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Director Deathmatch vol. 4, Roman Polanski

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mastruccio
view post Posted on 4/12/2013, 14:11




Il coltello nell'acqua (Nóż w wodzie) (1962)
Repulsione (Répulsion) (1965)
Cul-de-sac (1966)
Per favore, non mordermi sul collo! (The Fearless Vampire Killers) (1967) 7.5
Rosemary's Baby (1968) 8.5
Macbeth (The Tragedy of Macbeth) (1971)
Che? (What?) (1972)
Chinatown (1974) 8.5
L'inquilino del terzo piano (Le locataire) (1976)
Tess (1979) 7
Pirati (Pirates) (1986) 6.5
Frantic (1988) 8.5
Luna di fiele (Bitter Moon) (1992)
La morte e la fanciulla (The Death and the Maiden) (1994)
La nona porta (The Ninth Gate) (1999) 8.5
Il pianista (The Pianist) (2002) 8
Oliver Twist (2005) 7.5
L'uomo nell'ombra (The Ghost Writer) (2010) 8
Carnage (2011)
Venere in pelliccia (La Vénus à la fourrure) (2013)
 
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Mr.Noodles
view post Posted on 4/12/2013, 14:18




CITAZIONE (Oren productions @ 4/12/2013, 14:01) 
CITAZIONE (Mr.Noodles @ 4/12/2013, 11:22) 
ci volevano i "nostri voti"? :wacko:

A quanto pare sì, non avendolo visto e non avendo letto nulla a riguardo, i vostri voti alti mi hano incuriosito. Che ho detto di strano?
Tu non ti sei mai perso un bel film? :huh:

be' no, a meno che non si tratti di un film misconosciuto/inedito o di una perla di un autore poco noto/dimenticato. "Rosemary's Baby" è il capolavoro più celebrato di un regista ancora in attività e famoso in tutto il mondo, un film citato da chiunque (penso anche alla prima stagione di "American Horror Story", con una storyline che riprende palesemente "Rosemary's baby") e inserito in qualsiasi classifica del genere horror. non hai detto niente di strano, il mio era sincero stupore :lol:
 
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Oren productions
view post Posted on 4/12/2013, 14:26




Io purtroppo ho ancora una lunga lista di capolavori da recuperare... :(
 
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emilgollum
view post Posted on 4/12/2013, 18:51




mastruccio l'8.5 a quella cagata de "La nona porta" me lo devi spiegare! :D
 
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Sunset Boulevard Films
view post Posted on 4/12/2013, 20:49




Per favore, non mordermi sul collo! (The Fearless Vampire Killers) (1967) 7
Rosemary's Baby (1968) 8
Chinatown (1974) 7
La nona porta (The Ninth Gate) (1999) 6
Oliver Twist (2005) 7
L'uomo nell'ombra (The Ghost Writer) (2010) 8
Carnage (2011) 8
 
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mastruccio
view post Posted on 4/12/2013, 21:51




CITAZIONE (emilgollum @ 4/12/2013, 18:51) 
mastruccio l'8.5 a quella cagata de "La nona porta" me lo devi spiegare! :D

L'ho visto anni fa e ricordo che mi piacque. Certo non tutto era comprensibilissimo, ma era affascinante. Mi inquietò non poco, e già per questo mi era sembrato un ottimo film, con bellissime atmosfere perfettamente descritte dalla macchina da presa, e Johnny Deep molto credibile.
Addirittura definirlo una cagata, mi pare esagerato.
 
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emilgollum
view post Posted on 4/12/2013, 22:19




CITAZIONE (mastruccio @ 4/12/2013, 21:51) 
CITAZIONE (emilgollum @ 4/12/2013, 18:51) 
mastruccio l'8.5 a quella cagata de "La nona porta" me lo devi spiegare! :D

L'ho visto anni fa e ricordo che mi piacque. Certo non tutto era comprensibilissimo, ma era affascinante. Mi inquietò non poco, e già per questo mi era sembrato un ottimo film, con bellissime atmosfere perfettamente descritte dalla macchina da presa, e Johnny Deep molto credibile.
Addirittura definirlo una cagata, mi pare esagerato.

sì, ma tu gli dai 8.5 quanto Chinatown e Rosemary's Baby!! shock(1)
 
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Mr.Noodles
view post Posted on 4/12/2013, 22:37




CITAZIONE (mastruccio @ 4/12/2013, 21:51) 
Addirittura definirlo una cagata, mi pare esagerato.

dai, siamo più democratici: mezza cagata!
 
