimilare ed interiorizzare il film, utilizzando magistralmente la macchina da presa, e consentendo, ad ognuno di noi spettatori di uscire dal cinema con un’idea personale che è diversa sicuramente dall’idea di un altro spettatore.
La vicenda si svolge mentre la vedi e potrebbe invece non essersi mai svolta nella realtà, i personaggi, tutti caratterizzati e sfaccettati ottimamente, sono reali e onirici allo stesso tempo, e addirittura, secondo la mia chiave di lettura, molti di loro sono la personificazione di un aspetto della complessa personalità dello stesso protagonista.
L’amico Jerry è il desiderio di autonomia creativa, slegata dalle sovrastrutture delle major hollywoodiane; Kate è la rappresentazione dello spirito bambino che è in lui, ma che ha da tempo messo a tacere o che non ascolta più come prima; Hope Fantasy è la speranza che si risvegli la sua geniale fantasia creativa, mortificata dalle richieste e dai compromessi per accontentare gli ingordi magnati del cinema; il padre di Hope, Vince Fantasy, è il mago, capace di usare magistralmente i suoi trucchi per ammaliare la platea, colui che ha iniziato Tom, quando era bambino, all’immaginario che si fa arte.

Appare chiaro a tutti perchè sia stato scelto proprio Burton per dirigere questo film, così come non è possibile immaginare “8 e ½” diretto da un altro regista che non sia Federico Fellini. L’omaggio al capolavoro felliniano è chiaro e lampante come il sole. Ma non è il solo. Vi troviamo chiari riferimenti alla filmografia di Walt Disney, al “The Imaginarium of Doctor Parnassus” di Terry Gilliam, al “The Truman Show” di Peter Weir, e ad altre opere cinematografiche, come lo stesso Francis dichiara nell’intervista ad Andrew.
Non è importante che sia chiaro fin dall’inizio che Hope si risveglierà dal coma, che si sappia già che la storia sarà a lieto fine. E’ evidente che Francis vuole sorprenderci, e ci riesce divinamente, con le geniali sequenze del dialogo con Topolino, con le innumerevoli inquadrature immaginifiche, simboliche e metaforiche, col finale a sorpresa, quando sullo schermo appare il primo “The End”.

Un film che merita un voto alto, che non è inficiato da una lunga serie di errori di battitura, alcuni anche sintattici e di costruzione della frase, ovviamente non rilevati da Francis in sede di rilettura dello script, dato il pochissimo tempo e la pressione per la scadenza dell’iscrizione al Festival, ma che certamente correggerà in vista dell’uscita ufficiale al cinema virtuale. (Sennò che "professore" saresti? ;) Ne ho contati almeno una dozzina, e se vuoi te li posso segnalare in privato).

Le musiche sono state scelte con la stessa cura con cui è stato realizzato il film. Sono molto belle, ed aiutano lo spettatore ad immergersi nel felice connubio realtà/fantasia.
Il cast è un’altra perla: oltre al sempre splendido JOHNNY DEPP, ovvio e naturale alter ego di Burton, non si può non ammirare la perfetta scelta degli altri attori per i personaggi del film. MICHAEL KEATON ha la giusta statura, non fisica ovviamente, per interpretare l’amico Jerry; SAOIRSE RONAN ha gli occhi identici a quelli che ci siamo immaginati per il personaggio di Kate; l’immenso AL PACINO è un perfetto Vince Fantasy; WINONA RYDER, qui in verità un poco sprecata per il personaggio, che vediamo all’opera non molte volte, è comunque giusta per un personaggio centrale e determinante del film. Gli altri sono stati scelti con uguale cura, cercando di adeguare la fisicità degli attori ai personaggi interpretati.

“Looking for Hope” si candida prepotentemente alla vittoria di quest’edizione del Festival di Roma, ma non è difficile indovinare che Francis, con questa pellicola, concorrerà anche per il miglior film del semestre.
VOTO: 83/100
 
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Oren productions
view post Posted on 25/9/2012, 23:29




La nuova pellicola di Francis è stata una, se non la più attesa degli ultimi due semestri. Francis rinviò l'uscita dal love e Smile contest per dedicarsi al meglio sul suo lavoro. Oggi possiamo dire che fù una scelta azzeccata.
Una lavorazione lunghissima che ha permesso al produttore di dar vita ad un piccolo gioiello del genere fantasy.
Tom è un regista depresso che ha perso l'ispirazione e la stima del suo più affezionato fans (il figlio). Nel suo girovagare per la città si imbatte in Jerry, vecchio amico delle scorribande giovanili con il quale rivanga vecchi ricordi, fra i quali c'è Hope. Poi, arriva kate, un eccentrica e dolce ragazzina attraverso la quale tutta la loro avventura si trasformerà in una fiaba ricca di magia e di mistero.

