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Munich

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Mr.Noodles
view post Posted on 20/11/2008, 15:27




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Regia: Steven Spielberg
Sceneggiatura: Tony Kushner ed Eric Roth (dal libro di George Jonas)
Montaggio: Michael Kahn
Musiche: John Williams
Fotografia: Janusz Kaminski
Interpreti principali: Eric Bana, Daniel Craig, Ciaran Hinds, Matthieu Kassovitz, Hans Zischler
Origine: USA
Durata: 160 min.


La Trama.
Nel settembre del 1972 un commando palestinese di Settembre Nero prese in ostaggio l’intera delegazione israeliana alle Olimpiadi di Monaco. Questo evento fu uno shock per tutto il mondo, e particolarmente per Israele. Gli atleti e i dirigenti israeliani furono trucidati e tutto si concluse con un bagno di sangue.
In conseguenza di questo tragico atto terroristico, l’allora Primo Ministro di Israele, Golda Meir, ordinò ai vertici della Difesa e del Mossad di dare avvio all’operazione "Ira di Dio". Si trattava di uccidere tutti i palestinesi che avevano organizzato l’attentato. Una squadra del Mossad fu così incaricata di compiere una serie di omicidi in Europa. A capo del gruppo fu messo un giovane aitante ufficiale: Avner.
La sua vita da qual momento cambiò profondamente.


Link alla discussione sul vecchio forum


E qui riposto gli interventi della discussione abbozzata nel topic del sondaggio.

CITAZIONE (World ^_^ @ 16/11/2008, 15:37)
1. Munich
Film mooolto sottovalutato. Uno dei migliori film recenti di Steven Spielberg, oltre ad essere uno dei più onesti tentativi cinematografici di affrontare il dramma israelo-palestinese. Film obiettivo nonostante la materia spinosa, quindi, con un ottimo Bana e una realizzazione come sempre ineccepibile dal punto di vista tecnico-registico come sempre, quando si tratta di questo regista.
Ma si sa, il film è di Spielberg, l'avesse fatto qualcun altro (anche un Paul Haggis qualsiasi) sarebbe stato preso in considerazione molto di più.

CITAZIONE (Mr.Noodles @ 16/11/2008, 20:42)
CITAZIONE (World ^_^ @ 16/11/2008, 15:37)
1. Munich
Film mooolto sottovalutato [...]

finito di vedere proprio poco fa. innanzitutto, m'è parso un film obiettivo fino a un certo punto: solo nel finale, col tracollo psicologico del protagonista (un Bana bi-espressivo), esce fuori la facile morale del "se ammazzi della gente, anche se è per la tua patria, questo non fa di te un eroe ma un assassino"...insomma un po' pochino. in terimini tecnici è un ottimo film: solidissima la regia di Spielberg, perfetta la fotografia di Kaminsky, e molto belle (e, per una volta, non roboanti) le musiche di Williams ^_^

CITAZIONE (Arcadia1983 @ 17/11/2008, 18:16)
CITAZIONE (Mr.Noodles @ 16/11/2008, 20:42)
finito di vedere proprio poco fa. innanzitutto, m'è parso un film obiettivo fino a un certo punto: solo nel finale, col tracollo psicologico del protagonista (un Bana bi-espressivo), esce fuori la facile morale del "se ammazzi della gente, anche se è per la tua patria, questo non fa di te un eroe ma un assassino"...insomma un po' pochino.

