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Alice in Wonderland
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Alice in Wonderland

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view post Posted on 4/3/2010, 23:54

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Un film di Tim Burton. Con Mia Wasikowska, Johnny Depp, Helena Bonham Carter, Crispin Glover, Anne Hathaway.
Stephen Fry, Christopher Lee, Michael Sheen, Alan Rickman, Matt Lucas, Timothy Spall, Barbara Windsor, Leo Bill, Paul Whitehouse, Eleanor Gecks, Lucy Davenport, Jessica Oyelowo, Amy Bailey, Arick Salmea, John Surman, Marton Csokas, Eleanor Tomlinson, Annalise Basso, Jemma Powell, Frances de la Tour, John Hopkins, Austin James Wolff, Tim Pigott Smith, Geraldine James, Lindsay Duncan, Michael Gough, Noah Taylor
Fantastico, Ratings: Kids, durata 108 min.
- USA 2010.
- Walt Disney
uscita mercoledì 3 marzo 2010.






Visto ieri sera, dopo essermi divorato tutte le recensioni che avevo potute trovare negli ultimi tre giorni, in preda a una vera e propria febbre timburtoniana. Ci sono andato con un amico che è entrato in sala scettico, ed è uscito entusiasta dicendo questa frase: "E' un film bellissimo, i critici non hanno capito niente!" (ed è un cinefilo).

Questa volta, di una cosa voi tutti potete stare tranquilli: a essere presi in contropiede, stavolta, sono i fan di Tim. Non i suoi detrattori, chi l'ha odiato prima lo odierà ancora di più adesso. Ma gli stessi fan sono rimasti delusi. Si aspettavano il trionfo dell'assurdo e del nonsense, evidentemente confondendo il loro idolo con quell'altro genio visionario che risponde al nome di Terry Gilliam. Ma Tim non è Gilliam, e non è neanche solo (per fortuna) il re del gotico e dell'oscurità (e chi la pensa così, si è perso non dico "Big Fish", ma anche "Beetlejuice" e "Mars Attacks!"): è Tim Burton, che era intenzionato a fare su "Alice" lo stesso scherzetto combinato anni prima a Batman. Cioè prendere la storia e rileggerla a modo suo, che non vuol dire semplicemente (come molti, io incluso, all'inizio si aspettavano) adattare il romanzo di Carroll, ma dargli una direzione nuova e, se non originale al 100 %, certamente inedita per le tradizioni cinematografiche del romanzo. Ed è assolutamente inutile parlare che la commissione Disney l'ha condizionato, che si è fatto soffocare e mettere le briglia etc. etc.: non c'è niente in questo film che non sia completamente, assolutamente, genuinamente e meravigliosamente burtoniano.

Alice è cresciuta. Tutti noi ricordiamo la bambina vittoriana di otto anni che si avventurava nel mondo dell'assurdo e del nonsenso, Wonderland, regno della libertà assoluta. Bene, scordiamocela. Alice Kingsley, una Mia Wasikowska assolutamente perfetta come fisico e bravura (e servita con professionalità da Letizia Ciampa, voce di Hermione Granger, al doppiaggio), è una giovane donna di vent'anni, figlia d'un coraggioso esploratore e mercante british che le ha insegnato una perla di saggezza autentica: "Le persone migliori sono i matti". Questo perché fin da bambina, nel suo lettone caldo e accogliente, la piccola era funestata da incubi in cui le sembrava di parlare con un bruco che fumava, un coniglio bianco con il panciotto, una regina rossa isterica...Ma questa è storia passata: adesso Alice è donna, e per quanto le visioni siano sempre le stesse e ricorrenti, deve ubbidire alle ferree regole della società vittoriana, che si riuniscono nella frase che le dice il suo promesso sposo conformista e odioso: "Se hai delle visioni, tientele per te". Perfetta morale della società che abbiamo visto in "Sweeney Todd", e prima ancora in "Edward", società di desideri non realizzati, di pulsioni tenute a freno, di controllo su tutto e tutti. Società che già Carroll odiava, e contro cui protestava nei suoi libri. I primi quindici minuti han detto tutti che rientrano fra le cose migliori che Tim abbia mai girato, ed è vero: il quadro satirico della società è pieno di quell'acido jokeriano che Tim non ha mai perduto.

