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Festival di Roma - Domani, un'oasi
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Festival di Roma - Domani, un'oasi, Chimera Films

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Hermetico
view post Posted on 19/9/2011, 17:15 by: Hermetico
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Domani un’oasi è un film quasi utopico, in cui viene raccontato l’inizio della rinascita del continente africano. Tutto inizia con il rapimento di Rice, un medico dell’OMES, che viene catapultato in Africa e obbligato ad aiutare la popolazione, martoriata da malattie di ogni tipo, dalla siccità e dalla mancanza di viveri. Dziiya è la donna a capo di questa organizzazione e vuole mostrare a Rice cosa significa stare “dall’altra parte, dalla parte dei “dimenticati”. Rice pur ammirando le buone intenzioni dell’organizzazione, non ne accetta i metodi e si prepara a fuggire.
Se non fosse per il “particolare” della colonizzazione dello spazio, sembrerebbe un film ambientato ai giorni nostri. Il problema del Terzo Mondo infatti rimane irrisolto e la situazione del popolo africano è drammatica tanto quanto lo è oggi. La sola differenza è che nel film i Paesi industrializzati si sono beatamente dimenticati del Continente nero perché ormai grazie alla colonizzazione dei pianeti, sono comparsi nuovi mondi su cui sbarcare una volta che la Terra diventerà invivibile.
Il film presenta una soluzione, per quanto fantascientifica, direi abbastanza plausibile in cui però non c’è il sopravvento di un’ideologia sull’altra, o la vittoria dei poveri affamati ai danni dei ricchi. La figura di Rice rappresenta bene il compromesso di un uomo benestante che porta avanti la sua battaglia a favore dell’Africa, dirottando a poco a poco aiuti e risorse verso il progetto sovvenzionato da Siyani. E’ grazie a questo approccio non belligerante ma astuto, che sfrutta il progresso tecnologico dei Paesi industrializzati, che Siyani e la sua organizzazione riescono a costruire una macchina in grado di generare la pioggia.
I temi trattati nel film sono delicati, le riflessioni che emergono intelligenti e prive delle solite banalità. La pellicola però devo ammettere che non mi ha catturato quanto speravo. Alla prima parte, drammatica e molto riuscita, ne segue una seconda molto più “fredda”, in cui la pellicola diventa quasi un film di spionaggio. Poi arriva il finale con la sua impennata emotiva: il connubio di immagini e musica è riuscitissimo, e un banale temporale diventa commovente.

La Bigelow alla regia, dopo le iniziali perplessità, l’ho trovata adatta, considerando anche il genere di storia e il modo in cui è stata trattata. Tra l’altro penso che Domani un’oasi soffra degli stessi difetti di The hurt locker: storia raccontata in maniera intelligente e formalmente ineccepibile, ma emotivamente un po’ fredda.
Bale è una garanzia e anche qui dimostra la sua bravura in un ruolo molto misurato ed equilibrato. Ho apprezzato molto anche le due presenze femminili Jada Pinkett e Thandie Newton, capaci di dare credibilità e intensità ai loro ruoli.

Molto belle le musiche, capaci di valorizzare ogni scena.

Domani un’oasi è un film formalmente ineccepibile che però non mi ha coinvolto come i precedenti film di Andrew, forse per il ritmo un po’ lento o per la vicenda piuttosto lineare. Peccato, perché l’ultima scena è da brividi. 7
 
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