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Il racconto dei racconti, di Matteo Garrone

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Mac!
view post Posted on 17/5/2015, 16:37




CITAZIONE (Mr.Noodles @ 17/5/2015, 14:46) 
CITAZIONE
Il livello metaforico è chiarissimo, ma secondo me povero, perché semplice e troppo esplicito. La storia della principessina: è una bambina, conosce l'orco e lo sconfigge, diventa donna. Fine. Mi pare davvero troppo lineare e poco interessante (detto che è il mio episodio preferito e la scena dell'inseguimento è splendida). La storia dei gemelli: come hai detto tu, la madre-arpia si sacrifica, e la ricerca e ritrovamento del fratello lascia il tempo che trova alla fine, anche perché lui uccide la madre-arpia e il racconto termina, di fatto. La storia delle sorelle: quella si che è incompiuta. La sorella vecchia si fa scuoiare e va al castello. Ma non viene detto null'altro, dell'eventuale incontro, e per di più il film tutto finisce mentre lei torna vecchia e fugge, senza una vera e propria conclusione, al di là dell'ovvia e banalissima morale della bellezza fugace (non banale in quanto tale, ma banale perché non viene approfondita oltre questo livello semplicissimo).

e secondo me invece c'è un intreccio metaforico molto più denso: in tutti e 3 i racconti si parla del rapporto col proprio sangue, dall'ossessione per la maternità (che diventa la madre-mostro), all'anaffettività di un padre ossessionato dal altro (da una pulce che nutre col proprio sangue amata più della figlia: il paradosso). in tutti e 3 i casi il re si trasforma nell'orco della favola e in tutti e 3 i casi c'è una crescita e una consapevolezza dei protagonisti (quelli giovani diventano adulti, quella vecchia ritorna giovane ma è un'illusione: e in tutte e 3 i casi c'è un pegno di sangue da pagare). è un'opera multi-tematica che si sviluppa in parallelo, quindi secondo me è errata anche la critica che i tre episodi siano completamente irrelati: ripeto, per me il paragone più proprio è con "Gomorra".

Ma che gli episodi siano connessi tra loro, sono d'accordo. Solo non trovo quella profondità che tu dici.


CITAZIONE (Mr.Noodles @ 17/5/2015, 14:46) 
CITAZIONE
Tutte le suddivisioni di genere e categoria, che ben conosco, lasciano il tempo che trovano quando si giudica un film (un'opera). È un giochetto tassonomico assai utile ma che nulla dice sulla qualità (approfittavo della tua giusta puntualizzazione per dirlo, non ce l'ho con te, Nood :D ).

è un discorso interessante, ma che non si riferisce a questo film (anche se possiamo usarlo a mo' di esempio) quanto piuttosto su quali siano le armi critiche che si utilizzano per analizzare e giudicare un film. la tassonomia è a mio avviso indispensabile se fornisce dei parametri di paragone esatti (e non campati per aria come il fantasy tolkieniano - e qui mi riferisco a cose che ho letto altrove) oltre all'impalcatura entro cui si muovono narrazione e topoi di un film: d'altra parte la tassonomia dei generi si fa da Aristotele, quindi mi pare sia un leitmotiv critico di una certa consistenza. se si applicano categorie drammaturgiche del cinema fantasy degli anni 2000 a un'opera tratta da una raccolta di fiabe del napoletano barocco, se permetti, si provoca uno iato cosmico. non esiste l'opera di per sé, astratta dal mondo, questa è l'utopia di un certo strutturalismo che ha fallito: paradossalmente posso fare a meno dell'autore, ma non della cornice storicistica. l'analisi immanente dell'opera rischia se no di rimanere fredda e sterile, oppure, al contrario, di avere una visione troppo sentimentale, basata su "ciò che vuole dirci l'opera etcetc" che trovo questione altrettanto oziosa. my two cents, insomma...

Che le divisioni in generi siano utilissime per comprendere il cinema (l'arte), è verissimo (e anche per diffonderlo/venderlo). Quindi mi trovi d'accordo sul fatto che siano fondamentali per analizzarlo. È sul fatto che servano a giudicarlo che non mi trovi d'accordo. Diciamo che Il racconto dei racconti è fiaba e non fantasy, che non lo si può collegare al cinema di genere contemporaneo perché derivato dal barocco letterario*, diciamo tutto questo, è vero e sono d'accordo. Però cosa abbiamo detto della qualità del film? Poco, niente (poi ho capito benissimo che le tue note non volevano essere un giudizio, stiamo divagando oziosamente :D ).
Il fatto è che se detesto l'astrazione dell'opera dal mondo (e nel caso fuoriusciamo proprio dall'analisi immanentista), detesto anche chi dalla tassonomia prova a ricavare qualcosa che vada oltre alla mera classificazione: è una tendenza umana quella di ordinare e classificare, e chiunque ci abbia provato in ambito artistico ha fallito, creando sistemi privi di vita e sprezzanti di tutto quello che non vi si riesce a far rientrare (dalle muse in avanti). Fosse per me, qualunque classificazione in ambito artistico che non sia solo classificazione, appunto, andrebbe spazzata via, anche quella detta fondamentale: il mio sogno è un mondo dove si valuta un'opera senza mai porsi la domanda se sia o meno arte.

