| MikeT: CITAZIONE Non sono sicuro di cosa ho visto. E' stata una sensazione quasi fisica, come strizzare una oloturia. E' un film viscido, quasi limaccioso. La sua lentezza, poi - alla quale mi stavo disabituando, di recente - lo rende più angoscioso di quanto non sia in realtà. World: CITAZIONE Veramente un bellissimo film. Uno dei film di Lynch che più preferisco. E anche uno dei più comprensibili. Very Happy
Con un Hopper straordinario. Shocked
Mio personale giudizio: **** Arcadia: CITAZIONE "Velluto Blu" è un capolavoro. Da menzionare anche l'indimenticabile incipit. Cristian: CITAZIONE Un film molto molto bello.
VOTO: ***1/2 (tendente al ****, perchè dovrei rivederlo)
Per me il capolavoro è "Mulholland Drive". Emil: CITAZIONE Velluto Blu è un esempio della contrapposizione (anche se il regista non ne spiega mai i motivi) dell'irrealtà con la realtà, fatta di banalità, semplicità, di sogno americano, la speranza che la vita sia fatta di cose belle, chiare e trasparenti.. ma che invece dietro si celi molta ipocrisia e perversione del piacere. La pellicola inizia proprio nel farci vedere un tessuto (di velluto blu) che simboleggia proprio la perversione (contrapposto in alcuni momenti dal tessuto rosso... cioè la voglia di Joffrey, il protagonista, della perversione) e accompagnata da una musica inquietante trascina lo spettatore in un climax assai diverso dalle successive immagini di gente che passeggia per strada , bambini che attraversano la strada, in un mondo apparentemente perfetto. Il regista si muove continuamente su questo concetto, portando lo spettatore a chiedersi determinate domande: Perchè pensa, agisce in questo modo? Spesso i personaggi sono poco reali per come si comportano proprio perchè si vuole esasperare le loro personalità.Joffrey sta indagando o cercando di capire lo strano ritrovamento di un orecchio che sembra appartenere al marito di una donna costretta a perversioni sessuali masochiste, da un depravato che tiene in ostaggio il suo bambino e il marito. Si potrebbe pensare che sia il solito film dove i personaggi principali cercano di risolvere l'enigma. Lynch però va oltre al caso, (all'enigma)...facendo rimanere il film spesso ambiguo... lo stesso protagonista prova in un certo momento la stessa perversione della donna e del suo "ricattatore" ... è come se i personaggi secondari risultassero indispensabili per lo stesso Joffrey che non può fare a meno di questa perversione che ha sempre avuto dentro, dove il dolore diventa piacere. Proprio quando il tutto sembra concluso, gli avvenimenti si dirigono verso una conclusione "migliore" (la donna ritrova suo figlio e la libertà) l'autore richiude il cerchio riportando la realtà sotto forma di apparenza, dove gli uccelli mangiano gli insetti e non se ne spiega il motivo. La libertà è illusoria perchè non si saprà se i personaggi si libereranno mai della loro perversione. Lo stesso uccello (il pettirosso) che simboleggia la luce, la speranza .. viene messo in discussione dalla sua "atrocità" di mangiare insetti, gli stessi insetti che mangiavano a loro volta l'orecchio della vittima. Una continua contrapposizione tra il mondo della realtà fittizia con la realtà perversa di ogni essere vivente. Pap: CITAZIONE Rispondendo, o accodandomi, a Cristian: anche per me Mulholland Drive è con ogni probabilità il capolavoro più maturo e completo di Lynch (per quanto Lynch - o meglio, un suo film - possa essere maturo e/o completo). Ma se devo attenermi alle fredde stelline, come accade per la filmografia di un altro autore che AMO molto più del ciuffosissimo David, ad ogni suo film che ho visto (Eraserhead, Velluto Blu, Elephant Man, Una storia vera e appunto Mulholland Drive) ne dò ****. Hal9000: CITAZIONE Niente è ciò come sembra o appare. Anche nel miglior giardino lavorato all’inglese si può celare un numero spropositato di scarafaggi che vivono nell’ombra dei dolci e perfetti fili d’erba. Con questo inizia il film di David Lynch, con un uomo che annaffia tranquillamente il suo prato e che, per colpa di un infarto, cade al suolo. Da lì in poi nulla sarà come prima. Infatti, Jeffrey, il figlio dell’uomo, al ritorno dalla visita al padre all’ospedale, percorre una normale stradina di campagna. Nel tentativo di trovare un sassolino da lanciare verso una baracca di legno abbandonata, al giovane capita invece tra le mani un orecchio umano mozzato a chissà quale malcapitato. Da onesto e ragionevole cittadino, lo raccoglie e lo porta alla stazione di polizia, e da qui inizia il viaggio del giovane nell’america sporca,criminale, nascosta dietro i visi solari, sorridenti e felici dell’altra faccia della medaglia. Improvvisatosi detective, il protagonista decide di ignorare i consigli della polizia e di indagare per conto suo. Di lì a poco verrà coinvolto da una cantante di night club, Dorothy Vallens, in un affare pieno di sesso, violenza e droga. Pur consapevole dei rischi a cui va incontro, Jeffrey si spingerà troppo oltre, fino al punto di non ritorno. Il film di Lynch principalmente è una metafora delle contraddizioni dell’uomo, del male celato e nascosto anche nella persona più “pura” in apparenza. Diviso nettamente in ambientazione diurna (colori tenui e luci calde) e in notturna (colori cupi e sporchi, luci fredde-grigio), Velluto blu è anche uno studio dell’animo umano. Jeffrey, classico bravo ragazzo, non solo entra involontariamente nel giro, ma, forse(?) senza accorgersene, ne rimane affascinato: una donna sexy e sola, un criminale psicopatico drogato e i suoi strafatti scagnozzi, sono l’esatto opposto delle persone perbene e gentili che popolano il mondo acqua e sapone di Jeffrey. Una fuga temporanea verso un’ esistenza alternativa e pericolosa, popolata da gente di ogni tipo e ricca di rischi. Una rivendicazione e un lieto fine ci saranno, ma non è forse vero che anche noi, esseri umani rispettosi della legge (…), non rimaniamo, a volte inconsciamente affascinati da questi mondi secondari? Anche se a volte ce ne teniamo alla larga, spesso invidiamo quella libertà sfrenata, libertà non gradita alla legge, ma sempre libertà di compiere azioni eccessive. Non dimenticando però ciò che Lynch vuole principalmente comunicare, ossia l’assenza completa della conoscenza di una persona (come già visto in modo differente in Psyco). Ma la cosa che più può spaventare è che anche noi stessi non ci conosciamo fino in fondo, e quindi non potremmo (mai) sapere fino a che punto potremmo spingerci; vedi l’esempio della cantante Dorothy che, anche se oppressa da un maniaco, appena ne ha l’occasione approfitta, seppur per poco, della situazione scomoda in cui è capitato Jeffrey, e tenta in veste malinconica, di abusarne. Un dettaglio particolare è l’inserimento nel film di inquadrature di candele che vengono spente con un soffio, quasi una metafora della lieve vena surreale del racconto. Invece, a fine film, poco prima del rappacificamento di Jeffrey e della fidanzata, al posto di candele, troviamo tre lampadine elettriche che cessano di illuminare con la loro luce elettrica e artificiale la scena vuota,quasi a significare un ritorno alla vita di tutti i giorni. Ma ciò potrebbe anche rappresentare il ritorno ad una vita irreale perché tranquilla e perfetta, mentre la dolce e naturale luce delle candele è metafora del reale e oscuro mondo che spesso neghiamo di abitare.
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