Figurati, Lele, anzi, grazie a te. Dai, comincio a rispondere che così non succede come con
Il giorno dell'abdicazione di Anna Magdalena e chissà quanti altri film.
CITAZIONE (mastruccio @ 5/6/2014, 13:43)
RECENSIONE DI MASTRUCCIO PER LA DREAMING STUDIOS
La napoletana Arcadia Production ha intrapreso, da diverso tempo, scelte produttive impervie e, senza alcun dubbio, lontane dalle canoniche politiche commerciali che impervesano fra le major di grido.
Dopo il breve film sperimentale "Il giorno dell'abdicazione di Anna Magdalena", Gennaro presenta nelle sale una pellicola dai toni completamente diversi, ma che ha altrettanti crismi di particolarità come il precedente.
Non ho molto da dire qui.
CITAZIONE
"E poi siamo arrivati alla fine", tratto dal romanzo omonimo di Joshua Ferris, è un film corale, dove ogni singolo personaggio ha un carattere ben distinto e classificabile, e quindi nell'insieme rappresenta uno spaccato verosimile della società americana che si riscontra nei luoghi di lavoro, e che non è difficile assimilare ai nostri.
La vita che scorre all'interno di una grande agenzia pubblicitaria situata in uno dei grattacieli di Chicago, guidata da Lynn Mason, donna forte ed autoritaria che sta combattendo un cancro, è fatta di incontri e scontri, piccole tragedie, invidie e gelosie, manie e solitudini.
Un licenziamento può provocare reazioni differenti: Tom Mota esce fuori di testa, abbandona la sua famiglia e torna poi, temuto da tutti, per compiere la sua assurda personale vendetta, ma rivendicando il diritto di non volersi omologare agli schemi; Chris Yop, invece, rifiuta la realta rifugiandosi nel 59° piano del grattacielo e continuando a fare il suo lavoro di copywriter da abusivo e disperato.
Gli impiegati si ritrovano fra i cubitoli, la sala riunioni, la mensa, la sala delle stampanti, e passano quasi tutto il tempo della loro vita insieme, ma non riescono a conoscersi realmente fra loro, trincerandosi dietro una maschera.
Succedono tante cose, che arrivi, per esempio, un'insolita commissione per una campagna pubblicitaria contro il cancro che faccia ridere, o che un collega muoia e che lasci in eredità ad un altro un totem e una collezione di fumetti, e che ci si ritrovi al capezzale di Lynn, dopo l'intervento chirurgico, ed anche che alla fine, dopo diversi anni, ci si ri-incontri per scoprire che non si conosce nulla degli altri e altrettanto nulla si è lasciato di sè agli altri.
Anche su questa parte non ho molto da dire: è la trama, più o meno corretta.
CITAZIONE
Il soggetto è molto intrigante, e da quello che ho letto in rete, il libro è serratissimo e denso di situazioni. Arcadia ha fatto un lavoro di trasposizione certamente difficile, imprimendo allo script un ritmo spesso incalzante
Come detto, è stato il libro più difficile da ridurre per Ck.
CITAZIONE
facendo sì che la macchina da presa arrivi perfino a non riuscire a seguire i personaggi con la stessa velocità con cui dialogano fra loro.
Volendo è un espediente da sit-com.
CITAZIONE
Peccato però che la continua ripetitività di questo escamotage, praticamente reiterato con un "copia e incolla" del particolare tecnico di inquadratura, finisca con l'appesantire un po' la lettura.
Non sono d'accordo: non è per nulla continuo e ripetitivo (su una ventina di scene, questo espediente sarà usato in 3-4) e non mi pare che appesantisca la lettura, visto che nella realtà sarebbero dei dialoghi velocissimi (due-tre minuti, in totale otto-dieci minuti, su un film di oltre due ore). Se ho usato il copia-incolla, è semplicemente perché mi sembrava ("realisticamente") che Reitman avesse appuntato questo particolare stile (forse con le stesse parole, forse no) sullo script.
CITAZIONE
Non aiuta neppure una prosa molto verbosa, prosaica e poco cinematografica in diversi passaggi , quando l'autore rappresenta solo a parole e non in immagini delle personali deduzioni che il pubblico in sala non potrebbe mai far sue (ad esempio: Lynn è una donna di potere, di 42 anni, e bacchetta i suoi dipendenti; Genevie sa che può dirgli tutto; probabilmente il suo rispetto - di Tom - per Joe è aumentato).
Anche qui non sono d'accordo: a parte che scrivo così anche nelle cose extra-Ck, ma per portare acqua al mio mulino porto un esempio di peso:
CITAZIONE
MARK ZUCKERBERG is a sweet looking 19 year old whose lack of any physically intimidating attributes masks a very complicated and dangerous anger. He has trouble making eye contact and sometimes it’s hard to tell if he’s talking to you or to himself.
