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Il Nao di Brown
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Il Nao di Brown, E&G Ltd.

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Clint1994
view post Posted on 9/3/2014, 20:54




Film letto da un paio di giorni, stasera o domani la recensione. Intanto metto un 7 al sondaggio.

CITAZIONE (marenarobros @ 9/3/2014, 15:24) 
Sulla scelta USA/INGHILTERRA avevo anche chiesto in altro topic come vi regolate (mi riferivo agli attori) ma la cosa non ha avuto sbocchi. Boh, penso non mi abbia letto nessuno.

Io ti avevo risposto, in realtà.

CITAZIONE
Sulla considerazione finale, vediamo chi ha il coraggio di rispondere.

E' giusto seguire un proprio percorso personale e scrivere ciò che ci piace, ma se si punta a certi premi bisogna considerare anche i gusti del pubblico e cercare magari una via di mezzo: da un lato è giusto mantenere una propria cifra personale, dall'altro non bisogna nemmeno trascurare ciò che fa presa sul pubblico. E' un discorso banale, però penso che sia così.
 
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Clint1994
view post Posted on 9/3/2014, 22:31




IL NAO DI BROWN by Clint94

Dopo quattro anni di assenza produttiva, Emilz ritorna con un film molto intimo e personale, tratto da una graphic novel di Glyn Dillon (che ho avuto modo di sfogliare in libreria, tra l'altro). E' la storia di Nao Brown, una ragazza per metà inglese e per metà giapponese che vive a Londra, si ritrova a lavorare in un negozio di giocattoli e soprattutto deve convivere con una malattia complessa che rischia di compromettere il suo equilibrio e che la costringe a compiere degli "esercizi psicologici" per non crollare. La sua vita ha una svolta quando incontra Gregory, un grosso riparatore di lavatrici con cui instaura un rapporto strano e complesso che potrebbe anche diventare amore. Ma questo è uno di quei film in cui la storia è subordinata ai personaggi, ai loro problemi e alle loro relazioni. Svetta ovviamente la protagonista che dà il titolo al film, Nao, che risulta ben tratteggiata nelle sue eccentricità e nelle sue manie: le visioni omicide provocate dalla sua immaginazione sono una delle cose più riuscite del film (fulminante in questo senso la scena iniziale). Le fanno da contraltare i due protagonisti maschili, Steve e Gregory: il primo, amico del cuore probabilmente infatuato di lei in segreto (o è stata solo una mia impressione?), è un simpatico nerd, proprietario di un negozio di giocattoli, impacciato con le donne ma anche dotato di grande autoironia (gli aneddoti sui suoi appuntamenti che racconta a Nao sono molto divertenti); il secondo è un personaggio che mi ha spiazzato, perché si presenta come un burbero riparatore di lavatrici, per poi rivelarsi un alcolizzato ma anche un uomo di grande intelligenza e cultura. Se Steve è al centro delle confidenze di Nao e delle parti più divertenti del film, Gregory diventa invece l'ossessione della protagonista e tra i due nasce una relazione molto particolare, fatta dell'attrazione che provano l'uno per l'altra ma anche delle reciproche insicurezze e problemi (il disturbo ossessivo compulsivo di Nao, l'alcolismo di Gregory). Inevitabilmente tra i due scoppiano le incomprensioni e i litigi, che determinano la rottura del rapporto; nel finale poi succede un po' di tutto, perché Gregory viene colto da un ictus e rischia la vita, ma poi uno stacco temporale di quattro anni ci fa scoprire che è sopravvissuto e ha scritto un libro, che però vive lontano da Nao e che Nao è diventata madre. Il finale, con la maternità della protagonista, rappresenta simbolicamente la sua maturazione e il suo superamento di certe ossessioni (a metà film aveva detto a Gregory che non avrebbe mai potuto avere figli a causa dei pensieri omicidi che le vengono sempre quando ha a che fare con persone più deboli, come i bambini), e quindi nonostante tutto l'ho vista come una conclusione delicata e positiva. Lo script è molto scorrevole e si concentra più sullo sviluppo della storia e dei personaggi che non sulle descrizioni degli ambienti o dei movimenti di macchina. Si fa leggere piacevolmente e senza annoiare, anche se forse non mi ha coinvolto come speravo e alcuni dialoghi sulla filosofia orientale o su concetti come l'Abraxas sono così stravaganti che possono spiazzare.
Il cast è ben scelto e non presenta grossi nomi: Rinko Kikuchi, Nick Frost e Dallas Roberts offrono ottime interpretazioni, mentre ho trovato un po' sprecata Carey Mulligan, che ha un personaggio secondario e meno interessante degli altri e che quindi non necessitava di un volto così noto.
Il nome di Spike Jonze alla regia all'inizio non mi convinceva del tutto per via dell'ambientazione londinese, ma tutto sommato la storia e le atmosfere del film sono nelle sue corde e dal momento che ci sono stati anche nella realtà casi di registi americani che hanno girato film in Inghilterra direi che è una buona scelta.
La colonna sonora è stupenda e si sposa alla perfezione con le atmosfere del film, contribuendo anzi in maniera determinante a crearle. Un paio di brani in particolare (quello dei Gorillaz e quello di Nick Cave) sono davvero meravigliosi. L'unica (piccolissima) critica che mi sento di rivolgere al riguardo è il fatto che nel film non è indicato quasi mai il punto in cui il brano termina, sicché non capivo mai bene quando dovevo stoppare la canzone. Comunque, a parte questo, è una soundtrack davvero notevole.
In conclusione, "Il Nao di Brown" segna felicemente il ritorno di Emilz: un film semplice, leggero e scorrevole, ma anche una storia delicata e originale, con un bel trio di protagonisti. Non una pellicola trascendentale, ma è un tipo di film che, nella sua leggerezza e delicatezza, dovremmo vedere più spesso su Cinematik.

