martedì 16 febbraio, ore 23.20, Rete 4. Per chi è anti-Sanremo, almeno sfanga la serata. Consiglio cinematikino: il mio Napoleone made in Kubrick.
« Nessun ragazzo, per la prima volta libero e con venti ghinee in tasca, si sente veramente triste. E Barry partì alla volta di Dublino senza tanto pensare alla cara mamma rimasta sola e al focolare lasciato alle sue spalle, quanto al domani, con tutte le meraviglie che gli avrebbe portato» (Narratore/Romolo Valli)
Barry Lyndon è un film storico/drammatico del 1975, diretto da Stanley Kubrick e tratto dal romanzo di William Makepeace Thackeray, Le memorie di Barry Lyndon.
Il film è considerato un capolavoro, sia dal punto di vista artistico che dal punto di vista della tecnica cinematografica: per creare un'opera il più possibile realistica, Kubrick trasse ispirazione dai più famosi paesaggisti del XVIII secolo, per scegliere le ambientazioni dei set. Le riprese vennero effettuate nei luoghi in cui il film si svolge: Inghilterra, Irlanda e Germania.
Le scene ed i costumi vennero ricavati da quadri, stampe e disegni d'epoca: per ciò il film ottenne i premi Oscar alla miglior scenografia e per i migliori costumi. Le riprese vennero invece girate con l'ausilio della luce naturale o, tutt'al più, delle candele e delle lampade ad olio per le riprese notturne.
Questa scelta implicò l'utilizzo di lenti rivoluzionarie, studiate dalla Zeiss per la NASA, oltre a nuove macchine da presa messe a punto dalla Panavision.
Dopo Arancia meccanica, Kubrick decise di dirigere un film a cui lavorava da tempo, Napoleon, biopic su Napoleone Bonaparte. Ma dopo il flop di un film simile, Waterloo di Sergej Fëdorovič Bondarčuk, Kubrick abbandonò il progetto, senza discostarsi però dal film storico. In questo periodo gli passò sottomano il romanzo di William Makepeace Thackeray, Le memorie di Barry Lyndon e dunque decise di approfondirlo, iniziando a stendere una prima sceneggiatura. «Mi ha sempre attirato un film in cui il destino del protagonista è già inciso sul primo fotogramma, e non ne avevo ancora fatti, quindi questa fu l'occasione migliore» - asserì Kubrick a proposito della pellicola. Una prima stesura dell'opera non comprendeva molti dei dialoghi e la voce narrante era in prima persona, come nel libro dal quale il film è tratto. A questo proposito, Kubrick disse: «Thackeray usava l'osservatore 'imperfetto' - anche se sarebbe più corretto dire l'osservatore 'disonesto' - consentendo al pubblico di giudicare da sé la vita di Redmund Barry. Questa tecnica andava bene per il romanzo, ma non per un film, in cui hai dinanzi a te una realtà oggettiva per forza! Il narratore in prima persona avrebbe funzionato se il film fosse stato una commedia: Barry diceva il suo punto di vista, in contrasto con la realtà oggettiva delle immagini, e allora il pubblico avrebbe riso per questa contrapposizione. Ma "Barry Lyndon" non è una commedia».
Kubrick riferì di non avere scelto Barry Lyndon, tra i romanzi di Thackeray, a caso: «Ho avuto l'intera collezione delle opere di Thackeray sulla libreria, a casa, per anni. Dovetti leggere i libri svariate volte prima di arrivare a "Barry Lyndon". Prima, ad esempio, mi interessava "La fiera delle vanità", ma la storia era troppo intricata per essere spiegata solo in un film. Oggi ci sarebbero le miniserie televisive, ma non avevo assolutamente l'intenzione di girarne una».
Il regista asserì di amare i personaggi e di aver trovato un modo per non fare perdere l'impatto del libro nel passaggio dalla carta alla pellicola. «Barry Lyndon offriva l'opportunità di fare una delle cose che il cinema può realizzare meglio di qualunque altra forma d'arte: presentare cioè una vicenda a sfondo storico. La descrizione non è una delle cose nelle quali i romanzi riescono meglio, però è qualcosa in cui i film riescono senza sforzo, almeno rispetto allo sforzo che viene richiesto al pubblico».
Cast
Il cast del film comprende Ryan O'Neal, nel ruolo di Redmund Barry Lyndon (inizialmente assegnato a Robert Redford), Marisa Berenson nel ruolo di Lady Lyndon, Leon Vitali nel ruolo di Lord Bullington, Patrick Magee nel ruolo dello Chevalier di Balibari ed Anthony Sharp nel ruolo di Lord Hallam.
