| Il piccolo popolo dei grandi magazzini è uno dei film più squisitamente divertenti che ho letto fino ad ora a Cinematik. Molto natalizio nell’atmosfera (pur non essendo un film sul Natale), esso non è altro che una grande metafora della condizione umana. I protagonisti sono i niomi, degli esserini alti poco più di 3 centimetri, in tutto e per tutto simili agli umani. Seguiamo le avventure di un gruppo di omini che dall’esterno trova rifugio nel grande Emporio dei fratelli Arnold. Qui, Masklin e soci, incontrano un immenso popolo che vive immerso negli agi e nel lusso, ma soprattutto sopraffatto dall’ignoranza. Il popolo dei grandi magazzini è infatti convinto che non esista nulla al di fuori del centro commerciale e venerano i fratelli Arnold come fossero divinità. Masklin e la sua gente, inizialmente, non verranno accettati, ma poi una serie di eventi porteranno i niomi ad aprire gli occhi, ad armarsi di coraggio e ad andare incontro a quello che per loro è ignoto. Come già detto, il film parla degli uomini, delle loro debolezze, delle loro paure e lo fa mettendo in scena il visionario mondo dei niomi. Il film è quindi disseminato di spassosissimi riferimenti alla vita umana, capovolti però nell’ottica dei piccoli omini. Bellissima la nascita dell’Emporio che ricorda la creazione nella Bibbia. Riuscitissimi i vari giochi di parole che danno vita a simpaticissimi siparietti (uno su tutti: la pispola con cui minacciare gli umani). Dietro queste divertenti trovate si cela una, neanche tanto velata, critica alle istituzioni religiose, che addomesticano le menti delle persone anestetizzando il loro pensiero. E non mancano le riflessioni sulle principali debolezze umane: la paura di ciò che non si conosce, l’ignoranza e il pessimo vizio di volersi sempre dividere in fazioni finendo per farsi la guerra. Il film, pur essendo lungo, scorre via velocemente,anche grazie ai tanti momenti divertenti e al comparto di personaggi. Forse la prima parte è un po’ lenta, ma poi, da quando la scatola nera rivela che l’emporio verrà distrutto, la pellicola riacquisisce vigore e ritmo. L’unico difetto, dettato solamente da un gusto personale, è la quasi totale mancanza di qualche momento più “drammatico” e commovente. Tutto il film si mantiene su toni leggeri e, nel trattare alcuni temi (come la morte dell’abate) a volte ho avuto l’impressione che si rimanesse un po’ in superficie. E’ forse questo il tassello che manca al film per accomunarlo ad altri capolavori come Wall-e, Toy story 3 o Up.
Non ho visto nessun film dei due registi, ma li conosco per fama e indubbiamente Il piccolo popolo è un’opera che ricalca il loro stile.
Le musiche sono tutte molto belle, scelte con grande cura e mestiere. Arricchiscono ancora di più l’atmosfera fiabesca del film.
Molto bella anche al locandina, suggestiva e magica.
Il piccolo popolo dei grandi magazzini è un bel film d’animazione. Curato sotto ogni aspetto e in ogni minimo dettaglio, proprio come i più celebri capolavori Pixar. Davvero divertente, grazie a una serie di simpaticissimi e teneri protagonisti (la nonna e Torrit sono irresistibili). Io avrei aggiunto una piccola parentesi più riflessiva ed emozionate, per racchiudere nel film un ventaglio completo di emozioni. Il divertimento (intelligente e forse più adatto agli adulti che ai piccoli) è comunque garantito! 75/100
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