VOTO: 74
 
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emilgollum
view post Posted on 9/3/2014, 23:20




CITAZIONE
mentre ho trovato un po' sprecata Carey Mulligan, che ha un personaggio secondario e meno interessante degli altri e che quindi non necessitava di un volto così noto.

una piccola particina gliela volevo dare, anche i Coen con Inside Llewyn Davis l'hanno usata per poche scene. Anche i grandi attori non devono per forza di cose interpretare sempre ruoli principali. Vedi Brad Pitt in 12 anni schiavo. Vabbé che lui è produttore e la sua presenza è servita per vendere il film al grande pubblico. :P

CITAZIONE
L'unica (piccolissima) critica che mi sento di rivolgere al riguardo è il fatto che nel film non è indicato quasi mai il punto in cui il brano termina,

in effetti quello è un lavoro che riscontro sempre nei tuoi film e che mi piacerebbe fare in futuro. Sarò più attento a fornire i tempi esatti delle canzoni. E' un lavoro in più perché spesso le canzoni sono anche lunghe e cambiano di ritmo.

CITAZIONE
Non una pellicola trascendentale, ma è un tipo di film che, nella sua leggerezza e delicatezza, dovremmo vedere più spesso su Cinematik.

spero che queste considerazioni finali non siano pacche sulle spalle, come per dire: "è un film leggero e delicato, ma a noi ci piace altro, ci piace il sangue" :D
 
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view post Posted on 9/3/2014, 23:25
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Critico

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Il ritorno di Emil nelle sale è con un film in costante equilibrio tra la commedia agrodolce e il dramma. Lontani dalle atmosfere criptiche e indecifrabili di Pussy War, qui si sfiora quasi la commedia sentimentale (indipendente) e mi ha ricordato, alla lontana, Rachel sta per sposarsi di Demme.

