| Di "The Assassin" ho scritto questo: "Mi ero incuriosito e ripromesso di vederlo pensando, non so perché, forse dal titolo, che fosse un thriller, così quando mi sono accorto che si trattava del "solito" wuxia ho iniziato a storcere il naso, non avevo molta voglia di vedere gente che saltava da un albero all'altro impegnandosi in improbabili combattimenti che già quindici anni fa affascinarono e ammorbarono gli schermi di mezzo mondo. Ma ormai c'ero e mi sono guardato di malavoglia i primi minuti lamentandomi tra me e me dei soliti movimenti lenti, delle solite espressioni e recitazioni rigide e statiche, delle solite innumerevoli tende, tendine, tendoni, bandiere e drappi svolazzanti, e col passare del tempo mi sono impegnato, e tanto, per non farmelo piacere, ma non c'è stato niente da fare. E sì, perché "The Assassin" alla fine non è "il solito wuxia", di combattimenti ce ne sono ben pochi (rispetto alla norma), e tutta la struttura e la realizzazione non ha nulla a che vedere con tigri, dragoni, e altri strani animali. Il film è ostico da seguire, non è facile mettere a fuoco gli innumerevoli rivoli e le varie storie che si incrociano e che si sovrappongono, ma una regia e una bellezza visiva come quella messa in atto da Hou Hsiao-Hsien fanno venire le lacrime agli occhi per la tanta bellezza. Non mi piace e non sono solito fare paragoni, ma per una volta voglio fare anche io quello "che questo è meglio di quello". Ecco, se "The neon demon" è una gioia per gli occhi ma raggela il cuore per quel continuo autoincensarsi del regista, "The Assassin" è l'apoteosi degli omaggi visivi che un regista può dare non solo a sé stesso ma anche agli spettatori, porgendogli il tutto tra ori lucenti e sete di pregio." Bellissimo! Poche palle.
"Your name" e "Split" in visione a breve, confermi quanto di buono si legge in giro per entrambi?
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