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Festival di Roma: La Città Arrabbiata
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Festival di Roma: La Città Arrabbiata, World Entertainment

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Hermetico
view post Posted on 24/9/2011, 10:31 by: Hermetico
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La città arrabbiata è un western molto cupo, severo e che non fa sconti. La trama, come l’intreccio, sono piuttosto semplici e lineari ma affrontano temi molto complessi: la legge è in grado di governare gli impulsi umani più violenti e garantire un giusto processo anche ai peggiori criminali? Ma soprattutto, l’uomo è disposto ad accettare che la legge “faccia il suo corso” anche di fronte a crimini cosi deplorevoli?
Il film, con il suo imperante pessimismo e la sua violenza incontrollabile, dà una risposta, dipingendo uno scenario senza speranza fatto di uomini che cedono alla vendetta più cieca e brutale.
Jesse e lo sceriffo ritrovano e rinchiudono nella prigione del paese i due criminali responsabili dello stupro di Sarah e della morte di sua sorella. Ciò provoca lo sdegno e la rabbia dell’intero paese, ma in particolare del padre delle due vittime che chiede a gran voce un’esecuzione pubblica. Lo sceriffo, uomo di legge tutto d’un pezzo, si oppone a ciò e farà di tutto perché i due criminali possano essere assicurati alla giustizia, pur sapendo che molto probabilmente anche la legge li condannerà a morte.
Il film ha un ritmo molto pacato e forse nella parte centrale è un po’ lento. Lo scopo è quello di scandagliare la psicologia dei personaggi e i loro conflitti interiori. A partire dalla giovane Sarah con la sua realistica reazione allo stupro, per continuare con il furioso Lillard e il desiderio di vendicare le figlie, per finire con il giovane Jesse che ben incarna il tema portante di tutto il film: farsi giustizia da soli o affidarsi completamente alla legge?
Alla fine Jesse cederà e ucciderà uno dei due criminali (l’altro morirà grazie alla complicità del destino), ottenendo persino il perdono e il rispetto di Lillard. Sullo sfondo lo sguardo abbattuto e profondamente deluso dello sceriffo, che vale più di mille parole.
Forse nella parte centrale non avrebbe guastato qualche svolta inaspettata, per dare più ritmo alla vicenda, ma il film non perde la sua efficacia, soprattutto grazie al finale, che magari dividerà ma che io ho apprezzato molto.

Robert Redford fa un ottimo lavoro alla regia, dando un taglio essenziale e asciutto, senza inutili orpelli. Sempre più bravo Joseph Gordon Levitt che ha dato vita a un personaggio estremamente credibile e sofferente. Bravo anche Mel Gibson, in una parte che gli si addice molto. Seppur in un ruolo più defilato, mi è piaciuta molto anche la Adams, con le sue poche ma intense scene.

Accompagnamento musicale ridotto al minimo, mai invadente, in linea con le atmosfere desolate e commoventi del film.

Bella e d’atmosfera la foto scelta per la locandina. Il font invece non mi piace molto.

La città arrabbiata è un pugno nello stomaco. Un film che non ha paura di rappresentare un punto di vista decisamente pessimista e cupo. E lo fa fino in fondo, con un finale spietato e avvilente al tempo stesso. Un po’ più di ritmo, soprattutto nella parte centrale, avrebbe sicuramente giovato a tutto il film, ma rimane comunque una pellicola che fa riflettere. 7,5
 
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