*Ciò detto è comunque un film e come film va considerato. Le categorie a cui appartiene cono cinematografiche e non letterarie.
 
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Mr.Noodles
view post Posted on 17/5/2015, 16:48




CITAZIONE (Mac! @ 17/5/2015, 17:37) 
Che le divisioni in generi siano utilissime per comprendere il cinema (l'arte), è verissimo (e anche per diffonderlo/venderlo). Quindi mi trovi d'accordo sul fatto che siano fondamentali per analizzarlo. È sul fatto che servano a giudicarlo che non mi trovi d'accordo. Diciamo che Il racconto dei racconti è fiaba e non fantasy, che non lo si può collegare al cinema di genere contemporaneo perché derivato dal barocco letterario*, diciamo tutto questo, è vero e sono d'accordo. Però cosa abbiamo detto della qualità del film? Poco, niente (poi ho capito benissimo che le tue note non volevano essere un giudizio, stiamo divagando oziosamente :D ).

dipende. servono a giudicarlo, se servono a metterti nella carreggiata giusta: tu comprendi la qualità di un elemento se sai come saggiarlo e, quindi, se sai analizzarlo. se no puoi anche trascurarlo. considerando che anche inconsciamente siamo sempre portati a crearci delle aspettative la conoscenza di un dispositivo narrativo o di una tipologia narratologica diviene importante per capire se la narrazione risponde ai topoi o scarta dalla norma (o quando fa l'una e quando fa l'altra); rimanendo sull'esempio del film di Garrone, conoscere ad esempio la differenza tra fiaba e fantasy contemporaneo. il discorso del "è un film/libro/quello che vuoi, lo giudico come tale" mi pare abbastanza ingenuo oltre che a forte rischio superficialità: tant'è vero che nell'altro thread apprezzi "Leviathan" per la sua carica di denuncia politica.
 
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view post Posted on 17/5/2015, 18:08
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Fin qui è una goleada.
 
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Mac!
view post Posted on 17/5/2015, 23:19




Io non nego l'utilità che le suddivisioni possono avere, possono essere un buon mezzo (ma non l'unico, né quello indispensabile) per formulare un giudizio. Io le critico quando sostituiscono il giudizio.
Prendo per comodità le tue parole (che, ripeto, tu non hai usato in questo senso, ma ho sentito molti ragionare in questi termini): se io dico "Il racconto non mi è parso credibile"*, la risposta "la mancanza di sospensione dell'incredulità è le base della fiaba che è un genere molto codificato e ben diverso dal fantasy" non è una risposta di giudizio valida. Perché non stai parlando della cosa, ma attorno alla cosa. Stai parlando del genere, non del film, e lo giudichi in base a delle regole che non sono del film, ma a priori di esso in quanto appartenenti al genere in cui è stato incastonato. Diventa un'analisi filologica: comunque interessantissima, ma che nulla dice della qualità. In parole più semplici: una cosa in un film funziona o non funziona, indipendentemente che sia riconducibile a questa o quella tipologia narrativa.
Questo tipo di analisi può aiutarmi a capire se l'opera in analisi rispetti i topoi o meno, sì, ma anche questo ci dice ben poco, a meno ovviamente di non considerare l'originalità come un valore assoluto. Si può fare, ma io non sono d'accordo. Ci sono capolavori originalissimi e capolavori che usano solo ed esclusivamente i più classici topoi.
Io non voglio assolutamente screditare questo genere di analisi. Ripeto: mi perplime giusto che si possa considerare una sostituzione del giudizio, tutto qui. E so che tu non lo fai! Ma molti lo fanno, e da qui vengono i discorsi di coloro che dicono che i film francesi sono noiosi o altresì che i film di supereroi sono stupidi. Sono giudizi espressi a priori delle opere, a posteriori delle categorizzazioni. Certo, in questi casi stupide. Esistono anche categorizzazioni acutissime e giuste, ma allo stesso modo non possono dare un giudizio, ma, al limite, aiutare a formularne uno.
Il caso Leviathan: mi piace perché è un buon film politico. Ma la mia opinione si basa sul giudizio buon film, non sulla categoria film politico. Leviathan è un buon film (politico). Posso apprezzare il coraggio politico del regista, ma questo non influisce sul mio giudizio sul film. Un regista coraggioso che ha fatto un brutto film è un regista coraggioso che ha fatto un brutto film, questi non diventa migliore perché coraggioso (e in Italia siamo i campioni in questo genere ( :D ) di giudizi, basati non sull'opera ma sull'ideologia).
Io, sì, di un film cerco di considerare tutto, ma il mio giudizio cerco di formularlo sull'opera in sé, non sul modo in cui bisogna tassonomicamente considerarla.

*Parole non mie, questo non è un difetto che io ho riscontrato, anzi...
 
