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TOTÒ
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TOTÒ, Dreaming Studios

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view post Posted on 28/5/2014, 17:44
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Cinefilo Ad Honorem

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CITAZIONE (mastruccio @ 28/5/2014, 15:18) 
ma "Fats Waller" di chi è il biopic?

di Fats Waller. Vinse il Ck Award come miglior film. ;) Link? Sul mio sito, penso di averlo in firma.
 
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mastruccio
view post Posted on 29/5/2014, 13:20




CITAZIONE (marenarobros @ 28/5/2014, 18:44) 
CITAZIONE (mastruccio @ 28/5/2014, 15:18) 
ma "Fats Waller" di chi è il biopic?

di Fats Waller. Vinse il Ck Award come miglior film. ;) Link? Sul mio sito, penso di averlo in firma.

L'ho appena finito di leggere. ;)
Naturalmente, nel gioco del "do ut des", scriverò qualche riga di recensione solo dopo aver letto la tua su "Totò". :P
 
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view post Posted on 29/5/2014, 16:08
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Cinefilo Ad Honorem

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CITAZIONE (mastruccio @ 29/5/2014, 14:20) 
CITAZIONE (marenarobros @ 28/5/2014, 18:44) 
di Fats Waller. Vinse il Ck Award come miglior film. ;) Link? Sul mio sito, penso di averlo in firma.

L'ho appena finito di leggere. ;)
Naturalmente, nel gioco del "do ut des", scriverò qualche riga di recensione solo dopo aver letto la tua su "Totò". :P

Ah vabbè, io è un paio di semestri che mi sorbisco i vostri script senza chiedere nulla in cambio, figurati. :rolleyes:
Poi c'è chi deve trovare l'ispirazione per scrivere una rece, io solo il tempo :P
 
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mastruccio
view post Posted on 30/5/2014, 09:00




CITAZIONE (marenarobros @ 29/5/2014, 17:08) 
CITAZIONE (mastruccio @ 29/5/2014, 14:20) 
L'ho appena finito di leggere. ;)
Naturalmente, nel gioco del "do ut des", scriverò qualche riga di recensione solo dopo aver letto la tua su "Totò". :P

Ah vabbè, io è un paio di semestri che mi sorbisco i vostri script senza chiedere nulla in cambio, figurati. :rolleyes:
Poi c'è chi deve trovare l'ispirazione per scrivere una rece, io solo il tempo :P

Ma questo tuo vecchissimo film è fuori dal contesto, letto per piacere e curiosità, non per il gioco del semestre e degli awards. Non è che io ho chiesto qualcosa in cambio per la lettura di Mind the gap e Totò. :P
Ma siccome, a quanto pare, mi ritrovo ogni tanto un po' più di tempo di te, provo a mettere giù qualche righetta, ok? ;)
 
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MadHatterPictures
view post Posted on 30/5/2014, 13:24




"TOTO'"

Soggetto & Sceneggiatura: Soggetto ambizioso: raccontare la vita di Antonio de Curtis, in arte Totò, il principe della risata, forse uno dei migliori attori comici, e non solo, che l'Italia abbia mai generato. Sicuramente il più "popolare", nato tra il popolo e gradito dal popolo. Il rischio grosso era quello di farne un documentario, insomma, la solita pappardella italiota. Visione oggettiva, punto e basta. Invece ne esce fuori un film che racconta il Totò più intimo, più "personale". L'attore, senza dubbio ma anche la persona, i rapporti con i colleghi, con le donne, con il teatro e con il cinema. La passione del produttore per questo personaggio trasuda da ogni riga scritta. Il pregio principale del film è infatti quello di riuscire a raccontare, almeno in parte, la vita di Totò, senza bisogno di appesantire troppo. Questo però ha comportato che in alcuni momenti il film è troppo didascalico, troppo spezzettato. Leggo, che il produttore è stato frenato dalla paura del pubblico. Discorso giusto in fase di award, ma io personalmente avrei tirato dritto per la mia strada. Il finale strappalacrime, forse è un pò telefonato, ma tuttosommato va bene cosi. La sceneggiatura è ben fatta, solida, rigorosa. I movimenti della mdp sono precisi, quasi mai invasivi. Un solo appunto: paura in romano è Strizza, non stizza. (Ninetto Davoli, la prima volta che incontra Totò).