Il viaggio dei tre da luogo ad una serie di avvenimenti che porterà il trio ad avvicinarsi ai moltissimi personaggi che faranno la loro parte per infittire e rilegare la trama della storia.

Partendo dai personaggi che sono tutti ben caratterizzati. Depp, scelta obbligata data la presenza di Burton dietro la mdp, da vita ad un personaggio frustrato e che si è venduto" ai produttori dei suoi film. Da qui prende lo spunto di un personaggio schivo e molto riflessivo. L'unico in tutto il film che fa il possibile per stare attaccato alla realtà, di dare razionalità dove invece c'è magia. Gli eventi lo porteranno ovviamente a ricredersi e ritrovare il talento perduto.
Jerry invece, è tutto ciò che ogni uomo vorrebbe essere. Un spirito libero che ha passato la vita a scappare dalle responsabilità e dagli impegni che la vita richiede bene o male a tutti. L'incontro con Eddy però gli fanno capire gli errori da lui commessi e lo rimettono sulla cattiva strada. Lui stesso, in una scena alquanto toccante confessa al ragazzo i suoi rimpianti con la speranza che quest'ultimo si redima e prenda un altra strada.
Kate, splendida e dolcissima creatura che da sola da l'aria magica a tutta la pellicola. Il suo personaggio rende tutto più leggero e piacevole. Il suo persnaggio ha in gran parte il merito delle belle atmosfere del film.
Vince invece ha il volto di una grande maestro come Al pacino, anche se appare poco, lui contribuisce a fare da legame fra il passato di Tom e Jerry ed Hope.
Infine Hope, lei è il motore di tutto, in modo magico, richiama a se i suoi amici per continuare il suo lavoro, cìoè quello di fermare il cattivo di turno. L'uomo che minaccia di rompere il confine fra sogno e realtà, fra finzione e magia.

Tutti questi, seguiti dall'inquietante orologiaio, ed alcuni con qualche rotella fuori posto come eddi o la signora che vive sommersa nei libri, danno vita ad un avventura che Francis ha saputo costruire miscelando momenti dalla forte impronta Fantasy, come la scena di topolino a momenti molto toccanti, come la telefonata del figlio di Tom che si scusa col padre.
Tutto è molto dettagliato e descritto in modo maniacale, segno che dimostra la cura che Francis ha avuto per lo script.
Alcuni momenti devo dire che non li ho capiti, come il viaggio psichedelico che Jerry fa dopo aver bevuto l'aranciata, mentre altri li ho trovati spassosissimi. Quando il "gatto e topo" rubano nella casa di Mcduglas ad esempio, o quando sembra che Vince stia per fare una ramanzina a Tom. Le sue espressioni, sono uniche e solo il grande jonny poteva donare queste sfaccettature al personaggio di Tom.
il modo in cui tutta la vicenda arriva all'epilogo è impeccabile. Tutto va al suo posto e tutto si conclude con l'happy end classico che ovviamente in un tipo di film del genere è d'obbligo. Un finale "nero" avrebbe rovinato l'intero lavoro.
Molto bella anche la scena finale, dove si capisce che tutto è stato un film, o forse no. Tutto resta appunto sospeso fra realtà e magia, e questo è proprio il motivo che rende unico quest'ultimo film di Francis.

Forse lo script è un po' lungo, in alcune scene si avverte proprio la sensazione che si stia insistendo forse troppo con le parole. Alcune scene come il trip mentale di jerry, la traversata del fiume in piena e qualche altra "riga" poteva forse essere condensata, ma in fondo sono dettagli ed inficiano poco sul risultato finale del film.

Voto 80

In conclusione, Loking for Hope è una belllissima storiella avventurosa che coinvolge molto lo spettatore con le sue atmosfere. Ricca di bei messaggi che in qualche modo toccano dentro chiunque ed impreziosiscono il tutto. Complimenti quindi a Francis ed al suo lavoro. Al festival ed agli Awards potra sicuramente dire la sua.
 
