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Top 100 - 62. Bentornato Dio!

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canepa
view post Posted on 31/1/2008, 17:33 by: canepa




BENTORNATO DIO - La recensione by Tomcat
Per l’angolo delle statistiche inizamo con dire che il film targato Fantàsia Pictures (che ritorveremo anche la prossima settimana con “Fiori per Algernon”), rimase in sala per 13 settimane dal 22 Dicembre 2001 al 22 Marzo 2002. Come detto sopra è stato il miglior incasso del 2001 con un guadagno di quasi 503 Milioni di €Matik. Ad oggi nel Box Office di tutti i tempi questa pellicola si piazza al 5° posto.
Nel 2001 la Fantàsia Pictures raccolse diversi consensi nei due appuntamenti con gli Awards: in quelli estivi vinse il premio come produttore dell’anno; il miglior soggetto, miglior locandina, migliori effetti speciali e miglior sceneggiatura originale per “A rock’n’roll ghost story”; miglior sito film per “batman: il ritorno del cavaliere oscuro”. Su 25 nomination vinse 7 premi.
Negli awards invernali: ricevette il premio per la migliore sceneggiatura non originale per “Fiori per Algernon”; sempre per lo stesso film Tim Roth vinse il premio come miglior attore protagonista, come Emanuelle Beart vinse quello per la migliore attrice non protagonista; “A rock’n’roll ghost story 2” vinse il premio come migliore locandina e migliore colonna sonora.
Ci troviamo di fronte ad una commedia frizzante in tipico stile americano anni 80. Un film volto ad allietare una serata tranquilla in casa fatta di una storia ben congegnata che dietro alla sua verve si sofferma su un tema che molto probabilmente è toccato a tutti noi almeno una volta durante la vita: Ma Dio esiste? E se esiste perchè sembra che non si interessi ai noi poveri uomini che abitiamo su questa terra martoriata (soprattutto per colpa nostra)?
La cosa che mi è piaciuta di più è che lo sceneggiatore non ha voluto soffermarsi solo sul Dio dei Cristiani, ma su tutti i vari Dei che affolano i pantheon delle religioni, rendendo il film politically correct e distensivo sui rapporti sempre scricchiolanti fra le varie religioni.
Il confronto con una “Settimana da Dio” si limita all’incipit della storia, anche se hanno dei punti comuni.
La storia a grandi linee tratta di uno scrittore che ormai è caduto nel baratro dell’anonimato, che si ritrova per le mani un invito di DIO in persona che gli vuole rilasciare un’intervista. All’inizio lo scrittore è scettico, ma alla fine sposa a pieno la causa di Dio e decide di dare rilevanza alle sue parole. Tornando sulle parole di Dio lo sceneggiatore ci suggerisce che DIO è sempre con noi, ma ha deciso che gli uomini se la devono cavare da soli.
Il povero Danny (lo scrittore citato sopra), dovrà affrontare una vera e propria maratona per farsi ascoltare e sarà vittime di ogni genere di infamia; ma la sua costanza nella missione affidatagli da DIO (che sia un novello Blues Brothers?) lo porterà alla fine del film ad avere la giusta esposizione mediatica, tanto voluta dall’onnipotente in persona.
Con questo Danny rischia di perdere la moglie ed essere internato in un manicomio; ma la mano divina e la ragionevolezza alla fine mettono tutto a posto: Danny si riappropria del rapporto con la moglie e la sua vita torna alla normalità.
Il film è quasi retto soltanto da un Steve Martin scatenato ed estremamente in forma, più vicino ai ruoli del Saturday Night Show che non agli ultimi film interpretati. Sicuramente un grande artista che riesce a non far cadere l’attenzione sul suo personaggio. Un ottimo spazio se lo ritaglia anche un Bill Pullman in versione avvocato che spiazza tutti sul finire del film con quella sua arringa; ma soprattutto con quella faccia da brava persona che lo contraddistingue.
Laura Linney nella parte della moglie di Danny, che gli vorrebbe credere, ma è dubbiosa e che soprattutto si ritrova ad essere lo zimbello di tutti caratterizza molto bene il personaggio. Riflettendo sul personaggio ci troviamo di fronte ad una donna in carriera che pensa a se e nel momento che diviene lo zimbello dei colleghi a causa del marito mette ancor di più il suo rapporto coniugale in crisi; ma suo marito deve fare quello che deve fare e va avanti nonostante il rischio di perdere la donna della sua vita. Questo ci dovrebbe insegnare che alcune volte per amore dobbiamo accettare le sfaccettatture dei partner che ci fanno soffrire e ci mandano in bestia.
Ho ritenuta forse un po troppo pesante la parte in cui la ragazza completamente nuda vuole fare sesso con Danny; non tanto per la nudità e le parole dette dalla stessa (Fa sempre piacere vedere Jenny McCarthy nuda); ma perchè poco inserita nella trama generale; poteva essere benissimo glissata l’intera scena.
Kirk Douglas in una delle sue ultime apparizioni, ripete il clichè di Zio Joe; ma dato il grande attore che fu, è stato un piacere vederlo nelle vesti e soprattutto nella voce di Dio.
Per gli altri interpreti sono figure fugaci nella trama e non lasciano troppo il ricordo, ma completando bene il quadro del film.
Frank Oz dirige il film in maniera professionale con qualche caduta di ritmo, ma del tutto veniale ai fini della trama; si sofferma su molti particolari delle scene e soprattutto sulla mimica facciale di Murray.
Lo sceneggiatore ha compiuto un bel lavoro proponendoci un film da popcorn e bibita con velleità riflessive e un finale ancor più politically corrcet dell’intero film.
La colonna sonora è praticamente una compilation di pezzi di musica classica e sono molto ben inseriti nel film, che tratta un argomento divino.
Il sito è il classico spazio web, con regista, cast e locandina grande: niente di trascendentale.
Una commedia simpatica e piacevole da guardare per evadere dalla vita quotidiana.
VOTO: 6 ½
 
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7 replies since 13/1/2008, 18:56   176 views
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