| RECENSIONE DI MASTRUCCIO PER LA DREAMING STUDIOS Il ritorno di Emilz e della sua E&G Ltd. sulle scene avviene dopo un periodo di inattività produttiva durata ben quattro anni, che sono tanti, ma che non ne hanno intaccato freschezza e vitalità. Visti i risultati di questo piccolo film, ci si chiede cosa lo abbia tenuto così lontano dalle sale cinematografiche.
La storia, tratta da una graphic novel di Glyn Dillon, è tutta concentrata sul personaggio di Nao Brown, una ragazza anglo-cinese vittima di un disturbo psicotico che la perseguita e che le fa immaginare, e forse desiderare, di uccidere violentemente e senza motivo le persone che incontra, soprattutto i bambini. Possiamo dire che il plot centrale del film è tutto qua, e in effetti sembra poco, ma attorno alla sua storia di piccola ragazza quasi disadattata a causa della malattia, l'autore fa girare intorno una serie di personaggi che con lei interagiscono, e che in molti casi determinano la sua vita. Primo su tutti l'amico fedele, e segretamente innamorato, Steve. Lavorano insieme e, nelle rispettive problematiche psico-sociali (lui è un mezzo alcolizzato), sono perfetti l'uno per l'altra, ma ovviamente non vedremo mai il coronamento del suo sogno, a meno che l'epilogo del film, che si svolge alcuni anni dopo i fatti, sia in questa direzione, ma non viene svelato. Un altro personaggio importante è Gregory, riparatore di lavatrici, ed è di lui che Nao si innamora, ma la storia non andrà a buon fine. Poi ci sono i personaggi secondari: la coinquilina e buon'amica Tara, che fa l'infermiera e che la capisce in tutto, fino a trattare la malattia come una cosa normale, perchè mai le viene in mente di suggerirle di rivolgersi ad un ottimo psichiatra, e Ray, maestro buddista che lei incontra ogni tanto e che dovrebbe impartirle insegnamenti filosofici, ed invece i più bei consigli su come rapportarsi nei confronti del bene e del male glieli insegna Gregory.
Insomma, è una bella storia, impreziosita dal tono mai drammatico con cui viene tratteggiata la malatia di Nao, e con un tocco naif molto affascinante del percorso narrativo soprattutto della prima parte del film. La sceneggiatura, infatti, soffre verso la parte finale di una qualche frettolosità, che purtoppo influisce in qualche maniera nella comprensione del pubblico. Molte scene, infatti, sono troppoo veloci, giusto lo spazio di una o due brevi inquadrature, e i salti temporali troppo vistosi, senza quasi che ci si possa nemmeno rendere conto di ciò che avviene, ad esempio quando Nao corre in ospedale per l'ictus di Gregory, poi quando viene investita, e subito dopo quando la ritroviamo mamma e, immaginiamo, guarita. Troppo veloce, col rischio di lasciare allo spettatore un senso di incompletezza. Pur con qualche errore di battitura ("viso" che diventa "visto", ad esempio) e qualche imperfezione tecnica (ad esempio, durante il dialogo al telefono non occorre fare "stacchi" ogni volta che parla un interlocutore), la sceneggiatura si legge molto bene e senza intoppi, soffrendo nella parte finale, come già detto, della velocità che prende il corso della storia.
La regia di Spike Jonce, di cui non ho visto nulla, anche se abbastanza minimalista si adatta bene al tono della storia, che conserva, nel susseguirsi veloce di scene che durano poco, lo stilema della graphic novel originaria. Il cast è ottimo, con la straordinaria interpretazione di Rinko Kikuchi che impersona Nao con grande verosimiglianza, e i comprimari Dallas Roberts, Nick Frost e Carey Mulligan che si calano perfettamente nei loro ruoli. Devo ancora inquadrare bene, invece, il personaggio di Ray, ben interpretato comunque da Brian Cox, perchè non mi è chiaro il suo ruolo nel contesto. Senza peso il fugace ruolo della madre di Nao, che è interoretata da Patty McCormack.
La colonna sonora è buona, e malgrado io non sia fautore delle colonne fatte di brani cantati, devo ammettere che, in questo film, i brani scelti da Emilz calzano a pennello. Purtroppo, come fatto notare già da altri, alcuni brani terminano troppo presto, proprio a causa della brevità delle scene che devono accompagnare.
Una nota di merito va alla splendida locandina, che richiama alla mente famosisisme altre locandine del grande Saul Bass, e che si candida prepotentemente alla vittoria nella categoria ai prossimi Awards. Il sito, anche questo, merita attenzione, per la grafica e per i contenuti.
Voto: 73/100
E' davvero un graditissimo ritorno, questo film di Emilz. Superato il primo ostacolo, quello di riprendere in mano la penna dopo tanti anni, speriamo che la voglia di scrivere film sia più forte di prima, e che ci regali altre belle sorprese.
|