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| Forse il miglior Wes Anderson, ancora più caustico e pessimista (almeno io così l'ho visto) che ne I Tenenbaum. La fuga "d'amore" dei suoi giovanissimi protagonisti è veramente qualcosa che coinvolge e fa "una pena al cuore", considerando la loro comune condizione di ragazzini problematici, disadattati, in forte carenza affettiva (tutti aggettivi però che vanno trasferiti per proprietà transitiva agli adulti del film, perchè sono loro i veri "disturbati").
Molto più che in altri film di W.A. si fa netta la distinzione tra gli adulti e i ragazzi, con questi ultimi molto più veri e maturi di quello che dovrebbero essere, di volta in volta, i propri genitori, le proprie "guide" o i propri superiori. E' una sorta di scala gerarchica all'incontario dove più si sale e più l'inettitudine, l'ottusità e l'aridità morale la fanno da padrone. Al di sopra dei genitori e dei ridicoli e militareschi capi scouts c'è "Assistente Sociale" (Tilda Swinton chiamata sempre così, senza nome nè cognome) nell'assoluta e totalmente spersonalizzata idiozia dell'autorità costituita.
Film dunque che non solo ho trovato molto intimo e psicologico (come sempre con Wes Anderson), ma anche molto critico - su più livelli - da un punto di vista sociale. Ne escono fatte a pezzi la famiglia e le istituzioni, alla fine l'unica cosa che "ci salva" è il candido desiderio di libertà di due anime gemelle. Complimenti, Wes! 8
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