Visto ieri, 22.30, sala vuota se non per due coglioncelli che non so come ci siano capitati e che hanno parlato per tutto il tempo commentando con cose del tipo "Uh, quella ha i capelli rossi" "Uh guarda un cinghiale" ecc.
Poco prima fuori dal cinema avevamo anche incontrato due nostri cari amici che ci hanno quasi guardato storto quando ci hanno chiesto cosa stessimo andando a vedere...
Venendo al film, 2 ore molto scorrevoli, la giusta dose di tempo data a ogni episodio, prima di progredire con uno degli altri (insomma con passo cinematografico e non televisivo, e senza montaggio da folle videomaker che "simula" l'azione), con incroci casuali e in occasioni ufficiali giusto all'inizio e alla fine tra i vari personaggi e regni.
Il film è molto bello, spettacolare per gli occhi, per chi non si fa abbacinare dalla CGI e dagli effetti farlocchi (molto più farlocco un drago su sfondo verde che un bel pupazzone di drago artigianale)... Garrone è stato molto bravo a scegliere i racconti (ne riparleremo, della morale e dell'attualità di tutti e tre) e a gestire in giuste dosi qualche ammiccamento sia all'horror che a scene più spinte, e in questo il film mi ha conquistato: mi ha fatto tornar bambino (altro che i supereroi, ma ci torneremo anche su questo) e alle favole con cui mia nonna intratteneva me, tomo e altri cuginetti, leggende popolari che mischiavano realtà e fantasia, racconti con altri racconti, che si modificavano ogni volta che chiedevamo di raccontarci quella o quell'altra storia, ricordandocela poi sempre in maniera diversa...
Se dovessi dire che mi ha entusiasmato mentirei, ma è un film che rivedrei: al cuore per ora mi ha preso di più Moretti, però poi non lamentiamoci se il cinema italiano batte solo un genere (quello drammatico/familiare/realista), Garrone molto più di Sorrentino è l'unico autore che passo dopo passo si sta spingendo sempre di più verso un cinema "difficile", ostico, non certo per chi ne mastica tanto, ma per chi dal cinema vuole storie lineari, finali chiusi, insegnamenti non ambigui, cinema (ultra)popolare che però lascia ben poco a fine visione. E questo Tale of Tales lascia molto amaro in bocca, semplicemente perchè sui titoli di coda si è costretti a tornare a una realtà/reality che ci inganna molto più dei sotterfugi e dei sortilegi di un mondo fatato che non esiste.
Edited by marenarobros - 16/5/2015, 10:57