Cast: La mano di Tornatore c'è e si vede. Robert De Niro immenso, ma io continuo ancora a non vedercelo nei panni di Totò. Mas, niente di personale un mio limite, che ci vuoi fare? Il lavorone vero è stato fatto su tutti i personaggi secondari, (la maggior parte dei quali meriterebbero un biopic apparte), davvero somiglianti con la controparte originale. Il mio preferito è Petrone, nella parte di Totò giovane. Nota di merito per Servillo.

Musiche: Morricone è sempre Morricone. Pezzi bellissimi ben scelti.

Locandina: Stile retrò: a me piace.

Sito: Ben fatto, completo. Divertente la conferenza stampa.

Conclusione: Totò è un gran bel film, su questo non ci piove. Parte benissimo, poi, però, l'eccessiva sintesi, forse fa perdere un pò del ritmo che ho visto all'inizio. Comunque probabile piglia tutto ai prossimi Award.

VOTO: 80
 
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view post Posted on 31/5/2014, 16:28
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Critico

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E finalmente vado a recensire il nuovo film di Mastruccio, il tanto atteso TOTO’, annunciato ormai più di un anno fa. A detta del produttore questo è il suo film più ambizioso, più faticoso (nella lavorazione), e forse anche il più maturo. Sarà dello stesso parere anche il pubblico?

Soggetto & sceneggiatura:
il soggetto è tanto forte e solido, quanto rischioso. Grandi potenzialità da un lato ma anche enormi insidie dall’altro, perché quando si ha a che fare con un biopic i margini di manovra sono più ristretti, bisogna per forza di cose camminare dentro un certo binario che è quello della realtà storica e solo in quello spazio provare a imprimere il proprio stile con innesti originali e inventati. C’è quindi il rischio di creare un film troppo didascalico e freddo (una sorta di bignami) o al contrario qualcosa di lontano e irrispettoso nei confronti del personaggio. Mastruccio deve aver faticato non poco per mantenere questo sottilissimo e fragile equilibrio. Anche se in alcuni momenti ho avvertito un eccessivo rigore nella pellicola e un certo didascalismo, complessivamente l’operazione secondo me è riuscita, e considerata la complessità, è già un bel traguardo. La forza del film e dello script è quella di riuscire a restituire un ritratto autentico e per certi versi controverso di Antonio de Curtis (già, perché la maschera di Totò che compare in alcuni spezzoni, è in realtà sullo sfondo). Andiamo a conoscere un uomo piuttosto ombroso, melanconico, e un po’ pesantuccio caratterialmente (la stessa figlia , mentre si avvicinano a Cannes, gli rimprovera di non godersi mai il bello della vita). Al di là delle sue umili origini nei quartieri poveri di Napoli, mi hanno colpito alcuni episodi particolari della sua vita, come ad esempio il tragico evento legato a una storia d’amore (la cui ferita lo tormenterà per tutta la vita), il fatto che fosse cieco da un occhio, per non parlare poi del suo rapporto controverso con il cinema (che poi è il plot principale attorno a cui si sviluppa il film). Interessante poi che il film abbia un’atmosfera molto melanconica all’infuori dei momenti in cui rivediamo le esibizioni di Totò. Ad esempio l’inizio nella Cadillac sembra quasi un noir. Emozionante poi il finale, con la consacrazione a Cannes in cui vediamo un Totò quasi incredulo e che purtroppo non si potrà godere per molto questo meritato riconoscimento della critica perché dopo pochi anni sarà colpito da un infarto. Ci sono però alcune scene nel film che secondo me raffreddano l’atmosfera. Momenti eccessivamente didascalici e verbosi che rallentano il ritmo e sembrano messi lì apposta per spiegare determinati aspetti di Totò. E più che a un film sembra di assistere a una lezione universitaria sulla vita dell’attore (ad esempio un lungo dialogo tra Totò e Castellani nella Cadillac, il ritrovo di Totò con Eduardo, Taranto e il critico cinematografico, oppure il lungo dialogo tra lui e Massimo, quando l’attore alla fine rivela quel tragico segreto). Sono momenti molto parlati, forse troppo, in cui i personaggi sono fin troppo attenti a spiegare ogni singola cosa, quasi che tenessero una lezione, piuttosto che una semplice conversazione. Capisco che Mastruccio lo abbia fatto per sottolineare certi aspetti del carattere di Totò, ma a me hanno restituito una certa freddezza che mi allontanava invece che avvicinarmi (a differenza del resto del film).
Regia: direi che Tornatore ci sta tutto, e anche se la pellicola ha un sapore quasi intimista e non permette al regista di fare le cose “in grande”, il suo tocco lo si percepisce comunque (ad esempio nel variopinto e vibrante ritratto dei quartieri spagnoli).
Cast: gran lavoro di casting, davvero. Molti degli attori scelti assomigliano visibilmente alle persone che andavano ad interpretare. In quanto a De Niro nei panni di Antonio (più che di Totò), credo che l’azzardo sia stato audace ma vincente. Ce lo vedo nei panni di quell’uomo ombroso e poco sorridente. Menzione d’onore per il bravo Ciro Petrone che ci restituisce efficacemente un ritratto di Antonio allegro e sorridente.
Musiche: molto belle, quasi tutte orchestrali, accompagnano perfettamente lo scorrere del film. Gran bella soundtrack.
Locandina & sito: locandina semplice, che non mi fa impazzire, ma efficace nel suo cogliere la posa tipica di Totò. Sito come sempre molto curato con una corposa sezione extra con tanti video per chi come me conosce poco Totò.
Voto conclusivo: Totò è un biopic molto ambizioso, dal sapore intimista e molto curato sotto ogni aspetto. L’esigenza da parte di Mastruccio di restituire un ritratto il più possibile fedele al personaggio (tralasciando il meno possibile) lo ha portato a volte a peccare di verbosità, con dialoghi molto didascalici e personaggi che sembrano quasi volersi mettere in cattedra, col risultato di raffreddare improvvisamente la pellicola e la sua componente “spettacolare”. Questi episodi però sono una minoranza e Totò ne esce come un personaggio estremamente affascinante, enigmatico, controverso e pieno di contraddizioni. 76/100

