Cinematik.it - Il gioco del Cinema

La fuga dell'innocente

« Older   Newer »
  Share  
Zio Carlo
view post Posted on 13/1/2008, 13:00




Carlo
E così abbiamo il secondo esordiente di questo semestre. Clint94, al secolo Diego Pelizza, si cimenta in quello che parrebbe essere il suo genere cinematografico preferito, il western. questo si nota dall'attenzione, dalla dedizione e, se vogliamo, anche dall' "amore" che Clint infonde ai suoi personaggi. Ci sono delle pecche di sceneggiatura (la "presentazione" dei killer di Mason fa molto videogame...) e di lessico (leggiamo all'inizio un "Toh, Will" molto "italiano"...) e alcuni personaggi sono dei veri e propri stereotipi (e onestamente il genere aiuta poco). La storia non è proprio originalissima ma non è sgradevole e il duo Costner/Duvall (direttamente da "Open range") funziona alla grande. Molto buona la scelta di Langella, meno quella di Shane West nel ruolo di "brutto ceffo". Un esordio - ed è bene ricordarlo - comunque con una certa qual personalità.

VOTO: 6+/10


Mary
Bell'esordio quello del giovane Clint, che dimostra una grande fantasia e un'ottima proprietà di linguaggio.
La storia, come diceva Carlo, non è originalissima, ma è coinvolgente e si lascia seguire.
La mia antipatia per Kevin Kostner mi avrebbe portato a scegliere un altro protagonista, ma questi sono gusti personali.
Come primo film non c'è male dunque, e dopo Andrew, possiamo dire di avere assistito ad un'altro ottimo debutto.

ps : Shane West non è affatto brutto e grosso, anzi...


Tommy
Secondo esordio della stagione, dopo quello di Andrew che non ho ancora avuto modo di vedere. Mi scuso con tutti i produttori dei film già usciti questo semestre per non aver recensito prima i loro film, ma ho cliccato davvero sul primo titolo del cinema virtuale senza guardare nomi o date.
Premetto che io non ho mai amato particolarmente il western. Detto questo Clint deve tremare per la mia recensione? Forse sì perchè il suo film, devo essere sincero, non mi è piaciuto proprio.
Comincia in maniera velocissima, quasi affannata, maniera che non lascia spazio a nient'altro che la trama, nemmeno al protagonista della storia che dice la sua prima parola dopo parecchie scene dall'inizio del film.
E subito ho storto il naso.
Ma in realtà il film presenta difetti molto più gravi di questo.
Innanzitutto, cosa più importante secondo me, sono i personaggi: piatti come delle merendine schiacciate da un rinoceronte. Il protagonista manca totalmente di un suo carattere. Se dovessi descriverlo cosa direi? E' un uomo che è in quella cittadina non si sa per quale ragione e non si sa niente di lui. Chi è? Cosa faceva prima? Il fatto è che noi conosciamo i personaggi soltanto all'interno della vicenda e la nostra conoscenza di loro si ferma lì (a parte qualche vaghissimo accenno...).
Questa non conoscenza di loro ci impedisce di immedesimarci completamente in uno di loro. Anche per il protagonista (interpretato da un poco convincente Costner che già non mi piace e che non ce lo vedo comunque per niente in questo ruolo) alla fine non sono riuscito a provare nemmeno un briciolo di simpatia, ma anzi mi dava piuttosto sui nervi il suo essere così anomalo e indefinito.
I cattivi sembrano tutti una copia di se stessi: tre bounty killer spietati e cattivi. L'unica variazione è la buona idea del cattivo convinto di essere predicatore di Dio: il miglior personaggio del film.
Lo sceriffo soffre di altrettanta piattezza: è buono e deciso a far rispettare la giustizia.
Inoltre i due amici di Will, marito e moglie, sono a mio parere assolutamente inutili ai fini della storia: lei non fa altro che strepitare dalla sua comparizione alla sua scomparsa dal film. Va di qua e di la urlando: "Amore! Ci sono due che non conosco!" e strepitando cose inutili ai fini della storia. Lui invece è un altro piattissimo...
Anche l'amico di Will, Colorado Kid, è un personaggio molto stereotipato.

