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La Fune
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La Fune, Hermes production

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Nuno Vox
view post Posted on 21/4/2014, 13:47




Sulla questione sito la penso un po' come mas. Sito e locandina sono la "confezione" del film e quindi un qualche peso devono averlo.

Andrew chiede: un film capolavoro senza sito viene penalizzato. Mmmh, da parte mia no. Però al contrario un sito fatto bene e una bella locandina, a mio giudizio, alzano la valutazione.

Che uno non sappia fare un sito mi sembra una scusa, visto che può farselo fare da altri, come viene spesso fatto per le locandine.
 
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MadHatterPictures
view post Posted on 22/4/2014, 11:26




"LA FUNE"

Con "La Fune", Hermes ci porta molto indietro nel tempo, in un mondo dominato da supestizioni e paure. In questo contesto l'apparizione in un piccolo villaggio sperduto, di un capo di una grossa fune che si perde all'interno di un bosco non pò che destare paura, ma anche molta curiosità. Ed proprio lungo queste due direttive che si muove il film: da un parte la paura dell'ignoto, del "demoniaco", che regola la vita delle donne rimaste al villaggio, dall'altra la curiosità che spinge invece gli uomini a addentrarsi sempre di più nel misterioso bosco alla ricerca della fine della corda. E la storia viene raccontata non solo da punto di vista fisico, ma anche (soprattutto?) dal punto di vista psicologico dei personaggi. Con gli uomini che piano piano si scrollano di dosso le supestizioni e le paure rendendosi conto che sono "migliori" di come pensavano di essere e le donne, rimaste invece al villaggio e soggiogate da paure incontrollate che cadono preda dello "stregone" di turno. Tutto questo è supportato da una sceneggiautura ben fatta, che avanza rapidamente senza pause, riuscendo comunque a rimanere chiara e precisa. Forse un pò dispersiva nei salti temporali, ma ben fatta. Il finale è ben gestito da Hermes che sorprende lo spettatore e sicuramente fa riflettere.

Di Lucky McKee non ho visto nulla, direi però che la regia è ben fatta.

Il cast è molto azzeccato, con "le facce giuste al posto giusto". Ottimo come sempre Ian McShane.

Colonna sonora ottima, che pur non essendo troppo invasiva sottolinea a dovere le scene.

VOTO: 78
 
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view post Posted on 22/4/2014, 15:33
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Cinefilo Ad Honorem

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Mi è piaciuto molto e l'ho trovato parallelo nelle tematiche ad Anni senza fine, sono l'unico?
 
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view post Posted on 22/4/2014, 16:35
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CITAZIONE (Andrew. @ 19/4/2014, 18:29)
Non ho visto nelle due controparti una differenza così sostanziale da giustificare l'odio dell'una verso l'altra, anzi mi sono sembrati due comportamenti in fondo non così lontani. Eppure il dio Pan che rappresenta proprio la nuova libertà raggiunta dall'uomo, decide di punire l'impostore che aveva preso il suo posto. Forse proprio perchè la bestialità del ragazzo era di un tipo diverso a quella raggiunta dagli altri uomini, più malvagia. Magari su questo una risposta dello sceneggiatore potrà aiutarmi a capire.

Sì, Pan punisce Ulrich perché lui ha dato sfogo alla parte più malata e perversa della sessualità. Si è macchiato di azioni riprovevoli, ha ingannato i suoi simili esercitando violenza e soprusi. Dall'altra parte invece gli uomini sono tornati in contatto con il lato più selvaggio della loro natura ma non hanno mai commesso azioni biasimevoli e quando sono ricorsi alla violenza lo hanno fatto solo per sopravvivere.

CITAZIONE (Andrew. @ 19/4/2014, 18:29)
Altrettanto misterioso il finale, con il villaggio rimasto abbandonato e la bambina che insegue la mela. Qua è sorto il dubbio. E se fosse una sorta di metafora nella metafora, cioè la distruzione degli abitanti del villaggio come simbolo della fine di un'era e l'inizio di un'altra (adamo ed eva che vengono cacciati dal paradiso)? Ma forse sto andando troppo in là con le supposizioni.

Io ho immaginato questo finale proprio come una rinascita per il genere umano. Un ritorno (sano) alle origini, al primordiale, all'armonia, all'essenziale. Ed infatti ho messo la bambina (sinonimi di innocenza) che serena raccoglie una mela, frutto che ha una brutta fama nell'iconografia cristiana, ma qui ritorna solo una semplice frutto, ammaccato, come spesso è in natura, ma non meno buono.

Grazie Andrew.

Grazie anche a Superlele a cui non ho nulla da rispondere.



CITAZIONE (marenarobros @ 22/4/2014, 16:33)
Mi è piaciuto molto e l'ho trovato parallelo nelle tematiche ad Anni senza fine, sono l'unico?

In effetti a ripensarci c'è un filo rosso. Entrambi riflettono sull'uomo e su un possibile cambiamento, una rinascita. Anni senza fine lo fa col linguaggio della fantascienza, mentre La fune con quello dell'horror.
 
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view post Posted on 22/4/2014, 17:12
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Cinefilo Ad Honorem

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Anni senza fune. :D
 
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Andrew.
view post Posted on 23/4/2014, 09:05




CITAZIONE (marenarobros @ 22/4/2014, 18:12) 
Anni senza fune. :D

Una fune appare dal nulla giù dal cielo. Un gruppo di astronauti verrà inviato nello spazio per scoprire dove porterà, ma durante il viaggio si evolveranno in nuovi esseri che decideranno di stabilirsi su giove, ponendo fine all'umanità fin'ora conosciuta.
 
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Arcadia1983
view post Posted on 24/4/2014, 18:12




ecco le quattro parole sul film di Hermetico, letto a Pasqua, ma solo adesso riesco a parlarne, mi scuso con Matteo se il mio discorso non sarà approfondito, non ho segnato nemmeno appunti durante la visione (e forse dovrei cominciare a farlo). comunque non ho molto da dire, di negativo intendo (a parte che in alcune pagine i collegamenti ipertestuali non funzionavano, quindi la tensione veniva un po' meno), perché è una lettura che mi ha preso. non ho ben capito in che epoca è ambientato, credo 1600-1700 per come alcuni parlano (perché non penso che nell'America rurale di oggi alcuni per indicare il sedere usino "fondoschiena"), se non addirittura un medioevo prossimo venturo, però devo dire di aver trovato l'atmosfera ben resa. forse Matteo poteva osare di più e concentrarsi sul potere del personaggio di Campbell Bower (in cui le scene raggiungono l'audacia cui il produttore ci ha abituati) e il suo confronto col prete, però nel complesso la storia fila bene, i personaggi funzionano (mi è piaciuto molto Paden), così come sono realistiche le relazioni interpersonali. il casting l'ho trovato interessante: Bichìr è bravo, anche Evans, Campbell Bower è una "scommessa" vinta. Non sono male neanche i personaggi femminili, anche se qui noto un po' la stessa attenzione per i personaggi maschili che ha avuto Andrew per Anni senza fine: non che sia sbagliato, è solo che avere altri personaggi "pepati" rende la pietanza migliore. In generale comunque l'ho trovato un buon film, sicuramente il mio preferito di questo Festival.

voto: 7,5
 
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Merlino*
view post Posted on 25/4/2014, 17:37




L'opinone di Merlino


Insieme a “Mind of Gap” era il film che più attendevo di vedere a questa prima edizione del CIFF. Presentato con un trailer intrigante e dotato di una trama che non poteva non incuriosire mi sono quindi immerso nella visione con grandi aspettative.
La storia prende sin dalla prima inquadratura e lo sdoppiamento del film in due tronconi netti al quale assistiamo per buona parte della pellicola è molto ben fatto con tanti dettagli che vengono svelati a poco a poco fino ad arrivare a creare un mondo e una dimensione completamente nuova.
Conosco abbastanza il bravo McKee del quale ho visto tutte le opere uscite in sul mercato italiano e ho trovato la scelta di affidargli la regia di questa pellicola molto azzeccata perché sin dal suo primo e interessantissimo lungometraggio, “May”, ha cercato di scavare nel profondo dell’animo femminile e anche questa volta, nonostante i tanti e importantissimi personaggi maschili che affollano la pellicola, il punto centrale del film rimane fermo all'interno del villaggio dove le donne si ritrovano faccia a faccia con una realtà ben più sconvolgente che non quella, in fondo solamente rozza e selvaggia, che devono affrontare i loro uomini durante il loro viaggio attraverso la foresta.
Sorretto da una sceneggiatura impeccabile il film dona allo spettatore momenti di vera tensione emotiva e regge benissimo a un livello molto alto fino a perdersi un po’ con un finale confusionario e arraffato dove si calca eccessivamente la mano sulla manfrina del ritrovare sé stessi e la propria libertà al di fuori di timori e indicazioni provenienti dall'esterno arrivando a chiudere il film volendo lanciare un messaggio serio sulla specie di “non crediamo più a niente e torniamo tutti ad essere animali selvaggi”. Un messaggio non nuovo che in un film horror sarebbe anche normale e passabile se fatto, come in tante altre pellicole, con freddezza e a livello di gioco cinematografico funzionale solo all’interno del film stesso, ma in questo caso dai fotogrammi traspare un intento messianico e un fervore che mi lascia molto perplesso.
Per la serie messaggi “ndo cojo cojo” mi ha ricordato un altro gran bel film, dove l’uomo si ritrova a lottare con la natura ma soprattutto con sé stesso, dal titolo “Long weekend”.
Piacevoli le musiche e bella la locandina.
Nel complesso un bel film che mi è piaciuto molto e che se fatto fuori dal CIFF, e soprattutto senza il pistolotto finale che è comunque qual qualcosa in più che lo fa rientrare di diritto nella categoria, avrebbe potuto puntare a sbancare i botteghini e il mio giudizio personale che rimane comunque, tappandomi il naso, molto alto.
Ciao ciao!
 
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emilgollum
view post Posted on 26/4/2014, 13:55




Regia:Non lo conosco, ma guardando la sua filmografia mi è venuta voglia di recuperare qualcosa. E' un regista che tratta principalmente film horror, quindi penso sia la scelta giusta (nome poco noto per un festival di film indipendenti). Magari Hermes se ha visto qualcosa di suo potrebbe aprire qualche topic su film chat, così ci consiglia qualcosa.
Soggetto & Sceneggiatura: Il soggetto è semplice, ma nella sua semplicità tocca dei temi importanti e "filosofici". Alla fine è meno horror di quanto uno si aspetti. Ci sono forse i classici personaggi di una storia del genere, ma sono tutti descritti e caratterizzati molto bene. Forse alcuni di loro spiegano un pò troppo quello che sta accadendo, le scene a volte parlano da sole, e magari qualche asciugatura in più proprio sui dialoghi sarebbe stato meglio (ci sono parecchi monologhi). Il finale infatti è una continua descrizione di quello che sta accadendo messo in bocca proprio da chi non dovrebbe "chiacchierare". :P Nel complesso una storia che incuriosisce, spinge alla riflessione e lo fa con dei buoni momenti di pathos e climax generali.
Cast: Buone le scelte di casting. Fra tutti il personaggio migliore è Ulrich.
Locandina: Molto bella.
Musiche: Di tensione e di atmosfera. Efficaci.
Sito: Inesistente.
Voto complessivo: Un buon film. Forse il migliore della competizione.
 
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view post Posted on 28/4/2014, 15:43
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CITAZIONE (Arcadia1983 @ 24/4/2014, 19:12)
ecco le quattro parole sul film di Hermetico, letto a Pasqua, ma solo adesso riesco a parlarne, mi scuso con Matteo se il mio discorso non sarà approfondito, non ho segnato nemmeno appunti durante la visione (e forse dovrei cominciare a farlo). comunque non ho molto da dire, di negativo intendo (a parte che in alcune pagine i collegamenti ipertestuali non funzionavano, quindi la tensione veniva un po' meno), perché è una lettura che mi ha preso. non ho ben capito in che epoca è ambientato, credo 1600-1700 per come alcuni parlano (perché non penso che nell'America rurale di oggi alcuni per indicare il sedere usino "fondoschiena"), se non addirittura un medioevo prossimo venturo, però devo dire di aver trovato l'atmosfera ben resa. forse Matteo poteva osare di più e concentrarsi sul potere del personaggio di Campbell Bower (in cui le scene raggiungono l'audacia cui il produttore ci ha abituati) e il suo confronto col prete, però nel complesso la storia fila bene, i personaggi funzionano (mi è piaciuto molto Paden), così come sono realistiche le relazioni interpersonali. il casting l'ho trovato interessante: Bichìr è bravo, anche Evans, Campbell Bower è una "scommessa" vinta. Non sono male neanche i personaggi femminili, anche se qui noto un po' la stessa attenzione per i personaggi maschili che ha avuto Andrew per Anni senza fine: non che sia sbagliato, è solo che avere altri personaggi "pepati" rende la pietanza migliore. In generale comunque l'ho trovato un buon film, sicuramente il mio preferito di questo Festival.

Grazie, sono contento che il film ti sia piaciuto. Sì, il film è ambientato in un passato imprecisato. I personaggi femminili mi sarebbe piaciuto approfondirli di più ma non ci stavo più con i caratteri e li ho dovuti tagliare.


CITAZIONE (Merlino* @ 25/4/2014, 18:37)
Sorretto da una sceneggiatura impeccabile il film dona allo spettatore momenti di vera tensione emotiva e regge benissimo a un livello molto alto fino a perdersi un po’ con un finale confusionario e arraffato dove si calca eccessivamente la mano sulla manfrina del ritrovare sé stessi e la propria libertà al di fuori di timori e indicazioni provenienti dall'esterno arrivando a chiudere il film volendo lanciare un messaggio serio sulla specie di “non crediamo più a niente e torniamo tutti ad essere animali selvaggi”. Un messaggio non nuovo che in un film horror sarebbe anche normale e passabile se fatto, come in tante altre pellicole, con freddezza e a livello di gioco cinematografico funzionale solo all’interno del film stesso, ma in questo caso dai fotogrammi traspare un intento messianico e un fervore che mi lascia molto perplesso.
Per la serie messaggi “ndo cojo cojo” mi ha ricordato un altro gran bel film, dove l’uomo si ritrova a lottare con la natura ma soprattutto con sé stesso, dal titolo “Long weekend”.

Più che "non crediamo più a niente e torniamo a fare gli animali", il messaggio voleva essere "torniamo a credere in noi stessi, nella nostra natura, nell'armonia (in senso lato) ed evitiamo condizionamenti ed imposizioni spesso mortificanti e fini a se stessi" (ad esempio l'ossessione che Michael ha di avere per forza un figlio, come se una coppia senza un figlio non è degna di considerarsi una famiglia).
A questo punto devo informarmi su questo "Long weekend"...
Grazie anche a te.


CITAZIONE (emilgollum @ 26/4/2014, 14:55)
Magari Hermes se ha visto qualcosa di suo potrebbe aprire qualche topic su film chat, così ci consiglia qualcosa.

In film chat ho già parlato di The woman che è ad ora il suo film più rappresentativo.