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mastruccio
view post Posted on 5/12/2013, 00:07




CITAZIONE (emilgollum @ 4/12/2013, 22:19) 
CITAZIONE (mastruccio @ 4/12/2013, 21:51) 
L'ho visto anni fa e ricordo che mi piacque. Certo non tutto era comprensibilissimo, ma era affascinante. Mi inquietò non poco, e già per questo mi era sembrato un ottimo film, con bellissime atmosfere perfettamente descritte dalla macchina da presa, e Johnny Deep molto credibile.
Addirittura definirlo una cagata, mi pare esagerato.

sì, ma tu gli dai 8.5 quanto Chinatown e Rosemary's Baby!! shock(1)

Be', a memoria mi ricordo che mi piacque, ma messo a confronto con i due titoli che hai citato in realtà è inferiore.
Voto al ribasso, e metto un 7 e mezzo.
 
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view post Posted on 5/12/2013, 11:08
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Cinefilo Ad Honorem

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Qualche mese fa avevo parlato anche del documentario sullo scandalo che lo coinvolse.
 
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Sunset Boulevard Films
view post Posted on 5/12/2013, 12:34




frantic tic tci tic tic tic tac...

il titolo mi attrae, di che parla?
 
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Mr.Noodles
view post Posted on 5/12/2013, 13:43




è un thriller hitchcockiano. uomo comune che si ritrova coinvolto in una cosa più grande di lui aiutato dalla femme fatale Emmanuelle Seigner (che Polanski giustamente si sposerà di lì a breve). tra "L'uomo che sapeva troppo" e "Intrigo internazionale"
 
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Merlino*
view post Posted on 5/12/2013, 13:49




CITAZIONE (mastruccio @ 5/12/2013, 00:07) 
CITAZIONE (emilgollum @ 4/12/2013, 22:19) 
sì, ma tu gli dai 8.5 quanto Chinatown e Rosemary's Baby!! shock(1)

Be', a memoria mi ricordo che mi piacque, ma messo a confronto con i due titoli che hai citato in realtà è inferiore.
Voto al ribasso, e metto un 7 e mezzo.

La nona porta se si lascia da parte il nome del regista si lascia guardare, il vero film cagata è Luna di Fiele ma a quanto pare l'ho visto solo io, e pure al cinema :angry:
 
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view post Posted on 5/12/2013, 17:52

Attore/Attrice

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CITAZIONE (Sunset Boulevard Films @ 5/12/2013, 12:34) 
frantic tic tci tic tic tic tac...

il titolo mi attrae, di che parla?

http://it.wikipedia.org/wiki/Frantic

Medico a Parigi per un convegno con moglie, dopo la scomparsa di quest'ultimo, si ritrova invischiato in un intrigo internazionale. Almeno, questa credo sia la trama in soldoni. Protagonisti Harrison Ford ed Emmanuelle Seigner.
 
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view post Posted on 6/12/2013, 10:32
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Dal sito di Caprara, in occasione degli 80 anni compiuti ad agosto:

CITAZIONE
Bastano due flash per fare vacillare i sostenitori della scissione tra vita e arte. Londra, agosto 1969: Erano circa le sette di sera, quando giunse una telefonata da Los Angeles. “E’ successo un guaio a casa”. “Quale casa?”. “La tua, Sharon è morta. Anche Wojtek è morto, e Gibby e Jay. Sono tutti morti”. “No, no, no. Che cos’è successo?”. “Roman, li hanno ammazzati”. Los Angeles, febbraio 1977: Stavamo per uscire dall’albergo, quando mi si avvicinò un tale con un camiciotto che, esibendo un distintivo, mi disse sottovoce: “Mr. Polanski? Sono un agente del dipartimento di polizia. Dove possiamo parlare? Ho un mandato d’arresto a suo nome”. Sembrano citazioni dai film di Roman Polanski, uno dei più noti e amati registi della nostra epoca che il 18 agosto a dispetto della figura minuta e snella e l’espressione vivida e intensa compirà ottant’anni. Il fatto che si tratti invece di brani autobiografici, il primo riferito all’efferata strage compiuta nella villa di Bel Air dalla setta Manson e il secondo all’incriminazione per stupro di una fotomodella minorenne, non banalizza, però, le ragioni del talento e del successo. Le ardimentose, turbolente e travisate vicissitudini che potrebbero spaziare ancora a piacimento -dall’infanzia segnata dalle retate naziste nel ghetto di Cracovia all’apoteosi della Palma d’oro e l’Oscar conquistati grazie a “Il pianista”- hanno finito per miscelare realtà e fantasia in un impianto poetico tra il violento, il sarcastico e il perverso in cui la pura genialità ha trovato tante volte l’innesco per dispiegarsi al meglio.
Nell’occasione di un compleanno che comporta anche ombre di malinconia sembrano tutt’altro che sopiti gli echi dell’inquieta gloria polanskiana. E’ appena uscito in America, per esempio, “The Girl – A life in the Shadow of R.P.”, il libro di memorie dell’oggi quarantottenne Samantha Geimer, l’equivoca ragazzina con la quale il regista fece sesso con surplus di droghe nella villa di Jack Nicholson procurandosi un’infamante condanna. Come si sa, trascorsi quarantadue giorni di carcere preventivo nell’inferno di Chino, Polanski fuggì prima che la sentenza diventasse esecutiva per non tornare mai più negli Usa ma, essendo il mandato di cattura Interpol ancora valido, è stato arrestato a sorpresa quattro anni orsono in Svizzera. Dopo lunghe schermaglie legali e diplomatiche, tuttavia, l’estradizione non è stata concessa e il regista è tornato libero: di tutto questo e di molto altro si parla, tra l’altro, nel cofanetto “R.P.: A Film Memoir” appena pubblicato da Feltrinelli Real Cinema. Una strenna imperdibile, considerando che affianca al dvd dell’omonimo e incalzante documentario di Laurent Bouzereau il volume “Pianeta P.” che offre una panoramica non convenzionale sull’itinerario personale e professionale del maestro franco-polacco-cosmopolita.
I riscontri critici e cronistici dunque non mancano, ma i signori dell’immaginario hanno l’ulteriore chance di potere fecondare gli elementi e i nessi delle proprie opere nell’humus delle coeve culture generazionali. In questo senso il diagramma che ci riguarda potrebbe suddividersi in cinque fasi progressive. All’inizio c’è l’outsider, fiore all’occhiello dei cinema d’essai pre-Sessantotto, che in “Il coltello nell’acqua”, “Repulsion” e “Cul-de-sac” esplora i deliri e le fobie di personaggi dominanti e dominati al di qua della lotta di classe, in un territorio morboso e sensuale che sta tra il noir e l’horror. Il capolavoro eroicomico “Per favore… non mordermi sul collo!” capeggia poi il gruppetto di titoli (“Rosemary’s Baby”, “Macbeth”, “Che?”) che tra il ’67 e il ‘72 hanno grinta e qualità per rompere con i diktat militanti in auge. Tra il ’74 e il ’92 Polanski acquisisce la completa padronanza dei generi classici, che peraltro riesce a scavare, modellare e fare rifrangere in un inimitabile gioco di specchi deformanti: il cult-movie “Chinatown”, gli hitchcockiani (ma spinti ancora più a fondo in sottigliezza erotica) “Frantic” e “Luna di fiele”, l’allucinogeno “L’inquilino del terzo piano”, l’unicum letterario e pittorico “Tess” e “Pirati” che in coppia con il successivo “La nona porta” detiene il record di costituire gli unici film brutti della sua filmografia. Il penultimo periodo, che ruota ovviamente sul trionfo di “Il pianista” passando per “La morte e la fanciulla”, “Oliver Twist” e “L’uomo nell’ombra”, sancisce una rivalsa troppo attesa e concede l’ingresso nell’empireo autoriale, pur comportando accenni di resa a una scioltezza del mestiere che non consente deviazioni o strappi. Sospetti sbaragliati dall’exploit di “Carnage”, intarsio scenico al veleno rivolto contro la borghesia ex radical chic e oggi aristodem, che ritrova il regista in perfetta forma da “dio del massacro” (come recita il titolo originale della pièce da cui è tratto). Mentre “Venere in pelliccia”, che ha appena raccolto la standing ovation all’anteprima inaugurale dell’Ischia Global Fest e uscirà nelle nostre sale a novembre, regala un fuoco di fila di dialoghi brillanti, ironici e raffinati, ma soprattutto mette in scena, grazie alla conturbante performance della moglie Emmanuelle Seigner, una trasmutazione psicofisica, un incesto artistico, una manipolazione subliminale… Il piccolo grande uomo non ha smesso di stupire e provocare.
 
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59 replies since 3/12/2013, 13:23   578 views
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