Ma improvvisamente, ecco che dai cespugli curatissimi spunta una ben nota figura animalesca, quel Bianconiglio che da noi porta la voce di Oreste Baldini (in originale Michael Sheen): e, come anni prima, Alice ci casca come niente e lo segue, scappando da un futuro già stabilito per lei che essa, però, non ha la forza di rifiutare. E così, eccola tornata a Wonderland...no, un attimo. C'è qualcosa che non quadra. Dove sono finiti i colori folli di Walt Disney, le architetture surrealiste, il nonsense, l'assurdo, le filastrocche? Ma che Alice è questa? E' la domanda che tormenta il Bianconiglio, i gemelli Pinco Panco e Panco Pinco (Matt Lucas sdoppiato e doppiato da Edoardo Stoppacciaro), e tutti gli abitanti di Underland, il Sottomondo. "Hai perso la tua moltezza" commenta sconsolato il Cappellaio Matto. E certo: che nonsense e che assurdo ci possono essere, se l'Alice non cui abbiamo a che fare non è più la bambina di un tempo, ma una donna indecisa su che direzione dare alla sua vita, e che per tre quarti del film continuerà a ripetersi: "E' un sogno"? Nessuna meraviglia, allora, che i colori siano sbiaditi, che il cielo sia coperto da nubi, che gli abitanti non riescano a trovare la loro follia d'un tempo e il Cappellaio non riesca a ballare la "deliranza": la Fantasia, per esistere, ha bisogno di essere creduta.

"E' quasi Alice": ecco il responso del Brucaliffo (meraviglioso Sergio Di Stefano che imita perfettamente Alan Rickman). Ma è proprio questa incredula che dovrà uccidere, nell'ormai prossimo Giorno Gioiglorioso, il Ciciarapa, l'orrendo mostro al servizio della tirannica Regina Rossa, e restituire il trono alla bellissima Regina Bianca. E allora la nostra "quasi Alice" deve recuperare in fretta la memoria e la padronanza di sé, liberarsi dalle pastoie di censura e moralismo impostole dalla società e tornare a credere che può accadere l'impossibile, che la fantasia non dev'essere tenuta a freno, a credere in sé e nel mondo.

Non vi svelo come va a finire, lo scoprirete da soli. Ma vi avverto su una cosa: Alice non è chiamata assolutamente a vincere il Male per il Bene. Tim ha astutamente evitato di cadere in un cliché così banale e stupido. Non fatevi ingannare dai boccoli biondi e dalle lunghe ciglia di Anne Hathaway (a cui presta una voce cretina, da svanita, Federica De Bortoli): questo Bene è tutt'altro che pura luce, tutt'altro che rassicurante. La Regina Bianca vive in un isolamento dorato dove ogni violenza è assente, in un bianco che però annulla ogni colore, dedita a voti che la fanno apparire una specie di vegana punk-rock: questa Galadriel dei poveri è nient'altro che una bambina viziata su cui Tim riversa tonnellate di quell'acido da Joker che ben conosciamo, riuscendo nel colpo di genio di scombinare le carte tra Male e Bene in modo da essere lontano anni luce dalla manichea divisione delle fiabe Disney. Operazione ancor più riuscita dall'altro lato: la Regina Rossa, interpretata da una STRE-PI-TO-SA Helena Bonham Carter (che ha in Claudia Razzi la sua doppiatrice fissa), è un Male alla Burton, cioè un Pinguino, una Catwoman, una creatura che mai ha ricevuto amore e che spasima per averlo, ma che a causa della sua macrocefalia trova solo l'adulazione del viscido Stayne (odioso Crispin Glover, doppiato da Stefano Benassi) e dei cortigiani che si deformano per assomigliare a lei (stupenda idea). Male e Bene, insomma, si mescolano in modo indivisibile: il Bene è una bambina viziata, il Male una freak per cui alla fine si prova quasi pena. E la contrapposizione si annulla.

Non è quindi lo scontro Bene-Male alla Tolkien che interessa a Tim: la battaglia finale è tirata via, dura cinque minuti massimo. E' la crescita di Alice il vero nucleo del film, la sua presa di consapevolezza di sé e delle sue capacità, la sua riscoperta del mondo meraviglioso dove giocava da bambina e grazie al quale potrà andare avanti nella vita. Crescita impersonata dal Brucaliffo, che è la voce saggia della sua infanzia, da un lato, e dal Cappellaio Matto dall'altro. Siamo finalmente arrivati a Johnny Depp (come al solito, la voce è di Fabio Boccanera): che come al solito fa miracoli, ma per il motivo opposto alle altre collaborazioni timburtoniane. Finora, nel mondo di Tim, Johnny era sempre stato protagonista. Be', qui invece avviene il miracolo: Depp non ruba mai la scena ad Alice, si contiene e tutta la sua estrosità la mantiene e la controlla per riversarla all'interno, non all'esterno del personaggio. E' un elemento dello sfondo, il più importante (forse), ma un elemento dello sfondo. Nessuna smorfia se non quelle strettamente necessarie, nessun contorcimento, nessuna risatina e camminata strana alla Jack Sparrow: il Cappellaio è un personaggio tenero, fiabesco, sottilmente romantico (e innamorato di Alice), ma al tempo stesso un eroe pronto a impugnare la spada e a sfidare la Regina, privo sia dell'ingenuità di Edward sia delle stranezze di Willy Wonka. E quella "deliranza" finale che è stata definita "il punto più basso della filmografia di Tim Burton e Johnny Depp messi insieme" dura trenta secondi, ed è un momento: un po' poco per buttare nel cesso un'intera interpretazione. A lui spetta portare il peso della tematica del tempo che non vuole passare, dell'infanzia che vuole rimanere, della Fantasia che vuole vivere e che perseguita se non la si riconosce e non la si affronta, dello sguardo innocente dei bambini che non vuole morire. E Alice dovrà riconoscere questa verità, se non vuole diventare come la Regina Rossa: un freak.

Siamo dalle parti di "Big Fish", se non l'avete capito. Come Edward Bloom sul letto di morte, anche questa Alice afferma la necessità della Fantasia, del sapersi immaginare la vita, non solo di viverla passivamente ma di reinventarla per renderla tua. "Senza l'immaginazione, ci resterebbero solo la politica e i supermarket. E che mondo sarebbe quello?" Semplice: il mondo di "Sweeney Todd", la più cupa, livida, disperata opera burtoniana, dove ogni luce era sparita e la Fantasia era morta, l'Arte ridotta a strumento di morte nelle mani di un disperato. "Alice" è la risposta a "Sweeney", è l'altra faccia, come un Giano Bifronte. La Fantasia è necessaria per vivere, per espandersi, per non perdere la speranza, per comunicare con noi stessi e con il mondo, al di là del Bene e del Male (concetti assolutamente relativi nel cinema timburtoniano, almeno secondo le categorie "normali"). E per la seconda volta nella filmografia di Tim, il protagonista non è un outsider: i freak, qui, esistono solo nella mente di Alice, in Underland, ma per il resto Alice, per quanto guardata con sospetto dalla società, non si può certo definire un'emarginata. Anzi, il finale ribatte proprio la sua accettazione nel mondo: perché è molto comodo fuggire nel proprio mondo, però poi bisogna vivere in questo, e la Fantasia fine a se stessa è una Fantasia inutile.

Tutto questo nell'opera visivamente più bella di Tim. E proprio perché moderata: Tim usa gli effetti speciali e il 3d, ma come elementi dello sfondo, non fa nulla per farli uscire dal paesaggio. Il 3d è superfluo non tanto per la scarsa qualità (affermata da tutti, io personalmente non saprei), quanto perché è un accessorio: il film si gode benissimo senza (non come "Avatar"). Mai, finora, Tim ci aveva regalato sfondi tanto curati, immagini così pittoriche e curate, tonalità di colore così sfumate, acquarellate. Sì, non può rivaleggiare con Terry Gilliam e il suo "Parnassus", ma forse non l'ha mai voluto: del resto, Terry ha scelto di essere l'erede di Fellini, Tim di essere quello di Walt Disney. Uno è un visionario per cui la storia è solo un pretesto, l'altro è un narratore per cui le immagini sono sempre subordinate alla storia. E personalmente sono grato a entrambi per le loro scelte.

