RECENSIONE DI MASTRUCCIO PER LA DREAMING STUDIOSLa neonata casa di produzione "Ramaja Productions" si è presentata a Cinematik col piglio giusto: idee chiare sulle proprie attuali capacità, e progetti di film originali e freschi, ben consapevole che non è certo questo il momento di partire col mega progetto con velleità da capolavoro.
Il risultato di questa lodevole intraprendenza è "'L'onironauta", gradevolissima opera prima tutta italiana che regala alle asfittiche settimane di inizio 2014 una sorprendente e stupenda ventata di aria fresca a tutta la baracca cinematikina.
Il film è tratto da un fumetto Disney, ma è talmente diverso nei toni e nello sviluppo narrativo, con personaggi lontani anni luce da quelli ispiranti (Paperino in primis), che lo possiamo catalogare senza dubbio come film originale, e pertanto ciò è un grande valore aggiunto che è raro trovare in opere prime.
L'impiegato Paolino Dacchi, perseguitato dalla sfortuna e frustrato dalle vicissitudini familiari e lavorative, è il tipico personaggio che ti è subito simpatico, vuoi per l'immediato rimando al Paolino Paperino (Donald Duck in originale, e quindi simile nella fonetica del cognome) che ci riporta in mente la simpatia che abbiamo tutti provato fin da bambini per l'anti-eroe disneyano, e vuoi anche per il volto adattissimo di un ottimo Emilio Solfrizzi, che ha il preciso physique du rôle richiesto. L'attore pugliese ha già interpretato nella sua carriera ruoli dal carattere simile, e quindi ci risulta imediatamente familiare.
L'idea portante del soggetto è molto originale e potente. La possibilità di entare in un sogno lucido che ci faccia vedere come sarebbe stata la nostra vita se avessimo fatto scelte diverse, apre a sviluppi interessantissimi, con aperture a discorsi filosofici e profondi; oppure, ed è la seconda scelta che l'autore ha operato, si presta a una lettura più leggera e, se vogliamo, divertita della situazione che viene fatta vivere dal protagonista, un po' alla "Sliding Doors".
Certo, la sceneggiatura mostra alcuni difetti, con qualche dimenticanza ortografica e, soprattutto, di costruzione proprio nella parte più importante, quella appunto che racconta del sogno lucido di Paolino Dacchi e del suo epilogo, sviluppata un po' troppo sbrigativamente e banalmente, ma mi sento di condividere appieno la scelta di Uomo_d, che ha voluto debuttare senza ambire a fare subito il "filmone".
Ma a parte questa cosa, che in un'opera prima (ma poi basta) non è assolutamente da prendere in considerazione ai fini del giudizio complessivo, lo script scorre che è una meraviglia, grazie ad un linguaggio semplice e immediato, a dialoghi freschi e ben scritti (sorprendenti perche di un debuttante e di un opera originale), e sottotrame ricche di personalità.
Bellissima, ad esempio, quella del rapporto di Paolino con la madre, che mi ha colpito moltissimo. La malattia degenerativa della mente è un argomento che mi tocca nel profondo, perchè l'ho vissuta negli affetti più cari, esattamente come Paolino, e vederla trattata con tale leggerezza e comunque rispetto e delicatezza mi ha quasi commosso.
Bella anche la scrittura del rapporto difficile con la figlia, pur con qualche sfaccettatura stereotipata, che comunque è buona e funge allo scopo, ed anche la parte riguardante il suo lavoro in banca.
La regia affidata a Silvio Soldini mi ha trovato d'accordo. Ho visto "Pane e tulipani" anche io, e credo che le atmosfere siano più o meno assimilabili. Il cast è buono, e di Solfrizzi ho già detto. Forse è un po' troppo televisivo, ma come inizio non c'è male. Le caratterizzazioni di Alessandro Haber e soprattutto di Stella Maris e Renato Liprandi sono gustosissime.
Anche le musiche mi trovano d'accordo, e quando ho sentito all'inizio la canzoncina "Biea" mi sono ritrovato bambino: un tuffo al cuore.
Il sito è ben fatto, con una grafica allegra e colorata che richiama il tono del film, mentre la locandina mi ha fatto storcere il naso. Che c'entra quell'immagine? E del "pelo della pulce" ho già scritto precedentemente.
Voto: 74/100 (7 al sondaggio)
"L'onironauta" è secondo me un ottimo esordio, e un film fresco come non ne uscivano da tempo. Ad avercene di altri film così, e per fortuna la Ramaja Production sembra ben intenzionata a continuare su questa linea, con almeno un altro film in produzione che prosegue il percorso iniziato così bene. Sono quasi sicuro che la sceneggiatura entrerà in cinquina ai prossimi award, sempre che arriviamo a 12 film. Però, caro Papele, se deve essere questa l'insidia al mio "Totò", posso dormire sonni più che tranquilli.