Lemme lemme, ma costante, io continuo le mie visioni scorsesiane. In realtà, il film in questione l'ho saltato, ma solo perché me lo ricordavo fin troppo bene.
Newland Archer (Daniel Day-Lewis) è un giovane avvocato di buona famiglia nella New York del 1870, e ha tutto quello che si può desiderare: un'invidiante posizione sociale, una carriera ben avviata, e un fidanzamento con una delle più belle e ricche fanciulle della città, May Welland (Winona Ryder
). Quando però incontra Ellen Olenska (Michelle Pfeiffer), cugina di May reduce da un disastroso matrimonio in Europa, Newland inizia a innamorarsi di lei. Il suo sentimento, però, si rivelerà troppo debole per portarlo a spezzare le convenzioni di una società che lo tiene prigioniero.
Adattamento dell'omonimo romanzo di Edith Wharton (1920), il film è stato dedicato dal regista al padre Charles, morto durante le riprese. Per girare questo film, Martin si è trasformato in un esperto conoscitore dell'etichetta e del
bon ton della New York fine Ottocento, al fine di ricreare al meglio la società classista e sottilmente criminale dell'epoca. La superficie, infatti, potrebbe indurre i critici a meravigliarsi: Scorsese che dirige un film in costume sulla buona società? E invece, il film si conferma uno dei suoi capolavori. Ancora una volta, abbiamo lo scontro fra un (aspirante) ribelle e un ambiente sociale che lo costringe e lo opprime, e se ieri era Harvey Keitel/Charlie Cappa in
Mean Streets, adesso è Newland Archer/Daniel Day-Lewis, che lascia andare la passione per la contessa alle convenzioni scintillanti e ipocrite di una società di mente chiusa. Ma il film è sempre attento a non perdere mai il suo tono equilibrato, mai alla passione mai consumata dei due è dato qualcosa di più di un accenno: questo è un film cinico, freddo, dove non ci si commuove, perché tutto è semplicemente andato nel modo migliore, cioè quello prestabilito.
E comunque, la magnificenza visiva toglie il fiato. Martin continua sulla via del "neoclassicismo" intrapresa con
Quei bravi ragazzi, e rilegge alla luce della cornice esatta e perfetta dell'affresco d'epoca le sue ossessioni, stemperandole e arricchendole in una cinefilia visiva assolutamente straordinaria, anche con l'utilizzo di quadri d'epoca. E usa in maniera meravigliosa i suoi attori, specialmente le attrici (Michelle e Winona, infatti, rubano praticamente sempre la scena a Daniel Day-Lewis).