VOTO FINALE: 8. Promosso a pieni voti, aspettando con rinnovata fiducia "Dark Shadows" e "Frankenweenie". Con un solo suggerimento: Tim, nulla di contrario se fai anche "Maleficent" (la versione della "Bella addormentata" vista dalla parte della strega cattiva), però mettici qualche film diverso in mezzo, non farti incastrare dalla Disney.

Ok, solo adesso posso parlare dei difetti del film (che ci sono, se no avrei dato 10). Ne elenco i tre più gravi, quelli che impediscono al film di essere il capolavoro cult che poteva essere.

1) La durata: 110'. A Tim bastano appena per sfiorare tutta la sua visione immaginifica. Il film è purtroppo inspiegabilmente costretto a correre, come se la fretta del Bianconiglio l'avesse contagiato, spesso tirando via.
2) I personaggi secondari. Che inevitabilmente sono penalizzati: Pinco Panco e Panco Pinco, il Ciciarapa che avrebbe la voce di Christopher Lee ma dice due battute, il Ghiro che è una versione moderna dei topi di "Narnia", il Leprotto Bisestile solo matto che tira tazze di tè. Li si poteva sfruttare veramente di più.
3) E, Tim, detto fra noi, va bene che non sei Terry e che l'immagine è congruente alla tua visione, però...'nsomma...qualche elemento visivo in più potevi darcelo, eh!

Edited by Andrew. - 20/3/2010, 14:15
 
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eXistenZ_
view post Posted on 5/3/2010, 13:27




Ho trovato il film brutto, anzi bruttissimo. Stavo per uscire dalla sala per quanto mi annoiava e mi disgustava la visione (poi il prezzo mi ha costretto a rimanere). Tutto fondato su questa estetica (che poi gli manca comunque il tocco di classe, forse perchè è completamente ricreata al computer) ma la storia non regge, è smorta. Tim Burton ha preso il mondo di Alice e l'ha trasformato in Hollywood, guerre e battaglia, ma non è così il mondo di Alice! Un Johhny Depp ultrasaturo di trucco, che ha veramente stancato con i suoi ruoli eccentrici, che per carità sono carini alcuni pure fantastici, ma questo personaggio del cappellaio matto l'ho trovato davvero nauseante. Insomma Lewis Carroll si sta rivoltando nella tomba come l'elica di un motore.

Insomma non mi è proprio piaciuto, pensavo che peggio di Sweeney Todd non si potesse fare, invece....
Certo effetti speciali assurdi e stupendi, come le scenografie, ma sotto il cappello, niente.
Voto: 3
 
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Andrew.
view post Posted on 5/3/2010, 13:37




Wow, due recensioni praticamente opposte.
Io penso che lo vedrò la prossima settimana, questo fine settimana darò la precedenza a Shutter Island.
 
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Mr.Noodles
view post Posted on 7/3/2010, 02:09




"Alice in Wonderland è una cagata pazzesca".
 
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view post Posted on 7/3/2010, 18:21

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E adesso non esageriamo, cagata pazzesca no, inferiore alle aspettattive senza dubbio, ma cagata cagata proprio non direi...

Vi posso chiedere, però, di considerarmi da ora in poi in silenzio stampa? Anzi, sarebbe ancora meglio se di Tim smettessimo troppo di parlare. Siamo tutti presi, non solo noi, da una mania timburtoniana che ci fa discutere fino alla nausea se il nostro amico sia Fellini o Edward D. Wood jr. con più fortuna. C'è chi lo ama e chi lo odia, c'è un isterismo di massa nei suoi confronti di cui mi sto sinceramente stufando. Perciò, ragazzi, fatemi un favore almeno voi: non mi chiedete di parlare di questo film (e di Tim in generale) prima che siano passati almeno due mesi. Peccato che per parlare con calma di Tim, bisognerebbe aspettare almeno vent'anni...

Edited by Francis Delane - 7/3/2010, 18:48
 
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Andrew.
view post Posted on 7/3/2010, 19:36




Io non ho ancora visto il film. Però quelli che lo denigrano in questo modo (manco fosse un Vanzina che ha fatto Natale in Wonderland) mi sembrano peggiori di quelli che lo amano, senza offesa.
 
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Clint1994
view post Posted on 7/3/2010, 19:53




L'ho visto anch'io ieri sera, in prima fila perché quando sono arrivato c'erano pochissimi posti liberi, e mancavano più di tre quarti d'ora all'inizio del film. Sala pienissima ovviamente.

