Clint ci riprova a parlare di ladri. Lo aveva già fatto quasi agli esordi con Storia di ladri, film lontano anni luce da questo che abbiamo ora davanti. La prima cosa che ho pensato è stata: non c'è paragone fra i due film e vedere come a distanza di così poco tempo (forse un anno) sia migliorato così tanto, stupisce (e intimidisce, perchè non tutti siamo in grado di fare questi passi da giganti).
Si parla di ladri, per l'appunto, ma il film non tratta di rapine. La trama si focalizza sui due personaggi principali, mettendoli in contrapposizione. Penso che Clint abbia cercato appositamente un film dove un "buono" si scontrasse con un "cattivo". Ma ci è chiaro fin da subito che gli aggettivi non possono essere dati così, semplicemente. Uno di questi protagonisti è un ladro, ma non di professione. Un uomo molto intelligente, astuto e calcolatore, ma al tempo stesso estremamente sensibile e umano. E' un uomo dal carattere introverso, dal passato solitario, che trova nel presente le uniche consolazioni nelle passeggiate con il suo cane e nel pianoforte, oltre che agli amici.
Dalla parte opposta invece un poliziotto sulle sue tracce, una figura bizzarra e singolare, empatico, abile nel capire le persone a fondo, e nel condizionarle. Ma anche questa una persona dotata di grande sensibilità.
Sono due personaggi molto simili, che non si incontrano quasi mai frontalmente, ma che per tutto il film fanno da protagonisti assoluti di una storia drammatica.
Si inizia con i toni di una commedia romantica e nostalgica, dove Michael si innamora, dove tutto sembra andare per il meglio. Ma accade l'imprevisto, ed ecco che quel sottile equilibrio che si era creato si rompe, portando lui e la sua banda a fuggire e nascondersi, a uccidere pur di salvarsi. Fino all'epilogo finale, dove i rimorsi di Michael nei confronti dei suoi amici, ma soprattutto la sua incapacità di sentirsi ambientato nella società, lo porteranno alla scelta finale drammatica.
Un soggetto quindi molto maturo, che si vuol concentrare particolarmente sulla psicologia dei personaggi, e dove le scene d'azione sono ridotte al minimo.
La sceneggiatura dimostra di reggere bene la storia, descrizioni accurate e dialoghi quasi sempre plausibili. Certe scene comunque non mi hanno convinto per un'eccessiva tendenza alla drammaticità, o meglio a voler a tutti i costi far finire il tutto in tragedia. Ad esempio, nella scena del magazzino, dove gli amici rimasti feriti aprono il fuoco verso la polizia, che poi li fa fuori. Perchè aprire il fuoco quando potevano benissimo dire che si arrendevano? Meglio la galera che la morte, no? Oppure quella nel palazzo, quando la polizia li scopre e loro escono fuori. Troppi morti, che stonano un pò con l'idea che lo spettatore si era fatto di banda composta da "gentiluomini" che fino a quel momento non avevano fatto del male a nessuno.
La scena finale è anche una di queste, ma qua la critica è minore, perchè in fondo la volontà di Michael di morire potrebbe essere giustificata da quanto ho detto prima, e cioè dal fatto che aveva perso ormai le uniche cose che gli importavano.
Ma vi sono anche delle ottime scene che compensano il tutto, come l'addio alla cagna, le discussioni con Langella, l'incrocio delle auto sotto il palazzo di Michael, o la sinfonia finale.
Cast molto buono, che farà sicuramente parlare di sè anche in vista awards. George Clooney ha il viso perfetto per il ladro, ma non è quello fracassone degli Ocean's, bensì una persona più sensibile e matura, più drammatica.
Perfetto anche Robert Downey Jr, che con quell'aria bizzarra e ingannevole completa uno dei migliori personaggi inventati da Clint (per fortuna non hai preso il solito Al Pacino, anche se paradossalmente poteva starci come faccia
).
Fra quelli secondari non può che spiccare un adattissimo Michey Rourke nel ruolo del gangster capace di ragionare, e la dolce Natascha McElhone.
La colonna sonora è solo descritta (tranne che nella scena iniziale se non sbaglio), sebbene sia presente solo quando Michael suona il pianoforte. Diffiile quindi da commentare, ma è una scelta giusta quella di non inserire canzoni famose.
Regia che come nome ci può stare. Non si nota particolarmente la sua mano, essendo la sceneggiatura abbastanza lineare come narrazione e riprese, a parte alcune scene dove sono concatenati i punti di vista diversi dei personaggi, o qualche rallenty.
Scena migliore: l'addio alla cagna Liv. Da una parte forse un pò melodrammatica, però si vede che è stata scritta con passione e mette bene in luce il carattere sensibile di Michael.
Battuta migliore:HARRY: Siamo stati insieme fin da quando sono arrivato... Era un poliziotto volenteroso, ma non avrebbe mai fatto strada.
Voto: 7,5Il miglior film di Clint, senza ombra di dubbio. Maturo e romantico, drammatico, da vita a due personaggi a tutto tondo che colpiscono per i loro caratteri insoliti.
Forse troppo forzate alcune scelte di trama (non le ho elencate tutte tra l'altro per evitare che si pensasse che voglio metterle troppo in risalto, ma se clint me lo chiederà approfondirò la cosa), che hanno fatto perdere alcuni punti ai personaggi, soprattutto quelli secondari.