| La rece di Caprara a suo tempo:
L’horror/thriller, si sa, non è per tutti, ma la firma di John Carpenter merita attenzioni cinéfile a prescindere. Dopo nove anni di silenzio interrotti solo da un episodio della serie “Masters of Horror”, il maestro americano classe ’48 torna con “The Ward – Il reparto”, realizzato su commissione e a basso budget, che non può e non deve essere confuso con i sadici sballi audiovisivi alla “Hostel” o “Saw”. Nella nuova sortita, in effetti, tutto richiama il vecchio spirito e il vecchio stile del genere, a partire dalla sceneggiatura di routine firmata Rasmussen e l’ambientazione nell’autentico manicomio criminale Eastern Washington State (famosa istituzione di fine Ottocento creata per promuovere trattamenti progressisti e sperimentali). Senza aspettarsi voli pindarici è, quindi, possibile ritrovarvi il piacere dell’intrattenimento e della suspense “puri”, basati su criteri compendiosi anziché ridondanti, indagatori anziché morbosi, visionari più che sanguinari. Il metodo di Carpenter consiste nel seguire le variazioni percettive a cui va incontro il personaggio principale, la bionda ragazza Kristen (Amber Heard) internata a viva forza in un maestoso e sinistro manicomio perché ha dato fuoco in aperta campagna a una cascina solitaria. L’esperto sguardo del regista gioca con le convenzioni –tuoni, lampi, carrellate nei lugubri corridoi, dettagli degli occhi sbarrati dell’internata, presenze che si animano nel buio dei padiglioni- curando con sommessa eleganza la pertinenza simbolica degli sfondi anni Sessanta: sedata e smemorata, Kristen deve innanzitutto abituarsi a convivere nel reparto assegnatole con quattro giovani donne altrettanto disturbate. Al di là delle prevedibili azioni vessatorie del personale e delle ambigue terapie del dottor Stringer (Jared Harris), il confronto decisivo si rivela subito quello con l’orrido fantasma che s’aggira dappertutto seminando terrore e morte. La mente di Kristen vacilla sempre di più, man mano che si compenetra con le personalità delle sventurate compagne di reclusione ricalcando pressoché tutti i commi del climax psicopatico tramandato da una serie infinita di cult hollywoodiani, da “Il corridoio della paura” a “Qualcuno volò sul nido del cuculo”. Accanto agli shock in qualche modo “telefonati” (l’elettroshock non può mancare…) si notano le sequenze d’inventiva originale e l’indovinato accompagnamento musicale, ma è chiaro che per la tenuta dell’insieme contano molto le buone recitazioni, senz’altro distanti dalla voga marionettistica cara ai clamori giovanilisti dello splatter: come se si fosse deciso di ripercorrere la strada del ricco e autoriale “Shutter Island”, lavorando, però, con una semplicità formale assoluta, spalmata con pazienza artigianale sui labirinti mentali senza enfasi eccessive o trucchi spericolati.
THE WARD – IL REPARTO REGIA: JOHN CARPENTER CON: AMBER HEARD, LYNDSY FONSECA, JARED HARRIS, MAMIE GUMMER, DANIELLE PANABAKER THRILLER/HORROR – USA 2010
E quella di Guzzano:
Negli anni 60, una giovane piromane è ricoverata in un ospedale psichiatrico dell'Oregon: stile Overlook Hotel (“Shining”), ma anche vecchio manicomio del Massachusetts (“Session 9”, recuperatelo!). Insomma, un classico del thriller/horror. Come le tubature in affanno, i corridoi ghiotti come gole nerastre, i nomi scritti sulla lavagna sinistra, le grate che aspirano buio, la quiete angosciata dopo la tempesta di pioggia, gli occhiacci da cartoon indossati da personaggi impostati come manichini, il lugubre montacarichi... Tutte 'cose' che smontano la pazienza se non le sai inquadrare con nobile mano antica (o non le rifrulli alla Tarantino). Il 63enne John Carpenter appartiene alla prima categoria: ha saputo agitare mirabili nebbie, fughe da New York, notti di Halloween e brigate della morte. (Ci) mancava dal 2001, dal genialoide “Fantasmi su Marte” (recuperatelo!). Qui fa arte dark in ogni inquadratura, ci pilota lo sguardo, gioca con le nostre percezioni. Poco importa che il finale sia prevedibile e già visto (da poco). E che Amber Heard resista troppo bella nella lotta con(tro) gli incubi, tra compagne di ricovero troppo caratterizzate (libidine confinata in doccia). Anzi, proprio l'abusata apparizione/spauracchio, suscita ancora un sobbalzo. Essi vivono. Carpenter regna.
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