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San Marino Fanta Festival (Halloween Contest) 2014: A special place
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San Marino Fanta Festival (Halloween Contest) 2014: A special place, Dreaming Studios

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uomo_d
view post Posted on 5/11/2014, 11:46




Ed eccomi chiamato a commentare il debutto di Mastruccio nel campo dell'orrore.
Quando si comincia a leggere un suo film l'aspettativa è sempre alta, per la puntigliosità e l'approccio molto professionale del produttore.
L'opera cui assistiamo tratta la storia di un ragazzino che dire sadico e morboso è dire poco e della pessima influenza che ha su di lui lo zio, una persona ambigua, che ha una sua famiglia, ma torna dal fratello per dare sfogo ai suoi peggiori impulsi, nel suo "spazio segreto".
Il film ci si presenta in un ottimo involucro, un cast riuscito e una presentazione all'altezza, ma, duole dirlo, lo sviluppo è piuttosto "freddo", come già riscontrato da altri colleghi. Sembra che Mas si tenga un po' a distanza dal soggetto, che, tuttosommato, non è scongolgente come mi aspettavo.
Intendiamoci, è un buon film, e per gli amanti del genere sadico ha delle scene che colpiscono per crudezza e taglio scenico, ma manca un colpo di scena, un imprevisto che svolti la soglia dell'attenzione verso il film.
Si vede dunque un film che mantiene un buon ritmo, ma non riesce a dare quel colpo d'acelleratore da far saltare sulla sedia.
Un momento importante del film, quando il ragazzino è nella tavola calda che attende che lo zio termini con il suo "amico" ciccione, mi aveva fatto pensare a un possibile pentimento di Till (che in una scena si chiama John :D) e una possibile lotta con lo zio, ma invece questo non accade. C'è sì una sorta di contrizione, ma solo sfumata. Mi ha lasciato acnhe qualche dubbio la figura del detective e quella della madre. Entrambi capiscono che qualcosa non va, ma non riescono a intervenire seriamente in alcun modo?
Resta comunque negli occhi l'ottima interpretazione di Ewan McGregor e del giovane protagonista (mi sfugge il nome, dato che non lo conosco).

Complessivamente è un film forte e impegnativo, che secondo me poteva sfondare il muro del 7 con un po' più di libertà del produttore nel trasporre il soggetto originale.

VOTO 68.
 
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view post Posted on 6/11/2014, 17:53

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LARGO AL FACTOTUM!
Le recensioni di Francis Delane


Mastruccio si era già avvicinato fuggevolmente all'horror con il finale a sorpresa di Mind the Gap, che nella sua efficacia spettacolare sembrava preannunciare questo debutto del produttore ufficiale nel genere. Ne preparava anche i toni, dichiarando a quale tipo di horror Mas voleva ispirarsi: quello di natura più psicologica, per certi aspetti più thriller che horror vero e proprio, senza alcun elemento fantastico e con una presenza moderata di sangue, solo nei punti necessari. L'occasione è stata infine fornita dall'incontro fra il produttore e il romanzo di Peter Straub (che, lo dico subito, mi manca), che ben si presta alle atmosfere e allo stile della vena "crudele" di Mastruccio, quella per intenderci che comprende due 'perle nere' come La variante di Luneburg e Ivan il terribile. In un certo senso, anzi, c'è da dire che questo film li mette assieme, unendo l'adolescenza travagliata e difficilissima del secondo con la malvagità razionale e quasi tranquilla del primo.

