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La Svastica Sul Sole
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La Svastica Sul Sole, SBF

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emilgollum
view post Posted on 3/10/2014, 12:07




CITAZIONE (marenarobros @ 3/10/2014, 12:38) 
CITAZIONE (Sunset Boulevard Films @ 3/10/2014, 09:28) 
la maggior parte sono di Elvis perché era un conservatore che sapeva bene come avere la politica dalla sua parte quindi penso che avrebbe fatto la sua carriera senza problemi

Ottima idea infatti!

beh è una buona spiegazione, non ci avevo pensato.
 
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uomo_d
view post Posted on 3/10/2014, 15:40




Torna nelle sale la SBF dopo l'ottima prova, per molti critici che l'hanno vista al debutto, quella della consacrazione, di "Enter Night".
Il film proposto è "La svastica sul sole", tratto dall'omonimo romanzo fantascientifico-distopico, di Philip Dick. Prima di cominciare la mia recensione ammetto di non aver letto l'opera originale, ma di conoscerla solo di "traverso", avendone spesso sentito parlare.
Non posso dunque dire se Agnese si sia discostata di molto o meno dall'originale, ma, stando alla pura e semplice trama, mi pare di capire che abbia deciso di dare risalto ad alcune parti a scapito di altre.
Mi pongo dunque nell'ottica di chi conosce un classico grazie a una sua trasposizione, come già m'è capitato con, per esempio, V per Vendetta, tanto per fare un esempio.
Ammetto dunque che, dopo aver letto questa operazione di Agnese, la curiosità verso il romanzo originale è sicuramente accresciuta, e questo è senz'altro un merito della produttrice.

Partendo dalla presentazione devo dire che la locandina, per quanto semplice, mi piace molto. Se non sbaglio rappresenta l'ipotetico planisfero di un mondo diviso fra il Reich tedesco e l'Impero del Sol Levante dopo la II guerra mondiale.
Il sito è, invece, estremamente basilare.

Agnese presenta un film con una buona impaginazione, ma scivola qua e là in qualche svista ortografica. Si legge e si nota un po' di impazienza nel concludere il film, sia nella forma che nella sostanza, dato che il finale non sembra curato quanto l'incipit.
Si tratta di un problema già visto e rivisto in ck e che rientra nel veniale più che nel penale.

L'opera è diretta da Steve McQueen, di cui conosco solo 12 anni schiavo. Per certi versi la storia non è poi così lontana da quella narrata nel film reale. Si tratta comunque di un mondo "sbagliato" , dove l'ingiustizia è ormai da gran parte della popolazione accettata e talvolta persino "difesa" in nome della prevedibilità dello status quo.

Il film segue alcune sottotrame mentre si stanno verificando degli importanti, seppur tratteggiati, sconvolgimenti politici, con la morte del cancelliere del Reich e il complicarsi dei rapporti fra nazisti e giapponesi. Il contesto ci viene presentato da una voce a inizio film, scelta forse inevitabile, e obbligata per mettere subito lo spettatore in condizione di cogliere la situazione corrente.
Il film si dipana dunque fra le vicende di Robert, Paul, Julianna e Tagomi. Alcune connessioni ci risultano subito comprensibili, altre affiorano nel corso della pellicola. Qui devo rilevare quella che per me è la prima pecca del film; da spettatore mi aspetto che questi intrecci si chiariscano presto oppure tardi, ma con grandi colpi di scena, invece non avviene nessuna delle due cose.
In tal modo mi è mancato un chiaro richiamo sul protagonista e su quale fosse la trama principale del film. Non so come questo venga affrontato nel libro. Il collante, comunque, è il contesto di grande precarietà su cui poggia questo mondo distopico e la crescente convinzione, fra i protagonisti, che esistano delle alternative, più o meno fantascientifiche, come prospettate nel libro "La cavalletta non si alzerà più".
Agnese ha, sinceramente, premesso, nell'intervista, che forse uno spettatore uscirebbe confuso dalla sale. La confusione è in effetti una sensazione che ho provato dopo aver letto il film.
Ma se questa è dunque una pecca dell'opera ciò non toglie che sia forse l'unico difetto ravvisabile. Perché "La svastica sul sole" è un buon film, che solleva la questione dell'ineluttabilità del destino e mostra come invece degli uomini più o meno ambiziosi sfidino un impero malvagio, che è la realtà che li circonda, con esiti più o meno fortunati.
E solleva questi interrogativi senza diventare mai un film pesante, con un montaggio che mantiene un buon ritmo e con volti che riescono a non essere mai sopra le righe.
Alla fine l'opera vuole anche essere riconciliatoria. Nonostante la realtà resti un'opprimente cappa sulla vita dei protagonisti questi riescono, più o meno, a mantenere nel loro piccolo uno spiraglio aperto alla speranza.

Il cast del film mi è piaciuto molto. Al di là della mia personale passione per Leelee Sobieski, che comunque ha una piccola parte, tutti gli altri interpreti non sembrano affatto fuori posto, compreso il Vaporidis nostrano, che potrebbe perfettamente interpretare il ruolo affidatogli. Menzione d'onore per Martin Sheen, che ho visto perfettamente calato nel ruolo.

La colonna sonora vuole omaggiare i tempi. Canzoni che non mi piacciono, perché non mi piace l'autore, ma che mi sembrano adatte all'opera. Peraltro credo che la ripetitività giovi anche al film, appesantendo l'idea di un mondo dove la fantasia non può certo ambire al potere.

Non ho letto il libro, dicevo sopra, e neppur il film proposto su CK anni addietro. Dunque non ci sono confronti. Ma come dicevo sopra Agnese ha il merito di suscitare in me la curiosità anche di recuperare quel film già prodotto sulla medesima opera. Credo che sia stata una mossa astuta commercialmente e che, se CK vuol essere anche plausibile e realistica, non sarebbe stata impossibile nemmeno nella realtà, dove ormai il remake e il reebot è diventato imperante.

Concludendo, quindi, credo che il film che ha aperto questo semestre sia una buona prova, inferiore a "Enter Night", ma sono dell'idea che se l'autrice gli avesse dedicato la stessa passione avrebbe potuto costituire persino un passo verso uno scalino superiore.

VOTO 75

P.s.
Il film prodotto nel 2002 da World e Cadillac incassò 362 milioni, sono curioso di vedere questo confronto come andrà a finire.
 
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view post Posted on 4/10/2014, 14:52

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LARGO AL FACTOTUM!
Le recensioni di Francis Delane


Ci tenevo a leggere questo film prima della fine della settimana, perché iniziare ufficialmente il cinema virtuale con un ritardo mi pareva una pessima idea. Ce l'ho fatta, e devo dire che ne rimango abbastanza sorpreso.

Non ho letto il romanzo originale (messo in lista) né il film di Gaetano, quindi non sapevo bene cosa attendermi, ma anche solo da una lettura superficiale dell'ambientazione mi ero fatto tutt'altra idea di quel che mi sarei trovato. Però a fine visione mi ritrovo a dire che sì, il film mi piace anche così, anzi lo apprezzo ancora di più. Sostanzialmente, il film e il romanzo (la pagina Wikipedia me la sono letta prima di recensire) seguono in realtà la vita di persone normali, che vivono in questo mondo alternativo cercando di sopravvivere e vivere a loro modo, barcamenandosi fra le ideologie deliranti del nazismo e dell'imperialismo giapponese, visto con maggior simpatia (giustamente). Un antiquario, un camionista italiano, un politico in fuga, un ebreo scappato, si ritrovano tutti ad aver a che fare con questo universo impazzito, in modi che si intrecciano l'uno con l'altro, e alcuni ne avranno la vita sconvolta (altri no: ancora più giustamente). Ho trovato molto bello, devo dire, che i rappresentanti dell'autorità non si vedano mai in faccia, esseri privi di volto, a volte in ombra, a volte anonimi.

