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Lontano da ogni cosa
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Lontano da ogni cosa, Hermes production

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Hermetico
view post Posted on 21/2/2012, 23:43 by: Hermetico
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CITAZIONE (mastruccio @ 18/2/2012, 01:13) 
RECENSIONE DI MASTRUCCIO (DREAMING STUDIOS)

La Hermes Production partecipa al Contest di San valentino con un film tutto italiano diretto da Luca Guadagnino ed un cast di giovani attori talentuosi. Tratto dall'omonimo romanzo di Matteo Signorini, "Lontano da ogni cosa", narra la storia di tre amici, Alberto, Stefano e Chiara, attraverso i dieci anni più impotanti della loro vita: quelli in cui finisce l'età della spensieratezza e delle deresponsabilizzazione e inizia quella delle scelte di vita, che portano a "svoltare" (come citato nella dedica finale del film e del libro).
Tralasciando la descrizione della trama, che altri hanno esaurientemente trascritto, vorrei soffermarmi sull'emozione che la lettura del film mi ha regalato. La punta di commozione è arrivata al momento in cui Stefano finalmente riesce a trovare per il suo film una piccola distribuzione (sarà stato per solidarietà di categoria - personalmente nasco come regista-sceneggiatore) e quando, alla fine, prende consapevolezza di dover intraprendere la sua strada, senza più la compagnia dei carisismi amici.
Quindi, lo dico sinceramente, il film ha un suo perchè, riesce ad emozionare, e ci si riesce ad immedesimarsi nei personaggi principali.
Condivido i giudizi di alcuni altri recensori sulla prima parte della pellicola. Troppo veloci le scene iniziali di presentazione di personaggi, e si arriva troppo presto alla follia artistica di Alberto. La riduzione cinematografica ha, purtroppo, dovuto sacrificare momenti che avrebbero approfondito la parte spensierata ed anche divertente della vita dei protagonisti.
Giustamente lo sceneggiatore ha preferito dare maggior spazio alle vicissitudini che portano ai momenti di crisi e maturazione dei personaggi, portandoli all'età adulta attraverso persorsi differenti, che ogni tanti si incrociano. Ed in questi momenti di ri-incontro emerge con efficacia la nostalgia dei bei momenti passati insieme, un desiderio fortissimo di voler tornare indietro, ma anche la consapevolezza, alla fine, che la vita ci cambia e che non potrà mai più essere come prima. Insomma, la vita è dura, ragazzi, ed occore anche masticare bocconi amari. Ma se guardiamo la realtà in faccia, sappiamo scegliere la strada giusta, arriva anche il momento di "svoltare".
Lo script si legge facilmente e denota una buona capacità di parlare per immagini. Mi è particolarmente piaciuta la scena di Milano.
La scelta di affidare la regia del film a Luca Guadagnino mi trova abbastanza daccordo. Forse poteva anche essere più adatto Marco Tullio Giordana, o Roberto Faenza.
Gli attori hanno il fisico giusto per impersonare i personaggi; le musiche, invece, non mi hanno convinto appieno. Una maggiore ricerca di temi più inerenti alle scene a cui si accompagnano poteva avere risultati migliori.
Locandina ottima per la grafica, meno per il formato, non quello realmente usato.
Voto finale: 68/100

Ringrazio Mastruccio per la recensione.
Hai inquadrato molto bene il film con i suoi pregi e i suoi difetti.
Riguardo la velocità delle scene soprattutto nella parte iniziale, ho già risposto. E' anche vero che mi sono concentrato soprattutto sui momenti di crisi perchè sono quelli che fanno evolvere la storia. Capisco però che si possa avere l'impressione che questi siano dei ragazzi perennemente scazzati, sempre col broncio e che non si divertano mai. Magari qualche scena più spensierata ci stava.
Riguarod la scelta del regista, marco Tullio Giordana non celo vedo molto in un film del genere. Invece Roberto Faenza poteva essere un nome per nulla scontato che sicuramente si adattava bene alla pellicola. Ammetto di non averci proprio pensato.
Grazie ancora! E mi fa piacere che il film ti abbia suscitato delle emozioni, soprattutto che sia emersa la sensazione di nostalgia in alcune scene. :)


CITAZIONE (freddy_k @ 18/2/2012, 20:45) 
Recensione di freddy_k

Lo ammetto, non mi è piaciuto molto. Non per la storia, che comunque prende e si segue con piacere. Il problema è lo stile: troppo freddo. Un film drammatico, per essere tale, deve saper coinvolgere ed emozionare, e con me non c'è riuscito del tutto. La prima parte, soprattutto, è costituita da tutta una serie di scene che si susseguono una dietro l'altra come un elenco, e ci permettono di inquadrare i tre protagonisti solo superficialmente: il "serio", il "tormentato" e la "bella-ma-intelligente". Un'altra cosa mi ha dato abbastanza fastidio: le scene più drammatiche terminavano troppo velocemente e bruscamente, senza darmi il tempo di coinvolgermi come avrebbero dovuto (e potuto). Nella seconda parte, tuttavia, ho cominciato ad appassionarmi di più ai personaggi, e ad apprezzare un po' di più la storia.
Non mi è dispiaciuto il trio dei protagonisti: avevano il volto giusto per i personaggi che interpretavano (ma perchè non ci sono le foto?), anche se conoscevo solo la Crescentini. Non conosco il regista, ma il suo stile mi è sembrato, come ho già detto, troppo freddo. Sito assente, musiche ben amalgamate, che ho apprezzato. Bella la locandina, in tema col film.