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view post Posted on 18/5/2015, 08:31
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Cinefilo Ad Honorem

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Beh, alla fine - per quanto interessanti i vostri discorsi - si sta parlando di critica e non di film, e non del film in sè. Io lo sto consigliando a conoscenti e non (sui social), per ogni "Mad Max capolavoro" (che è un mantra praticamente) suggerisco il film di Garrone, ma almeno per un discorso di box office, e che cacchio!
 
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Pinox78
view post Posted on 18/5/2015, 09:02




Io invece consiglio di vederli entrambi... e non solo perchè entrambi son fatti bene per diversi motivi ma perché per aver un giudizio sui film bisogno almeno vederli .... ca va sans dire come dicono i francesi ;)
 
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view post Posted on 18/5/2015, 09:20
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Cinefilo Ad Honorem

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CITAZIONE (Pinox78 @ 18/5/2015, 10:02) 
Io invece consiglio di vederli entrambi...

Beh, ovvio, ma MM direi che non ha bisogno di altro hype ormai...
 
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view post Posted on 18/5/2015, 15:57
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Cinefilo Ad Honorem

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2° al box office con quasi 1 milione di euro incassati e una media x sala migliore di Mad Max (che in pratica nonostante le lodi sperticate, si preannuncia come possibile flop Warner, sia in Italia che negli Usa, dove è scavalcato da tale Pitch Perfect 2)
 
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view post Posted on 18/5/2015, 18:16
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Cinefilo Ad Honorem

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Nood, sul "vostro" forum si mette Garrone tra Disney e Kubrick... il dettaglio della locandina labirintica in effetti sembra un omaggio e una dichiarazione d'intenti.

ps: e come in Lincoln, anche stavolta il doppiaggio di Favino (per Cassell) quasi rovina la performance dell'attore originale.
 
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Arcadia1983
view post Posted on 18/5/2015, 20:38




CITAZIONE (Mac! @ 17/5/2015, 14:11) 
Abuso che avevamo notato pure in Irina Palm, visto assieme a Bologna :D

;)

comunque visto oggi. a me è piaciuto, soprattutto visivamente, ma anche dal punto di vista narrativo non trovo appunti da fare: i dialoghi mi son piaciuti molto, li ho accurati, le storie sono interessanti (soprattutto quella della principessa). gli attori sono bravi, ma il doppiaggio di Cassel è da denuncia, vero.
 
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Andrew.
view post Posted on 18/5/2015, 22:23




Comunque riflettendo sulle varie cose, pensavo che la chiave di lettura di tutto il film potrebbe essere l'equilibrio. Tutte le storie girano attorno a questo concetto, equilibri invertiti, precari, e in un modo o nell'altro ogni cosa viene controbilanciata da qualcos'altro. E questo spiegherebbe anche il perchè di quella scena finale, con l'equilibrista sopra le loro teste.
 
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view post Posted on 19/5/2015, 08:26
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CITAZIONE (Andrew. @ 18/5/2015, 23:23) 
Comunque riflettendo sulle varie cose, pensavo che la chiave di lettura di tutto il film potrebbe essere l'equilibrio. Tutte le storie girano attorno a questo concetto, equilibri invertiti, precari, e in un modo o nell'altro ogni cosa viene controbilanciata da qualcos'altro. E questo spiegherebbe anche il perchè di quella scena finale, con l'equilibrista sopra le loro teste.

Metafora della nostra vita... la vita è stare in equilibrio su un filo infuocato, sull'orlo di un precipizio. (cit.)
 
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view post Posted on 19/5/2015, 16:26
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Cinefilo Ad Honorem

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dal forum di Nocturno:

finale tra i più belli e intensi del cinema italiano degl ultimi anni. Una chiusura che nasce dal sangue versato, ma impregnata di un'inattesa speranza, dove il passato ormai preda delle sue ossessioni cede il passo ai figli che hanno conquistato con la sofferenza e con la volontà il proprio posto.


Quindo solo ora penso: possibile lettura politica?
 
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view post Posted on 19/5/2015, 18:54
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Cinefilo Ad Honorem

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Mi ha fatto molto ridere questo commento da badtaste:

CITAZIONE
È comprensibile che una parte della critica, assuefatta ad oltre vent'anni di insulse baggianate tolkienjacksoniane, occhi di sauron cancelli di mordor cozzi immani tra gli orchi di scroton e le armate di sdronzor, non abbia proprio i mezzi minimali per accostarsi ad un'opera come Il racconto dei racconti.
Ma sinceramente, non ce ne può fregare di meno.
 
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emilgollum
view post Posted on 19/5/2015, 20:15




CITAZIONE (marenarobros @ 19/5/2015, 19:54) 
Mi ha fatto molto ridere questo commento da badtaste:

CITAZIONE
È comprensibile che una parte della critica, assuefatta ad oltre vent'anni di insulse baggianate tolkienjacksoniane, occhi di sauron cancelli di mordor cozzi immani tra gli orchi di scroton e le armate di sdronzor, non abbia proprio i mezzi minimali per accostarsi ad un'opera come Il racconto dei racconti.
Ma sinceramente, non ce ne può fregare di meno.

ma chi l'ha scritto? Er sor Bernocchi?
 
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74 replies since 20/1/2014, 20:00   538 views
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