Nood, ne sei sicuro? Munich è probabilmente il film più asciutto, secco, tragico e pessimista di Spielberg. A parte che Bana non è bi-espressivo (anzi, è il lavoro sul doppiaggio che non rende giustizia del lavoro dell'attore australiano, secondo me trattato con troppa sufficienza), ma questo film è di una obiettività senza eguali nel cinema di oggi, americano e non solo, che vede tutto in termini di bianco e nero. Vedi il trattamento riservato ai terroristi, a quelli che hanno organizzato quella infamità di Monaco 1972: uno di loro è un poeta che ama intrattenersi con la salumiera sotto casa (e che chiama la nipotina prima di essere ammazzato), un altro è una persona che allo stesso Bana (e cioé al suo futuro assassino) parla come a un amico e gli offre una pastiglia per dormire e così via oppure di quando gli stessi israeliani fanno una corsa contro il tempo per non ammazzare la figlia di un diplomatico palestinese, per non parlare poi di quando si incontrano palestinesi e israeliani nella stessa stanza. Una grandiosa metafora di quella materia spinosa che è il conflitto israelo-palestinese.
E si parlava di tragicità e pessimismo: la meravigliosa scena dell'amplesso, per esempio, emozionalmente violenta (dalla violenza nasce l'amore e viceversa) con quel "Ti amo" sussurrato dalla moglie che non è autoassoluzione, ma anzi: è un "Ti amo" nonostante tutto quello che hai commesso, nonostante il tuo essere un assassino. Ed è una cosa tragica, ripeto, perché non c'è alcun facile giochino. E pessimismo, con l'inquadratura delle Torri Gemelle per nulla casuale, visto che quello che sta a significare che quello che è accaduto (a Monaco, a New York, a Gaza, a Gerusalemme, a Bagdad, a Kabul e così via) accadrà sempre, perché è l'uomo a essere violento per natura. E se a dirlo è un regista "ottimista" (definizione da prendere con le pinze) come Spielberg, be', non è mica poco.

CITAZIONE (World ^_^ @ 19/11/2008, 18:05)
CITAZIONE (Arcadia1983 @ 17/11/2008, 18:16)
Nood, ne sei sicuro? Munich è probabilmente il film più asciutto, secco, tragico e pessimista di Spielberg. [...]

Stra-quoto, bravo Arc.
Il film non è obiettivo solo nel finale... se ci fai caso, Nood, stabilisce dei paralleli fin dall'inizio: i nomi degli agenti del Mossad enunciati uno a uno come quelli dei presunti terroristi palestinesi "da far fuori", gli israeliani travestiti nel blitz in Libano in parallelo con quelli di Settembre Nero travestiti da atleti nel tragico momento dell'irruzione nella palazzina degli atleti israeliani a Monaco. Un film estremamente asciutto, diverso anche dallo stile magniloquente a cui ci ha abituato Spielberg e già per questo lo considererei uno dei suoi film più belli degli ultimi anni e non solo.

 
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Andrew.
view post Posted on 20/11/2008, 17:38




Per il momento non mi addentro in queste discussioni dato che ho poco tempo e le voglio leggere con calma. Però dico subito che il doppiaggio mi ha fatto un pò schifo.
 
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Clint1994
view post Posted on 12/7/2013, 23:18




L'ho visto stasera... gran film, mi è piaciuto moltissimo
 
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World ^_^
view post Posted on 13/7/2013, 07:20




Credevo ci fosse, e invece no... :unsure:

Vi posto una mia rece di Munich che all'epoca postai sul sito di mymovies:

"Una preghiera". Così, uno Spielberg eccezionalmente schivo, ha definito questo "Munich", film che tocca lo spinosissimo tema del conflitto israelo-palestinese narrando la missione segreta del Mossad all'indomani dell'uccisione degli 11 atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco del '72. Il film inizia come un documentario: otto uomini dall'apparenza innocua scavalcano una recinzione, entrano nel campus dove dormono gli atleti e scatenano l'inferno. In pochi minuti, attraverso immagini sfocate dell'epoca e abili ricostruzioni, vediamo il mondo assistere, esterrefatto, alle immagini del primo attentato in mondovisione. L'esultanza dei palestinesi, la costernazione degli israeliani, l'immobilismo del resto del mondo. Già in queste scene si presagisce il dramma che poi si consumerà con l'uccisione di tutti gli ostaggi, all'aeroporto di Monaco, in seguito alla decisione del primo ministro israeliano di non voler trattare coi terroristi. Finito il momento cronachistico (ma non del tutto, la vibrante ricostruzione dell'assassinio ci accompagnerà infatti per tutto il film, alternandosi alle immagini della missione guidata dal protagonsta), inizia il film vero e proprio. Ad Avner (un intenso Eric Bana, in un personaggio che, ironia della sorte, sembra proprio un moderno Ettore, in difesa della sua "Troia"), agente del Mossad figlio di un eroe d'Israele, viene affidata dalla stessa Golda Meir (sua la controversa affermazione secondo la quale "ogni civiltà, a un certo punto della sua storia, deve venire a patti con i suoi valori") una missione "ufficiosa" a proposito della quale Mossad e Stato di Israele fingeranno di non sapere assolutamente nulla: scovare ed eliminare fisicamente 11 personalità palestinesi, che avrebbero pianificato e finanziato l'azione terroristica di Settembre Nero. Sicuramente non un fanatico, ma un uomo comune in una situazione tutt'altro che comune, Avner accetta, sebbene sua moglie sia incinta e prossima al parto... Puntando tutto sulla forza delle immagini (non poche le scene molto "forti" a livello simbolico, una su tutte quella finale con le Twin Towers sullo sfondo) e su una sceneggiatura incalzante (il premio Pulitzer Roth e Tony Kushner), "Munich" si presenta sin dalle prime battute come un film molto sfaccettato e dalle diverse letture. Anche volendo ignorare il tema di cui tratta, "Munich" è infatti innanzitutto un thriller dal ritmo serrato, un film di spionaggio duro e "sporco" (così come la fotografia sgranata, anni '70, di Kaminski). Ma, a parte questo, c'è da dire che "Munich" è sicuramente il film più politico di Spielberg, un regista che (apparentemente) è sembrato finora volersi tenere alla larga da temi smaccatamente politici. Il film é stato accolto da tante critiche, la maggior parte delle quali prima dell'uscita stessa del film: criticato dagli uni perchè troppo critico nei confronti di Israele (c'è chi lo ha bollato addirittura, in maniera ridicola, come un film anti-semita), dagli altri perchè forse volevano qualcosa di ancor più filo-palestinese, "Munich" è in realtà un film assai coraggioso, la cui posizione "di mezzo" non è data da saggio equilibrismo fatto "per non scontentare nessuno" (tanto è vero che gli scontenti ci sono stati ugualmente) ma dal semplice fatto che il film pone molte domande e insinua assai dubbi invece di dare risposte, non limitandosi quindi abbracciare, in maniera manichea, l'una o l'altra causa. In questo suo sofferto "appello", Spielberg ci mostra quelle che, secondo lui, sono le radici dell'odio; si interroga sulla presenza del male e del fanatismo; sul come la vendetta e l'uccisione di uomini "colpevoli" porti solo ad altre "vendette" da vendicare e agli assassini mirati