Voto: 6+

Ringrazio anche Freddy. Mi dispiace che il film non ti sia piaciuto. Per me è stato una sorta di esperimento, devo ancora capire se riuscito per metà o per nulla. Alcuni dei difetti che hai citato erano voluti. Ritorniamo sempre ala brevità delle scene. Siccome il film è già abbastanza amaro e triste di per sè ho deciso di non far durare troppo le scene più drammatiche proprio per evitare la lacrima facile e gli atteggiamenti più morbosi. Tra morti, droga, disillusioni, abbandoni, il film sarebbe stato un piagnisteo continuo. Quindi ho preferito scene brevi e (possibilmente) efficaci. Credo quindi che sia anche da questo che derivi la sensazione di freddezza.
Riguardo le foto mi sono reso conto solo ora che usando firefox e chrome non si vedono, mentre invece con explorer non ci sono problemi. Non so perchè faccia così.
Grazie comunque! Il prossimo film drammatico che uscirà sarà ben diverso da questo.


CITAZIONE (Francis Delane @ 19/2/2012, 19:29) 
LARGO AL FACTOTUM!
Le recensioni di Francis Delane


12/02/2012

Tre artisti contro la realtà: potrebbe essere un buon sottotitolo per questo film. Un pittore geniale ma disordinato e in fondo troppo sregolato (un artista quindi dionisiaco, come direbbe Nietzsche), una ragazza che vuole sfruttare al meglio la propria bellezza senza illusioni romantiche, uno sceneggiatore timido e impaurito che non riesce a esprimersi pienamente (un artista apollineo in potenza). Già questo basterebbe a farmi amare questo film, perché la lotta e il compromesso Arte-Realtà è uno dei miei temi preferiti, come si è già visto nei Racconti di Hoffman e come si vedrà ancora meglio in Looking for Hope, quando l'avrò terminato. Ma ben poco di fantastico, anzi nulla, vi è in questo film che racconta, con ben poco incanto ma nemmeno con troppa disperazione, quanto sia difficile restare "puri", non smettere di andare avanti e rassegnarsi alla merda, anche da soli: alla fine, Alberto e Chiara non ci saranno alla proiezione del film di Stefano, perché la vita è crudele e ingiusta, ma questo non è un buon motivo per rassegnarsi e lasciarsi andare alla sconfitta.

Amo questa storia, che però soffre di eccessiva velocità. Hermes ci fa passare da una situazione all'altra con velocità fulminea, come se non volesse cedere al patetismo: cosa certamente lodevole, ma che fa restare nell'ombra molti avvenimenti importanti, e finisce per rendere Stefano protagonista in solitaria, scalzando gli altri due, specie Chiara di cui la crescente solitudine e disperazione si intravvedono solo a tratti. Inoltre, l'ultima parte, quella del film, soffre effettivamente un po' di irrealtà, più che altro per il personaggio di Saverio Rocqua, che sembra entrare quasi a caso, nonostante la sua importanza, e sembra lui sì un cliché. Mi si potrà dire che il film era già lungo, ma allora potrei rispondere che tanto valeva fare 31, dopo aver fatto 30.

A rovinare il film, e a non permettermi di dargli 8, è quindi il ritmo troppo veloce, che come Alberto mai si ferma a prendere una pausa, ma svolta sempre e comunque, anche quando, forse, si sarebbe dovuto restare un po' sulla linea intrapresa.

Poi, si può sapere per quale motivo le foto non si vedono? Almeno, io non le vedo.

Di Guadagnino non ho visto nulla, ma può darsi che a questo punto mi recuperi Io sono l'amore (non Melissa P.): comunque svolge molto bene il suo compito. Lorenzo Balducci e Flavio Parenti si mettono già in posizione per i premi degli attori, mentre la Crescentini rimane un po' in ombra.
La musica non è musica che apprezzo, perché il genere proprio non mi piace, ma è adeguata al film ed è stata scelta con evidente cura, quindi mi rimetto al giudizio dell'autore.
Il sito manca, ed è un peccato.

VOTO: 76/100. Ebbene sì, di più che a Honey, I'm a tree: che ci volete fare, a me per emozionarmi serve la vita vera, non mi basta la fiaba, per quanto girata molto bene.

Ringrazio anche Francis e devo dire che sono rimasto paicevolmente sorpreso dalla sua recensione! Non immagianvo che il film potesse piacerti così tanto.
I compromessi a cui deve far fronte l'artista (in qualsiasi campo,anche in settori meno creativi) è uno dei temi portanti della storia. Il libro è pieno di riflessioni sul tema, io ne ho messa qualcuna e mi fa piacere che tu le abbia apprezzate.
Il personaggio di Chiara è sicuramente un po' sacrificato soprattutto nella seconda parte. Quello di Alberto è sfuggente, difficile da inquadrare, schizofrenico. E' venuto come io volevo, anche nel suo grande egocentrismo che a volte lo rende antipatico.
L'eccessisva velocità del film è ormai acclarata. Ne sono derivate anche alcune forzature come la vicenda di Saverio che ammetto è un personaggio abbastanza stereotipato. E poi c'è anche la questione del patetismo, non volevo esagerare col sentimentalismo e via dicendo, ma probabilemnte ho ottenuto l'effetto opposto.
Ti ringrazio ancora per gli apprezzamenti! :)

Edited by Hermetico - 22/2/2012, 00:15
 
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