CITAZIONE (emilgollum @ 26/4/2014, 14:55)
Forse alcuni di loro spiegano un pò troppo quello che sta accadendo, le scene a volte parlano da sole, e magari qualche asciugatura in più proprio sui dialoghi sarebbe stato meglio (ci sono parecchi monologhi). Il finale infatti è una continua descrizione di quello che sta accadendo messo in bocca proprio da chi non dovrebbe "chiacchierare". :P

A giudicare dalle interpretazioni che hanno dato gli altri (piuttosto variegate) direi che le spiegazioni nel film non sono poi così tante. :P
Nel finale credo che un minimo di spiegazione servisse per dare quantomeno una chiave di lettura, poi probabilmente mi sono un po' incartato e ho esagerato per paura che tutto fosse incomprensibile.
Grazie anche a te.
 
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emilgollum
view post Posted on 28/4/2014, 15:46




pur con le spiegazioni non c'hanno capito una cippa. Pensa come mi sono sentito io con Pussy War e Black :D
 
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view post Posted on 28/4/2014, 15:59
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CITAZIONE (emilgollum @ 28/4/2014, 16:46) 
pur con le spiegazioni non c'hanno capito una cippa. Pensa come mi sono sentito io con Pussy War e Black :D

Dai che pure tu prima o poi cederai alla "tentazione" dello spiegone! :P
 
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Merlino*
view post Posted on 28/4/2014, 16:01




CITAZIONE (Hermetico @ 28/4/2014, 16:43) 
CITAZIONE (emilgollum @ 26/4/2014, 14:55)
Magari Hermes se ha visto qualcosa di suo potrebbe aprire qualche topic su film chat, così ci consiglia qualcosa.

In film chat ho già parlato di The woman che è ad ora il suo film più rappresentativo.

In filmchat c'è anche il post di May che è molto interessante
 
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view post Posted on 3/5/2014, 14:28
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Regia:
Sceneggiatura:
Soggetto:
Cast:
Locandina:
Musiche:
Sito:
Voto complessivo:

Il pregio/La cosa migliore del film:
Il difetto/La cosa peggiore del film:
Un consiglio al produttore

Prossimo all'editing.
 
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view post Posted on 8/8/2014, 19:08

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LARGO AL FACTOTUM!
Le recensioni di Francis Delane


Purtroppo non sono riuscito a concretizzare il mio proposito di leggere almeno i film al cinema virtuale entro una settimana, e ahimé, domani devo partire per la montagna, in un posto dove il cellulare non prende per molti chilometri (quindi il computer non me lo porto nemmeno), e dove vado non solo in vacanza, ma a partecipare a un'iniziativa che non so quanto tempo libero mi lascerà. Ma stasera sono ancora libero, e la dedicherò all'attività di lettura e recensione di almeno due film, forze permettendo (e in mezzo, lettura/apertura/risposta di/a topic).

Allora, partiamo da questo horror di Hermes, che agli Awards ha ottenuto soddisfazioni importanti, e che, se fosse stato fatto un po' più ordinatamente, avrei adorato fino in fondo. Eh sì, perché il buon Hermes stavolta ha messo in campo tematiche, idee e atmosfere cui uno come me indifferente non può restare, specie in un periodo in cui il suo interesse si sta sempre più appuntando sulla fiaba. E fiaba d'iniziazione, l'horror di Hermes lo è, nel cammino attraverso la foresta che stavolta, invece che dai bambini, viene percorso dagli adulti in cui si è risvegliato lo spirito infantile che porta a infrangere le regole a causa della curiosità, con perfino i topoi quant'altri mai fiabeschi della lotta contro i lupi, delle figure stregonesche legate alla natura (Maggie), del confronto con la Bestia-Pan. Su questo tronco, la sceneggiatura innesta poi l'altro ramo di sapore epicheggiante della strada verso la conoscenza, con la figura odissiaca di Luke Evans, e quello gotico dello scontro con l'animalità, la brutalità insita in ciascuno di noi, Hyde che risvegliato dalla curiosità di Alice si rivolta contro Jekyll. E infine, c'è il lato "fantasy-storico", quello dello scontro fra la civiltà pseudo-cristiana bigotta, la paganità minacciosa ma in qualche modo naturale e (lato che ho apprezzato tantissimo) la degenerazione di quest'ultima incarnata da Ulrich, che nella sua perversione non c'entra assolutamente nulla con Pan e giustamente viene da questi rifiutato e condannato alla morte (peraltro, diventando metaforicamente un animale).