ERICA, also 19, is Mark’s date. She has a girl-next-door face that makes her easy to fall for. At this point in the conversation she already knows that she’d rather not be there and her politeness is about to be tested.
E' la prima descrizione di
The Social Network di Aaron Sorkin, sceneggiatura alla base dell'omonimo film di Fincher e vincitrice, nella Awards Season di riferimento (2009-2010) di ben 36 premi (qualunque premio possibile e immaginabile). Poco più avanti, Sorkin sempre parlando di Mark nella sua stanza davanti al pc scrive: "This is the only place he’s comfortable." Non è visivo uno stile del genere? Forse. Eppure, nel film, tutto questo si vede benissimo sullo schermo. Se ho scritto così è per dare un determinato mood di lettura, senza per forza essere didascalico. E comunque non è Tom a provare rispetto per Joe, ma Genevieve nella scena dopo il monologo di Joe (cui tornerò tra breve).
CITAZIONE
Lo stile di scrittura che Gennaro ha deciso di utilizzare mi è risultato piuttosto freddo, anche quando vorrebbe toccare qualche corda emotiva (ad esempio il dialogo fra Lynn e Joe).
A parte che a leggere una sceneggiatura credo sia difficile capire se è possibile toccare qualche corda emotiva (tocca agli attori, no?), comunque no, è un dialogo per nulla nato per commuovere, considerato che anche nelle scene più facilmente "strappalacrime" (la scena con Lynn) ho cercato di essere il più "oggettivo" possibile.
CITAZIONE
Non riesco poi a comprendere perchè abbia scelto di usare un metodo quasi meccanico, robotico direi, nelle descrizioni delle azioni dei personaggi, con il continuo insistere nello spezzettare la scrittura e ripetere ogni volta il nome dello stesso personaggio.
La ripetizione del nome dei personaggi è una convenzione, no? Magari si usa "lui/lei", ma in scene di gruppo mi dici come sarebbe stato possibile senza generare confusione in chi legge? Ah, e si scrive "perché" non "perchè". Tra l'altro:
CITAZIONE
Mina sorride e lascia che Totò riceva l'applauso, che aumenta di intensità. Totò inizia a muovere il collo a destra e sinistra, una delle sue più tipiche movenze, e Mina ride.
Come la mettiamo?
CITAZIONE
Il risultato mi ha dato l'idea di un totale distacco, anche da parte sua
Il distacco... mah, a me non pare distaccato. E' vero che ho cercato di essere "oggettivo" nella stesura della sceneggiatura, ma perché non amo le ruffianerie.
CITAZIONE
e alla fine, personalmente, l'ho trovato in qualche modo irritante.
Per me sono più irritanti un dialogo sbagliato, personaggi costruiti male, storie banali, finali campati per aria che mandano in vacca un film, tralasciare aspetti che vengono lanciati nella storia che non lo stile di scrittura. Punti di vista.
CITAZIONE
Ho riscontrato anche una mancanza rispetto al romanzo originale che, tradotta nella sceneggiatura, rende una situazione lacunosa. Mi riferisco al personaggio di Joe, che ho scoperto essere , nel romanzo, omosessuale. Capisco quindi, solo ora, tutta la faccenda della scritta ripugnante sul muro del suo ufficio, opera di Tom. Capisco meglio il dialogo fra Tom e Joe, quando lui torna in ufficio con la pistola spara vernice e gli rimprovera di non aver reagito adeguatamente alla scritta offensiva, che acquista ora tutto il significato che certamente c'è nel libro. L'aver tagliato nel film il particolare dell'omosessualità di Joe (non ne ho trovato traccia), fa perdere il peso di tutta la scena. Inspiegabile.
A parte che questa cosa della omosessualità di Joe (su cui non sono sicuro) non viene tenuta in conto dallo stesso Ferris (e dagli stessi personaggi del libro, che pettegoli come sono ne avrebbero sicuramente tenuto conto), il senso del personaggio di Joe si capisce nel monologo (che avrei dovuto spezzettare, ve l'immaginate una persona che parla per 5 minuti?) che fa a Genevieve, e quello è rimasto. E' più importante e rispettoso di Ferris e del pubblico sapere "filosoficamente" chi è Joe, non il sapere se quando torna a casa bacia un uomo o una donna (fosse stato omosessuale non avrei avuto nulla contro, anzi: ho molti amici omosessuali e alcuni sono tra le persone migliori che conosco). Molto più rispettoso, mi si permetta di dirlo, che mostrare una quasi ottantenne che brandisce una accetta di qualche chilo manco fosse un boscaiolo e diventa improvvisamente, lo sottolineo con convinzione, una pazza furiosa omicida da far impallidire Hannibal Lecter.