di uomini ancora peggiori che han preso il posto di quelli precedenti. In questo docudrama teso, che oltre a giocare con la suspence di tipo "hitchcockiano" (la scena della bambina e del telefono che sta per esplodere") affida alla nostra memoria anche immagini piuttosto crude ed efferate, Spielberg sembra filmare tutto con l'occhio imparziale d'un giornalista, per poi dare la zampata (il suo tocco, stavolta però veramente azzeccato) in alcune scene emotivamente importanti per avvicinare lo spettatore al dramma del sempre più disperato (e paranoico) Avner. Anche se qui sono più sottotraccia, i temi del cinema spielberghiano ci sono tutti, a partire dal rapporto inesistente che c'è tra Avner e suo padre (che non vediamo e del quale non sappiamo nulla, tranne il fatto che é un "eroe"). Tra le scene più belle dal punto di vista puramente registico ci sono il rovinoso attentato ad Atene e quello che Avner e i suoi uomini fanno in Libano insieme a un commando dell'esercito israeliano (se nel primo sembra di assistere a una esecuzione da genere "poliziesco/mafiamovie", nel secondo c'è il genere bellico). Tra quelle più significative ed emblematiche, da un punto di vista contenutistico c'è per prima (cronologicamente), quella grottesca in cui il commando di Avner, sotto mentite spoglie (si spacciano per membri dell'Eta e della Bader Meinhof) è costretto a condividere l'alloggio con un gruppo di feddayn palestinesi: chiara metafora della situazione in M.O., due popoli costretti a condividere la stessa terra. E la bellissima, quasi catartica scena pre-finale, quando Avner fa l'amore con sua moglie e nel frattempo, con un montaggio alternato, assistiamo al sanguinosissimo epilogo del flashback riguardante l'attentato di Monaco. Perchè tutto è iniziato da lì e per quello Avner, semplicemente un uomo che fa il suo dovere e difende la sua Patria (il cinema spielberghiano notoriamente fatto di "eroi"- anche Schindler lo era- partorisce qui forse il suo primo antieroe), ha dovuto uccidere uomini che, a modo loro e secondo la loro "fede", facevano la sua stessa cosa: compiere il dovere che il caso e la storia hanno imposto loro, perpetrando così l'infinita spirale d'odio. Quanto al finale, anche su quello s'è detto e scritto molto. A mio parere, è tutt'altro che involontaria la presenza delle Twin Towers sullo sfondo, mentre Avner, in aperto contrasto col capo del Mossad, dice che "alla fine di tutto non c'è mai pace" e che, pertanto non tornerà in Israele. I due prendono direzioni diverse: l'uno convinto che la violenza debba essere combattuta con le stesse armi, l'altro tormentato da dubbi ma almeno certo che la violenza, da sola, non può essere una soluzione. Quelle Twin Towers sullo sfondo sono forse l'ennesimo effetto collaterale innescato da una spirale di violenza iniziata chissà quando e purtroppo ancora lontanissima dalla fine. Ironia della sorte, mentre vediamo questo film, in Palestina ha vinto Hamas, la frangia del "non dialogo". E questo pensiero fa diventare ancora più irrisolto, dibattuto, inquieto e ambiguo il finale di questo film, il meno ottimista e consolatorio che Spielberg ci abbia mai proposto, sintomo forse che persino un eterno ottimista come lui di fronte a simili drammi della Storia, può solo lanciare un appello e suscitare dilemmi morali, ma non dare risposte nè indicare vie d'uscita. Per me, un capolavoro. Se non fosse altro, per la sincerità, il coinvolgimento e l'onestà di un'operazione tutt'altro che facile, operata dall'unico regista (ora sopravvalutato, ora sottovalutato) in grado, oggi, di passare con disinvoltura dai dinosauri ai forni crematori, dagli alieni al sangue dei corpi ridotti a brandelli da un plastico troppo "devastante".
 