Se poi, tanto per giocare, vogliamo chiederci se questo è il miglior film di Mastruccio, io, per i miei gusti dico di no. Continuo a preferire Ivan il terribile, seppur molto meno ambizioso e palesemente imperfetto ma più banalmente coinvolgente. :)
 
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mastruccio
view post Posted on 3/6/2014, 12:38




Grazie anche ad Hermetico.
Mi permetto di non condividere appieno il tuo giudizio di verbosità e didascalità dei passaggi del film da te citati. Sono sequenze abbastanza contenute nei tempi, e i dialoghi mi sembrano piuttosto asciutti. Certo, mi interessava far passare alcuni aspetti importanti della vita di Totò per non dover appesantire il film con ulteriori scene aggiuntive, e pertanto quei dialoghi (con Castellani, con Massimo e con Kezich) possono sembrare artificiosi. In realtà le battute che faccio dire a Totò sono reali, le ha dette veramente e quasi identiche, anche se in contesti diversi. Comunque, rispetto il tuo giudizio.
Didascalico però no. A mio parere un dialogo o una scena sono didascalici quando intendono spiegare ciò che è accaduto subito prima. In questo film non mi pare di aver scritto cose didascaliche. Mi puoi spiegare più dettagliatamente cosa hai trovato didascalico?
 
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view post Posted on 3/6/2014, 14:25
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CITAZIONE (mastruccio @ 3/6/2014, 13:38) 
Mi permetto di non condividere appieno il tuo giudizio di verbosità e didascalità dei passaggi del film da te citati.

Se hai scritto un film inattaccabile, inchiniamoci tutti e che cosa recensiamo a fare? :rolleyes:

L'avevo scritto dopo la prima rece e lo scrivo ora: c'è qualche critica fin qui che ti trova d'accordo?
 
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view post Posted on 3/6/2014, 16:22
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Critico

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CITAZIONE (mastruccio @ 3/6/2014, 13:38) 
Mi puoi spiegare più dettagliatamente cosa hai trovato didascalico?