Rispetto al romanzo, che immagino essere piuttosto denso, la produttrice mi pare di aver capito non tagli moltissimo, ma faccia un ottimo lavoro di condensazione e concentrazione degli avvenimenti. La perdita più grave, in tutto questo, è che purtroppo una presentazione più approfondita dei meccanismi e dell'ideologia di questo mondo resta sullo sfondo. Non per riempire il film di dialoghi lunghi o spiegazioni noiose, cosa che capisco sarebbe stata controproducente, però ammetto che avrei voluto, in certi punti, una spiegazione migliore di certe caratteristiche ideologiche di questa realtà alternativa dove il nazismo ha trionfato, che andassero oltre le battute dei personaggi. Unica scena rivelatrice, in questo senso, è la scena fra Martin Sheen e la sua amante, dove la mentalità del personaggio maschile è perfettamente inquadrata e descritta nel suo universo di appartenenza: mi sarebbero piaciute più scene di questo tipo, ecco.

Comunque, al di là di questo, il resto funziona bene. La sceneggiatura è liscia e scorrevole, non si perde mai (e con cinque personaggi di cui nessuno protagonista non era facile) e mantiene sempre interessato il lettore/spettatore. Certo, una maggiore attenzione (innumerevoli parole mancanti, soprattutto) avrebbe giovato, ma rispetto all'esordio anche in questo Agnese ha fatto passi da gigante. I personaggi sono ben delineati, alcuni di più altri meno, ma tutti comunque hanno il giusto spazio per emergere e farsi ricordare. Molto belle le canzoni di Elvis, che anch'io ho trovato stranianti, ma poi ho pensato che in fondo ci stava, non solo per il suo conservatorismo, ma anche perché i giapponesi una parvenza di libertà agli americani la danno, mi pare di aver capito (ecco, già Bob Dylan...).

Gran bel cast, in compenso, fra Fassbender (attore feticcio di Steve McQueen), David Thewlis, Rhys Ifans, tutti attori che - tranne Fassbender - non sono star di primo ordine, ma buoni attori dal solido curriculum. Bella la regia di Steve McQueen, anche in un genere dove non si era mai cimentato.

VOTO: 73/100. Un corretto adattamento del romanzo di Dick (immagino), interessante e coinvolgente.

P.S. Dove posso trovare la versione di Gaetano?
 
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Merlino*
view post Posted on 4/10/2014, 15:14




CITAZIONE (Francis Delane @ 4/10/2014, 15:52) 
P.S. Dove posso trovare la versione di Gaetano?

Qualche post più sotto ;)
 
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emilgollum
view post Posted on 4/10/2014, 15:50




CITAZIONE
La perdita più grave, in tutto questo, è che purtroppo una presentazione più approfondita dei meccanismi e dell'ideologia di questo mondo resta sullo sfondo. Non per riempire il film di dialoghi lunghi o spiegazioni noiose, cosa che capisco sarebbe stata controproducente, però ammetto che avrei voluto, in certi punti, una spiegazione migliore di certe caratteristiche ideologiche di questa realtà alternativa dove il nazismo ha trionfato, che andassero oltre le battute dei personaggi. Unica scena rivelatrice, in questo senso, è la scena fra Martin Sheen e la sua amante, dove la mentalità del personaggio maschile è perfettamente inquadrata e descritta nel suo universo di appartenenza: mi sarebbero piaciute più scene di questo tipo, ecco.

penso lo si possa fare maggiormente attraverso le immagini, in una sceneggiatura è più difficile. A meno che non si voglia "rimpizzare" il film di scenette che spieghino come si è arrivati a quella mentalità (nel libro ovviamente se ne parla).
 