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Merlino*
view post Posted on 13/7/2013, 11:05




CITAZIONE (Clint1994 @ 13/7/2013, 00:18) 
L'ho visto stasera... gran film, mi è piaciuto moltissimo

Concordo.
 
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view post Posted on 20/7/2013, 14:39
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Ha un solo unico grande difetto: dovrei rivederlo :P Film a tesi su un evento storico che voleva però farsi metafora di un evento storico all'epoca contemporaneo (perchè non fare direttamente un film sulla strage delle torri? Stone almeno è stato coraggioso in questo), oggi forse lo valuterei diversamente (meglio? peggio?). Anche questo fa il paio con Homeland.

Il 6 settembre del 1972 un gruppo di fedayin palestinesi fece irruzione nell’edificio che ospitava la squadra israeliana alle olimpiadi di Monaco di Baviera. La trattativa che seguì il sequestro, scandita in mondovisione, sfociò in maldestra carneficina all’aeroporto: morirono 11 atleti e quasi tutti coloro che li presero in ostaggio. Il premier di Tel Aviv, Golda Meir, sostenne la necessità vitale di una replica che eliminasse gli ispiratori dell’atto terroristico (con qualche extra). Un commando di ex agenti segreti del Mossad eseguì a Roma, Parigi, Cipro, Beirut…
Steven Spielberg, ebreo liberal dell’Ohio che sostiene lo stato di Israele e il dialogo in Medio Oriente, uomo dei sogni che non teme il realismo, prende spunto da un libro intitolato “Vendetta” e gli cambia subito il nome, scava nei dubbi di tutti, rivendica la tolleranza come prerogativa ebraica, azzarda un bilancio tra spese di sangue e risultati (gli uni hanno le armi tecnologiche, gli altri bomba demografica), preferisce il documento all’indignazione. E’ l’uomo che riuscì a pescare un gesto di riscatto persino nell’Olocausto e crede sopra a ogni cosa che <chi salva una vita salva il mondo> coloro che qui lo accusano di risultare inoffensivo (“islamically and politically correct”) probabilmente lo confondono con Oliver Stone. E’ buon segno che il suo scandaglio socio/politico abbia scontentato i più accaniti di entrambe le parti.
Eric Bana, figlio di babbo eroe e madre sionista (“Home is everything”, Israele fatta donna nella trama), è l’eliminatore sempre meno chirurgico che sprofonda in uno scrupolo più enunciato in primo piano che effettivamente maturato nel plot. Si scontra/confronta col nemico e i compagni di missione (gli ottimi Craig, Kassovitz, Hinds, Zischler) mentre una puntuale regia – che come tutto l’ultimo Spielberg tende all’extralarge – non rinuncia allo stile per il contenuto. Fanno eccezione qualche sprazzo da cartolina e un micidiale amplesso/incubo conclusivo, forse la peggior scena mai girata dal babbo di E.T. Grandi momenti d’azione, efficace colorazione sbiadita. Un agreste padrino francese cita la Cia, le Torri Gemelle ritte sul finale ammiccano al peggio che deve ancora arrivare. (guzzano)
 
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Arcadia1983
view post Posted on 21/7/2013, 12:39




l'ho amato e continuo ad amarlo.
 
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Arcadia1983
view post Posted on 25/7/2014, 12:26




altro up per un altro film (molto sottovalutato) che riguarda il conflitto. peraltro è da notare che Spielberg (regista) e Kushner (sceneggiatore del film assieme a Eric Roth) sono ebrei, e che soprattutto Kushner è un critico di Israele. eppure io ritengo il film tra i più equilibrati che ci siano sull'argomento.
chi altri l'ha visto?
 
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view post Posted on 23/9/2014, 12:13
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Dal Corriere.it