E Tom chiarisce molto bene perché Joe non risponde a quella scritta: pensavo addirittura fosse fin troppo didascalico
. Ah, lo spazio dopo "essere" prima della virgola non dovrebbe esserci.
CITAZIONE
Aggiungiamo pure che mancano le fotografie dei numerosi attori del cast, che non mi ha consentito di associare moltissimi dei personaggi a volti reali
"Ha sbagliato il campo/controcampo" Parte 1
So di essere brutale nel dirlo, ma esiste Internet: ci vogliono cinque secondi a digitare un nome e imprimere il suo volto nella mente, accostandolo al personaggio. Oltretutto io sto pensando, dalle prossime, di non mettere neanche il nome degli attori tra parentesi quando esce il rispettivo personaggio, e di scriverli solo alla fine. Anche perché questa è una convenzione cinematikina assurda: nelle sceneggiature reali (anche quelle desunte) trovate il nome (o le foto) degli attori accanto a quelli dei personaggi? Io ho in volume le sceneggiature di
Tre donne di Robert Altman,
Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci e
Non toccate la donna bianca di Marco Ferreri e Rafael Azcona e in tutte i nomi degli attori non sono presenti.
CITAZIONE
ed anche qualche grave congiuntivo sbagliato, e la frittata è fatta.
Su questo faccio mea culpa: la grammatica e la sintassi mi premuro di rispettarle. La fretta (nella rilettura) è stata cattiva consigliera. Ah, si scrive "e anche", non "ed anche".
CITAZIONE
Se alla fine della lettura, comunque, la storia è riuscita ad arrivare pur con difficoltà ad entrare nella testa del pubblico
Questa, se permetti, è una frase arrogante e assolutizzante: tu sei una sola persona, non puoi parlare a nome del pubblico in generale. Oltretutto "ad arrivare pur con difficoltà ad entrare" è una frase che non significa niente: una cosa o arriva o entra (non "od entra").
CITAZIONE
questi aspetti che ho annotato sulla forma ne inficiano la facile fruibilità.
Avrei preferito annotassi qualcosa sul contenuto (annotazioni che non leggo,
qué lastima, è proprio il caso di dirlo), tipo sulla lunghezza dei dialoghi, sulla costruzione dei personaggi, sugli snodi narrativi, sulla stessa filosofia di fondo della storia. Perché questo fanno gli scrittori quando leggono gli altri scrittori (e infatti al corso i miei prof, a parte uno poco amato, così fanno: e loro non sono certo teneri con noi). Non penso che Dostoevskij andasse a vedere dove Tolstòj mettesse la virgola o che stile usasse (lo stile da usare è prerogativa di un autore ed è rispettabilissimo). Lungi dal paragonarmi (e paragonarti) a questi due sommi autori, è solo un esempio.
CITAZIONE
La regia è affidata a Jason Reitman, di cui ho visto solo "Juno". Non è male, e quindi è promosso.
Molto meglio
Young Adult, ma forse a te non piacerebbe: delle comparse al minuto 82 e 45 secondi non viene detto il nome
.
CITAZIONE
Il cast è composto da un nutrito gruppo di attori. Spicca naturalmente il nome di Winona Ryder, nel ruolo di Lynn, ma ci sarebbero anche Adrien Brody e Mark Ruffalo, volti conosciutissimi, o Casey Affleck, un po' meno.
Come ho detto, ho scelto volutamente un cast "indie", ammesso che sia un cast "indie".
CITAZIONE
E ci sono poi tanti altri attori di cui ignoro il volto.
Ripeto: c'è Internet. Poi magari le mettevo e tutti a dirmi che le foto rendevano pesante il file.
CITAZIONE
La grave mancanza delle fotografie nella sceneggiatura provoca la totale inconsistenza ed inutilità di questa parte di cast.
"Ha sbagliato il campo/controcampo" Parte 2
Se la frase precedente era arrogante, questa, permettimi di dirlo, è delirante: cioè, mi bocci metà cast (scrivendo "la totale inconsistenza ed inutilità" me lo bocci, non ci vuole un linguista per capirlo), personaggi tutti importanti nella storia, tutti sviscerati, cui viene dedicata attenzione, insistendo (forse meno di quanto avrei dovuto, visto che lancio aspetti che magari avrei dovuto approfondire) sulle loro manie, pareri, visioni del mondo, modi di parlare, mi bocci metà cast - dicevo - perché non ho messo le foto degli attori?
