RECENSIONE DI MASTRUCCIO PER LA DREAMING STUDIOSTanto lo abbiamo invocato, tanto lo abbiamo pressato, tanto lo abbiamo stressato, che alla fine la Marenaro Bros., senza più il bros, si riaffaccia alla scena produttiva, dopo troppi anni, con la sorprendente coproduzione insieme alla storica Fantasia Pictures del redivivo mitico Davide Pezzi, andando a rispolverare un vecchio film del suddetto, tratto per altro da un romanzo scritto di suo pugno. Gran bella sopresa, complimenti.
"Le colpe degli altri" è un remake, quindi, che già possiamo considerare un nuovo caposaldo, in quanto mai fino ad oggi si era visto su Ck un remake di un proprio film. A dire il vero, Davide si è premurato nel precisare che il lavoro di riscrittura di questo thriller/horror è tutta opera di Papele, limitando il suo apporto solo alla cura della revisione e a qualche consiglio sul cast. Ma tant'è. Questo film è un gran bell'esempio da imitare per il futuro di come si può lavorare in tandem, suddividendosi i compiti ognuno secondo la propria specializzazione. Diciamolo francamente, mai Papele avrebbe potuto trovare miglior revisore di Davide, che questo fa di professione per una casa editrice.
Dal punto di vista formale, pertanto, la sceneggiatura è il massimo che si possa trovare di questi giorni in giro. Scritta perfettamente, senza alcun errore benché minimo, senza sbavature e intoppi, la stesura dello script è un esempio di bravura come raramente ho letto.
Per essere ancor più precisi, ad onor del vero, mi sono premurato di leggere il vecchio film di Davide, che ho apprezzato per la sua originalità (non mi conosce, e quindi gli rivelo che assegno sempre un voto in più ad ogni pellicola già solo per il fatto che sia originale), con lo scopo di poter avere materia di confronto, ed anche perché sollecitato dallo stesso Papele, che giustamente vuole rendere merito a chi il plot lo ha ideato.
Per dare a Papele ciò che è di Papele, il recensore deve necessariamente far notare che questa nuova versione di "Le colpe degli altri", per certi versi addirittura è, a mio parere, migliore dell'originale. Non me ne voglia Davide, ed anche Pap che di quella vecchia pellicola ne decanda le lodi definendola "mitica", ma leggendo quel film ho annotato diverse situazioni che reputo piccoli difetti migliorabili, ad esempio la voce fuori campo del protagonista, l'io narrante, che per la verità risulta un po' ingombrante e alla fine quasi inutuile, tanto che Pap la elimina del tutto, oppure i dialoghi, che ho trovato buoni ma che andavano, secondo me, ancor più asciugati e in qualche modo "sporcati", cosa che puntualmente Pap ha fatto unitamente alla giusta dose di ammodernamento, attualizzando la storia ai giorni nostri con la totale riscrittura di molte descrizioni e dettagi di scena e di dialogo.
Attendendo le spiegazioni di Pap circa la delocalizzazione rispetto all'opera originale - da Londra si passa ad una non meglio precisata città statunitense - confermo quindi la bontà dell'operazione di remake che è stata fatta.
Giusto qualche appunto critico lo solleverei riguardo all' intreccio narrativo e al paradigma dello script. La prima metà della sceneggiatura è scritta benissimo, con il corretto incipit (modificato giustamente da Papele), il coinvolgente svolgimento delle situazioni che via via si susseguono lungo la storia, i vari efferati omicidi che Papele correttamente adegua ai gusti attuali arrichendoli con dettagli più ricchi, e benissimo è creata la tensione narrativa, tanto da far desiderare al lettore di saperne di più e di arrivare alla soluzione finale. Lo stesso, purtroppo, noon può dirsi della parte finale, dove il veloce precipitare degli eventi porta ad una conclusione che ho trovato piuttosto affrettata e abbastanza deludente. Non che non ne sia rimasto sorpreso, intendiamoci, anche se la presenza di quel personaggio invasato, da solo in mezzo ad una strada, mi aveva già indirizzato. Tanto per dire, magari inserendolo in mezzo ad una manifestazione di altri invasati, come se ne vedono tante in occasione di emergenze o allarmi, soprattutto negli States, avrebbe dato meno all'occhio. Comunque, ciò che voglio far notare è che mi sono sembrate troppo veloci le sequenze finali. La vicenda del ritrovamento degli ultimi morti (non rivelo altro per non spoilerare) risulta troppo "casuale", nel senso che andava costruita con più intreccio e partecipazione emotiva, ed anche la soluzione finale poteva essere riscritta con più corposità, dando modo al climax di arrivare coi giusti ritmi e tempi ai livelli massimi, per risultare così più avvincente ed efficace.
Papele, forse, pur di non "tradire" il proprio modello così fortemente ammirato, non ha osato fare di più. Nessun rimprovero, per carità, ma probabilmente se si fosse più distaccato emotivamente dall'originale, avrebbe avuto l'idea di arricchire il film con un finale più costruito.
In ogni caso, il film è buono e il pubblico esce soddisfatto. Grazie anche alla regia attenta e meticolosa di Ryan Murphy, che disegna con efficacia le atmosfere e gli orrori degli omicidi commessi. Il cast è composto da nomi non altisonanti e perfetti per i ruoli assegnati, così come è giusta la presenza di due volti più noti, Jeff Goldblum e F. Murray Abrahm.
La scarna colonna sonora avrebbe meritato maggior cura, con l'aggiunta di tracce adatte ad arricchire la tensione ed accompagnare le scene più importanti.
La locandina è ben fatta e rende bene il tipo di film che si va a vedere. Sito assente.
Voto: 75/100Nota a margine: non si può non far notare la mano dell'artista. Papele si rivela essere il primo a sfornare un film che cita espressamente altri film partecipanti contemporaneamente allo stesso contest, sia facendo vedere alcune immagini, e sia citando titoli dei film e dei romanzi da cui sono tratti. Furbata per ingraziarsi i colleghi in sede di voto, o esplicito riferimento al fatto che ha finito di scrivere il film all'ultimo secondo, con i primi titoli già usciti, prima di far uscire il film in sala?
Scherzo: penso che sia semplicemente la felicità di essere finalmente in gioco insieme agli altri colleghi.