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Festival di Roma - Domani, un'oasi
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Festival di Roma - Domani, un'oasi, Chimera Films

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Atamàz
view post Posted on 20/9/2011, 18:54 by: Atamàz




La Chimera si presenta al festival con un film molto particolare, che maschera, dietro un paravento di fanta-spy-action ben ordito, un contenuto molto drammatico, fatto di sentimenti forti e di passioni civili.
Collocata in una situazione geopolitica verosimile e futuribile, la vicenda ruota intorno al dottore interpretato da un ottimo Christian Bale, rapito e costretto a collaborare, inizialmente contro la sua volontà e via via con il proprio crescente consenso, fianco a fianco con dei terroristi africani. Attraverso i suoi occhi osserviamo e comprendiamo gli scopi dell’organizzazione guidata da una Jada Pinkett-Smith che prenota già una nomination per la sua interpretazione, scopi che appaiono prima umanitari, poi appunto terroristici e infine inseriti in un contesto ambientalistico di scala continentale. Anche lo spettatore, man mano che il dottor Rice si lascia coinvolgere sempre più dagli intenti dell’organizzazione, complice una persuasiva Thandie Newton, finisce per sposare la causa. La scena catartica della pioggia, nelle battute conclusive, non può essere infatti vissuta che con un sentimento di meraviglia e soddisfazione. La domanda che resta nell’aria, ma a cui si tende a dare risposta positiva, è se in fin dei conti il fine non abbia giustificato i mezzi.
Un punto che a noi, cittadini del mondo occidentale, dovrebbe far riflettere parecchio. Un punto che, in conclusione, ritengo la vera forza di questa pellicola e che mi porta, a mente fredda, a dare qualche punto in più all’intero progetto. Dal punto di vista del puro sviluppo della storia questo appare semplice: rapimento, fuga, salto della barricata, fuga. Il tutto suddiviso in due parti ben distinte. Un buon lavoro d’intrattenimento, insomma. Ma è quel retrogusto su cui ci si sofferma in seguito che rivela il valore di questo film. Quel ribaltamento del punto di vista in cui, spesso, tutti quanti siamo carenti e che invece qui siamo quasi a forza, proprio alla stregua del protagonista, costretti a operare.
I complimenti vanno dunque a Andrew per la scelta del soggetto e per la sua realizzazione, e a Kathryn Bigelow per la regia che miscela bene le scene crude del continente africano a quelle fantatecnologiche del nostro mondo. Personalmente avrei abbreviato, in diversi momenti, l’indottrinamento di Rice, lasciando che fossero molto di più le immagini che le parole a convertirlo, ma sono dettagli (come la scrittura che presenta qualche smagliatura qua e là, probabilmente dovuta alla rapida stesura).
La musica a africana era pressoché d’obbligo, e direi che è stata ben selezionata, così come la colonna sonora delle scene d’azione. Locandina suggestiva, ma forse un po’ troppo placida per quello che in realtà ci viene mostrato.
 
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22 replies since 19/9/2011, 09:45   1044 views
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