Bene, rubando del tempo (ormai prezioso) alla mia giornata mi sono visto questo primo film del Festival nella prima vera giornata autunnale, buia e piovosa, per cui perfettamente in tema con la pellicola della Sunset Boulevard.
Dopo avere letto le recensioni precedenti, le polemiche, i battibecchi ecc. ero molto curioso di affrontare questa nuova (ennesima?) trasposizione del mitico romanzo epistolare di Bram Stoker, anche se la produttrice giustamente ha specificato che il suo film è in realtà un remake del film del 31 interpretato da Bela Lugosi, pellicola che era già stata "rifatta" nel 1979 da John Badham. Diciamo che la versione di Badham era per certi versi più vicina al film di Browning rispetto a questo film, anche per il fatto per esempio che il vampiro non sfoggia i proverbiali canini, apparsi per la prima volta col Dracula di Christopher Lee (1958).
Branagh non è nuovo ai personaggi classici dell'horror, avendo già diretto nel 1994 il mediocre "Frankenstein di Mary Shelley", e dimostra di essere comunque un regista in grado di governare la materia affidatagli con maestria, anche se la sua mano elegante si avverte più nella prima parte del film, evidentemente più nelle sue corde, piuttosto che nel concitato finale dove cerca un registro più "moderno" pasticciando però alquanto e vanificando in parte quanto di buono aveva fatto fino a quel momento.
Perfetto il cast, davvero, compreso Ruffalo, attore che ho sempre apprezzato molto, e simpatica l'idea di affidare il ruolo di Van Helsing a Gary Oldman, già Dracula imparruccato nel tragico film di Coppola. Anche con lui si va sul sicuro, appartenendo a quella razza di attori cui spesso basta un'alzata di sopracciglio per esprimersi.
Buono il casto dei giovani... e arriviamo a colui che dovrebbe essere il protagonista del film, e cioè Dracula, nei cui neri ed eleganti abiti il lanciatissimo Benedict Cumberbatch è davvero perfetto, magnetico, ironico e minaccioso come la tradizione dei Dracula cinematografici richiede. Peccato che a un certo punto del film semplicemente scompaia per lasciare troppo spazio ad altre vicende e personaggi, o a inutili siparietti amorosi. Inutile negare che quando lui non è in scena il film perde di interesse e si trascina un po' stancamente, e questo è un difetto imperdonabile in un horror, genere per eccellenza in cui la tensione deve essere costante per tutta la durata. È nel tratteggiare e costruire un Conte diverso, magari cinico genio della finanza, che il film avrebbe dovuto discostarsi dal ricalco (aggiornato con telefonini e automobili) dell'originale, piuttosto che nel confuso finale troppo simile a tanti filmetti horror-vampiristici di oggi (oltre al citato "Underworld" anche "Blade" o la saga adolescenziale di "Twilight"). Peccato perché una delle regole d'oro di un buon film è di avere un buon finale, anche se magari il resto è così così: le ultime scene sono quelle che il pubblico ricorda uscendo dal cinema, quelle che fanno dire "che bel film" dimenticando magari altre pecche del film stesso, e troppo spesso ultimamente abbiamo visto film horror/fantastici basati su una bella idea e poi afflosciarsi miseramente nel finale.
Ultima annotazione sulla locandina: da "addetto ai lavori" dico che è savvero splendida e vorrei stringere virtualmente la mano all'autore che non ho ancora avuto il piacere di conoscere.
E adesso le dolenti note: ho cercato di recensire il film come se realmente l'avessi "visto" e non letto, ma davvero gli errori sono tanti, troppi, dovuti con molta evidenza alla fretta: errori di ortografia, di grammatica, di coniugazione dei verbi. Come qualcuno ha giustamente scritto, in un gioco basato sulo scrivere film, curare la forma è assolutamente essenziale. Da tanti anni lavoro in una casa editrice e correggere bozze fa anche parte del mio lavoro, per cui ho davvero faticato non poco a passare sopra a tante cose per cercare di non farmi influenzare nel giudizio finale sul film, ma la simpatica Agnese deve prendere atto che uno script non si può scrivere come un blog o un messaggio su Facebook: la forma va curata il più possibile... poi va da sé che gli errori sfuggono sempre (io dico sempre agli autori che il libro a prova di errori non esiste) ma qui, soprattutto nella parte finale, l'incuria lessicale è davvero troppo evidente.
BLOOPERS:
Nel combattimento tra Van Helsing, Seward e i vampiri a casa del conte quando Van Helsing trafigge la vampira questa giustamente si dissolve. Però quando allo stesso modo uccide Lucy lei, anziché dissolversi, torna bella come quando era viva
Questo è un po' più grave, perché quasi inficia il finale: viene detto che se un vampiro uccide un altro vampiro paga con la morte. Ok. Prendiamolo per buono (non conosco a fondo il Codice Penale Vampiresco) ma... ohibò, Dracula NON uccide Mina, che infatti alla fine è viva (si fa per dire) e pronta a una vita da vampira buona (!), per cui non si capisce perché Dracula venga ucciso. Lui "ha tentato" di uccidere Mina, ma la cosa è ben diversa mi pare. Se Mina si fosse davvero sacrificata pur di distruggere il Conte tutto avrebbe avuto più senso. Se mi sono perso qualcosa prego Agnese di spiegarmelo come se avessi 12 anni (citazione da...?)