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Il mondo dei ragazzi normali
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Il mondo dei ragazzi normali, Hermes Production

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mastruccio
view post Posted on 26/4/2012, 18:49 by: mastruccio




RECENSIONE DI MASTRUCCIO PER LA DREAMING STUDIOS

Quando arriva l’adolescenza, cambia il modo di vedere le cose, cambiano gli interessi, cambiano le amicizie, cambiano i genitori, cambia la scuola, cambia il rapporto con l’amore e con il sesso, cambia il mondo, cambia la vita.

Nello splendido film “Il mondo dei ragazzi nomali”, opera seconda (credo) della Hermes Production, la naturale sconvolgente rivoluzione dell'età, che tutti noi abbiamo inconsapevolmente subito, c’è tutta. Descritta attraverso il percorso di crescita di Robin, un quattordicenne diverso dai “ragazzi normali”, perché sensibile, gentile, emotivo, insicuro, e omosessuale.

Nel New Jersey della fine degli anni ’70, Robin vive la sua “diversità” con la stessa sofferenza e la solitudine di tutti gli adolescenti del mondo, alla ricerca della propria identità personale, sociale e sessuale.

Vengono mostrati con grande efficacia il difficile rapporto con il padre, con l’odiato fratello minore Jackson (prega perché gli succeda qualcosa) e col cugino, il senso di protezione nei confronti della sorella minore, i rapporti conflittuali e teneri con la madre amata, la difficile vita sociale con i compagni di scuola.

L’apparente quiete familiare è frantumata a causa di un tragico incidente, del quale è vittima Jackson, suo alter-ego, esattamente opposto a lui. Il grave episodio, che porterà enormi preoccupazioni per la salute del ragazzino, cambia, o fa emergere, il carattere dei genitori: lui, irascibile e fragile, che vede morire lentamente, assieme al proprio figlio prediletto, la visione di un futuro da ricostruire (felicemente rappresentato dal progetto di costruire una stanza nuova per Jackson); lei, alcolizzata e infelicemente costretta a sposarsi perché rimasta incinta.

Nel pieno della tragedia familiare, Robin scopre lentamente le proprie inclinazioni sentimentali, attraverso il rapporto d’amicizia-amore che instaura con due coetanei, anche loro diversi dai “ragazzi normali”. Sono, Scott e Todd, due disadattati, visti da tutti come due scapestrati. Sono, in realtà, anche loro, adolescenti alla dolorosa ricerca, come Robin, della propria identità.

E’ un processo fatto di scoperta delle prime trasgressioni (le canne, la fuga a New York), del sesso (fatto con i due coetanei, ed anche con un uomo, per bisogno di soldi), di un sentimento, quello per Scott, che sboccia in amore proprio quando finalmente inizia a prendere consapevolezza di ciò che è, che vuole essere e che sarà; e che lo porta ad allontanarsi definitivamente da lui, perché ormai ha capito, e il suo travaglio interiore volge al termine. Può diventare adulto.

Trasposizione dell’omonimo libro di Karl Soehnlein, il film ha un ritmo molto lento, adatto, secondo me, a trasportarci completamente nell’anima di questa intensa storia. Non disturba affatto, anzi ci aiuta a cogliere quei particolari molto belli e significativi che, invece, un ritmo più veloce, rischia di farci perdere. Bellissima ,ad esempio, la scena in cui Robin, nel giorno del suo compleanno, scatta una fotografia alla famiglia; oppure la scena del commovente racconto della madre sulla nascita e sulla fanciullezza di Robin, che le avevano fatto capire, già allora, della diversità del proprio figlio. Altrettanto intense, e non volgari, le scene degli approcci sessuali con i coetanei.

L’unico appunto che mi sento di muovere nei confronti di Hermetico è il troppo frequente ricorso alla voce fuori campo di Robin. Capisco che sia stato necessario riassumere in poche righe le parti necessariamente tagliate per ridurre il romanzo; però qualche V.F.C. poteva anche essere omessa, facendo parlare le immagini.

Parliamo della regia e del cast. Non conosco Tedd Haynes, non avendo visto nessuno dei suoi film, ma dalla sua ricca biografia, inserita nel sito del film, mi sembra che la sua sia stata una scelta azzeccata. Così come mi sembrano azzeccati gli attori scelti per interpretare i personaggi. A cominciare dal giovane Keir Gilchrist, che da in maniera convincente volto e anima ad un personaggio certamente complesso. Altrettanto validi e credibili risultano essere Devon Bostick e Kyle Chandler, nelle parti di Scott e Todd. La grande personalità e l’enorme carisma si ritrovano nell’interpretazione della madre fatta da Julianne Moore, convincente e drammaticamente appassionata. Gli altri comprimari recitano la loro parte con convinzione. Forse risulta poco adatta, per l’età, la scelta di Dakota Blue Richards per il ruolo della piccolo Ruby.

Le musiche scelte sono attinenti ai passaggi dello script a cui sono accompagnati. Molto belle, senza dubbio; l’unico fastidio l’ho avuto quando ho dovuto sorbirmi 15 secondi di pubblicità all’inizio di un brano. Ovviamente non è colpa del bravo produttore, ma il fastidio rimane.

La locandina a me è piaciuta molto. La grafica ed il colore sono giusti, e la foto, la stessa dell’attore protagonista, richiama fedelmente il carattere del personaggio. Corretta la scelta di mettere come primo nome quello della Moore, la stella del cast.

Il sito è semplice e funzionale, impreziosito dalla doverose biografie dell’autore del libro e del regista, poco noti al grande pubblico.

Una pellicola di grande qualità, insomma. In qualche momento anche commovente, la sceneggiatura cattura dalla prima parola all’ultima, e, stilisticamente, è pressocchè perfetta. Non ho riscontrato errori lessicali e grammaticali, e si nota la gran cura e ricercatezza delle descrizioni dei movimenti di macchina, così come delle descrizioni delle scene.

Un’opera che risalta le ottime doti di Ermetico, produttore di ottimo talento, di cui abbiamo scoperto ora la vena intimistica, e da cui aspettiamo, speriamo presto, un primo lungometraggio totalmente originale.

VOTO: 83/100

P.S. Correggo dopo aver constatato che non si tratta di opera seconda. Scusa Hermetico.

Edited by mastruccio - 27/4/2012, 09:21
 
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