In sostanza, il film racconta l' "educazione sentimentale", per dirla con Flaubert, di un serial killer, per opera di una figura affascinante e inquietante di zio, cui Ewan McGregor dona una bonomia e una spontaneità che fanno a pugni (in senso buono, anche se a tratti risulta difficile immaginarselo) con le sue azioni efferate. Il film segue l'evolversi di questa malvagità interiore, mai spiegata e quindi apparentemente immotivata, dall'infanzia, con le prime torture sui gatti, fino alla fine dell'adolescenza (la scelta finale del college). E' proprio questa malvagità immotivata il punto forte del film, quello che provoca la maggior tensione nello spettatore. Non siamo in presenza di una famiglia disfunzionale (anche se si potrebbe pensare a una madre troppo apprensiva e a un padre superficiale, però sono solo accenni non confermati), né in situazioni di povertà e miseria, e nemmeno in presenza di difetti fisici o psicologici che provochino emarginazione in contesti come la scuola: per questo, di primo acchito, la malvagità senza fini e senza motivazioni di Keith colpisce lo spettatore come un pugno nello stomaco. Le scene con Miller (il povero Isaac Hempstead-Wright, che in puro stile Stark continua a farsi torturare), da questo punto di vista, sono agghiaccianti, anche grazie alle accurate descrizioni della sceneggiatura. Sono inoltre rese più spaventose dal fatto che non le vediamo per davvero, le scene di tortura (a parte quella sessuale, ma lì è di tipo diverso la tortura), esse ci vengono suggerite, così che la mente possa galoppare (in)disturbata.

Tuttavia, bisogna dire che esaurito il primo attimo di paura la sensazione che resta è effettivamente di un'incompiuta. Incredibile ma vero, a fine lettura si rimane con il desiderio di saperne di più, non si è affatto sazi degli orrori che si sono visti. Non è desiderio di una punizione del colpevole (c'è, ma ci abbiamo fatto il callo alla sua delusione), né negazione di ciò che si è detto sopra sulla malvagità immotivata. E' però la sensazione che di tutto questo si sia resa soltanto la superficie, che ci potesse ancora molto da lavorare in questa direzione. Ad es., i rari momenti di soprassalto morale di Keith, come la scena nella caffetteria, potevano essere allargati un po' di più, perché sono gli unici momenti in cui la sua discesa verso il male si muta da inclinazione caratteriale a vera e propria scelta morale, e non dico che siano per forza la cosa più interessante, ma certo potevano fornire delle buone occasioni. Oppure, mi sarebbe piaciuto osservare come Keith avrebbe reagito di fronte ad altre situazioni, magari altre vittime oltre al povero Miller. Sono comunque tutte cose che, sono consapevole, potrebbero essere più una critica al romanzo di Straub che all'adattamento di Mastruccio, il quale dopotutto ha solo portato sui nostri schermi una storia non originale: non è però una bella cosa, mai, che un film anche virtuale lasci lo spettatore con un senso di vuoto.

Ottima la scelta di Polanski, per cui la malvagità, la sua presenza ossessionate e grottesca, la violenza intesa come devianza mentale, sono sempre stati temi centrali di indagine. Cast molto ben scelto, dove spiccano sia McGregor sia il giovane Kodi Smith-MacPhee, ma dove tutti si fanno notare in qualche modo. Musiche sempre in tema, che mi hanno consentito per la prima volta di poter sperimentare, grazie alle mie casse di recente acquisizione, l'effetto sfumatura (vi consiglio di provarlo). Sito curato e pieno di curiosità.

VOTO: 7. Non un debutto folgorante, ma certo un solido film di genere che stabilisce un buon punto di partenza per ulteriori approfondimenti del genere, che ci auguriamo avvenga al più presto.
 
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mastruccio
view post Posted on 7/11/2014, 16:12




Grazie anche a Luca e a Francis per le recensioni.
Provo a dare qualche risposta:

CITAZIONE (uomo_d @ 5/11/2014, 11:46) 
Il film ci si presenta in un ottimo involucro, un cast riuscito e una presentazione all'altezza, ma, duole dirlo, lo sviluppo è piuttosto "freddo", come già riscontrato da altri colleghi. Sembra che Mas si tenga un po' a distanza dal soggetto, che, tuttosommato, non è scongolgente come mi aspettavo.
Intendiamoci, è un buon film, e per gli amanti del genere sadico ha delle scene che colpiscono per crudezza e taglio scenico, ma manca un colpo di scena, un imprevisto che svolti la soglia dell'attenzione verso il film.