Ad esempio quando parlano con il critico c'è un po' un ripetizione dei soliti concetti che erano già pienamente emersi nel corso del film: il fatto che la critica abbia sempre giudicato con sufficienza i filmetti di Totò, che quello con Pasolini rappresentava il riscatto... è lo stesso Totò che ripete gli stessi concetti poi aggiungendo anche la questione della povertà, anche questa già emersa nel flashback.
Lo stesso si ripete anche nel dialogo con Castellani: Totò che si mortifica e lui che ne tesse le lodi per tirarlo su, col risultato che tutte queste lodi a volte risultato anche esagerate, quasi un voler spiegare esplicitamente la grandezza del personaggio.
Quello che voglio dire che a volte si parla troppo di alcuni aspetti che in realtà emergono tranquillamente in modo naturale senza il bisogno di essere spiegati a parole con dialoghi che potevano essere, a questo punto, asciugati.
 
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mastruccio
view post Posted on 3/6/2014, 23:59




CITAZIONE (Hermetico @ 3/6/2014, 17:22) 
CITAZIONE (mastruccio @ 3/6/2014, 13:38) 
Mi puoi spiegare più dettagliatamente cosa hai trovato didascalico?

Ad esempio quando parlano con il critico c'è un po' un ripetizione dei soliti concetti che erano già pienamente emersi nel corso del film: il fatto che la critica abbia sempre giudicato con sufficienza i filmetti di Totò, che quello con Pasolini rappresentava il riscatto... è lo stesso Totò che ripete gli stessi concetti poi aggiungendo anche la questione della povertà, anche questa già emersa nel flashback.
Lo stesso si ripete anche nel dialogo con Castellani: Totò che si mortifica e lui che ne tesse le lodi per tirarlo su, col risultato che tutte queste lodi a volte risultato anche esagerate, quasi un voler spiegare esplicitamente la grandezza del personaggio.
Quello che voglio dire che a volte si parla troppo di alcuni aspetti che in realtà emergono tranquillamente in modo naturale senza il bisogno di essere spiegati a parole con dialoghi che potevano essere, a questo punto, asciugati.

Grazie per avermi chiarito.
Posso tranquillamente dirti che non hai tutti i torti nell'affermare che in quei passaggi si ripetono concetti già venuti fuori durante sequenze precedenti del film.
Ma posso spiegare.
De Curtis era un uomo fragilissimo, forgiato dalla miseria e dai numerosi dolori patiti nel corso degli anni. Gli agi della ricchezza e del successo, uniti ai titoli nobiliari che aveva tenacemente cercato di farsi riconoscere, non avevano comunque cancellato un profondo stato di inquietitudine che lo accompagnò fino alla fine dei suoi giorni.
Aveva un numero incredibile di fobie, manie e superstizioni, ma soprattutto il reale terrore di tornare povero, e ciò era per lui un vero assillo, naturalmente immotivato. Ho voluto rimarcare questo aspetto, reiterando il concetto durante il film, proprio per rendere visibile il senso di paura assillante, e l'assillo è questo. Hai mai conosciuto una persona assillante?
Un altro grandissimo cruccio che non riuscì mai a dargli pace fu il rapporto con la critica cinematografica. Ho voluto rappresentare un ipotetico incontro con il più feroce dei critici, Tullio Kezich, per mettere in chiaro che la stampa stroncava i filmetti (peraltro oggi considerati quasi veri "cult"), ma non Totò, che anzi riconoscevano come l'unico da salvare.
Questo passaggio, seguito apposta subito dopo dal dialogo con Castellani, intende risaltare e mettere ancora più in luce l'inesplicabile e insolubile problema esistenziale di De Curtis: sa che ha fatto e farà ancora filmacci, ma è drammaticamente conscio che non può farne a meno per via del terrore atavico della miseria.
Se non avessi usato questo escamotage, i concetti della povertà e dei filmetti sarebbero rimasti già espressi, ma separati e soprattutto confusi insieme agli altri numerosi aspetti caratteriali, tutti realmente contrastanti e spesso contraddittori.
Spero di aver chiarito, e comunque, rileggendo per l'ennesima volta le sequenze, non mi sembrano così "da lezione universitaria".
Papele, mi pare, è d'accordo con te (anche se ancora non si è pronunciato con una recensione), ma mi interesserebbe conoscere l'opinione tua degli altri.
Come pensate che avrei povuto risolvere in modo migliore questo aspetto fondamentale dell'intreccio narrativo?
 