Ma mi prendi in giro? E poi è "grave" la mancanza di foto? Ma conosci il significato delle parole che scrivi? Non è più grave un finale assurdo (il più assurdo della storia di Ck) che manda in vacca un intero film? Assurdo perché costruito male (e le affannose "spiegazioni" degli "indizi" durante la pellicola - due frasi criptiche, lo ricordo - ricordano tanto le interpretazioni degli "esperti" alle "profezie" di quel ciarlatano di Nostradamus). Queste sono le cose gravi, non il fatto di non sapere che faccia hanno Sarah Gadon o Tyler Perry
Ah, si dovrebbe scrivere "la totale inconsistenza e inutilità".
CITAZIONE
La colonna sonora è composta di brani cantati, certo piacevoli da ascoltare ma che poco hanno a che fare con le scene che pretendono di accompagnare. Se fosse un film reale, una colonna sonora così sarebbe plausibile? Ho i miei ragionevoli dubbi.
"Ha sbagliato il campo/controcampo" Parte 3
Se ho scelto una colonna sonora straniante, è perché volevo sottolineare lo straniamento che vivono i personaggi, no? Mi pare lapalissiano. O forse è troppo complicato da capire? Ah, già: vale lo stesso principio per le foto: non sono "adatte" alle scene quindi sono da bocciare in toto
CITAZIONE
Nulla da dire sul sito, perchè non esiste, e pochissimo sulla locandina, solo di formato mignon sulla home page di Ck, quindi poco visibile. Sembra comunque buona, e mi pare pure che sia presa dalla copertina del romanzo.
"Ha sbagliato il campo/controcampo" Parte 4
Ma quando andate al cinema, andate a vedere pure i siti e le locandine nei cinema e parlando dei film che vedete nei forum, nelle chat, su Facebook parlate dei siti o delle locandine? No, ma davvero: siamo sceneggiatori (sia pur dilettanti) che mi frega che il sito e la locandina di
E poi siamo arrivati alla fine sono bellissimi? Voglio che si guardi alla storia, a quello che non funziona di qualche personaggio (e alla loro costruzione), al realismo delle loro battute e delle loro azioni, al perché uno dovrebbe raccontare una storia simile piuttosto che un'altra, alla forza o meno degli snodi narrativi, all'originalità di qualche scelta, se sono banali oppure no. Cose autenticamente di scrittura. Lo stile "freddo", la mancanza di foto, questi sono giochi (per citare proprio Camus all'inizio del
Mito di Sisifo) che non portano lontano.
CITAZIONE
Voto: 68/100 (7 al sondaggio)
Non posso dare di più, malgrado Arcadia abbia certamente una buona dose di talento.
Non se ce l'hai, ma ti invito a leggere (o a rileggere) la scheda che Farinotti dedica nel suo dizionario a
C'era una volta il West di Leone: stesso identico atteggiamento. Preferisco uno che mi smonta (per motivi tutti suoi, s'è capito, piccolezze queste sì davvero inutili) e mi mette 4 a uno che mi smonta e poi dice "ma vabbe', è bravo".
Se gli errori e le lacune sono quelli che hai notato (aspetti secondari, lo ricordo)...
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che non dovrei aspettarmi da un veterano come lui, per giunta arricchito da un bagaglio di nozioni ed esperienza che gli sta regalando il corso, abbassano la media di voto, che altrimenti sarebbe potuta essere molto più alta.
A parte che gli errori li fanno tutti e a parte che le nozioni le ho usate (Hank che scrive sul taccuino è un classico caso di setup per il finale), trovo davvero sconcertante (lo ripeto per l'ennesima volta, in fondo metà recensione è su quest'aspetto) che si abbassino dei voti per delle piccolezze. Manco i miei esigentissimi docenti (a parte forse quello poco amato che dicevo, che infatti nel corso centra come i cavoli a merenda) giudicano quello che scriviamo sulla base di queste piccolezze.
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Il potenziale era veramente notevole, per la storia e per le possibilità di lavorare sulla sceneggiatura con fantasia e creatività
Se per fantasia e creatività intendi scrivere scene totalmente a muzzo, mi spiace, non concordiamo.
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ed invece mi è parso un film scritto piuttosto frettolosamente, senza molto estro, quasi con un certo distacco.
Tanto per essere chiari: il film l'ho scritto per due mesi, pensandoci e ripensandoci ogni giorno e cercando di trovare le soluzioni narrative migliori (tanto per fare un esempio, la scena di Lynn nel libro è lunga oltre 30 pagine e spiega tutto per filo e per segno, vorrei vedervi alle prese con capitoli simili. Per non parlare della temporalità de romanzo che è del tutto incomprensibile). Quindi queste supposizioni le rimando al mittente.
CITAZIONE
Magari invece l'ha scritto con passione e massimo coinvolgimento, ma purtroppo la sensazione finale, personalmente, è risultata quella.
E che te devo dì? E' un parere personale, come tale rispettabile ma non condivisibile.