Il secondo difetto sono i dialoghi, spesso e volentieri molto forzati che si servono di esclamazioni sempre uguali (Al Diavolo!) e alcune uscite al limite del patetico. Pensate a Costner che si libera dalle corde nella penultima scena e esulta come se la sua squadra del cuore avesse segnato.

A tutto questo si aggiungono un bel po' di errori e ingenuità della trama e della storia. Ne elenco alcune solo per far capire cosa intendo:
-nella scena in cui la baracca di Frank e la moglie va a fuoco, mentre la casa brucia, arriva lo sceriffo e i tre si mettono a discutere tranquillamente. Inoltre lo sceriffo se ne va lasciandoli lì soli e sperduti e loro che fanno? Invece di pensare alla casa si mettono a parlare delle virtù dello sceriffo!

-La scena dell'incontro tra Will e Kid è molto ambigua. Intanto Kid non lo uccide solo perchè è un malvivente e dice di esserlo lui stesso (anche se poi nega), inoltre, dopo due minuti scarsi di dialogo, i due si parlano come due vecchi amici, si chiamano per nome e si danno la buonanotte come marito e moglie...

-Quando Will e Kid vedono i due che li inseguono si mettono a discutere di Will che non sa sparare, invece di scappare, e poi, la scena dopo, i due malviventi sono scomparsi.

-Quando i due bounty killer vedono le tracce di sangue, dopo il combattimento con gli indiani, come fanno a sapere che il sangue è di uno dei due e non di un indiano?

E via così...
Non mi va di dire che è un buon film solo perchè è un'opera prima forse perchè sono stronzo, forse perchè sono sincero (cosa che molti di voi non riescono a essere) o forse perchè non mi va di illudere un neofita.
Detto ciò non voglio però scoraggiare Clint perchè comunque rimango fiducioso e spero che il secondo sarà molto meglio.

Sceneggiatura: 4

Soggetto: 5

Cast: 6

Regia: 5

Locandina: 6,5

Sito: 6

Totale: 4,5


Andrew
Premetto che il western non è un genere che mi piace, anche se in un modo o nell'altro mi sarà capitato di vederne qualcuno. Come qualcuno ha già fatto notare, il film mi è sembrato pieno di molte situzioni già viste e usate. L'innocente che fugge, i cacciatori di taglie, il cattivo manson, colorado kid che è un vecchio esperto che aiuterà il novellino... sono dei classici di questi film. Quindi clint ha forse peccato un pò di poca originalità, ma del resto sarebbe stato difficile il contrario, con un genere simile. Una nota negativa che ho percepito, è il protagonista, will. Non mi è piaciuta molto la sua caratterizzazione, e dall'inizio alla fine mi è sembrato solo un uomo in balia degli eventi. Insomma, non sono riuscito a percepirne bene il carattere, o forse è il carattere che gli è stato dato da clint che non mi ha colpito particolarmente... Ora le note positive... i personaggi secondari, mi sono piaciuti molto di più rispetto al protagonista (e questo non so se sia una cosa buona). In particolar modo i tre bounty killer, abbastanza studiati dal punto di vista psicologico, e colorado kid.
A tirar le somme, il film non mi ha appassionato particolarmente, ma è anche colpa del genere che non amo molto. Lo stile è semplice, molto chiaro, e fa trasparire bene la passione per il western che ha clint, il quale ha dimostrato nonostante la giovane età, di avere le carte in regola per continuare per la strada di cinematik e migliorare sempre di più


Emilz
Al contrario di Tommy mi sento di non bocciare del tutto il film di Clint, un ragazzo davvero in gamba, dalla scrittura già impegnata, rispetto all'età che ha. Dal punto di vista della narrazione quindi, non si può pretendere molto, Diego si è mantenuto sulla "classicità" del genere, ovviamente rischiando il clichè, spesso alcune situazioni sono proprio da fumetto e l'originalità si perde nella banalità. Comunque gli artifici utilizzati, mi viene da pensare ai cacciatori di taglia che si fanno la lotta, dallo sceriffo che non crede e poi crede, dalla fuga del personaggio principale, dall'incontro di Colorado Kid, sono artifici utili a rendere il film rapido e sequenziale, dove lo spettatore non ha grande difficoltà a stabilire chi è il male e chi il bene. Nel western infatti i personaggi sono ben delineati, senza troppe sfumature.
Clint deve lavorare molto anche sui dialoghi, spesso tagliati con l'accetta, in quel senso non dovrebbe essere troppo precipitoso nel presentare i propri personaggi.
In finale un film sentito, con dei difetti da smussare e tanta voglia di imparare.


