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Cowboy Bebop
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Cowboy Bebop, Clint94

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mastruccio
view post Posted on 4/7/2012, 09:48 by: mastruccio




RECENSIONE DI MASTRUCCIO PER LA DREAMING STUDIOS

Dopo “Cinque centimetri al secondo” e “Pulp Stories” , il prolifico Clint presenta al pubblico cinematikino la sua ultima creatura cinematografica “Cowboy Bebop”, puntando decisamente a conquistarsi il titolo di miglior produttore del primo semestre 2012.
Appare a tutti evidente che sia questa, la pellicola su cui Clint punta tutto. Vuoi per l’enorme sforzo finanziario che, accaparrandosi un numero di sale da record assoluto, gli garantirà l’immediata scalata alla prima posizione della classifica al box office, vuoi per l’innegabile ulteriore miglioramento nella scrittura e nella capacità di intrecciare e sviluppare una storia non sua, ma comunque in buona parte personalizzata.

“Cowboy Bebop” è un film che, come già altri di Clint, è tratto dall’omonimo anime giapponese di successo. La passione del nostro amico producer per questo genere di manufatti cinematografici è senza dubbio chiara, abbondantemente manifesta, perfino fin troppo ammirata, tanto che per lunghi pezzi del film, quelli più importanti, l’autore non ha osato cambiare nemmeno una virgola del cartone animato originale. Si vada a vedere, tanto per citare un esempio, il brano finale che conclude l’anime (lo si trova su Youtube, ed è in inglese).
A dispetto di ciò, comunque, Clint non si esime da una necessaria riscrittura e riduzione per la sua trasposizione. Come egli stesso ci rivela nella pagina dedicata del sito, sono stati tagliati diversi personaggi e situazioni che avrebbero appesantito lo script e non avrebbero dato nulla di più al già corposo plot. Il risultato di questo meticoloso e rispettoso lavoro di asciugatura è, quindi, un ottimo film d’azione, scritto benissimo e pieno di particolari, sia tecnici che contenutistici, che certamente lasciano allo spettatore, all’uscita dal cinema, la bella sensazione di aver assistito a qualcosa di particolarmente bello.

Com’è mia consuetudine non racconto la storia, anche perché, essendo il primo recensore, non voglio togliere il piacere della scoperta a chi leggerà dopo di me. Ormai si sa come la penso: un film non si racconta, lo si va a vedere. Qualche particolare trapelerà, comunque, nel prosieguo di questa mia recensione.

L’autore giapponese, dal nome impronunciabile, dell’anime originale ha creato una bella serie di personaggi, calati in un’ambientazione futuristica e fantastica, nel quale, però, sono conservati tutti gli stilemi e le caratteristiche dei grandi film western americani (grandi campi lunghi e lunghissimi, riprese dall’alto), ma anche con chiare citazioni stilistiche riprese dagli spaghetti western inventati da Sergio Leone (primi piani ravvicinati, dettagli a tutto schermo, sequenze silenziose con solo commento musicale). Non mancano, inoltre, ulteriori influenze stilistiche riprese da altre pellicole ben famose. A me, per esempio, certe inquadrature e sequenze hanno fatto pensare a “Matrix” (la sparatoria in mezzo alle colonne, con tutti i detriti che volano in aria, e la caduta di Spike, con i vetri del rosone che cadono in mille pezzi dietro di lui). Così anche la struttura del racconto, con scene enigmatiche (la primissima, quella della rosa nella pozzanghera), riprese più volte nel corso della storia, che vengono spiegate solo verso la fine, ricollocando così tutti i pezzi del mosaico al loro giusto posto, è stata usata dai migliori autori cinematografici in numerose sceneggiature.

I personaggi del film, anche quelli secondari, sono stati scritti molto bene. Hanno spessore, i caratteri sono ben delineati, ci vengono descritti particolari apparentemente insignificanti ma che, invece, sono la ciliegina sulla torta. Mi viene in mente, per esempio, il personaggio di Jet, con un passato che non ci è rivelato, ma che trasmette tutta la carica emotiva e caratteriale, con la sua avversione nei confronti delle donne, una corazza che si sgretola quando lo vediamo innaffiare i bonsai, e manifestare chiaramente l’affezione per Spike e Faye, la ragazza che piomba sulle loro vite e che le scombussola. Del personaggio di Faye resta impressa senza dubbio la malinconica solitudine e l’incapacità di rimanere ancorato a qualcuno, preferendo allontanarsi per non soffrire un possibile abbandono. Un bellissimo personaggio. Bellissimo anche quello di Spike, ovviamente. La sua storia è ottimamente descritta, sapientemente rivelata nel corso di tutta la storia, che ci spiega, alla fine, il perché del suo carattere e delle sue peculiarità. Altro bel personaggio è quello di Vicious, il cattivo per eccellenza. Ben descritto e delineato anche lui.

La scelta di far dirigere il film da Gore Verbinsky è stata, alla fine, azzeccata. E’ credibile e senz’altro le numerosissime scene d’azione gli si addicono. La scelta del cast mi ha convinto, anche se devo dire che diversi attori sono stati ampiamente scelti anche da altri che, nel mondo, hanno provato ad individuare le facce giuste per i vari personaggi. Cito, ad esempio, Bruce Willis (Jet), Cristina Ricci (Faye) e Paul Bettany (Vicious). Originale, invece, mi è parsa la scelta di Colin Farrel per il ruolo di Spike. Mentre in rete ho visto altri attori (K. Reeves in testa), Farrel mi sembra sinceramente più adatto. Bravi, comunque, tutti.

La colonna sonora del film è quella dell’anime. Vi sono moltissimi brani musicali, e devo dire che, pur non trovandoli molti, per i miei gusti, adattissimi alle scene che accompagnano, alla fine ci si ritrovano le atmosfere che l’autore giapponese ha voluto creare nell’originale.

La locandina, come detto nel topic aperto per l’occasione, mi è piaciuta moltissimo. Anche questa non è tutta farina del sacco di Clint, ma il lavoro di adattamento al volto di Farrel è fatto benisismo.
Il sito è ben fatto, niente di eccezionale comunque.

Per concludere, un bel film davvero. Clint, a parte il lavoro di asciugatura di cui ho parlato, non ha fatto grandissimi sforzi di scrittura. Come dicevo, per alcuni tratti ha praticamente riscritto così come sono le scene dell’anime originale, con gli stessi dialoghi. Encomiabile il rispetto per un prodotto di cui è innamorato, io però avrei preferito qualche spunto un po’ più originale, nelle inquadrature e nel montaggio.

Voto: 78/100
 
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34 replies since 1/7/2012, 14:50   2595 views
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