| Soggetto e sceneggiatura: devo dire che riproporre in chiave moderna il mito di Dracula è stato un bell'azzardo da parte di Agnese, principalmente perché parliamo di una storia che conosciamo un po' tutti a grandi linee e l'abbiamo vista riproposta in varie salse moltissime volte. Agnese sceglie la via del remake di un classico, anche se poi soprattutto verso la fine, si prende doverosamente le sue libertà. Il soggetto quindi, pur non brillando certo per originalità, è solido e la figura di Dracula continua ad esercitare un enorme fascino sullo spettatore, anche in questa versione attualizzata e lontana da castelli e abiti ottocenteschi. La scelta di Cumberbatch nelle vesti del conte si rivela astuta e vincente; è semplicissimo immaginarselo nel ruolo e se il film forse reale sarebbe uno di quei casi in cui si parlerebbe di "interpretazione cult". Paradossalmente mi viene da dire che forse c'è troppo poco Dracula nel film. Mi sarebbe piaciuto vederlo molto di più in scena, conoscerlo di più, invece il film si concentra principalmente sull'effetto che Dracula ha si comuni mortali. La pellicola, come tutti i film di Agnese, ha un gran ritmo, fila via spedita come un treno e complice anche una colonna sonora molto presente dà proprio l'idea d essere un film molto "pop", con gli attori più "cool" del momento, indirizzato soprattutto a un pubblico giovanile, o tardo adolescenziale. Anche a me ha convinto di più la seconda parte (diciamo dopo lo scontro con Lucy), principalmente perché l'inizio è molto prevedibile e ripercorre fedelmente le tappe d una storia che tutti conosciamo. Poi le cose si movimentano e si fanno molto più interessanti e piacevoli da seguire. Complessivamente però parliamo sempre di una storia già ampiamente trattata da altri film che non regala in questa versione particolari sorprese, e quindi per quanto piacevole non riesce a coinvolgere in maniera davvero trascinante (perché si sa benissimo come evolverà la storia, i passaggi intermedi e il finale). La sensazione che ho avuto quindi è che il processo di modernizzazione del mito di Dracula di sia limitato agli aspetti meramente estetici e formali, che aggiungono poco in sostanza alla figura del Conte. Io a questo punto avrei osato di più, o dando molto più spazio alla figura di Dracula (svelando magari aspetti inediti, anche inventati di sana pianta ovviamente) oppure concentrandomi principalmente sul gruppo di ragazzi, sulle loro relazioni e sul modo in cui entrano in frantumi con l'arrivo del Conte e della sua influenza (ad esempio i brevi innesti quasi da teen drama, riguardanti Mina, Jonathan, il tradimento ecc, stonavano un po' con il resto del film). Il finale, decisamente coreografico e d'effetto, in parte mi ha stupito (bello lo stratagemma per far fuori Dracula), ma in parte mi ha anche deluso perché a tratti poco chiaro e confuso (tutti quei vampiri in un batter d'occhi hanno subito creduto che Mina fosse morta? Bastava uno scherzetto del genere per farlo fuori? A questo punto per più giusto che Mina quanto meno si fosse sacrificata per davvero). Regia:buona la regia di Branagh. Lo vedo particolarmente a suo agio con questo genere di pellicole un po' patinate e mai troppo cupe e violente. Cast:riuscitissimo, una delle cose migliori del film. Ovviamente Cumberbatch vince su tutti, ma anche gli atri fanno la loro figura (il sempre bravo DeHaan, la Watson, Oldman). Musiche: anche queste azzeccate e coinvolgenti, forse a volte un po' troppo invadenti, ma ci sta in una pellicola i questo tipo. Sito: essenziale, ma bella e originale l'idea del backstage. Voto complessivo: Dracula, nonostante narri una storia già vista mille altre volte, rimane un film piacevole, con un bel ritmo e una grande interpretazione di Cumberbatch. Non riesce però a entusiasmare, un po' per qualche ingenuità nella storia, ma soprattutto perché concretamente la modernizzazione del mito di Dracula è puramente estetica e non viene aggiunto nulla i davvero nuovo alla sua figura. Quindi io nei panni di Agnese avrei osato i più, anche a costo di profanare un mito e sembrare "sacrilego". 66/100
Sul dibattito tra le due recensioni agli antipodi, quella di Mastruccio e quella di Francis, non ho problemi a dire che mi trovo più in linea con quella di Mastruccio. Lui come suo solito, fa le pulci al film e probabilmente dà tutto quel peso agli errori perché non è stato coinvolto più di tanto dalla storia/soggetto/script, non tanto perché non conosca il genere. A parte che questo deve essere ancora dimostrato (presto mi tuffo nella lettura del suo film!), m non è che uno per apprezzare un film (e quindi una storia) debba per forza prima documentarsi sul genere di appartenenza. Anzi, semmai dovrebbe accadere il contrario, è il film che dovrebbe dare la spinta al non appassionato del genere a documentarsi o fare altre visioni inerenti al tema. Allora in quel caso sì che si parlerebbe di film riuscito. La recensione di Francis mi sembra decisamente troppo entusiastica e forse ha visto nel film molto di più di quanto non ci sia in realtà (magari anche per via dei suoi studi in materia).
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