Arcadia
Il western è morto, viva il western, mi è venuto da dire alla fine della visione del film d'esordio di Clint. In effetti, il western è (stato) tra i generi più amati dal cinema statunitense, e a questo genere (che poi, secondo me, più che un genere tout court è uno stile, come il noir) appartengono alcuni tra i più importanti film della Settima Arte: Ombre Rosse (un capolavoro anche per quanto riguarda l'utilizzo del montaggio, e mi riferisco al dialogo tra Wayne e la prostituta, che forse chi ha studiato Storia del Cinema ricorda), Sentieri Selvaggi, i film di Leone e Il mucchio Selvaggio di Sam Peckinpah, per finire con Gli Spietati, canto del cigno (ma anche, a suo modo, atto d'amore) del genere. A Cinematik il western è stato poco esplorato, ma ne sono usciti due ottimi film come Il crepuscolo degli eroi e Polvere alla polvere della Fantàsia di Davide Pezzi. La fuga dell'innocente, di Clint, non è un ottimo film, ma è comunque una pellicola dignitosa (quindi, quando dico che non è un ottimo film, non intendo per questo sottostimarlo o massacrarlo). Quello che mi ha maggiormente colpito, della pellicola, è il protagonista, Will Colter, l'innocente del titolo (interpretato da un buon Kevin Costner, ormai ai margini di Hollywood: e dire che pur non essendo il De Niro dei tempi migliori, l'attore di Lynwood è migliore di certi attori d'oggi): un uomo impaurito, che non è capace nemmeno di sparare, un antieroe opposto ai personaggi senza macchia e paura e tutti d'un pezzo consegnataci dalla tradizione del cinema western, un personaggio tremendamente attuale, per questo ho poco apprezzato il suo gesto finale di immolarsi durante lo scontro a fuoco tra Halford e lo Sceriffo Cooper: ho trovato quel momento forzato, come se Clint volesse per forza costringere lo spettatore a spendere la lacrimuccia per il protagonista, e poco in linea col personaggio di Colter. C'è poi un breve dialogo, con protagonista Colorado Kid, che mi ha colpito, e cioé lo scambio di battute con Colter in cui Kid demistifica la sua leggenda di terrore del West mi ha ricordato la scena de Gli Spietati in cui Hackman demitizza le imprese di Bob l'Inglese, un momento interessante e (anche qui) "rivoluzionario": in un western classico, Colorado Kid sarebbe stato un cattivo a tutto tondo, mentre qui è un uomo normale travolto da una cosa più grande di lui. La storia è molto classica, ma è raccontata bene, a parte qualche ingenuità: come quando i personaggi parlano da soli pure in momenti concitati dell'azione, cosa questa che fa somigliare la pellicola a un fumettone, o la presenza di Graham Greene, alla fine dei conti inutile, o la già ricordata scena della morte di Costner, qui anche regista con discreti risultati. Ma a parte questi difetti (dovuti più all'inesperienza che a reali incapacità del produttore) intuisco delle buone basi che potrebbero maturare bene.


Papele
Cacchio, 13 anni. Non si può non cominciare da questo. Io a 13 anni scrivevo delle parodie di Star Trek (guardavo la serie Deep Space Nine) che facevano ridere giusto Tomo (allora 11enne). Il mio fratellino, di lì a poco, si sarebbe messo a scrivere parodie di film a sua volta (Easy rider e simili, mi sovvengono) o storie originali in cui i protagonisti erano i nostri giocattoli (prima o dopo Toy Story? boh). Comunque, tutto questo, per fare i primi sentitissimi complimenti a Clint. Non oso immaginare (se resisterà ) cosa farà tra un paio d'anni o quando avrà l'età mia o di un Tomcat . Ammesso che Ck ci sia ancora.