Soggetto e sceneggiatura: la storia unisce con successo elementi tipici della commedia (l'amore non corrisposto, gli appuntamenti disastrosi, la saggia coinquilina...) a risvolti piuttosto atipici e originali (il disturbo di Nao, le sue violente visioni, i suoi pensieri ripetuti come un mantra, la cultura giapponese...). La personalità disturbata di Nao è proprio ciò che rende il film così particolare e ciò che ti trascina in una storia e un intreccio piuttosto classici e prevedibili. All'inizio per la verità si è un po' travolti da termini e nomi del tutto sconosciuti che fanno riferimento alla cultura orientale e a tutto un mondo tipicamente nerd e otaku. A volte i dialoghi tra i personaggi, il loro scambiarsi battute, ridere o offendersi, è quasi incomprensibile o quantomeno difficile da afferrare e si ha spesso la sensazione di perdersi qualcosa. Superato però questo scoglio iniziale si entra in dinamiche molto più conosciute e si svela una storia dai tratti quasi universali. Perché ci sono le paure e le insicurezze di una ragazza che si sente sempre fuori posto, sull'orlo dell'esplosione, le difficoltà di un ragazzo nel farsi avanti con chi gli piace. Questa è una delle cose che più mi è piaciuta del film: i protagonisti sono persone normali e in quanto tali sono mediamente sfigati, come tutti. Intensa la parte finale con la crisi di Nao e la fine della sua storia con Gregory. L’ictus e l’incidente, per quanto d’impatto mi hanno lasciato un po’ perplesso, perché non li ho trovati così necessari. Il primo probabilmente serviva per accrescere ulteriormente il senso di colpa di Nao, ma l’utilità del secondo nell’economia della storia qual’era? (visto che nella scena successiva si fa subito un salto di 4 anni per il finale che ho apprezzato perché ci lascia con uno sguardo ottimista). Script ottimo, con grande attenzione ai dialoghi e al tratteggio dei personaggi (meno agli aspetti tecnici ma per me non è un problema, anzi). Il ritmo è buono, solo nella parte centrale, prima del crollo di Nao, ho avvertito un po’ di lentezza.
Regia:Spike Jonze ce lo vedo a dirigere un film del genere, vuoi per le tematiche, vuoi per il taglio “alternativo e indipendente” che è stato dato alla pellicola.
Cast:ottimo, tutto in parte. Fatto giustamente di nomi non troppo conosciuti (ad eccezione della Mulligan, forse l’unica un po’ sprecata per il ruolo). Rinko Kikuchi ovviamente primeggia sugli altri dando credibilità a un personaggio non facile ma che verrà ricordato con tenerezza (assicurata la nomination).
Musiche:molto belle e non l’avrei detto ad una prima occhiata. Avevo dubbi non sulla qualità dei pezzi ma su come si sarebbero potuti adattare alle immagini e invece il risultato è pressoché perfetto e perfettamente in linea con l’aspetto low profile del film.
Sito e locandina:mi è paiicuto il sito (curato sia nei contenuti che nello stile e nella grafica), ma ancora di più la locandina, molto molto bella e stilosa.

Voto conclusivo:Il Nao di Brown è una riuscitissima commedia agrodolce che segna il ritorno di Emil. Al di là di un intreccio piuttosto basico, il punto di forza sono i personaggi, credibili nelle loro fragilità e schizofrenie., con cui non si può non entrare in empatia. Qualche perplessità solo su alcuni risvolti della trama nel finale e sul ritmo un po’ altalenante nella parte centrale, ma nulla che rovini la visione di questa piacevolissima sorpresa di inizio semestre. 73/100
 
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emilgollum
view post Posted on 9/3/2014, 23:50




CITAZIONE
L’ictus e l’incidente, per quanto d’impatto mi hanno lasciato un po’ perplesso, perché non li ho trovati così necessari. Il primo probabilmente serviva per accrescere ulteriormente il senso di colpa di Nao, ma l’utilità del secondo nell’economia della storia qual’era? (visto che nella scena successiva si fa subito un salto di 4 anni per il finale che ho apprezzato perché ci lascia con uno sguardo ottimista).

il dramma nel non saper reagire al senso di colpa, può tramutarsi come occasione perduta se la realtà ti sbatte in faccia un'incidente che può portarti alla paralisi o addirittura alla morte. Nao in quel momento vede soltanto la sua ossessione, il senso di colpa. Vuole fuggire con la mente e rischia di andarsene per sempre. Se ci pensate è quello che ci capita quotidianamente nella vita di tutti i giorni. Siamo talmente presi dai nostri problemi e non ci accorgiamo che siamo appesi a un millimetrico filo.
 
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Andrew.
view post Posted on 10/3/2014, 08:04




Recensione della Chimera.


Il Nao di Brown rientra in quel filone del cinema (orientale e non) fatto di persone fuori dal comune alle prese con la vita di tutti i giorni, in questo caso con l'amore e la capacità di trovare se stessi.
La protagonista è una ragazza mentalmente instabile, con frequenti allucinazioni che la rendono preda di sensi di colpa e le impediscono di vivere una vita normale. Ogni cosa è segnata da questa sua incontrollata voglia di far del male alle persone più deboli di lei, sebbene non arriverà mai a compiere davvero quei gesti. In particolare ci viene mostrato il suo rapporto con un uomo di cui sembra innamorarsi e con l'amica. Entrambi molto ben descritti, è chiaro fin da subito il legame che si forma con queste persone, sebbene a tratti un po' sopra le righe. Ma penso che ciò derivi anche dal fatto che stiamo parlando di cultura giapponese dove si tende sempre a enfatizzare i propri sentimenti al limite del verosimile, con parole che escono a fiume e repentini cambi di umore che a noi posson sembrare strani, mentre per loro sono normali (almeno credo basandomi su quel poco di orientale che ho visto).
E' in fondo una storia di formazione dove Nao, acquistata la consapevolezza del suo problema, cerca di reagire per amore dell'uomo, apparentemente senza risultati. E' un doppio incidente a cambiare la sua sorte, la consapevolezza della morte che minaccia sia lui che lei, sembra riuscire a guarirla, permettendole di avere anche un figlio, cosa che pensava impossibile fino a qualche anno prima.
La sceneggiatura di Emil è scritta bene, ma a tratti troppo sintetica e rapida. Se alcuni passaggi sono descritti con grande maestria, altri peccano di frettolosità e descrizioni appena accennate. A volte siamo davanti a battibecchi tra i due protagonisti che si susseguono senza soluzione di continuità alternando diversi stati d'animo, mentre avrei preferito che si percepissero meglio le loro sensazioni, in modo più diluito, anchè perchè ritengo che il genere del film lo necessiti, essendo fatto prevalentemente di stati d'animo, per cui anche momenti più calmi e riflessivi non mi sarebbero dispiaciuti.

Ottimo il cast, con una Rinko Kikuchi che ha già messo due mani sul premio a miglior attrice (da tempo non si vedevano protagoniste così interessanti) e un Nick Frost completamente a suo agio nel ruolo.
La scelta di Jonze è interessante. Io di lui ho visto solo Nel paese delle creature selvagge (che ho adorato) ma considerando la sua filmografia, direi che potrebbe starci.
Le musiche sono tutte molto belle, però alcune non si fa nemmeno in tempo a sentirle perchè dopo aver cliccato il link, c'è giusto il tempo di iniziare a sentirle perchè subito dopo nella sceneggiatura sfumano e uno dovrebbe stare davanti allo schermo senza leggere e ascoltandola e basta. Insomma, un po' scomodo, ma mi rendo conto che è un limite intrinseco a cinematik e comune a tanti altri film.
La locandina è splendida, da tempo non se ne vedevano di tanto curate e il sito non è da meno.

Voto: 75

Mi piacciono questo tipo di storie e in questo film Emil è riuscito a dare il meglio di sè, grazie a dei personaggi come al solito molto originali e una trama semplice ma estremamente profonda, che analizza a fondo l'animo di queste persone. Il limite del film è dato da una sceneggiatura non all'altezza della storia, che avrebbe meritato anche qualche pagina in più o comunque dei ritmi meno veloci e qualche descrizione in più. Ma sappiamo anche che questo è lo stile del produttore, poco male insomma, perchè il film di per sè va bene anche così.
 
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view post Posted on 10/3/2014, 09:21
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Emi, per me la differenza è questa: ci sono film che entrano nelle top ten, e film che invece ti rimangono impressi, nella mente o nel cuore. Il tuo di sicuro non appartiene alla prima categoria, anche perchè non è quello a cui aspiri, evidentemente; se per esempio io ti ho citato Perchè odio Saturno, è perchè se un film mi resta impresso, lo ricordo e lo cito ancora con piacere (non so invece quanto sia corta la memoria degli altri cinematikini: loro possono dire "ma io non c'ero", però recuperare ogni tanto un film vecchio non farebbe male).
 
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Superlele2013
view post Posted on 10/3/2014, 13:51




IL NAO DI BROWN

Soggetto & Sceneggiatura: Soggetto molto "rischioso", che parla si d'amore, ma soprattutto di malattia. Quella più brutta, quella mentale. Dico rischioso, perchè la possibilità di cadere nello scontato/pesante era molto prossima. In realtà, il film fa capire bene lo stato mentale della protagonista, senza cadere mai nel patetico o nel banale. Merito sicuramente di una storia già di suo solida (è tratto da una graphic novel, no?), ma anche di una sceneggiatura ben fatta e sempre chiara. Mi sono piaciute molto le scene delle allucinazioni della protagonista, che spiegano, senza tanti giri gli stati d'animo della povera Nao.

Regia: Di Jonze ho visto solo "Essere Jonh Malkovic" e mi era piaciuto. Credo che ci possa stare anche qui, soprattutto per l'alternanza realtà/allucinazione.

Cast: Ottimo cast ben scelto e ben amalgamato. Brava Rinko Kikuchi, ma ancora di più mi piaciuta la prestazione di Frost.

Musiche: Ottime. Ma oltre al gusto personale mi sono sembrate sempre molto "in linea" con la sceneggiatura.

Sito: Fuonzionale e ben fatto.

Locandina: Una sola parola: fantastica. Davvero.

Conclusione: Non sono un grande appassionato di cultura/cinema orientale. Anzi l'ho sempre trovata un pò troppo "noiosa" per i miei gusti. Vedendo poi il soggetto, mi aspettavo qualcosa cosi, insomma di pesante. In realtà mi devo ricredere: il film è molto "divertente" e soprattutto la storia della sfortunata Nao ti prende, e di brutto.

Voto: 80
 
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view post Posted on 10/3/2014, 14:18
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CITAZIONE (Superlele2013 @ 10/3/2014, 13:51) 
Voto: 80

Dovrebbe comparire un 8 al sondaggio ;)
 
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Clint1994
view post Posted on 10/3/2014, 15:01




CITAZIONE
spero che queste considerazioni finali non siano pacche sulle spalle, come per dire: "è un film leggero e delicato, ma a noi ci piace altro, ci piace il sangue" :D

:P
No, anzi, come ho detto nella recensione ci vorrebbero più film di questo tipo, onesti e leggeri. Io stesso da parecchio tempo vorrei riuscire a realizzare una commedia o un film di formazione. Quindi non pensate che apprezzi solo film di sparatorie e morti ammazzati :P (con Nemesi dovrei essere riuscito a farvi ricredere)


PS: il paragone con Perché odio Saturno in effetti ci sta tutto.
 
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emilgollum
view post Posted on 11/3/2014, 15:46




CITAZIONE
Non sono un grande appassionato di cultura/cinema orientale. Anzi l'ho sempre trovata un pò troppo "noiosa" per i miei gusti.

che film orientali hai visto?
 
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Superlele2013
view post Posted on 11/3/2014, 16:56




CITAZIONE (emilgollum @ 11/3/2014, 15:46) 
CITAZIONE
Non sono un grande appassionato di cultura/cinema orientale. Anzi l'ho sempre trovata un pò troppo "noiosa" per i miei gusti.

che film orientali hai visto?

Guarda soprattutto gli horror, tipo "The Eye", per intenderci.

Soprattutto mi riferivo ai libri di autori orientali, tipo Murakami (tutti e due), o la Yoshimoto.

Ho trovato molta difficoltà a capire la cultura orientale. Sicuramente è un limite mio. Anzi, forse è che sono un pò "pigro", se capisci quello che voglio dire.

Oh, chiaro che sono gusti personali, anzi personalissimi.
 
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view post Posted on 11/3/2014, 22:34

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LARGO AL FACTOTUM!
Le recensioni di Francis Delane


So di essere in colpevole ritardo nel recensire questo film, che ho letto nella notte di sabato scorso. Ma in fondo è stato un bene che io abbia rimandato la recensione. Sappiamo tutti che in sede recensiva io ed Emilz non siamo mai andati molto d'accordo (sì, mi ricordo ancora la magrissima figura fatta con Black, quando la mia recensione fu un bruttissimo "Non ci ho capito una mazza, è brutto"). Inoltre, mi ha dato tempo prezioso per sedimentare e riflettere, e alla fine posso dire la mia sul film in modo onesto e partecipe.

Se molti film di Emiliano non erano mai riusciti a prendermi, questo invece ce l'ha fatta. Io non ho letto la graphic novel, e non avevo perciò la minima idea di cosa poteva aspettarmi in sede di lettura, e a essere sincero mi sono perso, in certi punti, nella descrizione di un ambiente che non conosco. Però questo non mi ha impedito di appassionarmi alle avventure di Nao, al suo disturbo descritto con attenzione, rispetto e cura, ai suoi amici strampalati e tutti un po' tocchi. Ha una poesia grottesca, questo film con cui Emilz torna a CK, nella sua presentazione umana e compassionevole (in senso buono) di questi teneri freak della vita di tutti i giorni, quest'umanità piena di manie e forse mai del tutto cresciuta. Non negherò, pertanto, che mi sono affezionato a loro e al loro universo strano e meraviglioso al tempo stesso, non privo di ombre ma sempre illuminato da affetto e comprensione.

Nonostante l'affetto, però, sono rimasti alcuni limiti, forse soltanto miei, che mi impediscono di valutare in modo pienamente positivo il film. Ho avuto infatti l'impressione, a partire da circa metà film, che la pellicola iniziasse a girare un po' a vuoto. Da un lato, vengono lasciati in ombra personaggi interessanti come Steve e Tara, specie la seconda che a un certo punto scompare, ma anche il primo e la sua attrazione incofessata per Nao (ce l'ho vista solo io?). Dall'altro, la storia alla fine sembra scartare un po' troppo velocemente verso il finale. La "guarigione" di Nao dal suo disturbo psicologico alla fine pare un po' sbrigativa, visto che la scena immediatamente prima la mostrava in preda alla crisi più acuta di tutto il film, e anche il suo rapporto con la madre alla fine non viene troppo esplorato (resta anche l'enigma di sapere chi siano Steve e Ray). Questo non significa che rimanga qualcosa di poco chiaro all'interno del film, ma resto dell'impressione che alcuni lati sia del personaggio sia del suo mondo potessero essere maggiormente approfonditi. Non so però se sia un difetto del film o una caratteristica della graphic novel mutuata nel prodotto finale, funzionando meno.

Bellissima, in compenso, la colonna sonora: molte canzoni ho finito di sentirle, rallentando la visione. Perfetta la scelta di Spike Jonze alla regia, ce lo vedo molto a dirigere un film del genere, e ben assemblato il cast. Il sito, poi, ha una bellissima grafica.

VOTO: 7/10. E un caloroso bentornato ad Emilz.
 
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mastruccio
view post Posted on 12/3/2014, 14:36




RECENSIONE DI MASTRUCCIO PER LA DREAMING STUDIOS
Il ritorno di Emilz e della sua E&G Ltd. sulle scene avviene dopo un periodo di inattività produttiva durata ben quattro anni, che sono tanti, ma che non ne hanno intaccato freschezza e vitalità. Visti i risultati di questo piccolo film, ci si chiede cosa lo abbia tenuto così lontano dalle sale cinematografiche.