Nel Mossad di oggi, dove gli agenti si cercano sul sito web come se si trattasse d’offrire un lavoro normale, l’immagine di Mike Harari era diventata un mito seppiato dal tempo. «Non sapremo mai la maggior parte delle cose che ha fatto per noi» nei suoi settant’anni da spia, ha detto il ministro della Difesa, Moshe Yaalon, indicandolo a esempio. «Ho compiuto soltanto il mio dovere», ha sempre spiegato lui: «Non sono mai stato un killer. Quel che ho fatto, è sempre stato per difendere Israele». A 87 anni, Mike Harari è morto domenica nella sua casa di Afeka, mare a Nord di Tel Aviv, dove teneva ancora esposta in bella mostra la pistola di tante missioni. Un super-agente che Steven Spielberg ha reso famoso in tutto il mondo nel 2005, quando ha girato il film «Munich» e raccontato una delle più impressionanti «vendette» mai ordite da un servizio segreto: l’operazione Ira di Dio, nella quale gl’israeliani andarono a eliminare ai quattro angoli del mondo, uno per uno, gli undici palestinesi responsabili della strage alle Olimpiadi di Monaco ’72. «Moshe Ivgy, l’attore che mi ha interpretato, è stato bravo», si limitò a commentare Mike.
La spia che correva
Cominciò a correre presto. A sedici anni, Harari era già un portaordini dell’Haganah, l’organizzazione paramilitare ebraica che nella Palestina del mandato britannico combatteva gl’inglesi e gli arabi. E quando lo Stato d’Israele non era ancora nato, già organizzava reti coperte di spionaggio a Roma, nell’Est Europa, in Africa. Una volta, raccontò, si salvò per un nulla da un tentativo d’avvelenamento del Kgb. Stupì tutti, Mossad compreso, con l’operazione «Fulmine» e il celebre blitz di Entebbe del 1976: fingendosi un affarista italiano, diede le informazioni necessarie ai corpi speciali israeliani che erano penetrati nell’aeroporto ugandese, facendo liberare quasi tutti gli ostaggi del volo Air France dirottato da un commando palestinese (nelle sparatorie, morì il fratello dell’attuale premier israeliano Netanyahu). Settembre Nero e l’Olp di Arafat sono stati i suoi obbiettivi. Non sempre centrati: nell’operazione «Lillehammer» del 1972, in Norvegia, gli capitò d’ammazzare per errore un cameriere marocchino scambiandolo per il super-ricercato palestinese Ali Hassan Salameh (che sette anni più tardi sarebbe saltato su una bomba del Mossad, a Beirut). Dopo quell’incidente, Harari presentò una lettera di dimissioni, ma Golda Meir la stracciò.
Amico di Noriega
Anche a fine carriera, invece della pensione, l’uomo di Entebbe e di Munich si trovò un’altra, chiacchierata attività: amico personale del dittatore panamense Manuel Noriega, «faccia d’ananas», instaurò rapporti d’affari fra lo Stato dello Stretto e Israele, creando problemi all’amministrazione Usa che finì per condannare Noriega per traffico di droga. La divisione Cesarea, che la superspia Mike fondò e diresse fino al 1980, esiste e opera. Ed è ancora oggi quella incaricata delle missioni specialissime. Degli assassinii mirati. Di colpire senza troppo rispetto delle regole. «Voglio dai miei uomini concentrazione assoluta e dedico a loro tutta la mia concentrazione», è sempre stata la regola di Harari: «Una volta, mi accorsi che un mio agente era così impegnato da dimenticarsi del suo anniversario di matrimonio. Lo lasciai lavorare. E ci pensai io: mandando un regalo e un mazzo di fiori alla moglie, a suo nome naturalmente. La signora non ha mai saputo».
 
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view post Posted on 19/11/2014, 10:02
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Rai 4, seconda serata.

Ondacinema:
Durante le Olimpiadi di Monaco del 1972 dei terroristi palestinesi entrano nel villaggio olimpico e uccidono undici atleti israeliani. La vendetta israeliana ha il volto di Avner (Eric Bana), agente del Mossad, che viene incaricato di trovare e uccidere i terroristi e i loro mandanti. Uno dei film più sottovalutati di Spielberg che gira il tutto come un thriller dal ritmo serrato (la scena della bimba che risponde al telefono - bomba è ai limiti della sostenibilità). L'ultima scena è per le Torri Gemelle, l'odio non si fermerà.
 
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Merlino*
view post Posted on 19/11/2014, 10:04




Un vero peccato che sia in qualche modo così sottovalutato e mai ricordato quando si parla di bei film.
Eric Bana, che poi non è nemmeno così pessimo, di certo non ha aiutato a creare intorno a questo film un'aura positiva come sarebbe successo con un DiCaprio anche se a aprità di recitazione.
 
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view post Posted on 19/11/2014, 10:22
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Sul vecchio forum comunque si scatenò quasi un'intifada tra pro e contro. E se avete visto i tg, purtroppo il tema è sempre attuale e sanguinolento.
 
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Arcadia1983
view post Posted on 19/11/2014, 11:41




CITAZIONE (marenarobros @ 19/11/2014, 10:22) 
E se avete visto i tg, purtroppo il tema è sempre attuale e sanguinolento.

e purtroppo non finirà mai :(
 
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view post Posted on 20/2/2015, 11:05
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Rai Movie, ore 23.00.

Volevo anche fare la scheda per Ck 2.0 ma sono giorni infernali al lavoro.
 
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Arcadia1983
view post Posted on 4/7/2015, 11:35




stasera, su Rai4, alle 23. se riesco rivedo almeno l'inizio. uno dei film più belli e sottovalutati di Spielberg.
 
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14 replies since 20/11/2008, 15:27   160 views
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