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Andrew.
view post Posted on 4/6/2014, 14:33




Recensione della Chimera

Il mio rapporto con Totò non è mai stato idilliaco, anzi si può dire che non c'è mai stato. Avrò visto giusto un paio dei suoi film, sebbene molti spezzoni li avrò intravisti da ragazzino quando li davano in tv, ma per me allora i film in bianco e nero erano roba da vecchi e li disprezzavo, cosa che mi ha portato a non provare mai simpatia per l'attore.
L'approccio al film è stato quindi quello di uno che per la prima volta ha a che fare con questo personaggio, che sconoscevo anche da un punto di vista umano ed era proprio il lato umano che mi premeva conoscere.
Mastruccio ha creato sapientemente un film che ha il chiaro scopo di farci capire chi è Antonio De Curtis e cosa c'è dietro la maschera di Totò. Lo fa con grande stile, prendendo come pretesto la scrittura di una tesi (a proposito, è vera la storia di Massimo?) per viaggiare nel passato, dai primi passi mossi al teatro, fino ad arrivare al cinema. Quindi si alternano passato e presente e a poco a poco si delinea l'immagine di un uomo molto ambiguo e contrastato. Si scorgono chiaramente le due personalità, quella divertente per il pubblico e quella cupa e pessimista che riserva solo per pochi intimi. E forse verso il finale si intuisce anche che c'era un'altra personalità, conosciuta a pochi o forse a nessuno. Quella che sputa in faccia al principe nello specchio, quella rimasta ancorata al passato fatto di miseria e semplicità.
Insomma, se prima non conoscevo Totò, adesso posso dire di essermi fatto un'idea e di essere rimasto affascinato dalla contortuosità di questa persona che a fine lettura continua a farmi porre domande, a suscitarmi curiosità, perchè il film in fondo ci permette solo di sbirciare dentro la sua anima, ma non ce la svela mai fino in fondo. Non sappiamo poi molto dell'origine delle sue fobie, del motivo per cui teneva tanto alla nobiltà, e altre cose che rimangono oscure. Questo lascia con un pizzico di amaro in bocca, con la voglia di saperne di più, ma al tempo stesso crea un personaggio che pur essendo stato sviscerato, è per me ancora misterioso e ciò mi piace. Perchè a decretare la riuscita di un film (di questo stiamo parlando, non di una biografia), sono propio le sensazioni che si hanno a fine visione, le domande che continui a porti, le riflessioni che ti trascinerai dietro per i giorni seguenti, talvolta anche ispirazioni per altre storie.

Tornatore è una scelta tanto scontata quanto azzeccata, dato che non saprei chi in Italia potrebbe fare un'operazione simile. Ho notato anche diversi passaggi che mi hanno ricordato i suoi film (tipo la corsa del bambino all'inizio) e quindi si è notato anche l'impegno nel cercare di imitarlo.
Il cast è potenzialmente inattaccabile, perfetto. Detto ciò, non posso fare a meno di rivelare che ho faticato tanto (troppo?) nell'immaginarmi per tutto il film DeNiro nei panni di Totò. Lo so, c'è la somiglianza, c'è la bravura recitativa, ma non sono mai riuscito a rendermelo credibile. Forse perchè i due volti, quelli di due attori straordinari e appartenenti a due epoche diverse, sono così noti da risultare incredibile il fatto che uno possa interpetare l'altro.
Quello giovane l'ho apprezzato di più, proprio perchè sconosciuto (anche se personalmente non lo avrei mai preso Petrone, che ho avuto occasione di vederlo in programmi diversi e mi ha sempre dato l'impressione di forte antipatia).
Sul resto del cast non ho nulla da ridire, solo complimenti per esser riuscito a beccare tutte le somiglianze, immagino sia stato un lavorone.