Se leggi qualche post sopra, ho inteso fare un film volutamente freddo. A parte che il romanzo lo è ancora di più, non a caso nel film la temperatura esterna è sempre gelida, ma come già detto, il mio non è un film che vuole stupire con i colpi di scena, che peraltro ci sono. Non vuole essere un thriller, anche se ne ha per certi versi le sembianze.
CITAZIONE (uomo_d @ 5/11/2014, 11:46) 
Un momento importante del film, quando il ragazzino è nella tavola calda che attende che lo zio termini con il suo "amico" ciccione, mi aveva fatto pensare a un possibile pentimento di Till (che in una scena si chiama John :D) e una possibile lotta con lo zio, ma invece questo non accade.

Ancora un altro che avrebbe voluto un pentimento di Keith! Che cagata di film ne sarebbe venuto? Ma possibile che non sia chiaro che è un "romanzo di formazione"? Come dice Francis, "l'educazione sentimentale" di un serial killer? E che ci faccio col pentimento finale? Mando tutto in vacca? Inesperto dell'ultimo decennio horror sì, coglionazzo no! :P

CITAZIONE (Francis Delane @ 6/11/2014, 17:53) 
Tuttavia, bisogna dire che esaurito il primo attimo di paura la sensazione che resta è effettivamente di un'incompiuta. Incredibile ma vero, a fine lettura si rimane con il desiderio di saperne di più, non si è affatto sazi degli orrori che si sono visti. Non è desiderio di una punizione del colpevole (c'è, ma ci abbiamo fatto il callo alla sua delusione), né negazione di ciò che si è detto sopra sulla malvagità immotivata. E' però la sensazione che di tutto questo si sia resa soltanto la superficie, che ci potesse ancora molto da lavorare in questa direzione. Ad es., i rari momenti di soprassalto morale di Keith, come la scena nella caffetteria, potevano essere allargati un po' di più, perché sono gli unici momenti in cui la sua discesa verso il male si muta da inclinazione caratteriale a vera e propria scelta morale, e non dico che siano per forza la cosa più interessante, ma certo potevano fornire delle buone occasioni. Oppure, mi sarebbe piaciuto osservare come Keith avrebbe reagito di fronte ad altre situazioni, magari altre vittime oltre al povero Miller. Sono comunque tutte cose che, sono consapevole, potrebbero essere più una critica al romanzo di Straub che all'adattamento di Mastruccio, il quale dopotutto ha solo portato sui nostri schermi una storia non originale: non è però una bella cosa, mai, che un film anche virtuale lasci lo spettatore con un senso di vuoto.

Bisogna comprendere che questo non è un film su un serial killer già fatto e finito, ma sul come lo diventerà domani. Il romanzo breve di Straub, in questo senso, ha ancora meno particolari sanguinolenti. Non aveva neanche senso che ce ne fossero, dato appunto che Keith non è ancora, fino all'ultima pagina, un assassino.
La scena della caffetteria vede un ultimo barlume di soprassalto di coscienza, che dura un attimo. Poi prende il sopravvento il lato oscuro del male, perché esce dal locale con la sola convinzione di dover andare al college per poter finalmente dare inizio ai suoi progetti criminali.
 
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view post Posted on 8/11/2014, 15:21

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Infatti la mia non era una vera critica, Mas. Purtroppo, è il difetto ineliminabile di chi adatta un libro con non molta azione: rendere bene un'atmosfera psicologica è quasi impossibile.
 
