Un film di David Lynch.
Con Nicolas Cage, Laura Dern, Willem Dafoe, J.E. Freeman, Crispin Glover, Diane Ladd, Isabella Rossellini, Harry Dean Stanton.Sailor Ripley (Nicolas Cage) e Lula Pace (Laura Dern) sono amanti, ma si separano dopo che Sailor viene incarcerato in seguito ad un omicidio che commette per legittima difesa.
Dopo il suo rilascio, i due escono dalla California (ignorando gli obblighi di libertà vigilata di Sailor). La madre psicopatica di Lula, Marietta Fortune (Diane Ladd), che aveva già inizialmente cercato di ucciderlo, sguinzaglia un detective privato (Harry Dean Stanton) e amici della criminalità per trovarli ed eliminare Sailor.
Nonostante questo, i due si godono il loro viaggio e il loro ritorno insieme. Fino a quando...Correva l’anno 1990 e al festival di Cannes, presieduto dal nostro Bertolucci, vinceva a sorpresa
Cuore selvaggio, opera numero cinque di David Lynch.
La data è importantissima, segna l’inizio del decennio e, vedendo il film, pare che Lynch avesse già previsto cosa sarebbe accaduto nel mondo del cinema: la riesumazione del pulp, gli assassini nati, il road movie, la favola nera, “fuoco cammina con me”. In
Wild at heart c’è già tutto. E’ un film seminale.
Questa è una fiaba.Sailor e Lula si amano. L’amore, la cocente passione fra i due è il sentimento che domina il film.
Marietta, la madre di Lula, è una sorta di matrigna cattiva (nonostante voglia bene alla figlia), tanto che Lula la vede continuamente nelle vesti della Strega Cattiva dell'Est. Marietta non fa altro che ostacolare i due, inviando sicari della criminalità organizzata, temendo che Sail sappia che, il suicidio simulato del marito, sia stato ordito da lei e da Santos. Non si contano i riferimenti al Mago di Oz (addirittura un uomo fa riferimento al cane Totò). Ogni tanto si vede l’immagine in una sfera di cristallo, come sei personaggi fossero controllati dalla strega. E sul finale l’amore fra i due è salvato proprio dall’intervento onirico della Strega Buona dell’Ovest!
L’assetto da fiaba è pure confermato dalle continue digressioni, che si sviluppano come momenti onirici, flashback o racconti (memorabile quello di Lula riguardante il cugino Dell/Crispin Glover).
Lula altri non è che una Dorothy sbalzata oltre l’arcobaleno alla ricerca di punti fermi nel mondo contemporaneo, pieno di idee e gente malata.
Questa è una storia pulp.Cuore selvaggio è anche un esempio di pulp, prim’ancora che Tarantino esordisse con
Le iene.
Sailor e Lula stessi sono dei personaggi anacronistici. Ricalcano alcuni dei personaggi dell’America anni ’50: Sailor si sente un po’ Elvis e va sempre in giro con la sua giacca di pelle di serpente, che fa tanto Marlon Brando in “Pelle di Serpente” (film dov’è protagonista una certa Anna Magnani); Lula, col rossetto e lo smalto rosso, i capelli biondi cotonati, è una vamp alla Marylin Monroe. Per non parlare del personaggio di Bobby Perù (uno stratosferico Willem Dafoe con una dentatura horror), che sembra uscito dalla mente di Tarantino. La scena della rapina in banca è CULT:
Bobby Perù spara immotivatamente ai due anziani cassieri, esce fuori inseguendo Sailor, si fa colpire da un poliziotto e si spara col fucile facendosi saltare la testa (letteralmente
). Intanto nella banca, un cassiere cerca disperatamente la sua mano, portata via da un cane.
Questo è un road-movieQuesto mondo ha un cuore selvaggio e del tutto incomprensibile. Questa battuta, pronunciata da Lula, rivela il significato profondo del film. Come disse lo stesso Lynch in un’intervista “Cuore Selvaggio è una storia d’amore lanciata lungo una strana autostrada del mondo contorto di oggi”. Fondamentalmente Lula e Sailor sono due personaggi buoni, travolti dagli eventi del mondo (c’è una bellissima scena in cui Lula non riesce a trovare una stazione radio dove non si parli di stragi o omicidi efferati, così dopo aver trovato un pezzo rock lei e il ragazzo si mettono a ballare come scemi ai bordi dell’autostrada) e perciò decidono di andare per le
lost highways americane - preludio ad altre storie lynchane – che riveleranno mondi ben peggiori, in cui l’innocenza è perduta per sempre - mentre Lula vorrebbe ballare con Sailor
somewhere over the rainbow.
Film dopo film David Lynch si sta confermando come uno dei massimi esponenti viventi della settima arte. La sua regia è visionaria, folle, ma ha sempre una ragion d’essere. La cura per i dettagli sia scenici che sonori è maniacale (ancora sento nelle orecchie il suono del fiammifero che si accende). In questo film ci sono molte delle sue ossessioni: l’innocenza perduta che va al di là del giudizio Bene/Male, la visione distorta del mondo contemporaneo e, visto che eravamo ancora in periodo “Twin Peaks”, il fuoco che divora ogni cosa.
Notevole la caratterizzazione di Nic Cage (anche se ha una voce terribile). Semplicemente splendida Laura Dern, che con quell’aria da finta bambina, ha una sensualità e un magnetismo pazzesco. Diane Ladd, vera madre della Dern, era un’attrice che non conoscevo, ma il suo personaggio è da antologia (quando si colora la faccia col rossetto e le vengono inquadrate le scarpe da strega sono sbroccato!
).
Voto: