CITAZIONE (piccettino! @ 8/12/2008, 10:54)
Il problema dei detrattori di INLAND EMPIRE è che non hanno mai provato ad elaborare il film, a cercare di comprenderlo, a divertirsi ad esplorare il film, anche a giocarci un po'. E invece, e lo dico con tutto l'affetto possibile, si buttano sul facile populismo (disegni compreso, anche se ho l'impressione che ce l'avesse con la frase in sè che con lynch direttamente), sui commenti da osteria, lo faccio pure io, non c'ho capito niente, ma di che parla il film, Lynche si autocita, ha stufato, ecc ecc. Certo poi può piacere o meno, può piacere di meno di altri film di Lynch (e MD ad esempio è considerato da tutti un capolavoro, anche da chi non ma IE) e si può essere più o meno daccordo (io stesso amo di più altri suoi ilm rispetto a questo), chiederei semplicemente un po' più di rispetto per un film, lo si voglia o no importante e che, a mio avviso merita un trattamento critico degno della sua complessità qualsivoglia lo giudichi dopo. Ora finiti i populismi, parliamo del film?
92 minuti di applausi.
Anzi, vorrei proprio sottolineare il fatto che "Mulholland drive" è ormai considerato unanimamente un capolavoro, mentre INLAND EMPIRE una bufala (o un capolavoro). Ora, al di là del gusto personale o meno, bisogna avere un minimo di obiettività e senso critico quando ci si approccia a uno dei film più monumentali degli anni 2000. Per intenderci, su cosa sia INLAND EMPIRE, su cosa sia questo enorme monolite nero, che Lynch filma in tutte le sue sfaccettature, userò parole non mie riferite a un altro film (
Otto e mezzo, che è universalmente riconociuto come capolavoro...o è troppo difficile anche questo?): "il
Ben Hur del cinema d'avanguardia", ma anche "la masturbazione di un genio". Già, perchè Lynch dopo
Mulholland drive è andato oltre, ha messo l'asticella che nessuno, nel cinema contemporaneo, può saltare. Non stiamo parlando di un film fatto per caso, ma di un'opera pensata, elaborata e costruita con precisione maniacale: e se le scene sono slegate perchè, come dice Lynch, sono state pensate giorno per giorno, non importa, poichè sono il riempitivo per quell'immenso buco nero che è lo schermo cinematografico. La chiave per comprendere questo delirio visivo l'ha ben spiegata Lorenzo ma, detto sinceramente, non fa altro che sciupare la bellezza dell'esperienza visiva che si vive vedendo INLAND EMPIRE. Non importa la spiegazione razionale, ciò che importa è l'emozione pura che trasmettono le immagini, un susseguirsi di scene che tornano, ciclicamente, con paurosa circolarità. Tutto si chiude nell'impero di Lynch. Ciò che vediamo, è stato già visto. Dèja vu perpetuo, l'eterno ritorno dell'immagine. Cinema frantumato e (come ha già detto il piccè) un campionario di storie potenziali. Dopo che tutto è stato raccontato, è stato "visto", Lynch ci fa vedere in presa diretta (è questa l'idea del digitale: tu sei dentro, lo stai vedendo perche sta accadendo e sta accadendo perchè lo stai vedendo) l'inenarrabile, ciò che "potrebbe succedere se". Se fossimo in Polonia, se si stesse girando un film, se fossimo dentro al film, INLAND EMPIRE è un liquido che prende la forma del contenitore, e lo riempe, riempe la scena, totalmente. INLAND EMPIRE si pone come la summa del lavoro di Lynch che fin dal surrealismo di
Erserhead ha sempre cercato nuove vie per raccontare, per vedere, per farci vedere. Intendendo il cinema come un'arte, Lynch le storie le smonta, le raconta da prospettive diverse, compie dei
detour in corsa, ci spiazza, fa quel che vuole. Sta allo spettatore ri-costruire il puzzle, poichè la forma è sempre uguale e sempre diversa a se stessa. INLAND EMPIRE è anche l'esaltazione del metacinema (vedi un film che vede un film, che è visto da qualcun altro), del girato da montare, mille fragilissimi film; anzi, sarebbe divertente, rimontare INLAND EMPIRE per vedere quante storie se ne possano tirare fuori, quanti film sono contenuti al suo interno. Probabilmente sarebbero tutti "razionali".