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Sunset Boulevard Films
view post Posted on 5/10/2014, 13:15




Grazie Francis e Luca

Luca: Sì, la locandina rappresenta proprio quello. E il secondo protagonista non è Paul ma Frank :P ma vabbè te l'abbuono. E' proprio per via di una trama vera e propria che temo che uno spettatore sarebbe confuso, quello che io, e Dick, vogliamo dimostrare è che la vita in un mondo parallelo va avanti sempre e comunque con i suoi alti e bassi, senza una ribellione, una Katniss che venga e dica come stanno le cose.
In questo film, l'unica "Ghiandaia Imitatrice" è lo scrittore che se ne sta nella sua casa senza alzare folle, ma instillando la speranza nei suoi lettori, ed è per questo che vogliono ucciderlo.
Praticamente il film è uno sprazzo della vita in un universo parallelo peggiore del nostro. Il finale lieto alla fine non è per il mondo ma per alcuni protagonisti.

Francis, penso che alla fine anche il dialogo fra Joe e Juliana dica molto sulla mentalità del luogo: c'è chi pensa che è "per il bene superiore" e chi vede i nazisti per quello che sono. E sì, i giapponesi sono molto più "liberali" dei tedeschi in questo film.
 
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view post Posted on 5/10/2014, 16:02
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Soggetto & sceneggiatura: il film di Agnese è tratto da uno dei libri più famosi di Dick, in cui si narra la storia di un mondo in cui la Seconda Guerra Mondiale è stata vinta dai tedeschi e dai giapponesi, che si sono quindi spartiti le terre degli Stati sottomessi (tra cui l’America) imponendo la loro cultura e le loro ideologie. Il soggetto quindi è interessantissimo ed estremamente solido, d’altronde il gioco del “cosa sarebbe successo se…” funziona sempre e qui i temi e le riflessioni sollevate sono molteplici, forse troppi per poter essere rinchiusi efficacemente in un film così breve. Non avendo letto il libro, ammetto di essermi trovato spesso disorientato e confuso durante la visione (un po’ come successo con 1Q84, ma in maniera minore). Vuoi per il fatto che sia una storia corale senza un vero protagonista, vuoi che molti aspetti del mondo parallelo e della società vengono solo accennati o fatti intuire (ad esempio l’importanza dell’I Ching), ma io spesso mi sono trovato a chiedermi dove volesse andare il film. Lo sviluppo molto frammentato che salta velocemente da un personaggio all’altro probabilmente non ha aiutato. Alla fine si arriva ad avere una visione d’insieme un po’ più completa, ma, all’infuori del bel colpo di scena riguardante Joe, non ci sono i botti e i fuochi d’artificio che mi aspettavo. Il finale infatti arriva di colpo, in maniera sommessa e ti lascia così, con un po’ di amaro in bocca. Probabilmente il soggetto di partenza era molto complesso e stratificato da necessitare più spazio per esser valorizzato al meglio. Agnese riesce sempre a dare un ritmo invidiabile alle sue pellicole, sempre molto “pop” e contemporanee, ma qui forse c’era bisogno di rallentare davvero, anche per descrivere meglio i personaggi e approfondire le loro storylines (ad esempio tutta la vicenda di Childan l’ho trovata un po’ anonima). Il film affascina e intrattiene (grazie anche ai curati dialoghi), ma a volte corre troppo risultando un po’ superficiale.
Regia: Di McQueen ho visto Shame e Hunger, due film stilisticamente molto diversi da questo che forse si avvicina di più a 12 Anni Schiavo. Non so quindi quanto McQueen possa essere adatto ma i temi ci sono (soprattutto ripensando ad Hunger e all’oppressione del potere), quindi apprezzo la scelta audace e non scontata.
Cast: scelto con attenzione senza andare a prendere nomi troppo ingombranti per una storia così marcatamente corale. Unico nome di lusso Fassbender, più che altro per mantenere il tradizionale binomio Fassbender/McQueen. Ho molto apprezzato la Tomei e Vaporidis che sono anche i personaggi meglio caratterizzati.
Musiche: interessante la scelta di prendere quasi esclusivamente brani di Elvis (ho letto la motivazione di Agnese), che riescono facilmente a far entrare nel mood degli anni 60.
Sito: semplice con le informazioni basilari.
Voto conclusivo: La Svastica sul sole è un film riuscito solo in parte, che patisce purtroppo la complessità e le ambizioni dell’opera da cui è tratto. Agnese cerca di semplificare e rendere il tutto più smart e accessibile ma forse esagera dando alla pellicola un ritmo troppo serrato e senza soffermarsi su personaggi e alcuni sviluppi della trama. Rimane comunque un film molto piacevole (tanto da risultare fin troppo breve) che però non riesce a sfruttare tutte le potenzialità del soggetto di partenza. 65/100
 