La colonna sonora è di tutto rispetto, impreziosisce le scene e vedere anche il video di apertura o di chiusura è una chicca che rende cinematik stupenda per le sue potenzialità che purtroppo in pochi riescono a sfruttare.
La locandina non mi fa impazzire, mentre il sito lo trovo ottimo.


Voto: 90

Era difficile dover parlare della vita di Totò e dover decidere cosa inserire e cosa no. Proprio nella difficoltà è emersa la bravura di Mastruccio, che ha avuto fin da subito le idee chiare sul dove andare a parare. Avrebbe potuto divagare in mille aneddoti, ma quello che gli importava fin dall'inizio è stato mostrarci l'uomo fragile che si nascondeva dietro la maschera. Ho apprezzato quindi tanto questa capacità di sintesi (nonostante il film sia lungo!) anche perchè in questo modo sono stato ammaliato dal fascino di questo personaggio che è immenso.
A chi penserà che il mio 9 sia eccessivo, posso dire che non metto 10 solo perchè forse io il film l'avrei fatto ancora più intimista, ma tirando le somme non riesco a notare difetti particolari della pellicola, che per il suo scopo è perfetta.
 
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view post Posted on 4/6/2014, 18:37
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Andrew, sbaglio o finisce dritto nella tua top ten di sempre su Ck?
 
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Andrew.
view post Posted on 4/6/2014, 21:18




CITAZIONE (marenarobros @ 4/6/2014, 19:37) 
Andrew, sbaglio o finisce dritto nella tua top ten di sempre su Ck?

Considera che ho alzato i voti numerici di tanti film della mia classifica (ho dato diversi 9 e qualche 10), ma in ogni caso credo proprio che potrebbe rientrarci. Appena la aggiorno vi faccio sapere ^_^
 
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mastruccio
view post Posted on 5/6/2014, 13:17




Grazie Andrew per la recensione esauriente e particolareggiata. E per il votone! :woot:
Massimo è un personaggio inventato. L'avevo già detto nell'intervista e nella conferenza stampa, oltre che nell'incontro col cast. Sei distratto, eh? :P
Naturalmente la copertina della tesi di laureache si vede alla fine del film è un lavoro di Photoshop.
Su De Niro si è parlato tanto, ed ancora una volta rivendico la scelta fatta. Secondo me è perfetto per il tipo di ruolo. La sua faccia è somigliante, e se fai un piccolo sforzo di immaginazione lo puoi vedere con il make-up che gli devia il mento e il naso, e il gioco è fatto. La cosa che dici, sul fatto che è un viso troppo noto, non mi trova d'accordo. Da quando in qua la notorietà di un viso è un limite per un attore ad interpretatre un qualsiasi personaggio realmente esistito, se un minimo gli è somigliante? Il viso di Daniel Day Lewis è, per gli americani, meno noto di quello di Lincoln? Quello di Helen Mirren, per gli inglesi, meno noto di quello della Regina Elisabetta? E, per andare su un caso recentissimo, quello di Nicole Kidman è meno famoso di quello di Grace Kelly?
Di Tornatore, oltre la corsa del bambino che hai notato, c'è anche il lungo piano sequenza del primo flash-back nella Napoli di inizio secolo che è una citazione di "L'uomo delle stelle", e potrebbe esserci anche il video finale degli spezzoni dei film di Totò, che in qualche modo cita la scena finale di "Nuovo cinema paradiso".
 
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view post Posted on 8/6/2014, 17:56
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Andrew voleva che qualcuno sollevasse la questione del suo voto. Per me è indifferente, è significativo come dato statistico, e rispetto il parere di uno dei giocatori che rappresenta la Storia di Ck. Diciamo che senza mettere il voto alla fine, leggendo la recensione, si presagiva tutt'altro: determinate critiche, fatte con la testa, e non solo da Andrew, ormai sono condivise; in mano però ad altri recensori, questo film si sarebbe preso un voto più basso giusto per una virgola sbagliata qua e là. Intuisco invece che il voto di Andrew sia di cuore (e devo dire che anche a me, soggettivamente, Totò è piaciuto), ed è giusto che nelle top ten personali finiscano i film che si ricorderanno più volentieri, non per forza quelli perfetti.

Insomma, i Fats Waller, Le notti del Coniglio, i Totò, probabilmene pari sono... ;)
 
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