Ma parliamo del film...

Secondo me è un buon film, ma niente di eccezionale. Nel Paese delle Meraviglie ci sono un sacco di invenzioni e personaggi caratterizzati benissimo: lo Stregatto, il cane, il Brucaliffo, il leprotto matto, il Bianconiglio e i mitici Pinco e Panco, oltre al Cappellaio Matto, sono tutti dei bei personaggi, che divertono e a cui ci si affeziona in fretta. Anche le due sorelle, la Regina Rossa e la Regina Bianca, sono tratteggiate benissimo: isterica, tremenda, capace solo di odiare e di essere temuta in quanto nessuna la ama la prima; sciocchina e viziata la seconda. Bravissime le due attrici, Helena Bonham Carter e Anne Hathaway: mi ha sorpreso soprattutto il personaggio di quest'ultima: io pensavo fosse la classica regina bella, brava e buona, mentre l'idea di farne un personaggio per nulla simpatico è geniale, e, come ha detto Francis nella sua bella recensione, fa sì che il Bene e il Male non siano poi così nettamente definiti. La stessa Alice, interpretata da una bravissima Mia Wasikowska, è tratteggiata molto bene, ed è la protagonista assoluta del film. Sugli effetti speciali, l'ambientazione e i personaggi, quindi, non ho nulla da ridire: sono veramente ben fatti, e visivamente il film è davvero un piacere per gli occhi.

L'aspetto del film da cui mi aspettavo decisamente molto di più è proprio la storia. Non ho letto i libri di Carroll e non ricordo niente del film della Disney, che ho visto qualche secolo fa, ma per quel che si vede nel film di Burton, la storia di Alice in Wonderland è la classica idea del paese magico dominato dalla regina cattiva che i ribelli cercano di sconfiggere, trama presente in centinaia di libri fantasy. Alla fine, gratta gratta, è di questo che parla Alice in Wonderland: di una ragazza che arriva in un mondo magico ed è la solita Prescelta, unica in grado di sconfiggere il drago cattivo con la spada magica e far tornare la pace nel regno. Poi, come detto, i personaggi e l'ambientazione sono molto riusciti, ma la trama è piena di stereotipi da film fantasy (la Prescelta, la spada magica, il drago cattivo, il mostro brutale che in realtà è buono, la regina dispotica, gli animali parlanti: a me ha ricordato un sacco la storia di Le Cronache di Narnia) e per nulla originale. Io mi aspettavo qualcosa di molto più originale, graffiante, assurdo; invece siamo di fronte alla classica storia del regno in pericolo.
Comunque, bello il finale in cui Alice decide di tornare nel Mondo Reale e cercare nuove avventure nella realtà cominciando un viaggio su una nave.

Insomma, l'impressione che ho avuto io è che a Tim Burton siano riusciti meglio i dettagli, gli aspetti secondari, rispetto alla storia in sè. Poi non dico che il film non mi sia piaciuto, anzi: Alice è sicuramente un film gradevole, piacevole e divertente, che non mi sono affatto pentito d'aver visto. Però da uno come Tim Burton, che io ho sempre apprezzato, è lecito aspettarsi di più.

VOTO: 7-



Francis, sarei curioso di sapere cosa ne pensi di quello che ho scritto. :)
 
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Mr.Noodles
view post Posted on 7/3/2010, 20:09




Ci sono molti aspetti del film che mi confermano che Burton si debba prendere una lunga pausa di riflessione: il 3D è un espediente modaiolo che non serve a niente ai fini della narrazione, se non a creare qualche effetto stile proiezioni di Mirabilandia, magia zero; Depp, onnipresente nei suoi film, a forza di riproporre sempre la stessa interpretazione ha stufato; Mia Wasikowska ha la stessa espressione ingenuo-stupita per l'intera durata; questo è Alice con le spiegazioni, con momenti addirittura imbarazzantemente didascalici (il flashback del cappellaio matto!), e un così totale tradimento della storia poteva funzionare se Burton personalizzava il progetto...ma cosa c'è di personale, di "burtoniano"? praticamente niente, pure l'immaginifico Sottomondo risulta fintissimo e l'esperienza visiva annullata e l'unico personaggio che conserva un po' l'anima da "freak" è la regina rossa della Bonham-Carter (l'unica che si salva in questa baracconata), che ricorda parecchio il Pinguino di "Batman - Il ritorno".
Il regista aveva anche dichiarato che le precedenti versioni di "Alice nel paese delle meraviglie" non lo soddisfavano perchè erano solo una successione di episodi slegati e che lui avrebbe fatto qualcosa di diverso. Beh, a film visto, la sua non-passione per il mondo di Carroll è evidente, poichè alla fine strumentalizza i personaggi di "Alice" per poter costruirci sopra un fantasy che con "Alice" c'entra ben poco: e così è facile fare qualcosa di diverso -_-'. Poi, en passant: era la stessa cosa che aveva fatto Petersen con l'Iliade quando girò "Troy" e all'epoca tutti - giustamente - gli diedero addosso. Pensateci sù.