Passiamo al film, dai. Un western. Bene, a Ck non ve ne sono mai abbastanza, tutti li attendono, salvo poi non amarli troppo. Nel caso di Clint, purtroppo è il leitmotiv della rece, pensare che un ragazzo della sua età già conosca il genere a fondo (non so se i rimandi al genere, da Butch Cassidy in giù, sono voluti o meno, anche se altri le avranno chiamate "banalità" e "topos del genere"), abbia visto Terra di confine (un capolavoro!), ecc. ecc. già mette i brividi (di paura, per noi produttori). Il film è scritto bene (qualche errore qua e là? qualche ingenuità? E allora cosa dovremmo dire all'altra metà dei produttori di Ck? Che hanno 20 anni, poco meno e poco più, e stanno "inguaiati" con congiunzioni, congiuntivi e accenti di tutti i tipi?). La storia è costruita bene (aò, storia originale...), anche se ovviamente (come TUTTE le storie originali qui su Ck) si procede con rimandi a cose già viste o senza particolari voli di fantasia... anzi, proprio quando qua e là il film si fa quasi "pulp" (Carlyle e gli altri renegades), lo spirito TarantinianRodriguezesco stona un po' col resto del film, molto "classico". Certo, allo stesso tempo non vediamo approfondire nessun discorso in particolare (l'amicizia tra i due fuggiaschi, la figura dello sceriffo, Langella cattivissimo ma chi non si è immedesimato con un cattivone che vuole soldi, soldi soldi è semplicemente ipocrita - o Gesù -). A Clint voglio chiedere se ha il tempo e la voglia di leggere altri rinomati western di Ck (Il crepuscolo degli eroi e Polvere alla polvere su tutti, in un certo senso anche Son of God). E a quelli che sicuramente avranno usato la scusa "il western non è il mio genere", ripeto a menadito il discorso fatto ai tempi per la fantascienza: non è più un genere, è solo un medium, un'ambientazione: questo La fuga dell'innocente (come quasi tutti i grandi western "reali") è un noir. E ora venitemi a dire che "il noir, oltre al western, oltre all'horror, oltre ad altre mille generi quando non li uso io" non è il mio genere, e ne riparliamo. Miglior esordio finora (ma scommetto lo sarà anche a Dicembre) del semestre, forse tra i migliori di sempre (aò, per me assieme a Sciarada e ai film festivalieri, per ora è nella top 5 di stagione). Altra nota: ai tempi, ad Hal (15 anni se non sbaglio ai tempi di Metronotte) i 7 si sprecarono. Qualche mese dopo, molti ridimensionarono il voto (e intanto al torneo Metronotte sè comportato bene... siete strani, eh?). Poi Hal scomparve e ora lo aspettiamo al secondo film. Vediamo se Clint brucia le tappe. Io punto su di lui.


