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| La sala che ha visto me e Pap di nuovo assieme per la visione di questo film (o in generale per la visione di qualcosa assieme) è stata, pensate un po', quella di Vicenza. Ebbene si, sono andata a trovare Pap dopo due settimane di lontananza. E che si fa finalmente quando si sta assieme? Che domande! Si va al cinema. E' una tra le cose che più mi mancavano, davvero. Devo dire che American gangster si è ben prestato al nostro ritorno da spettatori da multisala. La storia è ambientata negli anni Settanta e ci presenta la corruzione della polizia newyorkese a quei tempi, coinvolta negli ingenti traffici di droga, la cosiddetta Blue Magic, che comincia a stravolgere tutti e tutto. Ovviamente come in ogni storia, c'è il buono e il cattivo. Denzel Washington veste i panni di Frank Lucas, "l'imprenditore" che prende il sopravvento su tutti i quartieri, sospettato dalla polizia ma inarrivabile. Frank ama la famiglia, porta la madre a messa tutte le domeniche, fa tutto ciò che dovrebbe fare un rispettabile uomo, che lavora per mandare avanti la famiglia. Il nuovo boss della droga arriva a scavalcare persino le intoccabili ed invincibili famiglie mafiose, riuscendo a trovare uno stratagemma per importare la Blue magic dal sud-est asiatico. Incaricato di combattere il nuovo gangster di colore è Russel Crowe, Richie Roberts, nei panni del poliziotto incorruttibile. Frank e Richie rappresentano due casi estremi, pur personificando due soluzioni opposte tra loro. Ma alla fine le due soluzioni opposte finiranno per intrecciarsi l'una con l'altra, dando vita ad una terza soluzione, una soluzione che punta nella stessa direzione. Personalmente ho preferito il cattivo della storia. Mi è piaciuta la personalità e gli abiti di denzel Washington (che io e Pap abbiamo guardato con comuni apprezzamenti). Non c'è da sottovalutare il ruolo di Crowe che ha senz'altro contribuito a dare una marcia in più al personaggio di Richie e fa parte di un cast di talento.
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