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SaschaGranato
view post Posted on 3/10/2012, 14:55




RECENSIONE DELLA GRANATO PRODUCTION

Ed ecco arrivare il nuovo film Tim Burton, Looking for Hope, presentato in anteprima al Festival di Roma. Il Gruppo Fraludada, confeziona un prodotto maturo ed intelligente, arricchendo il livello qualitativo di un festival forse non all'altezza delle aspettative.
Johnny Depp è il protagonista di questa nuova pellicola. Veste così i panni di un'importante regista cinematografico, giunto nella parabola più negativa della sua carriera. Una carriera caratterizzata da grrandi successi, ed un Oscar archiviato, segno di un talento apprezzato a livello internazionale. Un talento, che ben presto si dissolver, permettendo alla frustrazione di emergere come unico e solo sentimento dominante.
Il film riesce nell'intento di ricreare quella sintonia tipica che lega i personaggi di Burton all'ambientazione. Tanto oscure sono le luci, quanto bui i sentimenti che dominano i protagonisti. La regia di Burton, sotto questo profilo, è eccellente e viene guidata a sua volta da una sceneggiatura ben scritta e ORIGINALE! I dialoghi sono brillanti e scorrono alla grande, lasciando un senso di piacevole coinvolgimento per tutta la durata del film. Resta qualche passaggio un pò lento probabilmente, qualche descrizione di troppo, ma credo sarebbe eccessivo annotarle come difetti. Forse l'impegno richiesto per un festival, comporta un affaticamento maggiore alla lettura, e dunque, si ha meno pazienza per dedicarsi a quelle piccolezze descrittive, che in altre occasioni invece gradisco vedere evidenziate.
Looking for Hope s'impone nel panorama cinematikiano attuale, come il film più convincente che abbia letto in questo secondo semestre. Un semestre forse un tantino sottotono, considerate le tante iniziative proposte (Festival di Roma, Halloween Conteste). Probabilmente è troppo presto per esprimere un giudizio, ma credo che il film del Gruppo Fraludada avrà un ruolo di rilievo per i prossimi Award.

Voto 85/100
 
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World ^_^
view post Posted on 3/10/2012, 18:33




L'ho appena finito di leggere, la rece apparirà insieme alle altre, appena avrò finito il recupero (manca pochissimo, nel frattempo potete già trovare qualche voto in firma ;) ).
Fresco di "visione" ci tenevo però a esprimere tutto il mio apprezzamento per un film che non solo mi ha convinto, ma mi ha pure molto emozionato.
Complimenti, collega.
 
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Arcadia1983
view post Posted on 6/10/2012, 13:20




a distanza di tempo dalla lettura (mi scuso con Francesco) ecco le mie quattro parole sul film:

Altro film (che come dicevo ho letto in due tornate, ma più per un fastidioso raffreddore che per reali difetti della pellicola) che mi ha fatto pensare: peccato sia stato solo un film virtuale. Altro film, voglio dire, che ho amato in ogni fotogramma, perché in ogni riga, in ogni lettera scritta dallo sceneggiatore si legge passione: passione per la storia (bellissima), per i personaggi (tutti molto sfaccettati, a partire da Hope - la bellissima Winona :wub:, che su Ck sembra non essere mai passata di moda - a proposito, bellissimo il titolo, alla luce anche di quella che è la storia, per finire allo strano trio Tom/Jerry e Kate, la straordinaria Saoirse Ronan che ha in tasca l'Award), per il regista che ho trovato meglio utilizzato qui che in The Rocky Horror Picture Show: nel musical si trovava il Burton degli ultimi anni, un "arredatore" (cit. di Papele, veritiera), qui si trova il Burton "vero", quello coi personaggi (che sono sempre stati il punto di forza del Burton migliore), anche perché il film mi ha ricordato Ed Wood, se non altro, appunto, per l'amore per il cinema "vero" (si veda il personaggio di McClusky, che ricorda fin troppo certi personaggi hollywoodiani). Quindi, un grande film che seppure virtualmente mi ha riconciliato con Burton: complimento migliore a Francis non credo possa farlo.

Voto: 8
 
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48 replies since 20/9/2012, 12:14   2879 views
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