Tomcat
Non troppo spesso si son visti film western classici a CK e il fatto che sia stato scelto come esordio, questo genere rende onore a Clint, che oltretutto esordisce in giovanissima età.
A me i Western mi piacciono e questo è un western classico in tutto e per tutto.
La vicenda narra l’accusa infamante rivolta a Will Colter (Kevin Costner) di omicidio; Will è un poveraccio che viene incolpato dell’omicidio di uno degli uomini di Mr. Mason (Frank Langella). Ma la verità è che Mr. Mason, che è l’uomo più ricco della città, è stato lui ad uccidere il suo uomo che era un agente della Pinkerton che stava indagando su una vendita illegale di armi ai nativi americani.
Will fugge e subito dopo Mason ingaggia tre Cacciatori di taglie per farlo fuori, prima che lo sceriffo Cooper (Robert Duvall), possa prenderlo. Infatti Mason non ha fiducia nello sceriffo che è una figura integerrima. I tre Cacciatori di taglie sono tipi loschi e cattivissimi e sono: Clayton Halford (Robert Carlyle), una specie di prete vendicatore; Billy Slater (Terry O’Quinn), freddo e calcolatore e Harry Boone, rozzo ed impulsivo (Shane West). Durante la sua fuga Will incontra un altro fuorilegge chiamato Colorado Kid (Scott Glenn), che lo aiuterà nella sua fuga. Ma i due non dovranno affrontare solo i tre cacciatori di taglie, ma anche i pericolosissimi nativi americani Utes, guidati da lunga lancia (Graham Green).
Una sceneggiatura che è di stampo classicissimo, dove un innocente si ritrova a fuggire da tre cattivissimi ingaggiati dal vero colpevole, che altrettanto classicamente è il signore della città. Della partita c’è anche un fuorilegge che non è così cattivo come lo dipingono e uno sceriffo integerrimo.
Per me i personaggi nonostante siano tutti grandi stereotipi, non sono piattissimi come detto da Tommy. Anzi sembra che Pellizza abbia cercato anche di inserire due personaggi abbastanza freschi come Halford e Colorado Kid.
Si tratta di una sceneggiatura originale, che se si escludono i classici cliche non è male; certo che però ci sono delle cose che mi hanno lasciato basito, per l’ingenuità.
La prima è che i tre Bounty Killer, dovevano già essere in città, perché sarebbe stato impossibile, che venissero da lontano e il fatto che in una cittadina tranquilla del west ci siano tre cacciatori di taglie è una coincidenza, che sa molto di forzatura per la riuscita della storia.
Secondo dubbio: Perchè tutti dicono Adios e Amigo, nonostante la storia si svolga in America e non ci sia nessuno che ha un nome di origine ispanica.
Terzo dubbio: Will e Colorado Kid, guardano nel canocchiale per scorgere i due che li seguono (la mattina dopo il loro incontro) e dicono di non riuscire a distinguere; ma subito dopo Colorado Kid afferma che conosce uno dei due cacciatori di taglie.
Quarto dubbio (Venialissimo): lo sceriffo e il cocchiere chiamano le loro cavalcature “Cavallini”; dicitura strana per il selvaggio west.
Quinto dubbio: I cavalli delle diligenze non avevano la sella, quindi lo sceriffo che ne sequestra uno e poi sale in sella, è decisamente un errore.
Ultimo dubbio: Halford ha due winchester in mano e spara con entrambi conto i nativi americani. Fantascienza allo stato puro; è impossibile sparare con una sola mano con un winchester, ti spaccherebbe il polso; ricaricarlo poi credo che solo terminator ci riesca con una sola mano.
Queste possono essere delle sviste, ma che mi hanno portato a riconsiderare di molto la riuscita di un film, che sicuramente è piacevole.
Forse ci sono anche alcuni movimenti di macchina che poco convincono e che se fossero stati tralasciati, avrebbero dato più scorrevolezza alla scena; però si tratta di solo due o tre casi.
Da apprezzare sicuramente il tema della giustizia che viene sviscerato in maniera attenta dal personaggio di Costner. altrettanto presente è la fraternità ed amicizia che si sviluppa fra Kid e Will; che bene o male, sono molto simili, anche se Kid si è rassegnato alla violenza per sopravvivere.
Il ruolo dei nativi è proprio di contorno ed utile solo a dar modo a Will di levarsi di torno alcuni dei suoi cacciatori. Fortunatamente i nativi non sono stati dipinti come criminali, come succedeva nei Western delle origini. I Nativi furono vittime e non carnefici dei visi pallidi.
La regia affidata a Costner è abbastanza convincente e fa il suo lavoro, da grande appassionato di western. Anche il Costner attore convince molto nel ruolo dell’innocente, che è puro d’animo e che non vuole scendere a compromessi con la sua etica, anche se questo gli potrebbe costare la pelle. Certo che la scena finale mi ha fatto storcere il naso, perchè è decisamente troppo melodrammatica. Bravo Scott Glenn nella parte del fuorilegge che smonta il suo mito, ammettendo di essere una vittima delle circostanze, con quel suo viso rugoso è magnifico.
Notevole l’interpretazione di Robert Carlyle del prete fuori di testa e vero antagonista. Gli altri non è che abbiano lasciato troppo il segno, per arrivare al limite di Greene che non impressiona nemmeno la pellicola e poteva essere sostituito da una comparsa.
Il sito è molto accattivante nella grafica, che è ricercata ed azzeccata, con quel rosa, che ricorda i tramonti nel gran canyon; bravissimo Mac.
La sezione cast e regia ci offre delle foto ricercate, per rendere l’idea dei personaggi che vedremo in scena e il nome dell’attore e del personaggio che interpreta. Certo che un collegamento ad una filmografia e due righe di biografia per il regista, sarebbero stati più apprezzati.
Nella sezione curiosità, fondamentalmente vengono segnalate le ragioni per le quali, sono stati abbinati gli attori e il personaggio.
La locandina Emilziana è veramente adatta e rende benissimo l’idea di ciò che dovremo vedere; notevole anche l’idea di inserire delle immagini sotto le scritte; peccato che la pistola che si vede sotto la scritta “Innocente”, sia una Beretta 92 e non un revolver, che sicuramente sarebbe stato migliore, per l’ambientazione.
Non ho scorto errori grammaticali di sorta nello script, ad eccezione forse di due nella parte finale. Impaginazione ottima che non stanca durante la lettura. Se nello script ci fossero state le immagini dei protagonisti alla loro apparizione, sarebbe stato più di aiuto agli spettatori.
Concludendo “La fuga dell’Innocente” è un western di buona fattura, che risente di alcuni errori e di certi clichè un po troppo abusati da questo genere; ma si tratta di un esordio che fa ben sperare, tenendo ben in mente l’età del produttore.
VOTO: 5 ½