Sharp e Magee avevano già collaborato con Kubrick in Arancia meccanica. In particolare, in un'intervista con Michel Ciment, il regista rivelò le sue impressioni sull'attore protagonista del film, Ryan O'Neal, sino ad allora quasi sconosciuto: «Era l'attore migliore per la parte. Aveva l'aspetto giusto ed ero sicuro che avesse più dote di quanto non ne aveva mostrato sino ad allora. Penso di averci visto giusto, data la sua performance e non riesco ancora neanche a concepire uno che avrebbe interpretato meglio Barry. Ad esempio, nonostante siano grandi attori, Al Pacino, Jack Nicholson o Dustin Hoffman sarebbero sicuramente stati errati in quel ruolo».
Ken Adam si ispirò al Bacio di Hayez per realizzare una delle scene
Regia
Per il film, Kubrick cercò di essere quanto più realistico possibile, utilizzando sul set solamente candele o lumi ad olio. Tutto ciò per ricreare l'atmosfera tipica del XVIII secolo. A ricreare quest'atmosfera collaborarono anche i quadri di autori come Hayez (Il bacio è riproposto in una scena d'amore tra Barry e Lady Lyndon), William Hogarth, Joshua Reynolds, Chardin, Antoine Watteau, Zoffany ed altri, come ha rivelato lo scenografo Ken Adam.
Kubrick rivelò di non avere usato quasi nessuno storyboard, per la realizzazione del film, asserendo che sono poche le riprese provenienti da idee lampanti, aggiungendo che anzi il preparare una scena prima di essere sul set può soltanto danneggiarla: «L'ispirazione giusta viene in un momento e basta. Non c'è alcuna alchimia alle spalle, la si riconosce e ci si ispira ad essa».
L'imbarco per Citera servì come ispirazione per alcuni esterni del film
Le riprese durarono 300 giorni, in un arco complessivo di due anni: con un budget di circa 11 milioni di dollari, iniziarono nel giugno 1973 e finirono nel settembre 1975. Per ispirare gli attori, Kubrick faceva ascoltare sul set le musiche che avrebbero fatto da sottofondo, nel montaggio finale, alla scena, come fece Sergio Leone con il cast di C'era una volta il West.
La pellicola venne girata alla Powerscourt Estate, una famosa tenuta del XVIII secolo nella contea di Wicklow, in Irlanda. La casa venne distrutta in un incendio diversi mesi dopo l'inizio delle riprese (nel novembre 1974): per questo il film viene considerato, oltretutto, una sorta di documentario sull'aspetto della dimora prima della sua distruzione. Tra le altre location, il castello di Howard, in Inghilterra (in cui vennero girati gli esterni della tenuta Lyndon), il castello di Dublino, in Irlanda, dimora dello Chevalier e alcuni edifici governativi a Potsdam, vicino Berlino.
Alcune tecniche di ripresa ricollegano direttamente ad altri lavori precedenti del regista: lo zoom ed il grandangolo, elementi-chiave in 2001 ed Arancia meccanica. Inoltre, alcuni elementi riportavano direttamente al cinema muto: «Penso che il cinema muto avesse molte più qualità del cinema sonoro», asserì Kubrick. Poi, aggiungendo, disse: «[La scena nel terrazzo tra Lady Lyndon e Barry] è tutta molto romantica, però nello stesso tempo credo che suggerisca quell'attrazione vuota che sentono l'uno per l'altra e che scomparirà con la stessa rapidità. Prepara cioè il terreno a tutto quello che seguirà nel loro rapporto».
Con questo film, Kubrick si aggiudicò un BAFTA al miglior regista 1976.
Colonna sonora
Anche per Barry Lyndon, Kubrick abbandonò pezzi di colonna sonora originale, preferendo autori come Händel o Bach. «Per quanto i compositori di colonne sonore possano essere bravi, non saranno mai un Beethoven, un Mozart od un Brahms. Perché usare una colonna sonora discreta quando c'è dell'ottima musica disponibile dal nostro passato più recente?». «Quando completai il montaggio di "2001", avevo fatto registrare alcune musiche originali che volevo usare nel film. Lo stesso compositore, però, davanti al 'Bel Danubio blu' rimase esterrefatto e allora cambiò idea e inserì queste tracce nelle scene. Con "Barry Lyndon" non ricaddi nell'errore e usai direttamente musiche non originali».