Insomma, proprio col film che sulla carta poteva riconfermarlo, Burton fa il suo tonfo più clamoroso.
 
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eXistenZ_
view post Posted on 7/3/2010, 22:29




CITAZIONE (Andrew. @ 7/3/2010, 19:36)
Io non ho ancora visto il film. Però quelli che lo denigrano in questo modo (manco fosse un Vanzina che ha fatto Natale in Wonderland) mi sembrano peggiori di quelli che lo amano, senza offesa.

Scusa se a uno il film non gli è piaciuto che deve fare, dire che non è brutto solo perché gli altri film che ha fatto sono belli?
 
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Mr.Noodles
view post Posted on 7/3/2010, 22:58




CITAZIONE (Andrew. @ 7/3/2010, 19:36)
Io non ho ancora visto il film. Però quelli che lo denigrano in questo modo (manco fosse un Vanzina che ha fatto Natale in Wonderland) mi sembrano peggiori di quelli che lo amano, senza offesa.

andrew, non ho capito, ora uno deve sempre usare i guanti di velluto coi bravi registi mentre coi mediocri sempre a spalare merda? :P
poi il paragone non sussiste, perchè da Vanzina e da Burton sai cosa ti puoi aspettare, sia da una parte che dall'altra e in questo senso ti prepari: non aspettativa, chiamiamola pregiudiziale (che è positiva o negativa a seconda dei casi). ora Burton ha fatto uno scempio, sarò libero di dirlo? poi se uno vuole ulteriori spiegazioni da me, le otterrà sempre ;)
 
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Andrew.
view post Posted on 7/3/2010, 23:18




Il fatto è che a guardare anche i commenti prima del film sembra che siate partiti prevenuti. Insomma, sapete che il Burton degli ultimi tempi è diventato quello che è diventato, quindi che aspettative avevate? Vi aspettavate un ritorno alle origini, sinceramente?
 
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Mr.Noodles
view post Posted on 7/3/2010, 23:31




CITAZIONE (Andrew. @ 7/3/2010, 23:18)
Il fatto è che a guardare anche i commenti prima del film sembra che siate partiti prevenuti.

i commenti prevenuti quali? cioè al massimo ho detto che il trailer non era esaltante e ho parlato dell'ultimo Burton non dell'ultimo film, che aspettavo di vedere.

CITAZIONE
Vi aspettavate un ritorno alle origini, sinceramente?

sai qual è il paradosso di "Alice in Wonderland"? che se Burton non avesse tradito la storia originale sarebbe risultato più burtoniano di quello che invece è il film :P con questo film, Burton riesce a tradire sia Carroll (ha ragione exy a dire che probabilmente si rivolterà nella tomba) sia se stesso e il suo cinema. è un film che avrebbe avuto più senso se diretto dal regista de Le cronache di Narnia o di Harry Potter...
 
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view post Posted on 8/3/2010, 00:05

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sai qual è il paradosso di "Alice in Wonderland"? che se Burton non avesse tradito la storia originale sarebbe risultato più burtoniano di quello che invece è il film con questo film, Burton riesce a tradire sia Carroll (ha ragione exy a dire che probabilmente si rivolterà nella tomba) sia se stesso e il suo cinema. è un film che avrebbe avuto più senso se diretto dal regista de Le cronache di Narnia o di Harry Potter...