Mac
Opera prima di Clint, che ho, parzialmente, aiutato. Clint sceglie un genere che pare in realtà non apprezzare poi molto, che anche nella realtà sta tornando di moda, dopo essere praticamente morto.
Il Western.
Ed è un western atipico. Se molti dei personaggi sono piuttosto "classici" (lo sceriffo buono, il vecchio cowboy), la figura del protagonista è piuttosto innovativa, per il genere. Un pacifista-nonviolento antelitteram, che si rifiuta sempre e comunque di sparare. Quando Colorado Kid si ripropone di insegnarli a sparare, mi aspettavo il tradizionale addestramento con Will che alla fine s i fa onore uccidendo i tre bounty-killer... ma per fortuna sono stato smentito, e, per quanto forse il suo comportamento non sia troppo realistico, rimane un personaggio interessante, sebbe Clint si sia limitato ad analizzare esclusivamente questo lato del personaggio. E qui, troviamo uno dei due grandi difetti del film. I personaggi, prima gli ho definiti "classici", ma srebbe più corretto dire "piatti". Tutti, infatti, sono monocorde, senza profondità. Nessuno ha tridimensionalità, purtroppo.
Il secondo difetto sono i dialoghi. Che, a mio avviso, sono tra le cose più difficili da scrivere. E le difficoltà di Clint vengono fuori. Sono ripetitivi, e quel che è peggio, assolutamente improbabili. Se proviamo ad immaginarli, ci rendiamo conto che sullo schermo suonerebbero ridicoli.
Ma non si abbatta Clint! I suoi errori riguardano i punti più difficili della realizzazione di un film, ed esperienza è necessaria per fare bene in questi campi. Anche perchè, Clint avrà 13 anni, ma scrive molto bene. La sceneggiatura è buona e si legge bene.
Dunque, Clint ha bisogno di allenarsi ancora, ma può puntare in alto.

VOTO: 6-


Dimax
Classico western con un innocente che viene fatto passare per colpevole e che viene inseguito dallo sceriffo e da cacciatori di taglie.
Il film è godibile anche se a parer mio alcuni dialoghi sono davvero troppo "eroici" ma non rovinano certo la visione.
A parte un mpd (Macchina presa da? ) letto a metà film non mi pare di ricordare errori ortografici gravi anche se comunque pure mpd non lo è.
Una pecca che mi sneto di fare è però il fatto che Will Colter mi pare davvero troppo imbranato , o meglio , troppo ingenuo , insomma alcune cose ovvie non le capisce e ciò stona con il fatto che sia Kevin Costner che è un attore che da impressione di essere un "duro".
A favore di Clint il fatto che amo gli western , amo Tex (come penso piaccia anche a te , leggendo ciò che scrivi nel forum) e le buone parti che fanno l'esperto Robert Duvall e Colorado Kid e il "prete".
A mio parere però gli Utes potevano essere usati in maniera migliore perchè l'unica cosa degna di nota che fanno nella storia è far fuggire Will.
Altro appunto sullo scontro contro gli Utes : cioè , sono sul piede di guerra e attaccano solo in sette? E che indiani sono? Si fanno abbattere uno ad uno da un uomo solo..
Per concludere , buon film con qualche pecca am da premiare l'impegno e il rischio di Clint nel gettarsi in un genere in decadenza e ultimamente molto snobbato.