Insomma, ce n'è abbastanza per alzare di molto il livello "epico" del film, la sua capacità di inserirsi e rielaborare l'immaginario popolare, e nel processo rivelarsi anche inquietante e coinvolgente. Tutte condizioni che la sceneggiatura, scritta benissimo, convoglia in pieno, descrivendo perfettamente sia l'evoluzione/involuzione degli uomini sia il degenerare della situazione al villaggio, con le scene agghiaccianti della progressiva pazzia e perversione di Ulrich (è peraltro destino che al buon Jamie Campbell Bower e alla "verginale" Tamzin Merchant tocchino sempre queste parti: chi si ricorda Il paradiso del diavolo di Andrew e il mio Vampires?)

Il problema è che, a una parte centrale quindi di bellissimo effetto, non mi è parso corrispondano un inizio e una fine di uguale valore. Da un lato, ci manca tutta la descrizione della normale vita di paese, eccezion fatta per i problemi matrimoniali di Bernard e la sua attrazione verso Janette, che ci danno l'impressione illusoria che siano loro i protagonisti. La normalità della vita pre-fune ci viene descritta in modo retroattivo, dalle reazioni dei paesani alla presenza dell'elemento disturbante, quando però ormai la presenza dello strano oggetto ha già iniziato a contaminarla. Tuttavia, certe cose sarebbe stato meglio vederle dal vivo, come le prediche del prete, l'attività di Luke Evans come venditore di libri e le sue notizie dal mondo esterno, le dicerie sulla madre di Ulrich che potevano uscire un po' prima... ecco, dalla metà del film in poi si ha quasi la sensazione di una novità aggiunta una dopo l'altra in progressione quasi caotica, e non è una bella idea, mentre presentare invece la vita del villaggio prima e l'azione della fune dopo sarebbe stato, a parer mio, molto più incisivo. Questo per l'inizio.

Dall'altro, il finale: che è irrisolto, per due motivi.
(1) L'apparizione di Pan è veramente troppo da deus ex machina, e dà una spiegazione "razionale" un po' troppo improvvisa a tutto quello che è successo prima, che deve essere così rielaborata dallo spettatore un po' troppo di corsa, a mio parere.
(2) Ci poteva stare che, dopo quel che è successo, tutti vadano a vivere nei boschi e abbandonino il villaggio (Pan essendo pur sempre divinità pagana che richiede un culto particolare), ma allora sarebbe stato molto meglio vederlo, sposando fino in fondo l'idea "ideologica" del ritorno ambiguo alla natura. Invece, un finale simile lascia lo spettatore a chiedersi cosa è successo dopo il ritorno degli uomini al villaggio, a chiedersi se davvero l'intera comunità ha accettato questo "lieto fine" (improbabile, visto che le donne NON sono andate nel bosco e hanno visto solo la depravazione di Ulrich). Insomma, non si capisce se interpretare il finale in senso ambiguo (ma allora Pan doveva essere preparato meglio) o nel senso "ideologico" (che però non soddisfa).

VOTO: 7/10. Grandi premesse, bellissimi momenti, intelligente rielaborazione di tutto un immaginario, buona interpretazione del cast (e sì, Campbell Bower meritava su De Niro), grande atmosfere: come confezione, un horror con i fiocchi. Peccato che la trama non sfrutti appieno le potenzialità delle sue tematiche.
 
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