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Sunset Boulevard Films
view post Posted on 6/10/2014, 17:31




grazie Hermes per la recensione.
Allora, il fatto che non sembra abbia una vera e propria trama è per la mia intenzione di parlare della vita ordinaria in un contesto fuori dall'ordinario, e sì forse dovevo rallentare un po' e soffermarmi su più cose, ma non avrei saputo quali cose.
Sto iniziando a pensare cosa penserebbe il pubblico reale sui miei film, e questo un po' influenza la stesura.
 
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view post Posted on 7/10/2014, 09:54
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Cinefilo Ad Honorem

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CITAZIONE (Sunset Boulevard Films @ 6/10/2014, 18:31) 
Sto iniziando a pensare cosa penserebbe il pubblico reale sui miei film, e questo un po' influenza la stesura.

Domanda: che pubblico immagini per un film del genere, nella realtà? Tu lo andresti a vedere, e se sì per quali motivi?
 
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Sunset Boulevard Films
view post Posted on 7/10/2014, 10:08




io lo andrei a vedere se ho letto il libro, e credo che un film del genere lo andrebbero a vedere i cinefili. e chi si aspetta un film impegnato.
 
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Andrew.
view post Posted on 8/10/2014, 21:14




Il film l'ho letto mentre ero in treno! Presto la recensione, che sarà cattivella, non mi è piaciuto come l'ultimo film. -_- :P
 
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Sunset Boulevard Films
view post Posted on 8/10/2014, 21:15




uuuh dai che sono curiosa :P
 
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Oren productions
view post Posted on 8/10/2014, 21:27




Finito anch'io di leggere, per la recensione devo aspettare un po'. Direi che al momento la pellicola mi ha confuso un po', bisogna riordinare le idee.
 
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Andrew.
view post Posted on 11/10/2014, 14:26




Ricopio l'articolo con la recensione:

CITAZIONE
Inizio questa pseudo-rubrica, portando alla luce ciò che accade su Cinematik, senza filtri nè censure.
Per chi non lo sapesse, Cinematik è un sito/blog/forum/ dove si fa cinema, si scrivono sceneggiature e si parla di esse.

E’ uscito da poco nelle sale La svastica sul sole, un film della Sunset Boulevard Films, casa di produzione dell’unica donna che attualmente collabora con noi. Tratto dall’omonimo romanzo di Dick, il film rappresenta un rarissimo caso di remake di un altro film cinematikino prodotto dalla World Entertainment e Cadillac Ranch diversi anni fa.
Nulla di assurdo: se nella realtà siamo sommersi da remake, perchè anche noi non dovremmo avere i nostri?
Non starò a fare inutili paragoni tra i due film (inutili perchè non ho ancora letto l’originale) e dirò quel che penso dell’attuale: non mi è piaciuto ragazzi, inutile girarci intorno. Il film è talmente corale che si fa una fatica immane a star dietro alle varie trame dei personaggi, i quali si muovono in punta di piedi sullo schermo, senza azzardarsi mai a tentare di essere psicologicamente attraenti. Scorre liscio, assistiamo ad alcuni eventi che si rifanno soprattutto al genere thriller e spionaggio, ma l’unica cosa a risultare interessante alla fine è l’ambientazione distopica: come sarebbe il mondo se Hitler avesse vinto la guerra alleandosi coi giapponesi? Ecco, le atmosfere sono affascinanti e lanciano mille riflessioni, peccato però che la cosa finisce qua e solo dopo alcune ore, si sono già dimenticate le storie che sarebbero dovute essere le protagoniste. Agnese (la sceneggiatrice) ha fatto per me un passo indietro. Dopo l’ottimo Enter Night, ha ripreso in mano uno di quei soggetti troppo complessi e difficili da trasporre, un soggetto al quale è mancata la passione e la cura, con un risultato finale piuttosto dimenticabile.