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Arcadia1983
view post Posted on 8/11/2014, 19:38




appena finito di leggere, ecco le mie quattro parole.
mi è sembrato un buon film, davvero interessante, anche perché il tema dei "serial killer" è piuttosto abusato e qui è trattato in modo abbastanza originale: mi è piaciuto il trattamento tra zio e nipote e in generale l'andamento della storia. ho giusto qualche perplessità sui dettagli molto precisi e puntuali delle morti (e non solo), voglio dire, a un film costerebbero il divieto ai minori (e maggiori) di 50 anni :D (ma forse io non dovrei parlare, visto che per American Psycho ho fatto la stessa cosa :D). i dialoghi sono buoni, mi è piaciuto il fatto che fossero come dire monocordi, proprio in linea coi personaggi (infatti un pochino più di attenzione, che comunque c'è, al "mondo ordinario" della famiglia poteva starci, ma sono dettagli).
comunque, a parte gli appunti (chiamiamoli così) che dicevo, il film è molto buono.
 
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view post Posted on 13/11/2014, 09:27
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Arrivato a metà film, ho due domande (fatte in tempi non sospetti su filmchat, in riferimento al mio film ma a questo punto ci sta un confronto): hai visto Zodiac?

E soprattutto, dov'è l'ironia polanskiana?
 
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mastruccio
view post Posted on 13/11/2014, 10:47




CITAZIONE (marenarobros @ 13/11/2014, 09:27) 
Arrivato a metà film, ho due domande (fatte in tempi non sospetti su filmchat, in riferimento al mio film ma a questo punto ci sta un confronto): hai visto Zodiac?

E soprattutto, dov'è l'ironia polanskiana?

Non ho visto "Zodiac", ma se mi dai il link vado a vederlo.
L'eleganza di zio Till, quel cappello sempre in testa anche quando affetta le persone, e la cieca ammirazione del fratello nei suoi confronti. Tutta la discussione che vede come argomento i film di Hitchcock. Possiamo farli passare per ironia polanskiana?
 
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view post Posted on 13/11/2014, 11:03
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CITAZIONE (mastruccio @ 13/11/2014, 10:47) 
CITAZIONE (marenarobros @ 13/11/2014, 09:27) 
Arrivato a metà film, ho due domande (fatte in tempi non sospetti su filmchat, in riferimento al mio film ma a questo punto ci sta un confronto): hai visto Zodiac?

E soprattutto, dov'è l'ironia polanskiana?

Non ho visto "Zodiac", ma se mi dai il link vado a vederlo.
L'eleganza di zio Till, quel cappello sempre in testa anche quando affetta le persone, e la cieca ammirazione del fratello nei suoi confronti. Tutta la discussione che vede come argomento i film di Hitchcock. Possiamo farli passare per ironia polanskiana?

No. Ma per ora comunque è solo un appunto da metà lettura, un po' troppo serio(so) per i miei gusti ma procedo la lettura con piacere.
 
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mastruccio
view post Posted on 13/11/2014, 11:19




CITAZIONE (marenarobros @ 13/11/2014, 11:03) 
No. Ma per ora comunque è solo un appunto da metà lettura, un po' troppo serio(so) per i miei gusti ma procedo la lettura con piacere.

E' pur sempre un horror. Serio(so) quanto basta per non rovinare in qualcos'altro.
 
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uomo_d
view post Posted on 14/11/2014, 18:01




Attenzione, io non volevo che il ragazzo si pentisse, ho scritto che avevo il presagio di un possibile pentimento, che magari dava adito a una lotta con lo zio...
 
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view post Posted on 14/11/2014, 18:39
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CITAZIONE (mastruccio @ 13/11/2014, 11:19) 
CITAZIONE (marenarobros @ 13/11/2014, 11:03) 
No. Ma per ora comunque è solo un appunto da metà lettura, un po' troppo serio(so) per i miei gusti ma procedo la lettura con piacere.

E' pur sempre un horror. Serio(so) quanto basta per non rovinare in qualcos'altro.

No, non lo definirei nemmeno horror, è più vicino al mio (inserito infatti come thriller). L'ho finito comunque, poi ne riparliamo, bravo tu e carino il film, e non so se per un film truculento come immaginavi, definirlo carino sia l'aggettivo giusto o che ti aspetteresti.
 