La storia, tratta da una graphic novel di Glyn Dillon, è tutta concentrata sul personaggio di Nao Brown, una ragazza anglo-cinese vittima di un disturbo psicotico che la perseguita e che le fa immaginare, e forse desiderare, di uccidere violentemente e senza motivo le persone che incontra, soprattutto i bambini.
Possiamo dire che il plot centrale del film è tutto qua, e in effetti sembra poco, ma attorno alla sua storia di piccola ragazza quasi disadattata a causa della malattia, l'autore fa girare intorno una serie di personaggi che con lei interagiscono, e che in molti casi determinano la sua vita. Primo su tutti l'amico fedele, e segretamente innamorato, Steve. Lavorano insieme e, nelle rispettive problematiche psico-sociali (lui è un mezzo alcolizzato), sono perfetti l'uno per l'altra, ma ovviamente non vedremo mai il coronamento del suo sogno, a meno che l'epilogo del film, che si svolge alcuni anni dopo i fatti, sia in questa direzione, ma non viene svelato.
Un altro personaggio importante è Gregory, riparatore di lavatrici, ed è di lui che Nao si innamora, ma la storia non andrà a buon fine.
Poi ci sono i personaggi secondari: la coinquilina e buon'amica Tara, che fa l'infermiera e che la capisce in tutto, fino a trattare la malattia come una cosa normale, perchè mai le viene in mente di suggerirle di rivolgersi ad un ottimo psichiatra, e Ray, maestro buddista che lei incontra ogni tanto e che dovrebbe impartirle insegnamenti filosofici, ed invece i più bei consigli su come rapportarsi nei confronti del bene e del male glieli insegna Gregory.

Insomma, è una bella storia, impreziosita dal tono mai drammatico con cui viene tratteggiata la malatia di Nao, e con un tocco naif molto affascinante del percorso narrativo soprattutto della prima parte del film. La sceneggiatura, infatti, soffre verso la parte finale di una qualche frettolosità, che purtoppo influisce in qualche maniera nella comprensione del pubblico. Molte scene, infatti, sono troppoo veloci, giusto lo spazio di una o due brevi inquadrature, e i salti temporali troppo vistosi, senza quasi che ci si possa nemmeno rendere conto di ciò che avviene, ad esempio quando Nao corre in ospedale per l'ictus di Gregory, poi quando viene investita, e subito dopo quando la ritroviamo mamma e, immaginiamo, guarita. Troppo veloce, col rischio di lasciare allo spettatore un senso di incompletezza.
Pur con qualche errore di battitura ("viso" che diventa "visto", ad esempio) e qualche imperfezione tecnica (ad esempio, durante il dialogo al telefono non occorre fare "stacchi" ogni volta che parla un interlocutore), la sceneggiatura si legge molto bene e senza intoppi, soffrendo nella parte finale, come già detto, della velocità che prende il corso della storia.

La regia di Spike Jonce, di cui non ho visto nulla, anche se abbastanza minimalista si adatta bene al tono della storia, che conserva, nel susseguirsi veloce di scene che durano poco, lo stilema della graphic novel originaria.
Il cast è ottimo, con la straordinaria interpretazione di Rinko Kikuchi che impersona Nao con grande verosimiglianza, e i comprimari Dallas Roberts, Nick Frost e Carey Mulligan che si calano perfettamente nei loro ruoli. Devo ancora inquadrare bene, invece, il personaggio di Ray, ben interpretato comunque da Brian Cox, perchè non mi è chiaro il suo ruolo nel contesto. Senza peso il fugace ruolo della madre di Nao, che è interoretata da Patty McCormack.

La colonna sonora è buona, e malgrado io non sia fautore delle colonne fatte di brani cantati, devo ammettere che, in questo film, i brani scelti da Emilz calzano a pennello. Purtroppo, come fatto notare già da altri, alcuni brani terminano troppo presto, proprio a causa della brevità delle scene che devono accompagnare.

Una nota di merito va alla splendida locandina, che richiama alla mente famosisisme altre locandine del grande Saul Bass, e che si candida prepotentemente alla vittoria nella categoria ai prossimi Awards.
Il sito, anche questo, merita attenzione, per la grafica e per i contenuti.

Voto: 73/100

E' davvero un graditissimo ritorno, questo film di Emilz. Superato il primo ostacolo, quello di riprendere in mano la penna dopo tanti anni, speriamo che la voglia di scrivere film sia più forte di prima, e che ci regali altre belle sorprese.
 
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view post Posted on 12/3/2014, 14:42
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Cinefilo Ad Honorem

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Senza nulla togliere a Emilz e al suo ottimo film (per ora in pole position per la cinquina awards, insieme a L'onironauta :P ), mi sto convincendo a tornare anche in con qualcosa di più leggero e meno pesante, così mi becco i 7 in automatico senza rovinarmi troppo il fegato.
 
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67 replies since 28/2/2014, 21:02   854 views
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