| RECE by Tomcat: IL NAO DI BROWN Un microcosmo molto british
Questo film è un evento. Lo è perchè segna il rientro in attività della E&G Ltd. Una delle major di cinematik, molto lontana dal cinema mainstream e da quello stellare Hollywoodiano. Anzi è proprio quando si è cimentata con pellicole adatte a tutto il pubblico che mi è piaciuto di meno; uno su tutti Cyborg 009. La seconda ragione è che ha una delle locandine più belle di tutti i tempi. Parto dal titolo che non mi ha fatto impazzire, ma almeno non è difficile come quelli degli altri film orientali di Emilz. Venendo alla pellicola, ci troviamo a mezza via fra i film orientali ed impegnati del passato della E&G e a un dramma tipico della cinematografia inglese contemporanea, senza dimenticarsi delle visioni di Nao, che mi hanno fatto ripensare a certe scene del “Diario di Bridget Jones”. La storia è uno spaccato di un microcosmo che ruota intorno alla figura di Nao Brown, una giappo-albionica ragazza dal talento smisurato. Uno spaccato che mette in mostra dei personaggi (non tanti), caratterizzati a meraviglia che sembrano vivi. Per tutta la pellicola non si ha mai la sensazioni di artificiosità e anzi i dialoghi aiutano tantissimo ad entrare nel giusto climax di conoscenza di queste persone che sono vere perchè ognuna di loro ha le proprie peculiarità. Ognuno di loro poi come succede nella realtà ha le proprie vite e dei rapporti non sempre buoni. Anzi ognuno di loro deve quasi combattere con l’avere rapporti con altri, con la summa di tutto, proprio nella figura di Nao che ha quel suo disturbo ossessivo compulsivo che la rende un personaggio affascinante. Proprio questo voler mettere un gradino sopra gli altri Nao, ci riporta alle precedenti pellicole di Emilz, dove ci sono state spesso donne protagoniste e che lo rendono uno degli alfieri della femminilità su CK. Non a caso il suo corto di cortimatik aveva per protagonista una donna. Script eccellente come sempre e senza errori di sorta. Non si può non rimanere affascinati da Nao, che ha si dei gravi problemi, ma che nonostante tutto continua la sua vita. In questo posso dire che forse la definizione di dramma, va molto stretta al film, che ha parecchi punti ironici e tratta l’argomento dei disturbi ossessivo compulsivi in maniera intelligente, senza voler virare sul drammone strappalacrime. Da ricordare sicuramente oltre alle realtà alternative di Nao, anche il dialogo con la madre di Greg e la cacata liberatoria di Steve. Sicuramente altra nota positiva è quella di farci conoscere un po meglio il mondo dei negozi che trattano giocattoli da collezione ed il variegato mondo degli anime e dei manga. Anche il cast è veramente notevole con una grande KIKUCHI che mette in scena un personaggio con varie sfaccettature e una personalità dualistica con grande vis attoriale. Come lo sfigato Steve, impersonato da Roberts che è perfetto con quella faccia nel ruolo dell’amico di Nao e problematico con le donne. Frost senza il fido Pegg, riesce a dare ancora una volta una buona prova di se, interpretando un personaggio particolare con quelle citazioni, che contrastano magari con il lavoro che fa e la sua mole; ma di una tenerezza assoluta nel suo rapporto con la problematica Nao. Forse la più incolore è la Mulligan nel ruolo dell’amica; non tanto per una sua brutta prova, ma per lo spazio concessogli nella pellicola. Mi è rimasta invece impressa positivamente la madre di Gregory (Pam), che però non ha un volto. Spike Jonze dirige bene una pellicola nelle sue corde, con mano salda e professionale. Brani made in England Bella la scelta punk del brano degli Hives Il brano di Benoit & Sergio è veramente ossessivo come la Nao della scena in cui è presente. Non mi ha fatto impazzire il brano dei Magazine, ma forse perchè troppo breve la scena in cui è contestualizzato. Così come il brano dei The Fall non mi è sembrato propio avere troppo felling con la scena. Buon quello dei Four Season. Magnifico l’accostamento della scena con il brano di nick Cave, che trasmette quella tristezza che ha colpito Nao. Così come il brano dei New Puritans, che si incastona a meraviglia nella scena del peregrinare notturno di Nao. Nonostante non ami il ripetersi dei brani, in questo caso essendo uno solo l’ho ritenuta una buona idea risfruttarlo per la scena finale. Inutile dire che il sito è ricchissimo e ben fatto, ma da Emilz non mi aspettavo di meno. Accattivamnte graficamente e pieno di contentuti, con le interviste che erano anni che non vedevo in un sito di un film. Peccato che non ci sia una sezione dedicata al regista. <i>Concludendo Il Nao di Brown è un ottimo film, che ci catapulta in una Londra moderna, ma ancor di più in un microcosmo fatto di persone vere e di una protagonista sfaccettata e accattivamnte che nella sua umanità, lotta contro il problema che la affligge, cercando di essere il più normale possibile. Un dramma con tante venature ironiche che riescono a stemperare momenti di grande pathos, accompagnati da ottime musiche e a evitare il drammone strappalacrime.
Voto complessivo: 81/100
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