Molte delle tracce, nonostante siano tratte da composizioni di Bach, Schubert ed altri, sono state riscritte e riorchestrate da Leonard Rosenman, che collaborò con Kubrick nella scelta dei brani. «La musica del XVIII secolo non è molto drammatica. Sentii il tema di Handel, che fa da sottofondo a molte scene del film, suonato con una chitarra, e stranamente, mi faceva pensare ad Ennio Morricone. Allora aggiungemmo i bassi e la musica si adattò perfettamente alla drammaticità della pellicola».
L'unico brano musicale non corrispondente all'epoca è il Piano Trio N° 2 in E Flat Major, D. 929 di Franz Schubert, composto agli inizi del XIX secolo.
1. Suite N° 4 in D Minor, HWV 437 - Sarabande (Georg Friedrich Händel)
2. Woman of Ireland (Seán Ó Riada)
3. Piper's Maggot Jig (Paddy Moloney e Sean Potts)
4. The Sea-Maiden (Paddy Moloney e Sean Potts)
5. Tin Whistles (Seán Ó Riada)
6. British Grenadiers (Fifes And Drums)
7. Marcia da "Idomeneo, re di Creta", opera, K. 366 (Wolfgang Amadeus Mozart)
8. N° 1 in C Major (Franz Schubert)
9. Cavatina dal 'Barbiere di Siviglia' (Giovanni Paisiello)
10. Concerto in E Minor RV 409 (Antonio Vivaldi)
11. Concerto in C Minor BWV 1060 (Johann Sebastian Bach)
12. Piano Trio N° 2 in E Flat Major, D. 929 (Franz Schubert)
13. Marcia Hohenfriedberger (Seán Ó Riada)
Fotografia
Alla fotografia lavorarono John Alcott e Stanley Kubrick: Kubrick aveva già lavorato con Alcott per 2001: Odissea nello spazio ed Arancia meccanica ed avrebbe continuato in Shining. Alcott venne premiato, per il lavoro svolto su Barry Lyndon, con un premio Oscar 1976.
L'intento di Kubrick era quello di girare il film senza alcun ausilio di luci artificiali, così da donare alla pellicola un aspetto realistico, «quello di un dipinto od un affresco». Per questo, durante la fase di pre-produzione del film, il regista girò in lungo ed in largo alla ricerca di obiettivi molto luminosi. Il compito non fu difficilissimo per Kubrick, che aveva lavorato per diverso tempo alla rivista statunitense Look. Ed DiGiulio, presidente della Cinema Products Corp., rivela che Kubrick giunse un giorno con una proposta quasi "assurda": «Mi chiamò per chiedermi se [...] era possibile adattare per la BNC l'obiettivo Zeiss che si era appena procurato e che aveva una focale da 50 millimetri ed un'apertura massima di f/0.7. Quando lessi le specifiche delle dimensioni, conclusi che sarebbe stato impossibile collegarlo alla sua BNC a causa del diametro e anche perché la parte posteriore sarebbe arrivata a soli 4 mm dal piano della pellicola». Nonostante questo Kubrick insistette sino a quando DiGiulio non accettò di approfondire la questione.
Accoglienza
All'uscita, nel dicembre 1975, il film venne apprezzato particolarmente, per le sue atmosfere barocche, la fotografia e la scenografia. Nonostante tutto, l'accoglienza da parte del pubblico non fu delle più calorose ed il critico italiano Enzo Ungari, ad esempio, nel 1976, la definì "svagata" ed asserì che Barry Lyndon aveva avuto un po' ovunque degli apprezzamenti «grigiamente positivi».
Brian Koller scrisse che il film è il secondo più bello di Kubrick, successivo solo ad Il dottor Stranamore, che cattura e fa saltare lo spettatore in un mondo sin troppo realistico. In seguito al successo - quantomeno sotto il punto di vista critico - del film, negli anni successivi molti registi sfornarono una serie di film storici ambientati nel '700, che cercavano di ricreare le atmosfere realistiche: tra questi, I duellanti di Ridley Scott, in cui per altro i duelli svolgono un ruolo fondamentale.
Registi italiani come Bernardo Bertolucci, però, sottolinearono il fatto che anche questo film, come già accadeva in 2001: Odissea nello spazio ed Arancia meccanica, metteva in risalto il sentimento di amore/odio che Kubrick prova verso la civiltà umana.