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view post Posted on 15/11/2014, 14:47
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Cinefilo Ad Honorem

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Letto anche questo, diversi giorni fa. Servirebbe una recensione tripla, per questi tre film "brevi" che mi trovo a recensire in fretta e furia al buio e seduto sul pavimento nella mia pausa pranzo al negozio (l'intro arcadiana è il vero horror di questa edizione):

A Special Place. Il film che (come Totò il semestre scorso) forse più ha creduto in questo Halloween Contest (vedasi il titolo del topic, che lo fa spiccare sugli altri) è un onesto thriller di "formazione" (un nuovo genere, che mi dicono però già esistere, tra sottotrame di Dexter e il serial prequel tv di Hannibal), scritto sicuramente bene (tranne un paio di errori, che forse possiamo imputare alla trasformazione del file originario in un file compatibile col mio Kindle da battaglia) e tratto da un romanzo che non conoscevo (di autore per me altrettanto avulso, non ho il tempo di indagare adesso su Wiki come farebbe un corretto critico cinematografico). Mastruccio si cimenta con l'horror ma lo sfiora soltanto, per quanto il fastidio di alcune scene, da un punto di vista psicologico più che visivo, appartenga senz'altro al genere tanto amato dai cinematikini (ma dai topic su filmchat non si direbbe). Tra l'altro in qualcosa, nelle atmosfere, ricorda il memorabile Ivan il terribile, e anche diverse pellicole "choc" firmate da Hermes (il vero grande assente della kermesse). Insomma, orrori quotidiani, plausibili (bullismo, violenze sessuali, famiglie segrete) che tanto spesso ci fanno sbadigliare davanti alla tv. In questo caso la critica principale l'avevo fatta a metà lettura: Polanski (e McGregor, scozzese prestato a Milwaukee) è una firma nobile e poco più, la regia è curata ma è farina di Mastruccio e veri e propri topoi del regista a noi tanto caro se ne vedono pochi. E' il fantacinema e quindi poco male: non delude il finale, che lascia tutto in sospeso (meglio rispetto a Mind The Gap, che era un horror mascherato), altra strizzata d'occhio - involontaria però, ci giurerei - al formato tv seriale per il quale lo vedrei come ottima puntata pilota doppia. (ps: e dopo Necroamanti e lo stesso mio film che alle serie tv ha strizzato parecchio l'occhio, chiudiamo il cerchio con la rece al film di Nuno).
 
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Oren productions
view post Posted on 16/11/2014, 21:36




Il film di Mastruccio è stato il secondo del festival che ho letto. Non ho voluto recensirlo subito, perché all'inizio, con l'effetto che la pellicola aveva avuto sul mio sistema nervoso, avrei sicuramente staccato un voto troppo alto.

Mas ci porta fin dalle prime scene nel raccapricciante mondo di (permettetemi di dirlo) un cazzo di bambinetto sadico.
Da subito il film entra in questa atmosfera malata, creata soprattutto dall'altro sadico della situazione (lo zio Till), Che con un crescendo di violenza porta al tristissimo epilogo finale.

Sceneggiatura perfetta come sempre quella di Mas che è una garanzia in questo senso. Cura maniacalmente (come giusto che sia) i suoi film ed i risultati sono sempre ottimi.
Personaggi perfetti che riescono sempre a colpire come il ragazzino così lo zio, per tutta la pellicola hanno fatto crescere il mio livello di intolleranza verso la loro violenza, fisica e psicologica sulle loro povere vittime. Arrivati al finale, giuro che provavo rabbia e pena per il povero Miller e per la sua tremenda fine. E' questo quello che più mi ha convinto che il film fosse riuscito.
Quando un film, in un modo o nell'altro, riesce a toccarti profondamente facendoti provare emozioni seppur negative verso i personaggi, vuol dire che funziona, ci si immedesima nei panni di quelle povere vittime e si scatena l'orrore che non appare mai sullo schermo, diretto, con un immagine improvvisa, un qualcosa che tenta di farti saltare dalla poltrona, ma arriva lento e devastante.