Tradimento a Carroll? Dipende da come lo si guarda. Carroll, mi hanno detto alcuni, era un'anima profondamente fantasiosa che si sentiva persa e perduta in un mondo come l'Inghilterra vittoriana dove tutto era censurato, e i suoi romanzi sono pieni della malinconia per l'infanzia perduta, per aver perduto il coraggio di opporsi. Il nonsense e l'assurdo nascono da qui. Quest'anima di Carroll era quella che voleva recuperare Tim (credo), superando la superficie del nonsense e dell'assurdo (che invece tutti si aspettavano, e a torto): l'anima, appunto, della semplice fantasia e della malinconia del suo abbandono.

Tradimento al suo cinema? Nemmeno, perché se guardi "Big Fish" e, ancor più indietro, "Ed Wood" (vi ricordate la scena con Orson Welles?) ti convinci subito che la tematica affrontata è prettamente sua. La Fantasia che va mantenuta a ogni costo, il proprio mondo da non abbandonare, la critica alla società (vittoriana, ma potrebbe essere anche la nostra)...No, no, secondo me non c'è stato tradimento a se stesso da nessuna parte: semplicemente, questa volta ha fatto un mezzo buco nell'acqua (ma capita anche ai migliori).

Quanto al fantasy, qui purtroppo è uno dei difetti del film: che Tim ha badato più al personaggio Alice, all'idea della crescita e del recupero (ma anche della difesa) della Fantasia, e ha lasciato completamente da parte questo lato, che infatti si vede lontano un miglio che non gli interessa (infatti la battaglia finale è tirata via). Ma, come ho detto, in un fantasy semplice la Regina Bianca sarebbe buona senza dubbio, mentre Tim (d'accordo con la Hathaway) si è divertito a farla comparire come una bambina viziata e per nulla simpatica, e a rendere invece pietosa la Regina Rossa. Peccato che Tim abbia preferito lasciar perdere, evidentemente pensando (e sbagliando) che in fondo non era importante questo lato, che in fondo bastava così. Si è sbagliato.

CITAZIONE
Depp, onnipresente nei suoi film, a forza di riproporre sempre la stessa interpretazione ha stufato

A-ehm, qua spezziamo una lancia in favore di Johnny: quale solita interpretazione? Edward, Ed Wood, Ichabod Crane, Willy Wonka, Sweeney Todd e il Cappellaio non sono assolutamente personaggi identici, e alcuni anzi sono parecchio differenti (spiegatemi in che modo Sweeney Todd o Ichabod Crane si rapportano al cliché Willy Wonka/Jack Sparrow, dato che penso sia quello la solita). E dirò di più: questo stesso paradigma è nato, appunto, con Jack Sparrow, quindi in tempi tutto sommato abbastanza recenti.

Quanto al tuo commento, Andrew, per carità, la libertà di parola è sacra: se a uno il film non è piaciuto e gli ha fatto cagare, lo dica senza problemi. Anche perché perfino io, che lo difendo, concordo che il film è molto inferiore alle aspettative, che Tim poteva fare senza dubbio di meglio. L'unica cosa che rifiuto a priori è che non sia burtoniano.

 
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Arcadia1983
view post Posted on 8/3/2010, 08:09




CITAZIONE (Francis Delane @ 8/3/2010, 00:05)
CITAZIONE
Depp, onnipresente nei suoi film, a forza di riproporre sempre la stessa interpretazione ha stufato

A-ehm, qua spezziamo una lancia in favore di Johnny: quale solita interpretazione? Edward, Ed Wood, Ichabod Crane, Willy Wonka, Sweeney Todd e il Cappellaio non sono assolutamente personaggi identici, e alcuni anzi sono parecchio differenti (spiegatemi in che modo Sweeney Todd o Ichabod Crane si rapportano al cliché Willy Wonka/Jack Sparrow, dato che penso sia quello la solita). E dirò di più: questo stesso paradigma è nato, appunto, con Jack Sparrow, quindi in tempi tutto sommato abbastanza recenti.

Sì, forse Noodles si riferiva appunto allo Sparrow. Però c'è da dire che ormai, quando si associa insieme i nomi Burton-Depp, il pubblico sa già cosa aspettarsi. Io intanto il film non l'ho ancora visto, penso andrò questo Sabato (con, tra l'altro, alcuni fan Burtoniani).
 
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107 replies since 4/3/2010, 23:54   1233 views
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