Me l'hanno regalato in un'occasione speciale, ed è il film che mi ha fatto rompere il mio voto di non vedere film americani. E non sono mai stato così contento di aver rotto un voto.
Il genere di film che da un regista non ti aspetteresti mai. Chi avrebbe mai pensato che il regista di
Elephant Man o
Velluto Blu, per non parlare dei successivi
Mulholland Drive e
Inland Empire, avrebbe mai diretto un film simile, prodotto dalla Disney, e che aveva tutte le apparenze di una storia che definire zuccherosa è un eufemismo? E' lo stesso paradosso per cui Robert Altman ha diretto
Popeye - Braccio di Ferro (1980, che sulla carta sembra uno dei film più brutti di sempre), o Francis Ford Coppola
Jack (1996, insopportabilmente mieloso). Ma a differenza dei due illustri colleghi, Lynch coglie miracolosamente l'obiettivo e supera l'impresa inaspettata con tutti gli onori.
La storia è vera: Alvin Straight (Richard Farnsnworth, uno dei tanti "militi ignoti" della storia del cinema, che è riuscito col suo ultimo film ad avere un meritato posto nella Storia), un anziano contadino dello Iowa, apprende che il fratello Lyle (Harry Dean Stanton, che compare per i cinque minuti finali) ha avuto un infarto ed è quasi morto. Sceglie così di andarlo a trovare, ma siccome ci vede male non ha la patente, e la figlia lievemente handicappata (Sissy Spacek) non può accompagnarlo in auto. Così questo vegliardo a metà strada tra Don Chisciotte e il Barone di Munchausen sale su un tosaerba e con quello inizia a viaggiare, percorrendo 300 km, per andare a trovare il fratello.
Ho finito il film che stavo piangendo. Lynch ha messo in scena questa storia con semplicità essenziale ma potente, senza concedere nulla al facile patetismo (non vediamo l'incontro fra i due fratelli, non viene spiegato perché litigano, in fondo non è importante). Ha impostato lo stile su larghi, ariosi, aperti campi lunghi e lunghissimi su piantagioni di grano, e ti sembra veramente di perdertici dentro tanto sono larghi. Gli incontri casuali lungo la strada (una ragazza madre in fuga, un gruppo di ciclisti, un vecchio amico a cui confessare una colpa mai dimenticata durante la guerra) sono semplici, diretti, mai invasivi: piccole storie, gente comune, a cui viene data una rilevanza epica. E' la rilevanza del sentimento, dell'amore familiare più forte di tutto, dell'ostinazione a non arrendersi comunque. E il sole, presenza veramente rara nei film di Lynch, non è mai stato così radioso.
10 e lode, senza passare dal via. Vedetevelo con la vostra famiglia: alla fine, avrete voglia di abbracciarla, senza paura di sentirvi ridicoli.