Ma cos’altro accade in un mercoledì di ottobre a Cinematik?
C’è un po’ di fermento su FILM CHAT, la nostra sezione del forum dove si parla di cinema “vero”. In effetti è una delle sezioni che non mi annoio mai di frequentare. Se riconosco di avere ultimamente un po’ di stanchezza nel frequentare la sezione “prossimamente” o “calendario” (concedetemela questa stanchezza dopo anni di frequenza assidua), quella Film Chat riesce ancora a stuzzicare la mia attenzione. E probabilmente andrebbe pubblicizzata di più, messa in risalto. Mi è capitato di parlare con una persona che conosce cinematik, ma non aveva idea del fatto che parlassimo anche di film reali. Ad esempio, qua stiamo discutendo sulla nuova stagione di Twin Peaks, mentre qua dei film sessisti e maschilisti (?).

Del resto, questo è discorso che Pinox (il nostro boss) ha deciso di prendere in mano in modo serio. Se avete visitato il nostro nuovo sito, avrete anche notato che c’è più spazio per le notizie di cinema reale, nella speranza di divenire al più presto un luogo di incontro (e perchè no, di riferimento) per tanti appassionati di cinema che magari vogliono solo parlarne, anzichè farlo per davvero.
Dove porterà tutto ciò? Qualcuno potrebbe ipotizzare pessimisticamente che ciò è un primo passo verso l’estinzione degli sceneggiatori, per una nuova cinematik sempre più aperta alle masse e meno “di nicchia”.
Ma è ancora presto per fare previsioni. Vedremo tra dieci anni, in cosa ci saremo trasformati. E magari nel frattempo, qualcuno di noi che avrà iniziato per gioco, riuscirà a farcela veramente, a scrivere un film.

Ho letto poi le altre recensioni, per me voti un po' alti, io a questo film darei 6.
Troppo severo? Forse dovrei rileggerlo? Effettivamente l'ho letto mentre ero in treno, non nelle condizioni ideali, ma il dubbio rimane.

In questo film vedo gli stessi difetti che c'erano ne Il seggio vacante: troppi personaggi, nessuno di questi descritto in maniera esaustiva, quindi troppa confusione e una lettura che non è stata piacevole, nonostante il soggetto e le ambientazioni mi affascinassero.

Agnese, come mai non vuoi che lo si chiami Remake? Se lo hai già spiegato da qualche parte, me lo sarò perso. Forse perchè non hai letto il film di Gaetano e ti sei basata solo sul libro? Se fosse per questo, teoricamente, sempre di remake parleremmo, no?

Ma poi il film di Gaetano l'hai letto?

Qualcun altro lo ha letto e può dire cosa ne pensa e se ci sono grosse differenze?
 
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emilgollum
view post Posted on 11/10/2014, 14:34




Sì, l'ho leggiucchiato io. Mi pare che Gaetano sia rimasto più fedele al libro, mentre Agnese ha cercato in più punti di cambiare qualche carta in tavola. Non so quale dei due sia il migliore, sono abbastanza simili, ma perché è proprio il romanzo a essere complicato da adattare. C'è tanta roba e condensarlo non è affatto facile. Anche perché adattare un libro del genere dovrebbe come minimo durare un anno, tra revisioni e cambiamenti in tromba. Noi si gioca, quindi è piuttosto facile commettere errori, da quel punto di vista.
 
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58 replies since 26/9/2014, 23:05   646 views
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