Voto 82

Per me, è il miglior film del festival, e sinceramente non importa molto se l'agente di polizia è una figura che non sembra avere un senso, oppure altri difetti. Il film coinvolge, fa arrabbiare ed ha un contatto emotivamente diretto con lo spettatore. Se un film fa questo, per me è sicuramente riuscito. I miei complimenti a Mastruccio.
 
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view post Posted on 17/11/2014, 10:57
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Cinefilo Ad Honorem

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Quello di Oren è il primo 8 al sondaggio.
 
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mastruccio
view post Posted on 17/11/2014, 13:07




Un periodo incasinatissimo che non è ancora risolto, e m sono perso per strada alcune rece. Provo a rispondere.
Ringraziando Arc per la sua recensione, che condivido riguardo al suo appunto sui dialoghi, innanzitutto rispondo a Luca.
CITAZIONE (uomo_d @ 14/11/2014, 18:01) 
Attenzione, io non volevo che il ragazzo si pentisse, ho scritto che avevo il presagio di un possibile pentimento, che magari dava adito a una lotta con lo zio...

Da quale frase o immagine del film tu hai avuto il presaggio? Perché se c'è qualcosa che lascia presagire un pentimento di Keith, allora ho sbagliato il film. Come detto più volte, è un film che non intende far saltare dalla sedia con un colpo di scena; anzi, vuole inchiodarlo sulla poltrona, schiacciarlo sotto il peso della sconfitta, perché Keith è irrimedibile, segnato, con un futuro già scritto e il bello del film è che voglio che lo spettatore lo sappia da sempre, assistendo all'inesosabile discesa all'inferno.
CITAZIONE (marenarobros @ 14/11/2014, 18:39) 
No, non lo definirei nemmeno horror, è più vicino al mio (inserito infatti come thriller).

In effetti è un psico-horror. Proprio quello che volevo fare come debutto nel genere, e che ho dichiarato essere il genere di horror che preferisco.
CITAZIONE (marenarobros @ 15/11/2014, 14:47) 
Mastruccio si cimenta con l'horror ma lo sfiora soltanto, per quanto il fastidio di alcune scene, da un punto di vista psicologico più che visivo, appartenga senz'altro al genere tanto amato dai cinematikini

Appunto, come scritto sopra, è uno psico/horror. L'horror è sottotraccia, altro che appena sfiorato. Non è che fa orrore solo ciò che si vede (sbuellamenti e sangue), anzi in questo caso fa più orrore ciò che non si vede esplicitato per immagini. Il maestro Hitchcock citato più volte, non a caso, docet.
CITAZIONE (marenarobros @ 15/11/2014, 14:47) 
Polanski (e McGregor, scozzese prestato a Milwaukee) è una firma nobile e poco più, la regia è curata ma è farina di Mastruccio e veri e propri topoi del regista a noi tanto caro se ne vedono pochi.

Concordo, i movimenti di macchina e il ritmo del film sono farina del mio sacco. Non sono molto esperto del cinema polanskiano, quindi, tanto per capire e imparare, quali caratteristiche tipiche di Polanski avrei potuto e dovuto mettere?

Ad Oren, che ringrazio molto per la bella rece e per il voto molto alto, ripeto ciò che ho già scritto qualche post sopra per spiegare la funzione del personaggio del Detective Cooper. Diciamo che ha un ruolo psicologico, per innescare in Keith, ancora bambino, l'antipatia a pelle per il corpo della polizia. E' un personaggio marginale, vero, ma molto importante. Il fatto che investighi sulle morti di "LadyKiller" è quindi solo un pretesto funzionale all'evoluzione psicologica del personaggio di Keith, solo assoluto protagonista.
Mi fa molto piacere che hai perfettamente colto il senso del film, e che lo hai sentito esattamente per come l'ho voluto io. Immagino lo hai letto tutto d'un fiato, senza interruzioni, ascoltando le musiche contemporaneamente alla lettura, e senza distrazioni. Come se fossi in un cinema. Confermi?
 
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35 replies since 25/10/2014, 23:52   421 views
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