Voto : 6,5


Exi
Numero uno:Scusa Clint per il mio ENORME ritardo, in genere recensisco abbastanza subito, poi trattandosi di un esordio...
Veniamo al film, su cui non mi dilungherò troppo (non ho molto tempo), cast buono, Costern non se la cava male nei Western e il suo volto è praticamente adatto a questo genere di film, attori minori scelti abbastanza bene. In quanto ai personaggi, forse sono un pò stereotipati e non sono stati sviluppati bene, ma tutto sommato per il genere di storia ci sta. Parlando, appunto, della storia, lo svolgimento scorre abbastanza bene, vediamo subito che parte immediatamente con la fuga del protagonista e con un epilogo, non proprio tragico e che forse andava rielaborato un pò meglio. Carino il personaggio del prete folle (una sorte di metafora del nostro papa???). La lacuna che più aggrava questo film però sono i dialoghi, inutili in alcuni punti, e un pò "stonati" in altri (a volte è bello fare in modo che lo spettatore deve capire cosa fanno i protagonisti) o al massimo andavo inseriti delle "voci pensiero" anche se io li trovo un pò scomodi da usare. In conclusione, un esordio onesto, semplice un road-western che forse andava rielaborato, ma trattandosi di un'opera prima i difetti ci possono stare. Locandina mah…
Voto: 5.5


Nuno
Opera prima del buon Clint che parte con un western. Scelta, per i miei gusti, rischiosa visto che non sono un amante del genere e, in generale, i western mi annoiano. Come era logico aspettarsi la sceneggiatura è ancora un po' acerba e presenta gli errori e i limiti tipici degli esordi. Detto questo va riconosciuto a Clint di avere sfornato un prodotto non originalissimo ma che scorre abbastanza bene. A sostenere la storia un cast davvero ben congeniato (su tutti un ottimo Duvall ma anche Costner e Carlyle sguazzano in un'ambientazione a loro congeniale). Non eccezionale ma azzeccata e a tema la locandina, scarno ma apprezzabile il sito. In definitiva un lavoro modesto, ma non da buttare per un nuovo produttore che appare molto volenteroso.

VALUTAZIONE: 68%


Norman
La fuga dell'innocente - voto 5
Torna il western a cinematik dopo tempo immemore e lo fa, se non erro, con un'opera prima! La storia che ne è uscita è piuttosto semplice, un poveraccio si trova al posto sbagliato nel momento sbagliato ed è testimone di un atto violento compiuto dal "solito" potente che per non correre rischi decide di far fuori il malcapitato e assolda per questo tre bounty killer al prezzo di uno! Segue inseguimento e seguente bagno di sangue con coinvolgimento di un secondo tizio che si trova al posto sbagliato nel momento sbagliato, Colorado Kid, di indiani sul piede di guerra e dell'onesto sceriffo del villaggio. Insomma niente di particolarmente nuovo sotto il sole, personaggi e vicenda tipici del genere e una sceneggiatura zoppicante in più parti: dialoghi quasi mai naturali e troppo spesso atti a fare il punto della situazione piuttosto che necessari e interessanti, personaggi che parlano da soli e scene un po' troppo "facilone" (per dirne un paio: i moribondi che fanno un'ultima chiacchierata prima di passare a miglior vita, indiani che parlano la stessa lingua dei cowboy).
I personaggi della vicenda sono parecchio piatti e non hanno caratterizzazioni al di là di una netta distinzione tra buoni e cattivi, con discorso a parte per il prete cacciatore di taglie, personaggio di cui evidentemente lo sceneggiatore si è innamorato e che ha fin troppo spazio nel finale.
Insomma un film acerbo come forse è anche giusto che sia per uno sceneggiatore esordiente, nella speranza di rivederlo presto in sala con un nuovo prodotto che tenti di limare i difetti di questo esordio.
 
Top
0 replies since 13/1/2008, 13:00   45 views
  Share